Disturbo ossessivo compusivo: iniziare una seconda terapia
Buonasera,
ho un disturbo ossessivo compulsivo (o meglio utimamente più indecisione patologica). Sono già stato in terapia cognitivo-comportamentale con effetti transitori, ma non definitivi (in effetti all'ultimo, diciamo dopo la fine ufficiale della terapia, non sono stato molto più in un buon rapporto con la mia terapeuta). Sto ora seguendo, da circa un mese, una terapia psicodinamica intensiva breve, che mi sta dando molto aiuto, sto infatti capendo molte cose sul mio disturbo, che in acuni casi mi portano ad agire meglio. Eppure molto spesso continuo a ritrovarmi nelle stesse situazioni di sofferenza e difficoltà mentali: vorrei avere anche dei consigli e delle indicazoni più precisi, intendo operative, come mi dava la mia psioterapeuta cognitivo-comportamentale, infatti pur sapendo molte nuove cose sul mio disturbo, e essendomi la vita qualche volta più chiara, grazie al mio attuale terapeuta, sento che per cambiare davvero dovrei avere consigli più specifici (mentre il mio attuale terapeuta mi fa solo domande, che pure mi rendono poi più chiara la necessità di abbandonare il disturbo). Sento che con dei consigli comportamentali e cognitivi precisi forse potrei cambiare. Secondo voi potrei iniziare contemporaneamente anche una nuova terapia cognitivo-comportamentale?
Grazie
ho un disturbo ossessivo compulsivo (o meglio utimamente più indecisione patologica). Sono già stato in terapia cognitivo-comportamentale con effetti transitori, ma non definitivi (in effetti all'ultimo, diciamo dopo la fine ufficiale della terapia, non sono stato molto più in un buon rapporto con la mia terapeuta). Sto ora seguendo, da circa un mese, una terapia psicodinamica intensiva breve, che mi sta dando molto aiuto, sto infatti capendo molte cose sul mio disturbo, che in acuni casi mi portano ad agire meglio. Eppure molto spesso continuo a ritrovarmi nelle stesse situazioni di sofferenza e difficoltà mentali: vorrei avere anche dei consigli e delle indicazoni più precisi, intendo operative, come mi dava la mia psioterapeuta cognitivo-comportamentale, infatti pur sapendo molte nuove cose sul mio disturbo, e essendomi la vita qualche volta più chiara, grazie al mio attuale terapeuta, sento che per cambiare davvero dovrei avere consigli più specifici (mentre il mio attuale terapeuta mi fa solo domande, che pure mi rendono poi più chiara la necessità di abbandonare il disturbo). Sento che con dei consigli comportamentali e cognitivi precisi forse potrei cambiare. Secondo voi potrei iniziare contemporaneamente anche una nuova terapia cognitivo-comportamentale?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
per quanto tempo è stato in terapia con la TCC?
Che cosa è successo con quella psicoterapeuta?
La coterapia non è da escludere, ma deve essere valutata dai curanti.
Cordiali saluti,
per quanto tempo è stato in terapia con la TCC?
Che cosa è successo con quella psicoterapeuta?
La coterapia non è da escludere, ma deve essere valutata dai curanti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Buongiorno,
il mio terapeuta ha detto che una terapia cognitivo-comportamentale contemporanea alla sua terapia (psicoanalitica intensiva breve) è da escludere, contemporaneamente posso prendere solo (se voglio) farmaci. Non è il fatto che siano due terapie contemporaneamente, ma a fargli escludere la terapia cognitivo-comportamentale è proprio il tipo di terapia stessa, che sconsiglia. Insomma, è proprio contrario a questo tipo di terapia. Io vorrei seguirla contemporaneamente per il motivo che ho scritto sopra, nel primo messaggio, la posso seguire anche se lui non lo sa? Lui mi dà molte consapevolezze importanti, ma poi ritorno a rimuginare, avrei bisogno anche di qualcuno che mi segua in modo più specifico, dandomi delle tecniche precise su punti specifici da allontanare, se no ritorno comunque a rimuginarci, l'avevo già provata la terapia cognitivo-comportamentale, ma ora mi sento pronto a ricominciarne una, secondo voi posso farne una contemporaneamente anche senza il consenso del mio attuale terapeuta?
