Fare il punto nelle proprie relazioni
Buongiorno scrivo dal profilo di mia cugina (i dati riportati in tabella descrittiva del profilo non sono i miei) con cui al momento sto leggendo il sito. Ho bisogno di scrivere e chiedere un parere sulla mia relazione. Ho 40 anni, una bambina di 7 avuta con un uomo sposato che non l'ha riconosciuta e l'ha incontrata dopo mia insistenza per la prima volta a 4 anni ed ora si vogliono anche bene!Speravo ai tempi di stare con quest'uomo ma non ha lasciato la moglie e anzi subito dopo che ero rimasta incinta ha avuto una figlia con lei smettendo di vedere me! a soli 23 anni ho perso un fratello a cui ero legatissima per un incidente improvviso e da allora la mia vita è cambiata. Ho lasciato l'università e ho iniziato a lavorare nell'azienda di famiglia che tre anni fa è stata chiusa contro mia volontà dai miei familiari. Ora a 40 anni non lavoro ma posso permettermi quello che voglio perché sono ricca, convivo da due anni con un uomo di 34 ricco anche lui (lo dico per non far sembrare che sia un gigolò che si fa mantenere da me)e ci amiamo. Il punto è che nelle relazioni devo sempre fare il triplo dell'uomo per far andare bene le cose e la cosa inizia a pesarmi. Faccio degli esempi: a casa dato che non lavoro e ho tempo pulisco e cucino io. Preparo ogni sera cenette con più portate, ogni sera diverse e succulente e spesso il mio compagno mi critica dicendo che cucino es.grasso oppure sempre le stesse cose etc. vado in palestra per tenermi in forma ma appena ingrasso perché amo il cibo li me lo fa notare e quindi sono perennemente a dieta, nel sesso sono fantasiosa e passionale ma a lui non basto "solo" io e spesso mi chiede di vedere insieme film porno prima dei rapporti, per carità non mi da fastidio ma sommato a tutto il resto mi sembra di dover essere perfetta. Quando usciamo sono sempre elegante e gli faccio fare "bella figura" e sento una pressione da parte sua nel senso che quando sono ben vestita e ho delle buone conversazioni con i suoi amici vedo che lui è orgoglioso di me, mi fa complimenti ma neanche nel privato posso lasciarmi andare? lui è molto affettuoso ma davvero molto esigente. da cosa può dipendere questo comportamento? non riesco a evitare di compiacerlo perché altrimenti lo deluderei! Gliene ho parlato ma lui dice che non è vero e che mi ama, ma in realtà appena non sono allineata a quello che lui si aspetta sento di deluderlo e me lo fa notare apertamente.
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Gentile signora,forse, anche gentilmente potrebbe fargli notare che lei non è altrettanto critica ed esigente, che non gli dà il voto su ogni cosa e su tutto.
La questione è che e' bene trovar la misura.. tra l'essere flessibili, gentili e farsi anche rispettare, sembra che lei si senta sotto esame e pur amandolo forse trova la cosa faticosa ed ha ragione.. Non vorrei che il livello delle sue ...prestazioni.. divenisse sempre più scomodo e faticoso...
Spero che faccia altro, oltre ad essere bella , tonica, gentile accomodante, altrimenti diventa una relazione sbilanciata la vostra..Non si faccia impressionare dai vostri pochi anni di differenza, sono sicura che potrebbe avere più amore e più rispetto se volesse, quindi, qualche volta, provi ad essere un pò meno adorante, più sicura e autonoma..
Cosa ne pensa? restiamo in ascolto..
La questione è che e' bene trovar la misura.. tra l'essere flessibili, gentili e farsi anche rispettare, sembra che lei si senta sotto esame e pur amandolo forse trova la cosa faticosa ed ha ragione.. Non vorrei che il livello delle sue ...prestazioni.. divenisse sempre più scomodo e faticoso...
Spero che faccia altro, oltre ad essere bella , tonica, gentile accomodante, altrimenti diventa una relazione sbilanciata la vostra..Non si faccia impressionare dai vostri pochi anni di differenza, sono sicura che potrebbe avere più amore e più rispetto se volesse, quindi, qualche volta, provi ad essere un pò meno adorante, più sicura e autonoma..
Cosa ne pensa? restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Gentile signora,
che cosa significa che
"non riesco a evitare di compiacerlo perché altrimenti lo deluderei"?
che cosa significa che
"non riesco a evitare di compiacerlo perché altrimenti lo deluderei"?
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
[#3]
Utente
Gentili dottoresse,
vorrei specificare altri aspetti.
Dottoressa Fregonese in effetti sono davvero sotto esame. Un giorno è arrivato a darmi i voti per come avevo fatto la spesa dicendomi che avevo speso troppo (e ripeto siamo molto benestanti!)...ce n'è sempre una che non va bene. In compenso è dolcissimo, affettuoso, passionale, ci amiamo e capisce bene che non è facile per me entrare in conflitto con lui. Certo che glielo dico ma non riesco a prendermela con lui perché sento che lo fa con cattiveria o di proposito. le faccio un altro esempio. Una sera ero indisposta e lui è tornato stanco dal lavoro. gli ho chiesto di scendere a fare due compere per la cena e di comprarmi un analgesico per il mal di testa. è tornato comprando quello che serviva a lui dimenticando le mie medicine! poi ci siamo fatti una risata e lui è sceso a comprarle ma questo pensare a se stesso è molto ricorrente. Non credo dipenda della differenza d'età (io mi sento al passo con lui anche perché è una persona matura) ma dal fatto che sia un po' egoista.
