Non desidero sposarmi

Salve dottori, sto vivendo una situazione sentimentale che mi sta affliggendo sempre di più e dalla quale non so come uscirne. Sono fidanzata da più di 3 anni con un ragazzo, io ho 26 anni e lui 27. La decisione di iniziare una storia con lui, fu dettata più da un motivo razionale che puramente sentimentale, non ho mai provato quel battito del cuore che segnano, più o meno, all'inizio tutte le storie d'amore. Attraverso un semplice esame di realtà ho pensato che era giusto vivere questa storia: lui un ragazzo carino, bravo, che mi prestava le attenzioni giuste (non opprimente ma premuroso e interessato a me, da farmi capire che avrebbe voluto costruire qualcosa di serio), responsabile, assennato negli studi. Insomma ho pensato che questo poteva essere l'uomo giusto senza preoccuparmi molto dell'istinto, delle mie emozioni pensavo che magari il forte trasporto con il tempo sarebbe giunto. Effettivamente poi sin da subito sono riuscita a fare l'amore con lui, a vivere quella passione sfrenante dei primi tempi, ho iniziato a sognare un figlio con lui che magari potesse assomigliargli, desideravo vederlo, stare con lui abbracciati e al caldo a vedere la televisione, passare un week end insieme. Ora tutto questo si è enormemente affievolito, non provo più molta attrazione verso di lui ( a dir la verità questa è stata forte solo il primo anno), non sogno un bambino con lui e, anche se nemmeno prima sognassi di sposarlo e vivere insieme la quotidianità ora mi succede di provare angoscia, il classico patema d'animo, quando parliamo di futuro: di poter vivere in una nostra casa, del suo lavoro ormai stabile. Provo angoscia quando sono con la sua famiglia perché sento che sto dando a loro delle sicurezze nel rapporto che io sono la prima a non avere, mi sento di stare ad illuderli e mi sento una persona vile per questo. Prova angoscia se si sfiora la possibilità che i miei e i suoi genitori possano conoscersi, provo angoscia se penso di poter vivere più intimità con la sua famiglia (es: fare una vacanza con la sorella e il marito) . Insomma provo angoscia nei confronti di una stabilità con lui è come se dentro di me non volessi che il rapporto maturasse di più. E' vero anche che abbiamo avuto dei momenti difficili, varie discussioni per incompatibilità di carattere, a volte mi sono sentita umiliata da lui da non sentirmi alla sua altezza ( lui è molto preciso, sveglio e attento, io sono un poco più infantile distratta, giocherellona); ci sono state diverse discussioni per fraintendimenti sui miei comportamenti che mi hanno portata a non essere, a volte, molto spontanea con lui per paura di generare delle discussioni o di essere fraintesa. E' da due mesi però, che, esausta di questi comportamenti, abbiamo chiarito e lui è cambiato, rende il rapporto meno pesante ed è una persona, in generale, meno lamentosa. Per cui mi domando e vi domando come mai ora che potrei essere felice vivo con più insistenza queste frustrazioni? Cosa potrei fare? Aiutatemi!
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signorina,
L'amore e' una emozione irrazionale. Non si puo' spiegate perche' sorga e perche' termini.
Si puo' cercare di elaborare le rappresentazioni e cercare di capire in quali aspetti la nostra idea dell'amore si discosti dalla realta'.
Cerchi di tornare con la memoria ai tempi iniziali. Forse dovrebbe chirdere un aiuto psicoterapeutico per destreggiarsi perche' il campo dell'affettivita' e dell'eros sono molto protetti nella nostra psiche e non si lasciano discriminare facilmente.
Saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile ragazza,
è possibile che i conflitti abbiano lasciato degli "strascichi" e che lei continui ad essere arrabbiata. Tuttavia, da qua, è difficile poter comprendere se si tratta di un problema contingente oppure di una "svolta" definitiva della vostra relazione.
Se i suoi sentimenti continuano ad essere quelli che ci ha descritto, forse sarebbe opportuno che affrontasse il problema.
Le allego un paio di letture che hanno a che fare con le relazioni di coppia:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3813-che-cosa-rende-le-relazioni-stabili-caratteristiche-di-un-rapporto-duraturo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3818-come-litigano-marito-e-moglie-il-senso-del-conflitto-nella-coppia.html
Spero possano esserle utili.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
ci descrive un rapporto nato più su base razionale che altro, scelto per le qualità del suo ragazzo, qualità che forse con il tempo ha sentito come limiti per lei...giocherellona come si descrive e lui attento, sveglio e critico per i suoi comportamenti.

