Training autogeno e fobia sociale
[#1]
Gentile Utente,
se si tratta di fobia sociale il training autogeno non aiuta ne a gestire ne a curare il disturbo, dovrebbe rivolgersi ad un Collega specializzato in psicoterapia.
Chi ha fatto la diagnosi?
Come mai ha pensato al training autogeno?
se si tratta di fobia sociale il training autogeno non aiuta ne a gestire ne a curare il disturbo, dovrebbe rivolgersi ad un Collega specializzato in psicoterapia.
Chi ha fatto la diagnosi?
Come mai ha pensato al training autogeno?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Utente,
se Lei fa fatica a parlare in pubblico e a stare con gli altri, anzichè al training autogeno che non Le sarà d'aiuto, Le suggerisco tutte quelle forme di psicoterapia attive e focalizzate, come ad es. la cognitivo-comportamentale, che permettono al pz. di spezzare i comportamenti d'evitamento e l'allontanamento da situazioni temute e che al contrario spingano la persona ad affrontare le situazioni critiche attraverso delle prescrizioni comportamentali.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
se Lei fa fatica a parlare in pubblico e a stare con gli altri, anzichè al training autogeno che non Le sarà d'aiuto, Le suggerisco tutte quelle forme di psicoterapia attive e focalizzate, come ad es. la cognitivo-comportamentale, che permettono al pz. di spezzare i comportamenti d'evitamento e l'allontanamento da situazioni temute e che al contrario spingano la persona ad affrontare le situazioni critiche attraverso delle prescrizioni comportamentali.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Dagli articoli qui sopra che mi sono stati consigliati di leggere ho capito che attraverso una psicoterapia devo andare a ricercare le cause che mantengono in piedi il mio problema, però mi sembrava di aver capito leggendo in internet che il training autogeno poteva essere utile nel gestire tutta quella serie di attivazioni corporee che si hanno quando si è di fronte a qualcosa che spaventa ecco perchè ho messo in relazione il T.A. con la fobia sociale/paura di parlare in pubblico
[#4]
No, negli articoli indicati si dice l'opposto e cioè che non bisogna andare alla ricerca delle cause, ma iniziare a cambiare dal comportamento, per favorire poi un cambiamento della rappresentazione di sè e della propria autoefficacia.
Se Lei non riesce a parlare in pubblico, deve imparare a farlo e il training autogeno non Le permette di imparare a superare questo tipo di difficoltà.
Cordiali saluti,
Se Lei non riesce a parlare in pubblico, deve imparare a farlo e il training autogeno non Le permette di imparare a superare questo tipo di difficoltà.
Cordiali saluti,
[#5]
Ex utente
Buongiorno , volevo riprendere il mio quesito chiedendo se l'uso di psicofarmaci può essere giustificato in chi come me ha questa problematica.
Volevo anche aggiungere che ho fatto qualche colloquio psicologico (circa 6 mesi) senza grandi risultati ed è stato in occasione di questi colloqui che mi è stato spiegato che ho un'insicurezza di fondo e fobia sociale (fobia sociale che si manifesta con la paura di parlare in pubblico per il resto delle situazioni sociali non ho grandi probblemi)
Grazie
Volevo anche aggiungere che ho fatto qualche colloquio psicologico (circa 6 mesi) senza grandi risultati ed è stato in occasione di questi colloqui che mi è stato spiegato che ho un'insicurezza di fondo e fobia sociale (fobia sociale che si manifesta con la paura di parlare in pubblico per il resto delle situazioni sociali non ho grandi probblemi)
Grazie
[#6]
Gentile Utente,
non so e non credo che ci sia un farmaco in grado di renderLa più "disinibito" se deve parlare in pubblico, perché questa è una competenza che si acquisisce con l'esperienza, l'esercizio e il tempo.
Provi a pensare ad un professore che fa lezione davanti a 500 studenti. Impara a tenere alta l'attenzione degli studenti, a gestire le pause, i silenzi, le domande, ecc...
