Mutismo davanti alle critiche
Buongiorno,
non voglio dilungarmi, il mio problema è molto chiaro: non rispondo a tono a nessuno. Critiche, frecciatine, frasi dette in modo acido, a volte anche un'offesa, sia da parte di sconosciuti (donne acide sugli autobus o nei negozi) sia da parte di persone che conosco (quando per es. provano a smontarti l'entusiasmo di qualcosa). Le mie corde vocali si paralizzano, non rispondo. Poi dopo neanche 30 secondi mi viene in mente la risposta che avrei potuto dare. E qui nasce in me il solito: rabbia repressa, voglia di piangere, sbalzo d'umore.
Se è vero che l'educazione impartita dai genitori conta qualcosa (mio padre era severo vecchio stampo: non si risponde mai a un genitore altrimenti era la fine), vorrei capire come mai mio fratello è diverso: lui risponde a tono, a volte arrabbiato, a volte ironico, ma niente scrupoli, niente sensi di colpa.
Io invece proprio prendo tutto sul serio, me e gli altri e nessuna risposta pronta esce dalla mia bocca. Cosa mi consigliate? Sto cominciando a sentirmi una che se le cerca, una specie di "stupida".
Grazie
non voglio dilungarmi, il mio problema è molto chiaro: non rispondo a tono a nessuno. Critiche, frecciatine, frasi dette in modo acido, a volte anche un'offesa, sia da parte di sconosciuti (donne acide sugli autobus o nei negozi) sia da parte di persone che conosco (quando per es. provano a smontarti l'entusiasmo di qualcosa). Le mie corde vocali si paralizzano, non rispondo. Poi dopo neanche 30 secondi mi viene in mente la risposta che avrei potuto dare. E qui nasce in me il solito: rabbia repressa, voglia di piangere, sbalzo d'umore.
Se è vero che l'educazione impartita dai genitori conta qualcosa (mio padre era severo vecchio stampo: non si risponde mai a un genitore altrimenti era la fine), vorrei capire come mai mio fratello è diverso: lui risponde a tono, a volte arrabbiato, a volte ironico, ma niente scrupoli, niente sensi di colpa.
Io invece proprio prendo tutto sul serio, me e gli altri e nessuna risposta pronta esce dalla mia bocca. Cosa mi consigliate? Sto cominciando a sentirmi una che se le cerca, una specie di "stupida".
Grazie
[#1]
Gentile ragazza, chi le ha detto che rispondere " a tono" sia sempre la soluzione migliore? Ci sono strategie di comunicazione che prevedono addirittura il contrario. Rispondere a tono, spesso, genera conflitto.
Lei dovrebbe solo affinare questo suo modo naturale di fare e imparare a considerarlo una strategia.
saluti
Lei dovrebbe solo affinare questo suo modo naturale di fare e imparare a considerarlo una strategia.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
Buongiorno, dott. De Vicentiis, in effetti a questa sua domanda non so cosa rispondere. Credo che sia giusto rispondere a tono per come mi sento io quando non lo faccio, demoralizzata.
Assorbo tutta la cattiveria altrui. Una risposta pronta e sveglia mi genera l'illusione del senso di colpa, cioè paradossalmente sono io che mi sento "la strega".
Grazie
Assorbo tutta la cattiveria altrui. Una risposta pronta e sveglia mi genera l'illusione del senso di colpa, cioè paradossalmente sono io che mi sento "la strega".
Grazie
[#3]
"quando per es. provano a smontarti l'entusiasmo di qualcosa..."
Io mi focalizzerei piuttosto sul fatto che Lei permette ad altri di frenare il Suo entusiasmo. Come mai accade?
".... vorrei capire come mai mio fratello è diverso: lui risponde a tono, a volte arrabbiato, a volte ironico, ma niente scrupoli, niente sensi di colpa."
Pur avendo ricevuto la stessa educazione, è ovvio che Suo fratello è diverso, perchè ciascuno di noi elabora le informazioni in maniera diversa ed è anche probabile che i Suoi genitori lo abbiano trattato in modo diverso: in genere il figlio (maschio) è diverso dalla figlia; il primogenito è diverso dagli altri ed è difficile per i genitori non attuare comportamenti diversi, non per cattiveria, ma perchè -come è giusto che sia- ogni persona è unica e diversa.
Se ritiene di subire ingiustizie, cosa pensa sia più opportuno fare?
Io mi focalizzerei piuttosto sul fatto che Lei permette ad altri di frenare il Suo entusiasmo. Come mai accade?
".... vorrei capire come mai mio fratello è diverso: lui risponde a tono, a volte arrabbiato, a volte ironico, ma niente scrupoli, niente sensi di colpa."
Pur avendo ricevuto la stessa educazione, è ovvio che Suo fratello è diverso, perchè ciascuno di noi elabora le informazioni in maniera diversa ed è anche probabile che i Suoi genitori lo abbiano trattato in modo diverso: in genere il figlio (maschio) è diverso dalla figlia; il primogenito è diverso dagli altri ed è difficile per i genitori non attuare comportamenti diversi, non per cattiveria, ma perchè -come è giusto che sia- ogni persona è unica e diversa.
Se ritiene di subire ingiustizie, cosa pensa sia più opportuno fare?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Ex utente
Grazie dott.ssa Pileci.
Nel rispondere alla sua domanda dico che se ritengo di subire delle ingiustizie devo rispondere a tono...non lo so. Non mi viene in mente altro.
Però è vero che purtroppo mi demoralizzo. Non so da cosa dipenda ma è così mi sento, a prescindere dallo status sociale, livello intellettuale ecc. di chi mi dice le cose. E' più un voler sempre "comportarmi bene". Mio padre mi insegnava a comportarsi bene con gli altri, a non essere maleducati, a non alzare la voce, non dire parolacce, non mettersi in mostra, coccolare troppo i figli è sbagliato ecc. senza eccezioni. Un'educazione che devo dire mi ha fatto bene per certi aspetti. Peccato che non tutti siano discreti e/o educati. E allora perché me la prendo così tanto? Non saprei, razionalizzo molto ma alla fine sono le emozioni che dominano.
Grazie
Nel rispondere alla sua domanda dico che se ritengo di subire delle ingiustizie devo rispondere a tono...non lo so. Non mi viene in mente altro.
Però è vero che purtroppo mi demoralizzo. Non so da cosa dipenda ma è così mi sento, a prescindere dallo status sociale, livello intellettuale ecc. di chi mi dice le cose. E' più un voler sempre "comportarmi bene". Mio padre mi insegnava a comportarsi bene con gli altri, a non essere maleducati, a non alzare la voce, non dire parolacce, non mettersi in mostra, coccolare troppo i figli è sbagliato ecc. senza eccezioni. Un'educazione che devo dire mi ha fatto bene per certi aspetti. Peccato che non tutti siano discreti e/o educati. E allora perché me la prendo così tanto? Non saprei, razionalizzo molto ma alla fine sono le emozioni che dominano.
Grazie
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 08/03/2014.
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