Non so quale terapia seguire
Gentili dottori,
finalmente ho deciso di intraprendere una psicoterapia.
I problemi che mi spingono ad affrontare questo percorso sarebbero:
1. Ansia prolungata, specie sul lavoro quando mi vengono assegnati nuovi incarichi, che si manifestacon: sudorazione eccessiva, tachicardia, inappetenza ed insonnia
2. Scarsa autostima
3. “Non sapere cosa fare della mia vita”: uso questo modo di dire per spiegarmi con brevità
So bene che in psicoterapia – più che l’orientamento del terapeuta – conta l’alleanza che si instaura tra psicologo e paziente, ma la scelta dell’orientamento terapeutico mi sembra comunque una questione rilevante.
Nel mio caso, non saprei se orientarmi verso una terapia cognitivo-comportamentale (che mi sembra più appropriata per risolvere i punti 1 e 2) o una psicanalisi (che mi sembra più indicata per il punto 3). Queste mie convinzioni derivano più che altro da quanto ho letto leggendo i vari articoli presenti su questo sito.
Ammetto che, costi a parte e sempre riferendosi alle mie scarse conoscenze in materia, la lunghezza media della terapia psicanalitica (= anni) mi spaventa. So di non potere risolvere tutto in poche sedute, ma vorrei comunque farlo “in un tempo ragionevole”, piuttosto che in un lontano futuro, considerando che – data la mia età - non posso attendere ulteriormente ed il mio malessere sta influenzando negativamente anche il resto della mia famiglia (genitori e fratello minore).
Potreste gentilmente fornirmi qualche suggerimento in più e indicarmi quale – secondo voi – potrebbe essere l’approccio terapeutico più opportuno nel mio caso, dati i punti elencati?
Grazie in anticipo
finalmente ho deciso di intraprendere una psicoterapia.
I problemi che mi spingono ad affrontare questo percorso sarebbero:
1. Ansia prolungata, specie sul lavoro quando mi vengono assegnati nuovi incarichi, che si manifestacon: sudorazione eccessiva, tachicardia, inappetenza ed insonnia
2. Scarsa autostima
3. “Non sapere cosa fare della mia vita”: uso questo modo di dire per spiegarmi con brevità
So bene che in psicoterapia – più che l’orientamento del terapeuta – conta l’alleanza che si instaura tra psicologo e paziente, ma la scelta dell’orientamento terapeutico mi sembra comunque una questione rilevante.
Nel mio caso, non saprei se orientarmi verso una terapia cognitivo-comportamentale (che mi sembra più appropriata per risolvere i punti 1 e 2) o una psicanalisi (che mi sembra più indicata per il punto 3). Queste mie convinzioni derivano più che altro da quanto ho letto leggendo i vari articoli presenti su questo sito.
Ammetto che, costi a parte e sempre riferendosi alle mie scarse conoscenze in materia, la lunghezza media della terapia psicanalitica (= anni) mi spaventa. So di non potere risolvere tutto in poche sedute, ma vorrei comunque farlo “in un tempo ragionevole”, piuttosto che in un lontano futuro, considerando che – data la mia età - non posso attendere ulteriormente ed il mio malessere sta influenzando negativamente anche il resto della mia famiglia (genitori e fratello minore).
Potreste gentilmente fornirmi qualche suggerimento in più e indicarmi quale – secondo voi – potrebbe essere l’approccio terapeutico più opportuno nel mio caso, dati i punti elencati?
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile ragazza,
oltre a quelle citate esistono molte altre tipologie di terapia, o approccio terapeutico. La terapia psicoanalitica "classica" è, come dice lei, tradizionalmente lunga in termini di tempo, tuttavia esistono forme di intervento psicodinamico (approccio accostabile a quello psicoanalitico, ma più recente e basato su autori diversi da Freud) decisamente più brevi è focalizzati. Personalmente frequento due approcci, psicodinamico e sistemico relazionale, quindi non posso dire molto a proposito dell'approccio cognitivo-comportamentale.