I chiarimenti avuti fra voi e i cambiamenti di lui nei suoi confronti forse non le bastano a cambiare l'idea di fondo riguardo a un rapporto che sembra, secondo le sue parole, costringerla, privarla della sua spontaneità...ipotizzo

L'angoscia che prova al pensiero che il rapporto possa maturare di più mi sembra un segnale da non sottovalutare.
Sarebbe a mio parere il caso che riflettesse se davvero se la sente di continuare o meno con questo ragazzo.

Cosa ancora la tiene legata a lui?
Com'è la vostra vita a due? Avete amici, condividete attività, interessi? Avete vostri spazi personali al di fuori della vita di coppia?
Quali progetti avete fatto per il vostro futuro?

E lei quali aspettative e progetti ha per il suo di futuro?
Cosa fa nella vita? Studia, lavora, ha amici al di fuori della coppia? E nella sua famiglia come vanno le cose?

Perdoni le molte domande ma sono utili per poter inquadrare meglio la situazione, pur nei limiti di un consulto on line.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Vi ringrazio per l'ascolto e ringrazio il dottor Mori per le letture consigliate. Dottoressa Rinella mi soffermo a rispondere a lei. Per quanto riguarda la spontaneità non vissuta devo dire che adesso mi sto correggendo forse in risposta ai suoi comportamenti cambiati e vorrei puntualizzare che non ho mai vissuto il rapporto con l'angoscia di scatenare una discussione. Diciamo che con il tempo sono diventata consapevole che forse un pochino mi condizionava e a contribuire a questa consapevolezza sono stati anche i miei che più volte esplicitano il loro disappunto nei confronti del carattere di questo ragazzo un pochino autoritario. Non che non siano d'accordo alla relazione, anzi, lo considerano una rarità, lo apprezzano e gli vogliono molto bene ma da genitori, vedendo anche le mie sofferenze per le discussioni passate, mi aprono gli occhi per rendermi cosciente del suo carattere. Quello che mi tiene legata a lui è il fatto che se penso di non vederlo più di non guardare più i suoi occhi mi sento impazzire, in più penso che lui sia una brava persona e che spesso sia io a partire prevenuta, lui mi ama mi fa sentire importante, desiderata e il fatto che sia una persona meticolosa, attenta e preparata in tutto ( lui è cresciuto dagli undici anni quasi senza padre, perché era assente per lavoro e questo lo ha maturato tanto) non lo vedo come un aspetto negativo del carattere ma lo vivo come un qualcosa di negativo. Forse perché si scontra con il mio carattere un po' distratto talvolta strafottente, come dire... io vivo e lascio vivere. Non ci vediamo molto perché lui lavora a 90 km di distanza dalla nostra città e torna la sera per cui massimo tre o quattro volte la settimana e purtroppo ultimamente abbiamo anche perso la nostra comitiva per discussioni varie per cui ci ritroviamo ad uscire sempre soli. I nostri spazi sono molto ampi al di fuori della vita di coppia: frequentiamo due palestre diverse (fino all'anno scorso studiavo danza che mi impegnava tantissimo), lui fa l'ingegnere io sono una laureanda magistrale in psicologia sperimentale e mi piacerebbe coronare il mio sogno di occuparmi di pazienti con disagi cognitivi. Mi rende anche un pochino nervosa il fatto di dover cercare un posto di lavoro in un'area troppo limitata perché ormai lui ha un posto fisso e ben pagato, quindi non può spostarsi se non avvicinarsi al posto di lavoro. Ma la cosa che mi da più risentimento è che lui quando si è laureato 2 anni fa aveva a disposizione tutto il mondo per cercare lavoro io, invece, devo limitarmi in un'area di 90 km per rimanere con lui, ma lui questa rabbia non la capisce. Per quanto riguarda i miei amici ne ho un bel po' e il tempo per loro, anche se poco per questioni di studio, ma lo trovo.