Forse dipende dal fatto che ho sempre fatto tutto da sola:superare un grave lutto il giovane età e restare l'unica figlia, crescere una figlia da sola etc. l'unico errore che forse ho commesso è stato all'inizio di fare io il primo passo con lui. L'ho subito riempito di attenzioni e non ho mai nascosto la mia ricchezza condividendolo fin da subito con lui ad esempio invitandolo per le vacanze nelle mie case. Lui all'inizio era reticente forse perché ero una madre single e lui era uscito da poco da una relazione burrascosa ma poi si è adattato e siamo arrivati al punto che le ho descritto.
Dottoressa Ferretti si intendo dire che amandolo tendo nei limiti accettabili ad evitare i conflitti con lui. Ovviamente quando esagera mi faccio rispettare ma non mi piace deluderlo. Ho sempre desiderato quello che ho adesso: una famiglia mia con mia figlia, un compagno presente e che si è impegnato seriamente con me e sto facendo tutto il possibile per preservare questo rapporto a cui tengo particolarmente.
vorrei specificare altri aspetti.
Dottoressa Fregonese in effetti sono davvero sotto esame. Un giorno è arrivato a darmi i voti per come avevo fatto la spesa dicendomi che avevo speso troppo (e ripeto siamo molto benestanti!)...ce n'è sempre una che non va bene. In compenso è dolcissimo, affettuoso, passionale, ci amiamo e capisce bene che non è facile per me entrare in conflitto con lui. Certo che glielo dico ma non riesco a prendermela con lui perché sento che lo fa con cattiveria o di proposito. le faccio un altro esempio. Una sera ero indisposta e lui è tornato stanco dal lavoro. gli ho chiesto di scendere a fare due compere per la cena e di comprarmi un analgesico per il mal di testa. è tornato comprando quello che serviva a lui dimenticando le mie medicine! poi ci siamo fatti una risata e lui è sceso a comprarle ma questo pensare a se stesso è molto ricorrente. Non credo dipenda della differenza d'età (io mi sento al passo con lui anche perché è una persona matura) ma dal fatto che sia un po' egoista.
Forse dipende dal fatto che ho sempre fatto tutto da sola:superare un grave lutto il giovane età e restare l'unica figlia, crescere una figlia da sola etc. l'unico errore che forse ho commesso è stato all'inizio di fare io il primo passo con lui. L'ho subito riempito di attenzioni e non ho mai nascosto la mia ricchezza condividendolo fin da subito con lui ad esempio invitandolo per le vacanze nelle mie case. Lui all'inizio era reticente forse perché ero una madre single e lui era uscito da poco da una relazione burrascosa ma poi si è adattato e siamo arrivati al punto che le ho descritto.
Dottoressa Ferretti si intendo dire che amandolo tendo nei limiti accettabili ad evitare i conflitti con lui. Ovviamente quando esagera mi faccio rispettare ma non mi piace deluderlo. Ho sempre desiderato quello che ho adesso: una famiglia mia con mia figlia, un compagno presente e che si è impegnato seriamente con me e sto facendo tutto il possibile per preservare questo rapporto a cui tengo particolarmente.
[#4]
Gentile Signora,
di concerto con quanto scritto dalle Colleghe, anche io le dico di spostare il focus della problematica su di lei…
da quanto scrive, sembra in costante bisogno d'amore, di cure e di attenzioni….diventando gheisha, accomodante,obbediente e sottomessa.
I conflitti si affrontano e risolvono, se si ha la corazza psichica per farlo, una volta risolti si creano nuovi perimetri e nuove regole dette e non dette e la coppia cresce…..il loro evitamento, non fa altro che renderla ulteriormente sottomessa e gestibile.
Mi chiedo invece quanto e come è stata amata da piccola?
Se la sua autostima ed il suo narcisismo sono stati adeguatamente nutriti?
Quanto questa relazione con quest'uomo spostato l'abbia segnata?
Se l'ha veramente elaborata?
Quanto ha sofferto e quanto il dolore, invece di renderla autonoma e forte, l'ha invece scalfita nel profondo?
Eiste una ferita antica e dolente, che si chiama "ferita dei non amati" che spinge ad accettare compromessi esistenziali dolenti e silenti….
E’ un bisogno atavico, che ha radici ben più remote rispetto alla relazione inquisita, trattasi di uomini o donne, non amati a sufficienza durante l’infanzia, che hanno vissuto esperienze di abbandoni precoci, dolorosi e destruenti, che tendono a ripresentarsi, come un copione che si ripete senza possibilità di elaborazione alcuna.