il mio terapeuta ha detto che una terapia cognitivo-comportamentale contemporanea alla sua terapia (psicoanalitica intensiva breve) è da escludere, contemporaneamente posso prendere solo (se voglio) farmaci. Non è il fatto che siano due terapie contemporaneamente, ma a fargli escludere la terapia cognitivo-comportamentale è proprio il tipo di terapia stessa, che sconsiglia. Insomma, è proprio contrario a questo tipo di terapia. Io vorrei seguirla contemporaneamente per il motivo che ho scritto sopra, nel primo messaggio, la posso seguire anche se lui non lo sa? Lui mi dà molte consapevolezze importanti, ma poi ritorno a rimuginare, avrei bisogno anche di qualcuno che mi segua in modo più specifico, dandomi delle tecniche precise su punti specifici da allontanare, se no ritorno comunque a rimuginarci, l'avevo già provata la terapia cognitivo-comportamentale, ma ora mi sento pronto a ricominciarne una, secondo voi posso farne una contemporaneamente anche senza il consenso del mio attuale terapeuta?
[#3]
" Lui mi dà molte consapevolezze importanti, ma poi ritorno a rimuginare, avrei bisogno anche di qualcuno che mi segua in modo più specifico, dandomi delle tecniche precise su punti specifici da allontanare..."
Gentile Utente,
come sta comprendendo, la consapevolezza da sola non ci risolve il problema: io posso essere consapevole di tutto ciò che mi riguarda e che riguarda uno specifico disturbo, ma se non conosco il modo operativo di cambiare e spezzare il circolo patologico che mantiene il problema, non potrò mai uscirne.
L'atteggiamento del terapeuta, ovvero di essere contrario a prescindere ad un trattamento (soprattutto se funziona e se è l'esplicito bisogno di un pz.) francamente non lo comprendo: come ha motivato il terapeuta questa sua avversione alla TCC?
Le coterapie, come Le dicevo sopra, possono essere portate avanti con ottimi risultati, ma è chiaro che i due terapeuti devono collaborare tra loro nell'esclusivo interesse del pz.
Non Le consiglierei dunque di non aggiornare il terapeuta di questa Sua decisione.
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
come sta comprendendo, la consapevolezza da sola non ci risolve il problema: io posso essere consapevole di tutto ciò che mi riguarda e che riguarda uno specifico disturbo, ma se non conosco il modo operativo di cambiare e spezzare il circolo patologico che mantiene il problema, non potrò mai uscirne.
L'atteggiamento del terapeuta, ovvero di essere contrario a prescindere ad un trattamento (soprattutto se funziona e se è l'esplicito bisogno di un pz.) francamente non lo comprendo: come ha motivato il terapeuta questa sua avversione alla TCC?
Le coterapie, come Le dicevo sopra, possono essere portate avanti con ottimi risultati, ma è chiaro che i due terapeuti devono collaborare tra loro nell'esclusivo interesse del pz.
Non Le consiglierei dunque di non aggiornare il terapeuta di questa Sua decisione.
Cordiali saluti,
[#4]
>>> sto infatti capendo molte cose sul mio disturbo
>>>
Ok, ma questo ti sta aiutando oppure sta solo assecondando l'ossessione?
>>>
Ok, ma questo ti sta aiutando oppure sta solo assecondando l'ossessione?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#5]
(...)infatti pur sapendo molte nuove cose sul mio disturbo, e essendomi la vita qualche volta più chiara, grazie al mio attuale terapeuta, sento che per cambiare davvero dovrei avere consigli più specifici (..)
forse dovrebbe fare questa lettura se non l'ha già fatto
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
forse dovrebbe fare questa lettura se non l'ha già fatto
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 10/03/2014.
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