Oppure pensi a Roberto Benigni: secondo Lei non è tutto costruito e ben studiato?
Ebbene, se Lei non FA qualcosa per spezzare tutte le Sue paure, difficilmente potrà superarle.
Posso chiedere che tipo di lavoro psicologico ha fatto per 6 mesi con lo psicologo?
non so e non credo che ci sia un farmaco in grado di renderLa più "disinibito" se deve parlare in pubblico, perché questa è una competenza che si acquisisce con l'esperienza, l'esercizio e il tempo.
Provi a pensare ad un professore che fa lezione davanti a 500 studenti. Impara a tenere alta l'attenzione degli studenti, a gestire le pause, i silenzi, le domande, ecc...
Oppure pensi a Roberto Benigni: secondo Lei non è tutto costruito e ben studiato?
Ebbene, se Lei non FA qualcosa per spezzare tutte le Sue paure, difficilmente potrà superarle.
Posso chiedere che tipo di lavoro psicologico ha fatto per 6 mesi con lo psicologo?
[#7]
Pensa di prendere un farmaco ogni qualvolta dovrà parlare in pubblico?
Le fobie situazionali implicano una migliore comprensione di se, apprendere dall'esperienza (non l'evitamento) e l'acquisizione di nuove competenze sociali.
Tutto questo avviene per gradi e nel tempo. Non come "curare" qualcosa di organico.
Le fobie situazionali implicano una migliore comprensione di se, apprendere dall'esperienza (non l'evitamento) e l'acquisizione di nuove competenze sociali.
Tutto questo avviene per gradi e nel tempo. Non come "curare" qualcosa di organico.
[#8]
Ex utente
In effetti si, l'idea era quella di prendere un farmaco prima di dover fare un discorso in publico quantomeno le prime volte proprio per gestire tutta quella sintomatologia che non credo essere in grado di saper e poter gestire , è più forte di me ....sentire il cuore che batte....le mani che diventano sudate ecc ecc tutto ciò mi ha fatto scappare dalle varie situazioni ed era anche per quel motivo che all'inizio della mia domanda avevo chiesto se il training autogeno potesse servire a gestire tutta la sintomatologia che mi si presenta.
Con la psicologa ho capito che il tutto deriva dall'idea di perfezione inculcatami da mio padre , vorrei che tutto ciò che faccio potesse essere perfetto ....con la psicologa abbiamo anche ragionato sui vari meccanismi di pensiero che si innescano nella mia testa quando sono di fronte alle situazioni temute , ma un conto è ragionare sui miei pensieri in una stanza con la psicologa un conto è viverli in prima persona.
Con la psicologa ho capito che il tutto deriva dall'idea di perfezione inculcatami da mio padre , vorrei che tutto ciò che faccio potesse essere perfetto ....con la psicologa abbiamo anche ragionato sui vari meccanismi di pensiero che si innescano nella mia testa quando sono di fronte alle situazioni temute , ma un conto è ragionare sui miei pensieri in una stanza con la psicologa un conto è viverli in prima persona.
[#10]
Ex utente
Avendo fatto un pò di psicoterapia, che non ha portato risultati , pensavo che l'unica alternativa potesse essere l'utilizzo dei farmaci , non conoscendo altre soluzioni.
Avevo sentito che il training autogeno poteva aiutarmi nel gestire la sintomatologia che compare nei momenti di ansia ma a quanto ho capito mi avete detto che non serve.
Mi è stato poi chiesto che tipo di lavoro avevo fatto in psicoterapia, forse perchè in base al problema il lavoro psicoterapico và condotto in un certo modo, che forse nel mio caso non è stato fatto.
Comunque grazie per il consiglio sul "dirottamento " nella sezione psichiatria.
Avevo sentito che il training autogeno poteva aiutarmi nel gestire la sintomatologia che compare nei momenti di ansia ma a quanto ho capito mi avete detto che non serve.
