Senso di inadeguatezza

Gentile Dottore mi rivolgo a Lei con la speranza che possa aiutarmi, ho perso il lavoro circa un anno fa, io con altri miei ex colleghi siamo stati sostituiti con extracomunitari, e dal quel momento non so cosa sia successo nella mia mente, ho paura di affrontare qualsiasi tipo di lavoro, di non farcela, di non essere adeguata, del giudizio degli altri e tutto questo non mi aiuta di certo a tirare fuori tutta la mia potenzialità, infatti io non ho mai avuto problemi sia nell' inserimento con i colleghi, sia nelle mie capacità lavorative. Invece ora mi ritrovo ad affrontare giornalmente la paura di non farcela (ho una nuova occupazione fortunatamente) mi intimoriscono i commenti delle mie colleghe(ci sono già stati c'è molta invidia purtroppo) e non mi sono stati certamente di aiuto, premetto però che la mia volontà è al massimo e di questo ai responsabili della azienda non gli è di certo indifferente, ma c'è sempre qualcosa che mi frena, mi sento un'incapace e di non essere all'altezza della situazione. La prego cortesemente Dottore di aiutarmi con un suo consiglio a ritrovare la stima e la fiducia in me stessa. Nonostante l'aiuto con parole confortanti della mia famiglia non riesco a togliermi questo senso di inadeguatezza che mi affligge, non mi riconosco più. La ringrazio per la sua gentilezza in una sua risposta e per l'attenzione nei miei confronti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
A volte le parole di conforto non servono a molto, quando il disagio ha altre origini.
Mediante un avalutazione psicologica, può trovare dei nostri colleghi anche in convenzione, si potrà stabilire se trattasi di un senso di inadeguatezza o di altro, come insicurezza o fragilità pregresse.

A volte accade che a seguito di eventi luttuosi e spdetsabilizzanti, come la perdita del lavoro, la psiche e l' umore vacillino, si faccia aiutare

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

la perdita del lavoro alla Sua età rappresenta un evento stressante, che con buona probabilità ha permesso che emergessero questioni che La riguardano e che magari prima riusciva a tenere in perfetto equilibrio.

A 48 anni l'inserimento in un nuovo ambiente di lavoro potrebbe essere faticoso a causa del cambiamento, del rimettersi in gioco, di aver bisogno di farsi conoscere, e di tutti gli altri significati che Lei potrà attribuire.

Se il Suo obiettivo è "...ritrovare la stima e la fiducia in me stessa..." credo sia importante fare delle considerazioni importanti: forse la Sua autostima e la fiducia in se stessa coincidevano proprio con il Suo ruolo al lavoro? Per quanto perdere il lavoro sia un evento stressante, esso non coincide con il valore personale che la gente attribuisce, nè il fatto di perdere il lavoro significa non essere capaci di fare qualcosa.

Lei ha perso il lavoro un anno fa: quanto tempo è trascorso dalla perdita del lavoro al nuovo lavoro che ha adesso?
Si tratta della stessa mansione?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
E' trascorso un anno, il nuovo lavoro è iniziato da poco è non è la stessa mansione, la fiducia e la mia autostima non coincidevano con il mio ruolo al lavoro, ho sempre accettato mansioni (ovviamente idonei alla mia persona)senza mai lamenti e commenti perché per me l'importante è lavorare. Vi ringrazio nuovamente per le vostre gentili risposte saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Un anno senza lavoro è un periodo notevole...
probabilmente molte insicurezze hanno preso piede, anche se magari Lei non di base una persona insicura.
Questo senso di inadeguetezza si è accentuato da quando ha ripreso a lavorare?
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Utente
Utente
E' stato un anno di sofferenza sia economica e psicologica. All' inizio del nuovo lavoro ero molto entusiasta, sicura di me stessa e soprattutto molto contenta ( lo sono ancora), poi ho imparato che è un ambiente con molta competizione, la nostra mansione richiede sia qualità che quantità, siamo monitorati ogni giorno e il risultato viene esposto in una bacheca agli occhi e di conseguenza al giudizio di tutti, creando molta invidia, ma assolutamente non da parte mia, ma essendo una persona sensibile e NON menefreghista mi crea angoscia. Ho spesso consigli da persone a me vicine spronandomi ad avere più fiducia in me stessa e di non lasciarmi influenzare dai commenti altrui, ma non è così facile, mi sembrano tutti più bravi. Dott.ssa mi aiuti a capire se è una mia sensazione (visto che non ero così) che mi assilla, o sono io che sono cambiata? E come riesco a non pensare più di essere inadeguata?. La ringrazio ancora.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
L'inadeguatezza, che a mio avviso con i benefici del mezzo informatico, potrebbe celare altro, andrebbe analizzata da un nostro collega.

Quella che lei chiama inadeguatezza, potrebbe essere una sorta di incapacità nel gestire una nuova mansione, un nuovo ruolo, una nuova identità lavorativa, paura che il trauma possa ripetersi, paura di non essere all'altezza del ruolo, e così via…

La competizione lavorativa potrebbe anche essere stimolante, anche se la cooperazione crea spesso climi lavorativi più confortevoli ed ematici, sempre se si ha la corazza psichica per reggerli…

Valuti un supporto psicologico, ne guadagnerà in qualità di vita e potrà trovare piacere nel fare il lavoro che svolge.