Scelta specialista

Buongiorno, vi ringrazio in anticipo per le eventuali risposte ed interessamenti. Purtroppo sto vivendo un periodo difficile, un po' come tutti. Sono cosciente del fatto che il non voler più vivere significa non voler più decidere, agire e andare in contro alle difficoltà della vita. Da un lato mi sento in colpa perché le difficoltà che ho dovuto affrontare non sono nulla di fronte a situazioni peggiori, mi sento viziata e capricciosa. Tuttavia ho sempre avuto la forza di contrastare le cattiverie delle persone e ho sempre avuto fiducia nel prossimo, ma da un anno ho smesso di credere in me. Sono nata con una malattia congenita che mi ha tolto la vista da un occhio e reso "diverso" dall'altro, ho sempre sofferto per questo deficit estetico. Inoltre ho subito precocemente una sorta di bullismo ante litteram sia a scuola che nel paese per altre cause. Mi sono sempre tenuta tutto dentro, anche coi miei genitori. Sempre in tenera età ho avuto rapporti sessuali (orali) con un ragazzo (vicino di casa) più grande di me di 6 anni (io ne avevo 9) che mi ha minacciata psicologicamente per 3 anni (dicendo che avrebbe detto tutto ai miei), poi quando le cose stavano degenerando trovai la forza di negarmi e lui provò comunque a minacciarmi ma io l'avevo finalmente fermato. Poi mio fratello, a cui ero molto legata perché era come un padre per me vista la differenza di età, mi ha abbandonato a causa della moglie gelosa. Dopo due brutti esaurimenti in cui mi sono autocurata (nel primo ero ipocondriaca e ansiosa, nel secondo non mangiavo) mi sono lasciata tutto alle spalle e diplomata, laureata e sposata, una vita normale insomma. Tuttavia da quando mi sono allontanata dalla mia famiglia sono successe molte cose spiacevoli. Ho dovuto seguire i miei genitori nella cura dei nonni, mia nonna era malata di schizofrenia e ci ha dato molti problemi nel nutrirla ecc, poi riuscii a convincere mio padre a inserirla in una struttura idonea. Poi la perdita dei miei nonni è stata per me molto dolorosa perché non sopporto l'idea della morte e tutt'oggi odio l'idea che ci abbiano abbandonati. Anche dal punto di vista lavorativo ho continuato a studiare, non trovando lavoro, per una seconda laurea ma due esami andati male, con voto basso, hanno distrutto la mia autostima e mi sono bloccata per quasi un anno. Inoltre io e mio marito abbiamo scoperto che non possiamo avere figli naturalmente per il momento, deve infatti operarsi a breve. Ho cercato di non farmi vedere delusa né sofferente da lui, ma soffro molto per questa cosa a tal punto che non riesco più ad avere rapporti sessuali positivi (per me) e fingo. Fingo che vada tutto bene per non farlo preoccupare ma quando sono sola vorrei sparire dal mondo. Mi sento abbandonata ma so che l'unica persona ad aver abbandonato me sono io. Ho solo fatto finta di essermi ripresa la mia vita ma non è vero. Non saprei proprio che percorso fare per sentirmi di nuovo me stessa, non riesco più a tirarmi su da sola stavolta.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile ragazza per rispondere al suo primo quesito con il quale ha dato il titolo a questo post, sembra scontato un consiglio di rivolgersi ad uno psicoterpaeuta.
Si comprendono le avversità che ha dovuto passare, tuttavia un supporto psicologico adeguato può sicuramente darle quella spinta necessaria a reinterpretare in modo meno negativo le sue esperienze e a far emergere risorse che non sa nemmeno di avere
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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