Depressione o realismo

Buonasera, spero possiate aiutarmi. Da 3 anni vivo in uno stato di sofferenza interiore che, se parzialmente ritengo essere giustificato dai fatti, parzialmente temo sia causato da patologia. Spiego brevemente: dopo 6 anni di convivenza, ho lasciato il mio partner ritenendo che non fossimo affini e non ci fosse una reale unione tra noi. Per lo stesso motivo, non ho voluto fare figli. A seguito di tale relazione ho avuto un incontro, amicizia/relazione, con un uomo più grande di me, profondamente possessivo nei miei confronti che ho scoperto essere borderline. Sfuggita da questa persona, mi sono trovata in uno stato confusionale. Tale rapporto ha causato danni alla mia vita sociale e urtato molto la mia sicurezza interiore tanto che, spaventata e confusa, ho ripreso ad andare in chiesa, cercando conforto. Ero una persona piena di attività e molto sicura di me; ora mi sembra che tutto sia vanità. Complici il fatto che a 30 non si è più dei ragazzi e che, con la crisi del periodo, il lavoro è meno sicuro, mi trovo a considerare il mio passato vedendovi colpe e mancanze. Vorrei uscire da questo stato di tristezza, ma mi pare che ogni euforia non farebbe che peggiorare la situazione. Ho scarsa fiducia di trovare un compagno adatto e forse, lo riconosco, non ho mai avuto grande fiducia nell'amore. Il fatto è che se, a 30 anni, ogni hobby mi pare vanità, negli uomini non ho fiducia, il lavoro mi lascia perplessa, l'esistenza mi sembra dominata dal male, non so più dove andare a sbattere la testa. Cosa devo fare per uscire da questo tunnel? Fare qualcosa che amo (un tempo mi dedicavo all'arte ma ora mi sembra cosa vana)? Cercare un lavoro che mi soddisfi di più (in questo tempo di crisi)? Cercare di fidarmi di un prossimo che a sua volta è duro, causa il proprio dolore? Fare un figlio magari con un uomo che, seppure non amo, possa desiderare l'istaurarsi di una famiglia?... Un tempo non avrei mai pensato a queste soluzioni pratiche e calcolate e anche questo mi rattrista vedendo la donna coraggiosa e passionale che ero e ciò che sono ora. Il tempo intanto passa... Spero mi sappiate consigliare in questo momento difficile. Grazie.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Cosa devo fare per uscire da questo tunnel?
Gentile Utente,
credo che abbia bisogno di ritrovarsi. Non ci dice nulla sulla sua relazione precedente se non che non eravate affini.

Sembra davvero molto sfiduciata nel poter ritrovare quella spinta che in qualche modo dia alla sua vita un senso di appagamento, d'altra parte mettersi alla ricerca di soluzioni partiche e calcolate forse non l'aiuta.

Forse bisognerebbe comprendere meglio come avvengano le sue scelte affettive e in che modo lei stia nei rapporti, cosa possibile solo alla luce di molti elementi afferenti alla sua storia di vita non rilevabili da qui.

Credo che incontrare direttamente un nostro collega potrebbe esserle utile per fare chiarezza in sé, elaborare la sua sofferenza e trovare quella strada che sta cercando per uscire dal tunnel.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, d'accordo con la collega le consiglio di farsi aiutare, ne ha bisogno perchè il suo sentire sembra prendere una piega depressiva, reattiva, che non l'aiuta a fare scelte buone.
Sarà compito di chi la seguirà valutare se affiancare alla psicoterapia un piccolo aiuto farmacologico.. intanto non prenda decisioni di vita, che non vanno prese sull'onda di delusioni..
E' un momento difficile certamente, ma strade ci sono ed anche uomini affidabili, la invito a non rinnegare la ragazza coraggiosa e solare che è stata, e che sicuramente c'è ancora nel suo cuore , anche se all'ombra di questo momento buio..
Restiamo in ascolto, se vorrà..


MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara Utente,

mi associo alle indicazioni delle colleghe e vorrei aggiungere che guardare al passato non è *mai* la soluzione.

Lei scrive: <<mi trovo a considerare il mio passato vedendovi colpe e mancanze>>.

A cosa potrebbe servire, oggi, guardare indietro e accorgersi che le cose potevano essere diverse?

Il passato fa parte di noi, è ciò che ci ha formato come individui, che ci ha fatto diventare ciò che siamo oggi, ma non può essere cambiato.

Può, tuttavia, essere rielaborato, accettato, integrato in modo armonico nel nostro presente, con lo sguardo volto verso il futuro.

Consigli pratici, purtroppo, non ce ne sono; così come non ci sono decisioni pratiche e calcolate che possano aiutarla a uscire da questo limbo in cui sembra essersi accoccolata.

Vada alla ricerca di quella giovane donna coraggiosa e passionale; quella donna c'è ancora in lei, deve solo trovarla.

Restiamo in ascolto.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Buonasera,

ringrazio molto per i consulti ricevuti utili e che mi hanno dato la sensazione di non essere sola.

Cordial saluti.
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