Un amore nasce e soprattutto cresce e sopravvive, se proviene dall’incontro di due "identità e non da due metà", che per esistere hanno “bisogno” l’una dell’altra.
Le allego una lettura, credo potrebbe servirle
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
di concerto con quanto scritto dalle Colleghe, anche io le dico di spostare il focus della problematica su di lei…
da quanto scrive, sembra in costante bisogno d'amore, di cure e di attenzioni….diventando gheisha, accomodante,obbediente e sottomessa.
I conflitti si affrontano e risolvono, se si ha la corazza psichica per farlo, una volta risolti si creano nuovi perimetri e nuove regole dette e non dette e la coppia cresce…..il loro evitamento, non fa altro che renderla ulteriormente sottomessa e gestibile.
Mi chiedo invece quanto e come è stata amata da piccola?
Se la sua autostima ed il suo narcisismo sono stati adeguatamente nutriti?
Quanto questa relazione con quest'uomo spostato l'abbia segnata?
Se l'ha veramente elaborata?
Quanto ha sofferto e quanto il dolore, invece di renderla autonoma e forte, l'ha invece scalfita nel profondo?
Eiste una ferita antica e dolente, che si chiama "ferita dei non amati" che spinge ad accettare compromessi esistenziali dolenti e silenti….
E’ un bisogno atavico, che ha radici ben più remote rispetto alla relazione inquisita, trattasi di uomini o donne, non amati a sufficienza durante l’infanzia, che hanno vissuto esperienze di abbandoni precoci, dolorosi e destruenti, che tendono a ripresentarsi, come un copione che si ripete senza possibilità di elaborazione alcuna.
Un amore nasce e soprattutto cresce e sopravvive, se proviene dall’incontro di due "identità e non da due metà", che per esistere hanno “bisogno” l’una dell’altra.
Le allego una lettura, credo potrebbe servirle
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Gentile dottoressa Randone ho letto l'articolo che mi ha suggerito e sebbene lo abbia trovato interessante non mi riconosco in esso. Per quanto riguarda la mia infanzia la ricordo bellissima, piena di amici , divertimenti, con una famiglia unita e un fratello, quello che ho perso, meraviglioso. I miei genitori sono persone educate, tranquille e affettuose e non mi hanno mai trattata con freddezza. Quello che mi ha segnato è stato appunto il lutto improvviso a 23 anni che ha sconvolto la mia vita e quella dei miei genitori. Per quel che riguarda la mia indipendenza lo sono sempre stata. Ho dato la vita a una bambina da sola senza un compagno, prima dell'attuale relazione vivevo da sola con lei, viaggiavo con lei e cercavo in tutti i modi di darle serenità. Ho sofferto molto. Il mio attuale compagno ha una visione della coppia tradizionale: a entrambi piace che lui vada a lavorare mentre io mi occupo della casa e della bambina. Sicuramente il padre di mia figlia mi ha fatto soffrire e segnata però ora sono felice con il mio compagno che è meraviglioso anche con lei. Il problema era slo nei suoi atteggiamenti che a vole sono difficili da sopportare per via del fatto che è molto esigente.
Inoltre mi chiedo quando si parla di coppie equilibrate etc. quante ce ne sono davvero in giro? tutti noi siamo imperfetti e anche questa imperfezione si ripercuote anche nella coppia. Io credo che quello illustrato da me rientri nei piccoli normali conflitti di una qualsiasi coppia.
sbaglio?
Inoltre mi chiedo quando si parla di coppie equilibrate etc. quante ce ne sono davvero in giro? tutti noi siamo imperfetti e anche questa imperfezione si ripercuote anche nella coppia. Io credo che quello illustrato da me rientri nei piccoli normali conflitti di una qualsiasi coppia.
sbaglio?
[#6]
Gentile signora,
lei ha ragione, coppie senza problemi non esistono. Jacques Lacan dice, provocatoriamente, che ciò che fa legame in una coppia sono i "sintomi" dei due partner che si incastrano.
Pertanto le chiedo: se lei già sa che ogni coppia ha i suoi nodi problematici, e ritiene che il punto non sia il suo eccessivo desiderio di assecondare il suo compagno, come mai ci ha scritto?
Il suo compagno è effettivamente troppo esigente nei suoi confronti, ma non riesce ad ammetterlo, oppure è lei stessa, troppo esigente con se stessa e vede questa caratteristica nell'altro?
Un caro saluto,
lei ha ragione, coppie senza problemi non esistono. Jacques Lacan dice, provocatoriamente, che ciò che fa legame in una coppia sono i "sintomi" dei due partner che si incastrano.
Pertanto le chiedo: se lei già sa che ogni coppia ha i suoi nodi problematici, e ritiene che il punto non sia il suo eccessivo desiderio di assecondare il suo compagno, come mai ci ha scritto?
Il suo compagno è effettivamente troppo esigente nei suoi confronti, ma non riesce ad ammetterlo, oppure è lei stessa, troppo esigente con se stessa e vede questa caratteristica nell'altro?
Un caro saluto,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2k visite dal 05/04/2014.
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