Forse qualche altro professionista potrà darle indicazioni.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Restiamo in ascolto
oltre a quelle citate esistono molte altre tipologie di terapia, o approccio terapeutico. La terapia psicoanalitica "classica" è, come dice lei, tradizionalmente lunga in termini di tempo, tuttavia esistono forme di intervento psicodinamico (approccio accostabile a quello psicoanalitico, ma più recente e basato su autori diversi da Freud) decisamente più brevi è focalizzati. Personalmente frequento due approcci, psicodinamico e sistemico relazionale, quindi non posso dire molto a proposito dell'approccio cognitivo-comportamentale.
Forse qualche altro professionista potrà darle indicazioni.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
G.le utente, ciò che, a mio personale parere, mi sento di dirle è che non esiste un'approccio ad hoc rispetto a specifici disturbi. Certo si può ipotizzare che questa o quella terapia sia più o meno efficace per questo o quel sintomo, ma è un modo di concepire la cura molto controverso e discutibile, rispetto agli indicatori di cambiamento e sul concetto stesso di cosa significhi curare o guarire.
Credo sia impossibile quantificare variabili come la sofferenza, la felicità, le emozioni ed i sentimenti, l'inconscio, il cambiamento e così via...
nell'epoca moderna, parassitata dallo scientismo imparante e dalla mania della misurazione, ci si illude che tutto possa essere misurato e standardizzato, ma sarebbe come chiudere il soggetto, nella sua particolarità ed irripetibilità, in un contenitore arbitrario ed uguale per tutti.
Con questo vorrei indicarle che ognuno dovrebbe scegliere la sua psicoterapia ed il suo psicoterapeuta anche in base ad altri fattori, diciamo più soggettivi.
Relativamente alle differenze tra le varie psicoterpie, non è scontato che una terapia cognitivo-comportmanetale possa durare meno tempo di una ad orientamento pscoanlitico rispetto all'estinsione di un sintomo.
Il fatto è che al di là del sintomo, come la punta di un iceberg, c'è molto altro e mentre alcuni approcci si fermano al sintomo altri puntano alle cause che l'hanno determinato, per questo una psicoanalisi può essere più lunga, non rispetto al sintomo ma rispetto al reperimento della "verità" propria del soggetto, unica ed irripetibile.
La differenza sostanziale tra un approccio psicoterapeutico ed una psiconalisi è che la prima è considerata più direttiva, il terapeuta fornisce indicazioni, consigli o veri e propri esercizi da svolgere, mentre la seconta è più "libera", per l'uso del metodo delle "liberre associazioni" e del lettino che favorisce la regressione dell'Io verso l'inconscio ed il suo dire.
Credo sia questo ciò che dovrebbe maggiormente indirizzarla, in quanto c'è chi preferisce essere "guidato", seguendo determinati tracciati indicati dal terapeuta, arrivando a determinati risultati e chi fare un viaggio nel suo inconscio per riappropriarsi di ciò che rimanendo sconosciuto condizionava la nostra vita, a nostra insaputa.
Credo sia una questione di posizione del soggetto rispetto a cosa cerca e si aspetti da un percorso, senza escludere il fatto sostanziale che tutte le terapie psicologiche, utilizzano, a dispetto delle referenze nominali, gli stessi strumenti di base: alleanza terapeutica, transfert, elaborazione, rettifica, restituzione...ed hanno tutte lo stesso scopo: promuovere il cambiamento e la "guarigione".
Credo sia impossibile quantificare variabili come la sofferenza, la felicità, le emozioni ed i sentimenti, l'inconscio, il cambiamento e così via...
nell'epoca moderna, parassitata dallo scientismo imparante e dalla mania della misurazione, ci si illude che tutto possa essere misurato e standardizzato, ma sarebbe come chiudere il soggetto, nella sua particolarità ed irripetibilità, in un contenitore arbitrario ed uguale per tutti.
Con questo vorrei indicarle che ognuno dovrebbe scegliere la sua psicoterapia ed il suo psicoterapeuta anche in base ad altri fattori, diciamo più soggettivi.
Relativamente alle differenze tra le varie psicoterpie, non è scontato che una terapia cognitivo-comportmanetale possa durare meno tempo di una ad orientamento pscoanlitico rispetto all'estinsione di un sintomo.
