Rapporto madre

Gentili dottori, vi parlo della mia situazione. Durante l'infanzia mia madre ha instaurato con me un rapporto molto (troppo) stretto, all'epoca da me vissuto come una cosa positiva, normale. Ma durante l'adolescenza sono iniziati i conflitti, in quanto lei non ha mai accettato che io assumessi un'individualità, era gelosa delle mie amiche, odiava i ragazzi che frequentavo, spiava il mio diario, le mie telefonate, si divertiva ad umiliarmi, a mettermi in imbarazzo davanti agli altri, impedendomi di maturare appieno un'autonomia. Tuttora, che vado verso i 40, mi vede come la bambolina ingrata che ha osato ribellarsi al gioco e diventare un essere umano.
Questo mi ha portato negli anni a sviluppare attacchi di panico, pensieri ossessivo-compulsivi, ipocondria,...E' difficile spiegare quanto in trappola mi sia sentita, e dire che io sono una persona forte, che nonostante tutto è riuscita a sopravvivere, e non solo fisicamente,...Le cose sono andate meglio quando ho finalmente terminato l'università, cominciato a lavorare e sono andata a vivere prima da sola e poi con il mio ragazzo.
Poi è nato il mio primo figlio e mi sono trovata in una situazione di bisogno per via dal lavoro, così le ho permesso di occuparsi del bambino per molte ore al giorno. Avevo etichettato i problemi trascorsi come screzi adolescenziali, ed ora, come mamma, avevo voluto riavvicinarmi a lei. Questo ha invece rovinato di nuovo la mia vita, in quanto lei ha costruito un rapporto morboso con mio figlio, ho dovuto lottare per mesi per evitare di averla in casa anche nei weekend o quando volevo un po' di intimità con la mia famiglia, e ci sono riuscita al prezzo di insulti pesanti davanti al bambino tipo ''crepa, dovevo abortire o ucciderti quando sei nata, l'errore più grande della mia vita è stato avere te, bastarda, adesso ti porto via il bambino'' e simili, frasi pronunciate per il solo e gentile invito a non recarsi a casa mia senza avvisare o accordarci. Ora sono mamma di un secondo bimbo, ed è dura occuparsi di entrambi senza un appoggio.
Ed inoltre devo gestire una figura materna che invece di sostenermi mi fa telefonate isteriche domandandomi perché non voglio che venga più a guardare i bambini!
Per costringere gli altri a fare ciò che vuole ed osannarla come una regina farebbe di tutto, e quando non ci riesce con atti di dominanza, allora prova altre strade, come fare la finta tonta, oppure fare la vittima, piangendo davanti a mio padre circa la mia presunta cattiveria. Ma la trama e' sempre la stessa, lei entra senza neppure salutarmi, oppure mi liquida come una bimba capricciosa, si chiude in stanza con i bambini facendoli ridere con vocine sciocche e canzoncine ripetute come mantra per ore, minando la mia autorità con frasi tipo ''si' lo so che la mamma non vuole, ma io sono la mamma della mamma e conto di più!''
Ora non so davvero più come gestire le sue scenate di stalking ne' mi è facile non sentirmi persa in questa situazione logorante. Consigli?
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
gentile Utente,
gli psicologi non erogano consigli, ma mediante un valutazione della sua psiche e personalità, tramite un eventuale lavoro su di lei, potrebbero aiutarla a venir fuori da questa stretta materna.
I rapporti solitamente si creano e soprattutto si mantengono in due, forse l'iper accudimento di sua madre, in alcune fasi della vita le è servito, forse la sua crescita psichica è stata difficoltosa, forse aveva poche quote di autonomia e di sana ribellione…..….non so dirle da qui, ci sarebbero tanto forse da dover analizzare.
Quando però il rapporto tra madre e figlia non è risolto, la nonna diventa spesso invasiva e si attuano dinamiche inconsce che compromettono la serenità dei legami.
Un nostro collega potrebbe aiutarla

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Concordo con la collega dott.sa Randone.
Si tratta di una situazione stratificatasi nel tempo e che ora si sta manifestando cosi' negativamente in questo rapporto a tre fra sua madre, I suoi bambini e lei.
Forse la delicatezza della situazione richiederebbe davvero per lei un aiuto per districarsi in questo malessere che descrive. Cercando di gestirlo da sola potrebbe infatti incorrere in sensi di colpa o reazioni estemporanee negative per lei , prima di tutto, per la sua serenita'.
Ci mandi sue notizie!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Utente
Utente
Ringrazio entrambe per l'attenzione.
Beh, si', forse consigli' non era la parola giusta, anche se non so trovarne una migliore, in quanto con essa intendevo ovviamente ciò che descrive lei.
Si' una valutazione della mia psiche e personalità', ma seguita da indicazioni su modalità reattive efficaci. Se avessi voluto un semplice 'consiglio' da parte di una figura non professionale l'avrei chiesto ad un'amica, penso.
Comprendo perfettamente le vostre risposte, che possono tradursi con l'invito a rivolgermi ad un vostro collega (cosa peraltro già fatta in passato), d'altronde nessuno pretende una psicanalisi completa attraverso un sito di consulti online, magari solamente qualche spunto.
In effetti la mia crescita (e non solo psichica) e' stata difficoltosa, e purtroppo di ribellione ne avevo da vendere, ma sempre contrastata dalla mia famiglia non con severità, bensì con vittimismo, come se maturare la mia autonomia potesse far soffrire mia madre,...direi che è stato più che altro questo a 'rovinare' la serenità dei miei anni.
Ora sono cambiata, gli eventi più recenti mi hanno fatto comprendere meglio queste dinamiche e cerco di ignorare i suoi tentativi di violenza psicologica, anche se qualche volta mi manca molto un po' di 'normalità' familiare, intendendo con essa la presenza di nonni stabili ed amorevoli anziché di altri bambini da accudire.
Grazie ancora
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto