Suocera e cognata onnipresenti
Buongiorno,
Ho 33 anni e sono fidanzata da 15 anni con un uomo che amo ancora tanto. Conviviamo da 2 anni, la convivenza ha rinforzato ancora di più il nostro rapporto...tutto insomma filerebbe liscio, se non fosse per l'ingerenza dei suoi familiari.
I miei sono persone molto discrete, forse troppo (agli occhi della sua famiglia così pressante sembrano probabilmente dei menefreghisti), hanno cercato di rendermi il più indipendente possibile fin da piccola, benché fossi figlia unica. Lui invece è sempre stato viziato, coccolato e tuttora trattato dalla madre come un bambino di 5 anni (non fa che ripetere al suo "passerottino" quanto gli voglia bene e racconta di continuo i momenti legati alla sua nascita, a quando lo allattava Etc). Per fortuna viviamo lontani, ma la presenza di suocera e cognata è comunque asfissiante. Soprattutto da quando è morto il padre (ormai 3 anni fa). Il mio compagno non ha mai accettato la morte del padre, anzi si colpevolizza per non essere riuscito ad aiutarlo e per essere lontano da sua madre e da sua sorella. Questo senso di colpa fa si che lui non si renda conto di quanto possa essere pesante per me l'ingerenza di mamma e sorella. Aggiungo che un paio di anni fa, ci fu una discussione con mia madre (nella quale io non ero presente) in cui furono coinvolti mamma, sorella e, di riflesso, lui. Il risultato è che lui ha tagliato i ponti con i miei e che io, come sempre, ci metto una pietra sopra (nonostante la scenata scaturì dalla sua santa mamma). Così sembra che tutte le vacanze e le feste vadano fatte con mammina e sorellina di 30 anni (single e dal carattere a dir poco ruvido che in assenza del fratello neanche mi saluta). Sono loro che decidono tutto comunicando al figlio "veniamo 10 giorni, ma se la tua fidanzata non vuole...". E poi divento io l'insensibile che gli faccio notare che potrebbero anche stare meno, che non mi va di tenermele dentro casa per 10 giorni ogni volta, che potrebbero pensare che il figlio/fratello potrebbe avere la necessità di stare solo con la compagna qualche volta...peraltro ogni volta che siamo tutti insieme si respira un clima pesante (lui è terrorizzato che io possa fare qualche scenata a loro anche se non ne ho mai fatte!) e loro lo sanno. Ma evidentemente della serenità del figlio interessa solo a parole..
Mi rendo conto di essermi dilungata forse troppo, ma sono esausta. Arrabbiata per dover mettere in discussione un rapporto che dura da tanto per dei "fattori esterni" e avvilita perché mi rendo conto che per lui sono solo una donna insensibile.
Vorrei tanto capire se sono io che dovrei smussare certi angoli, accettando la loro presenza (si piazzano in casa e sembra che occorra stargli dietro ogni secondo, pensare al pranzo, a farle stare bene, a farle rilassare..), o se invece non sia il caso di fare delle riflessioni sull'incapacità di lui di slegarsi da queste donne, soprattutto ora che è l'unico uomo in famiglia.
Grazie in anticipo per il tempo dedicatomi
Ho 33 anni e sono fidanzata da 15 anni con un uomo che amo ancora tanto. Conviviamo da 2 anni, la convivenza ha rinforzato ancora di più il nostro rapporto...tutto insomma filerebbe liscio, se non fosse per l'ingerenza dei suoi familiari.
I miei sono persone molto discrete, forse troppo (agli occhi della sua famiglia così pressante sembrano probabilmente dei menefreghisti), hanno cercato di rendermi il più indipendente possibile fin da piccola, benché fossi figlia unica. Lui invece è sempre stato viziato, coccolato e tuttora trattato dalla madre come un bambino di 5 anni (non fa che ripetere al suo "passerottino" quanto gli voglia bene e racconta di continuo i momenti legati alla sua nascita, a quando lo allattava Etc). Per fortuna viviamo lontani, ma la presenza di suocera e cognata è comunque asfissiante. Soprattutto da quando è morto il padre (ormai 3 anni fa). Il mio compagno non ha mai accettato la morte del padre, anzi si colpevolizza per non essere riuscito ad aiutarlo e per essere lontano da sua madre e da sua sorella. Questo senso di colpa fa si che lui non si renda conto di quanto possa essere pesante per me l'ingerenza di mamma e sorella. Aggiungo che un paio di anni fa, ci fu una discussione con mia madre (nella quale io non ero presente) in cui furono coinvolti mamma, sorella e, di riflesso, lui. Il risultato è che lui ha tagliato i ponti con i miei e che io, come sempre, ci metto una pietra sopra (nonostante la scenata scaturì dalla sua santa mamma). Così sembra che tutte le vacanze e le feste vadano fatte con mammina e sorellina di 30 anni (single e dal carattere a dir poco ruvido che in assenza del fratello neanche mi saluta). Sono loro che decidono tutto comunicando al figlio "veniamo 10 giorni, ma se la tua fidanzata non vuole...". E poi divento io l'insensibile che gli faccio notare che potrebbero anche stare meno, che non mi va di tenermele dentro casa per 10 giorni ogni volta, che potrebbero pensare che il figlio/fratello potrebbe avere la necessità di stare solo con la compagna qualche volta...peraltro ogni volta che siamo tutti insieme si respira un clima pesante (lui è terrorizzato che io possa fare qualche scenata a loro anche se non ne ho mai fatte!) e loro lo sanno. Ma evidentemente della serenità del figlio interessa solo a parole..
Mi rendo conto di essermi dilungata forse troppo, ma sono esausta. Arrabbiata per dover mettere in discussione un rapporto che dura da tanto per dei "fattori esterni" e avvilita perché mi rendo conto che per lui sono solo una donna insensibile.
Vorrei tanto capire se sono io che dovrei smussare certi angoli, accettando la loro presenza (si piazzano in casa e sembra che occorra stargli dietro ogni secondo, pensare al pranzo, a farle stare bene, a farle rilassare..), o se invece non sia il caso di fare delle riflessioni sull'incapacità di lui di slegarsi da queste donne, soprattutto ora che è l'unico uomo in famiglia.
Grazie in anticipo per il tempo dedicatomi
[#1]
Gentile Utente,
la sua anlisi della situazione pare abbastanza lucida e attenta.
Come giustamente afferma lei, il suo compagno sembrerebbe tuttora coinvolto e partecipe in un certo tipo di dinamiche familiari che non riesce a modulare diversamente e probabilmente ancora più manifeste dopo la morte del padre.
<peraltro ogni volta che siamo tutti insieme si respira un clima pesante..sono esausta. > Comprensibile, data l'invadenza e la situazione che si è venuta a creare, sia quando la parentela arriva sia quando lei fa presente al suo compagno il suo sentire.
Credo che sarebbe opportuno mettere paletti e confini permeabili attorno alla vostra coppia modulando diversamente i rapporti con la famiglia di origine del suo lui.
Inoltre le chiedo come gestisce lei i rapporti con la sua famiglia di origine dato che il suoo compagno ha tagliato i ponti con loro.
Come l'hanno presa?
Credo che sarebbe opportuno fare chiarezza tra voi due in merito ad entrambe le situazioni con le vostre famiglie, trovando equilibri migliori e confini differenti e permeabili intorno alla vostra coppia.
Se non ce la fate da soli sarebbe il caso vi faceste aiutare da un terapeuta meglio se di approccio sistemico-relazionale.
Restiamo in ascolto
la sua anlisi della situazione pare abbastanza lucida e attenta.
Come giustamente afferma lei, il suo compagno sembrerebbe tuttora coinvolto e partecipe in un certo tipo di dinamiche familiari che non riesce a modulare diversamente e probabilmente ancora più manifeste dopo la morte del padre.
<peraltro ogni volta che siamo tutti insieme si respira un clima pesante..sono esausta. > Comprensibile, data l'invadenza e la situazione che si è venuta a creare, sia quando la parentela arriva sia quando lei fa presente al suo compagno il suo sentire.
Credo che sarebbe opportuno mettere paletti e confini permeabili attorno alla vostra coppia modulando diversamente i rapporti con la famiglia di origine del suo lui.
Inoltre le chiedo come gestisce lei i rapporti con la sua famiglia di origine dato che il suoo compagno ha tagliato i ponti con loro.
Come l'hanno presa?