Mi è stato poi chiesto che tipo di lavoro avevo fatto in psicoterapia, forse perchè in base al problema il lavoro psicoterapico và condotto in un certo modo, che forse nel mio caso non è stato fatto.
Comunque grazie per il consiglio sul "dirottamento " nella sezione psichiatria.
[#11]
Gentile Utente,
forse Lei ha fatto solo una valutazione psicologica per mettere a fuoco il problema, e NON una psicoterapia che, invece, serve per scardinare quel meccanismo disfunzionale e curare un disturbo psicopatologico.
A mio avviso, se Lei ha già avuto una diagnosi, vale la pena iniziare una psicoterapia, meglio se attiva e prescrittiva come ad es. la cognitivo-comportamentale. Se davvero la diagnosi è quella che riferisce non dovrebbe essere difficile avere buoni risultati in tempi stretti.
Cordiali saluti,
forse Lei ha fatto solo una valutazione psicologica per mettere a fuoco il problema, e NON una psicoterapia che, invece, serve per scardinare quel meccanismo disfunzionale e curare un disturbo psicopatologico.
A mio avviso, se Lei ha già avuto una diagnosi, vale la pena iniziare una psicoterapia, meglio se attiva e prescrittiva come ad es. la cognitivo-comportamentale. Se davvero la diagnosi è quella che riferisce non dovrebbe essere difficile avere buoni risultati in tempi stretti.
Cordiali saluti,
[#12]
Ex utente
Buongiorno, non credo che la mia sia stata una valutazione , visto che è durata 6 mesi in cui il terapeuta mi "spiegava" i pensieri che io mettevo in pratica nella vita quotidiana. Tra l'altro il terapeuta era un cognitivista.
Quello che mi sono sempre chiesto quando facevo la terapia era come si fanno a cambiare modalità di pensiero che vanno ormai in automatico da 40 anni in 3 o 6 mesi di terapia.
Quello che mi sono sempre chiesto quando facevo la terapia era come si fanno a cambiare modalità di pensiero che vanno ormai in automatico da 40 anni in 3 o 6 mesi di terapia.
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"Quello che mi sono sempre chiesto quando facevo la terapia era come si fanno a cambiare modalità di pensiero che vanno ormai in automatico da 40 anni in 3 o 6 mesi di terapia. "
Gentile Utente,
se ha fatto una psicoterapia per sei mesi è proprio ciò che avrebbe dovuto capire e soprattutto modificare!
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
se ha fatto una psicoterapia per sei mesi è proprio ciò che avrebbe dovuto capire e soprattutto modificare!
Cordiali saluti,
[#14]
>>Quello che mi sono sempre chiesto quando facevo la terapia era come si fanno a cambiare modalità di pensiero che vanno ormai in automatico da 40 anni in 3 o 6 mesi di terapia. <<
infatti la durata di 3 o 6 mesi di trattamento potrebbe essere insufficiente, questo chiaramente è in relazione al percorso che si decide di fare e alla valutazione di personalità.
infatti la durata di 3 o 6 mesi di trattamento potrebbe essere insufficiente, questo chiaramente è in relazione al percorso che si decide di fare e alla valutazione di personalità.
[#15]
Gentile utente,
quando il training autogeno è ben acquisito, di fronte alla platea Lei riesce a padroneggiare il suo tono muscolare, la Sua respirazione, con l'esito di una maggiore sicurezza di sè.
Questo è sufficiente?
Da qui non glielo so dire. Tuttavia non è raro che il training autogeno venga utilizzato all'interno delle terapie integrate.
Saluti cordiali.
quando il training autogeno è ben acquisito, di fronte alla platea Lei riesce a padroneggiare il suo tono muscolare, la Sua respirazione, con l'esito di una maggiore sicurezza di sè.
Questo è sufficiente?
Da qui non glielo so dire. Tuttavia non è raro che il training autogeno venga utilizzato all'interno delle terapie integrate.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 4.2k visite dal 21/03/2014.
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Approfondimento su Ansia
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