Comportamento geloso bambino 9 anni
Salve,
chiedo il vostro aiuto per via del mio figlio maggiore di 9 anni che mostra molta gelosia del fratello di 6 anni. Questa gelosia si manifesta con comportamento scorbutico e poco gentile nei riguardi del fratellino e purtroppo anche con schiaffi, calci, spinte per banalità (ad esempio: il fratellino lo sfiora per sbaglio e invece per lui e' un vero attacco, quindi si difende picchiandolo). Nei miei riguardi (la madre) non fa altro che sottolineare le differenze che faccio tra lui e l'altro e dice che io preferisco e amo di più il fratellino. Quando lui reagisce picchiando il piccolo per un nonnulla, io lo sgrido molto e magari lo metto in punizione. Poi cerco di parlargli spiegandogli che non faccio differenze, se non dovute alla diversa età, cerco di coccolarlo e gli dico che lo amo moltissimo, ma non c'è niente da fare.
Quello che mi spaventa è il fatto che non riesco a farlo ragionare: lui è convinto che il piccolo lo scocci volutamente e quindi si deve difendere ed anche in situazioni evidenti di comportamenti sbagliati da parte sua non ammette le sue colpe. Considerate che il piccolo non è aggressivo, non usa mai le mani, solo può essere irritante a parole. Il grande invece non riesce a controllarsi, è sgarbato e reagisce sempre picchiando.
Ma a nove anni non dovrebbe essere in grado di capire?? Come mi devo comportare? E' vero che il piccolo riceve più coccole, anche perchè ha un carattere docile e buono, mentre il grande è più scorbutico, non vuole essere scocciato: preferisce i videogiochi dei quali è quasi succube (senza non sa a cosa giocare...) o la tv e quindi è più difficile interagirci.
Premetto che a 4 anni si è ammalato di leucemia e tutta questa esperienza lo ha traumatizzato (anche a noi) ed ha accentuato il suo carattere già insicuro e instabile. Grazie mille.
un saluto.
chiedo il vostro aiuto per via del mio figlio maggiore di 9 anni che mostra molta gelosia del fratello di 6 anni. Questa gelosia si manifesta con comportamento scorbutico e poco gentile nei riguardi del fratellino e purtroppo anche con schiaffi, calci, spinte per banalità (ad esempio: il fratellino lo sfiora per sbaglio e invece per lui e' un vero attacco, quindi si difende picchiandolo). Nei miei riguardi (la madre) non fa altro che sottolineare le differenze che faccio tra lui e l'altro e dice che io preferisco e amo di più il fratellino. Quando lui reagisce picchiando il piccolo per un nonnulla, io lo sgrido molto e magari lo metto in punizione. Poi cerco di parlargli spiegandogli che non faccio differenze, se non dovute alla diversa età, cerco di coccolarlo e gli dico che lo amo moltissimo, ma non c'è niente da fare.
Quello che mi spaventa è il fatto che non riesco a farlo ragionare: lui è convinto che il piccolo lo scocci volutamente e quindi si deve difendere ed anche in situazioni evidenti di comportamenti sbagliati da parte sua non ammette le sue colpe. Considerate che il piccolo non è aggressivo, non usa mai le mani, solo può essere irritante a parole. Il grande invece non riesce a controllarsi, è sgarbato e reagisce sempre picchiando.
Ma a nove anni non dovrebbe essere in grado di capire?? Come mi devo comportare? E' vero che il piccolo riceve più coccole, anche perchè ha un carattere docile e buono, mentre il grande è più scorbutico, non vuole essere scocciato: preferisce i videogiochi dei quali è quasi succube (senza non sa a cosa giocare...) o la tv e quindi è più difficile interagirci.
Premetto che a 4 anni si è ammalato di leucemia e tutta questa esperienza lo ha traumatizzato (anche a noi) ed ha accentuato il suo carattere già insicuro e instabile. Grazie mille.
un saluto.
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G.le utente, quanto ci descrive è una condizione molto comune all'interno della fratria. L'atteggiamento del suo figlio maggiore sono abbastanza normali e frequenti ed a volte appaiono, in altri casi, anche più accentuate e patologiche.
Personalmente credo che l suo modo di reagire a lui sia abbastanze corretto, offrendogli sia degli spunti per un'elaborazione dei suoi vissuti che un trattamento comprensibilmente paritario, eccetto la circostanza per cui, come lei dice: "E' vero che il piccolo riceve più coccole, anche perchè ha un carattere docile e buono, mentre il grande è più scorbutico, non vuole essere scocciato: preferisce i videogiochi dei quali è quasi succube (senza non sa a cosa giocare...) o la tv e quindi è più difficile interagirci".
La relazione con i fratelli è soggetta alla possibiltà di sviluppo di "complessi" inconsci che non necessariamente corrispondono alla realtà oggettiva dei fatti ma ad un peculiare modo di concepire l'altro genitoriale in rapporto al "rivale", all'intruso nella relazione con la madre con il quale si contende l'affetto e l'amore.
Quello che sento di consigliarle è di essere quanto più possibile egualitaria nel trattamento con i suoi figli e di cercare di approfondire il perchè il più grande sia così ostile anziché reguardirlo ogni volta che agisce con il comporatamento un vissuto di esclusione nella relazione con lei
Personalmente credo che l suo modo di reagire a lui sia abbastanze corretto, offrendogli sia degli spunti per un'elaborazione dei suoi vissuti che un trattamento comprensibilmente paritario, eccetto la circostanza per cui, come lei dice: "E' vero che il piccolo riceve più coccole, anche perchè ha un carattere docile e buono, mentre il grande è più scorbutico, non vuole essere scocciato: preferisce i videogiochi dei quali è quasi succube (senza non sa a cosa giocare...) o la tv e quindi è più difficile interagirci".
La relazione con i fratelli è soggetta alla possibiltà di sviluppo di "complessi" inconsci che non necessariamente corrispondono alla realtà oggettiva dei fatti ma ad un peculiare modo di concepire l'altro genitoriale in rapporto al "rivale", all'intruso nella relazione con la madre con il quale si contende l'affetto e l'amore.
Quello che sento di consigliarle è di essere quanto più possibile egualitaria nel trattamento con i suoi figli e di cercare di approfondire il perchè il più grande sia così ostile anziché reguardirlo ogni volta che agisce con il comporatamento un vissuto di esclusione nella relazione con lei
Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6.6k visite dal 10/03/2014.
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