Credo che sarebbe opportuno fare chiarezza tra voi due in merito ad entrambe le situazioni con le vostre famiglie, trovando equilibri migliori e confini differenti e permeabili intorno alla vostra coppia.
Se non ce la fate da soli sarebbe il caso vi faceste aiutare da un terapeuta meglio se di approccio sistemico-relazionale.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Buongiorno Dott.ssa Rinella,
la ringrazio per la sua risposta.
Come le dicevo, fortunatamente siamo lontani dalle nostre famiglie di origine e il fatto che lui abbia tagliato i ponti con la mia famiglia crea problemi solo in momenti particolari come festività.
Mi rendo conto che la cosa dovrebbe essere affrontata, soprattutto in vista della creazione di un nostro nucleo familiare (matrimonio e/o figli), ma ammetto che non ne ho voglia. Lui dice che dovrei parlare con i miei, che vuole delle scuse da mia madre. Con loro neanche ne parlo perché so come la pensano. L'hanno sempre ritenuto molto egoista e sono preoccupati per me poiché per seguire lui ho sacrificato molto della mia vita lavorativa e affettiva. Nonostante questo non ostacolano le mie scelte e non si intromettono minimamente nel nostro rapporto. Ma da qui a scusarsi con lui ce ne vuole. Come accennato, io (e neanche mio padre) eravamo presenti nel corso della lite. Immagino ci siano colpe da ambo le parti, ma sia mia madre che il mio compagno sono molto testardi e purtroppo io non riuscirei a convincere nessuno dei due a fare un passo per una riconciliazione. E poi mi domando, è possibile che sia sempre io a dover cercare di risolvere i problemi? Che debba ospitare la sua famiglia, che debba sopportare le uscite acide della sorella, che debba convincere mia madre a tentare una riconciliazione?
la ringrazio per la sua risposta.
Come le dicevo, fortunatamente siamo lontani dalle nostre famiglie di origine e il fatto che lui abbia tagliato i ponti con la mia famiglia crea problemi solo in momenti particolari come festività.
Mi rendo conto che la cosa dovrebbe essere affrontata, soprattutto in vista della creazione di un nostro nucleo familiare (matrimonio e/o figli), ma ammetto che non ne ho voglia. Lui dice che dovrei parlare con i miei, che vuole delle scuse da mia madre. Con loro neanche ne parlo perché so come la pensano. L'hanno sempre ritenuto molto egoista e sono preoccupati per me poiché per seguire lui ho sacrificato molto della mia vita lavorativa e affettiva. Nonostante questo non ostacolano le mie scelte e non si intromettono minimamente nel nostro rapporto. Ma da qui a scusarsi con lui ce ne vuole. Come accennato, io (e neanche mio padre) eravamo presenti nel corso della lite. Immagino ci siano colpe da ambo le parti, ma sia mia madre che il mio compagno sono molto testardi e purtroppo io non riuscirei a convincere nessuno dei due a fare un passo per una riconciliazione. E poi mi domando, è possibile che sia sempre io a dover cercare di risolvere i problemi? Che debba ospitare la sua famiglia, che debba sopportare le uscite acide della sorella, che debba convincere mia madre a tentare una riconciliazione?
[#3]
<Mi rendo conto che la cosa dovrebbe essere affrontata, soprattutto in vista della creazione di un nostro nucleo familiare (matrimonio e/o figli), ma ammetto che non ne ho voglia>
E come pensa di risolvere allora?
Ne varrebbe la pena dipanare la matassa di relazioni disturbate, non solo per le difficoltà attuali, ma anche in vista del matrimonio e tanto più se pensate di avere figli.
I chiarimenti sono indispensabili per conquistare una buona coniugalità, propedeutica ad una buona genitorialità e alla crescita serena dei propri figli il cui arrivo crea nonni, zii ecc... e la situazione potrebbe divenire davvero ancora più complicata.
Cordialità
E come pensa di risolvere allora?
Ne varrebbe la pena dipanare la matassa di relazioni disturbate, non solo per le difficoltà attuali, ma anche in vista del matrimonio e tanto più se pensate di avere figli.
I chiarimenti sono indispensabili per conquistare una buona coniugalità, propedeutica ad una buona genitorialità e alla crescita serena dei propri figli il cui arrivo crea nonni, zii ecc... e la situazione potrebbe divenire davvero ancora più complicata.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.1k visite dal 04/04/2014.
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