Convivenza

Buongiorno,
ho una relazione da 3 anni con un uomo di 34 anni che ha perso la madre quando era adolescente. La storia tra di noi è iniziata come una relazione senza legami ma dopo un anno la cosa è diventata più seria. Io mi sono innamorata e il nostro rapporto si è trasformato condividendo sempre più cose e momenti insieme. Lui è una persona molto indipende e tende a riempire ogni momento della giornata con mille cose da fare ma nonstante questo è stato sempre più presente dimostrandomi con fatti e gesti quanto ci tiene a noi due. Ad oggi però, dopo tre anni, quando parlo di progetti insieme lui dice di non essere innamorato e di non sentirsi pronto per la convivenza. Mangia e dorme da me quasi sempre ma non si trasferisce. Nella precedente relazione l'iter è stato lo stesso ma di lei dice di essere stato innamorato. Io con lui sto benissimo e mi sento felice ma vorrei costruire qualcosa di più..andare avanti..non capisco se devo mollare tutto e voltar pagina perchè probabilmente non sono io quella che vuole oppure se ha un blocco derivante dalla perdita subita(che ovviamente non ammetterà mai) e in che modo io posso aiutarlo a superarlo
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
sembra che lei voglia dare una svolta ad una relazione che si è fermata, per lo meno dal punto di vista della progettualità. Non è detto che il problema ad impegnarsi che il suo compagno dimostra sia legato alla precoce perdita e non è detto neanche che la progettualità da lei agognata possa avere una evoluzione, nel breve o nel lungo periodo.
Lei è disposta ad aspettare?
Cerchi di rispondere a questa domanda, altrimenti potrebbe innescar si un braccio di ferro molto frustrante per entrambi.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Ad oggi però, dopo tre anni, quando parlo di progetti insieme, lui mi dice di non essere innamorato e di non sentirsi pronto alla convivenza.<<
se il suo partner dice di non essere innamorato di lei mi sembra che questo, da solo, possa giustificare la sua reticenza rispetto alla convivenza.

Costruire "qualcosa in più" può essere fatto solo se c'è una reale condivisione su progetti e aspettative sul futuro. Una coppia funziona se ha un progetto comune, dove entrambi decidono di dedicarsi per metterlo in atto.








Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Utente
Utente
Grazie mille per le risposte.
Se ci penso bene l'unica cosa che mi sento di dire è che sono disposta ad aspettare perchè fondalmente non mi manca nulla..questa persona mi fa star bene..è presente, c'è dialogo..attrazione..condividiamo molte cose nuove e momenti del quotidiano. Credo che questo sia fondamentale perchè una coppia funzioni. Ma credo anche che sia normale sentire il desiderio di andare oltre.. Non capisco come una persona possa definirsi non innomarata e comportarsi come se lo fosse... non capisco se posso in qualche modo aiutarlo ad aprirsi e a capire cosa ha dentro o se devo solo aspettare rischiando di fargli percepire che dato che stiamo comunque bene le cose potrebbero andare avanti così per sempre..Inoltre mi domando se il suo blocco possa in parte dipendere dal dolore subito e dalle mancanze derivanti dalla pardita di una figura così importante (fa molta fatica a parlane nonstante siano passati anni) e quindi mi sembra assurdo buttare via tutto. C'è molta confusione dentro di me.