Il fatto è che al di là del sintomo, come la punta di un iceberg, c'è molto altro e mentre alcuni approcci si fermano al sintomo altri puntano alle cause che l'hanno determinato, per questo una psicoanalisi può essere più lunga, non rispetto al sintomo ma rispetto al reperimento della "verità" propria del soggetto, unica ed irripetibile.
La differenza sostanziale tra un approccio psicoterapeutico ed una psiconalisi è che la prima è considerata più direttiva, il terapeuta fornisce indicazioni, consigli o veri e propri esercizi da svolgere, mentre la seconta è più "libera", per l'uso del metodo delle "liberre associazioni" e del lettino che favorisce la regressione dell'Io verso l'inconscio ed il suo dire.
Credo sia questo ciò che dovrebbe maggiormente indirizzarla, in quanto c'è chi preferisce essere "guidato", seguendo determinati tracciati indicati dal terapeuta, arrivando a determinati risultati e chi fare un viaggio nel suo inconscio per riappropriarsi di ciò che rimanendo sconosciuto condizionava la nostra vita, a nostra insaputa.
Credo sia una questione di posizione del soggetto rispetto a cosa cerca e si aspetti da un percorso, senza escludere il fatto sostanziale che tutte le terapie psicologiche, utilizzano, a dispetto delle referenze nominali, gli stessi strumenti di base: alleanza terapeutica, transfert, elaborazione, rettifica, restituzione...ed hanno tutte lo stesso scopo: promuovere il cambiamento e la "guarigione".
Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta
[#3]
Cara Signora,
anzitutto mi congratulo con lei per aver preso la decisione di affrontare le difficoltà attuali: sono sicura che ci sia voluto tempo e coraggio, tanto...
Oltre alla psicanalisi e all'approccio cognitivo comportamentale esiste anche la psicoterapia Strategica Integrata: un approccio relativamente nuovo qui in italia ma già ampiamente in uso negli States dagli anni '70. E' un approccio che da attenzione al momento presente ed alle difficoltà odierne piuttosto che al passato remoto del paziente (pur tenendo presente anche l'importanza di quest'ultimo). L'obiettivo della terapia viene concordato con il paziente all'inizio e si fissa, in linea orientativa, la durata del trattamento. Si tratta di una terapia breve che utilizza però strumenti diversi da quelli cognitivo-comportamentali. Inoltre c'è sempre la possibilità di rinnovare il contratto terapeutico. Se vuole saperne di più su questo approccio può consultare il mio sito personale. Spero di esserle stata utile. Se avvesse altre domande non esiti a chiedere.
Un abbraccio a lei ed ai colleghi,
anzitutto mi congratulo con lei per aver preso la decisione di affrontare le difficoltà attuali: sono sicura che ci sia voluto tempo e coraggio, tanto...
Oltre alla psicanalisi e all'approccio cognitivo comportamentale esiste anche la psicoterapia Strategica Integrata: un approccio relativamente nuovo qui in italia ma già ampiamente in uso negli States dagli anni '70. E' un approccio che da attenzione al momento presente ed alle difficoltà odierne piuttosto che al passato remoto del paziente (pur tenendo presente anche l'importanza di quest'ultimo). L'obiettivo della terapia viene concordato con il paziente all'inizio e si fissa, in linea orientativa, la durata del trattamento. Si tratta di una terapia breve che utilizza però strumenti diversi da quelli cognitivo-comportamentali. Inoltre c'è sempre la possibilità di rinnovare il contratto terapeutico. Se vuole saperne di più su questo approccio può consultare il mio sito personale. Spero di esserle stata utile. Se avvesse altre domande non esiti a chiedere.
Un abbraccio a lei ed ai colleghi,
Dr.ssa Mirella Di Calisto
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta
[#4]
Gentile Utente,
può leggere questa guida: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Sulla TCC se desidera approfondire, può leggere qui, se avesse dubbi residui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordiali saluti,
può leggere questa guida: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Sulla TCC se desidera approfondire, può leggere qui, se avesse dubbi residui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 10/03/2014.
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Approfondimento su Insonnia
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