Ossessione amorosa

Gentili Specialisti,
Vi avevo già scritto mesi fa per un consulto riguardo il mio partner confuso. Oggi ritorno a chiedervi aiuto per quella che per me si sta trasformando in una vera ossessione. Non sicura se possiate accedere al precedente consulto cerco di riassumere la situazione.
Ormai nove mesi fa conobbi lui, coetaneo (siamo entrambi poco più che quarantenni) e molto affine. Iniziammo la relazione scoprendo un' ottima intesa. Presto lui iniziò con i suoi dubbi "sto benissimo con te, sento potresti essere la donna della mia vita, ma non riesco a iniziare una relazione". I dubbi venivano espressi puntualmente dopo un' occasione particolarmente piacevole e intensa. Dopo ogni fase dubbiosa, durante la quale io offrivo tutto il mio appoggio e comprensione a un uomo che am(av)o, riprendevamo il nostro rapporto aumentando la passionalità e l' intensità del nostro scambio. Non è stato facile per me, mi rendevo conto di iniziare a "perdere una parte di me" per stare dietro al suo confrontarsi per la prima volta a quarant'anni con un rapporto potenzialmente stabile. Il susseguirsi di delusioni e speranze mi ha portata a interrompere il rapporto per due volte. In entrambi i casi siamo tornati insieme. L' ultima volta poco prima di Natale. Eravamo felici di esserci ritrovati. Sentendomi dire che gli ero mancata, che tutto era perfetto quando stava con me, che gli piaceva ogni aspetto della mia personalità e del nostro stare insieme, mi sono nuovamente illusa ma gli ho chiesto una decisione chiara. A quel punto mi ha detto che pur amandomi non si sentiva di iniziare una relazione stabile. Cambiò idea il giorno dopo, dicendomi che gli mancavo prodondamente. Ci vedemmo ancora ma poi mi disse che sebbene l' idea di perdermi lo facesse star male la sua confusione lo stava facendo sentire sdoppiato. Da un mese non lo vedo. L' ho chiamato due settimane fa, per sentirmi dire che non sa se la sua decisione è giusta, che mi pensa, che sono importante per lui, che vorrebbe vedermi ma che cerca di distrarsi e non pensarci. Io sto malissimo, questo tira e molla mi ha distrutta. Sono arrivata (vergognandomene e stupendomi di me stessa) a "spiarlo" su Facebook per impazzire vedendo che nelle ultime settimane ha agguunto alle amicizie un numero per me impressionante (5) di ragazze poco più che ventenni che presumo abbia conosciuto in un cocktail bar che frequenta. Durante la nostra ultima telefonata, sentendomi affranta (anche di questo mi vergogno) mi ha detto di aver pensato di scrivermi di aver teovato un' altra sebbene non fosse vero ma per fare in modo di "liberarmi da lui". Ovviamente gli ho fatto notare la demenza di una tale azione, ma nonostante questa sua geniale pensata ancora mi manca. Oggi l' ho visto stazionare in macchina davanti casa mia e sbirciare le mie finestre. Inutile dire che ancora una volta mi illudo e spero possa tornare definitivamente. Mi sento come una drogata, non so come uscirne. Come si può annullare la speranza? Grazie dell' aiuto.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, ho riletto il suo precedente post, e mi sembra che quest'uomo sia attratto, affascinato da lei , in gamba , intelligente, bella..si senta lusingato dall'essere amato, ma non regge forse l'idea che lei è così in gamba e autonoma ( per fortuna).
Non sarà che lei gli piace molto , ma avrebbe bisogno di una piccola fiammiferaia bisognosa e insicura?
Infatti è tornato quando lei era in ospedale, malata.. spero di sbagliarmi, ma sembra una dinamica di potere, con tutte queste scene, disperazioni , esitazioni.. lui si riprende il potere di farla vibrare, star male e così via.
Torno a dirle.. è sicura di voler pagare così salato l'amore ?
Restiamo in ascolto.. cosa ne pensa ?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente

Gentile Dottoressa,
Grazie per la sua risposta.
Credo lei abbia ragione quando parla di dinamiche di potere.
Purtroppo sentirsi dire dal proprio partner "ti amo ma forse non abbastanza, rimarrò solo a vita perchè se non con te con nessuna", fa scattare in me una dipendenza che faccio fatica a vincere. Se analizzo razionalmente la situazione vedo che queste non sono le basi per un rapporto sano, perchè in una vita a due ci si trova spesso ad affrontare situazioni in cui il rispetto e l' appoggio del partner sono fondamentali. Ma in questa storia la mia razionalità è debole, in qualche modo ho dato a quest' uomo un grande potere su di me. A prescindere dalle sue motivazioni o confusioni, al momento penso di dover lavorare su di me, ma faccio davvero fatica. Mi ritrovo a pensare anch' io di rimanere per sempre sola se non riuscirò a "vincere le sue paure". Come vede ho una specie di sindrome dell' io-ti-salverò/ti-cambierò. È tremendamente avvilente ritrovarsi a "spiare" profili personali su social network, specialmente perchè la mia razionalità mi suggerisce che un uomo che passa il suo tempo a stringere amicizia con ragazzine (di cui sono tremendamente gelosa, che immagino straordinariamente brillanti) forse non sia il mio ideale di compagno. Ma proprio qui scatta il meccanismo perverso, perchè gli trovo immediatamente un alibi. Penso (e ne sono convinta) che "dentro sia diverso", che semplicemente faccia fatica a crescere. In questa spirale gli offro la mia totale comprensione, dimenticandomi di me delle mie esigenze e mettendo da parte il mio spirito critico e selettivo. Lui è diventato per me un pensiero fisso e vergognosamente uno dei miei principali argomenti di conversazione con amici più stretti.
Mi tormento chiedendomi se tornerà sui suoi passi. Mi ritornano in mente tutte le sue frasi, ossessivamente. Ripenso a quando tra le lacrime davanti alla mia richiesta di prendere una decisione chiara mi disse che non ci riusciva e a causa di questa incapacità era meglio non vederci più. Ed è qui ancora che in me scatta il meccanismo perverso. Ho provato a spiegarglielo, credo abbia capito, ma non è questo il punto. Credo di aver paura "a lasciarlo andare" dai miei pensieri, come se se lo facessi ... E qui ho un blocco, non riesco a capire cosa temo.
Forse mi analizzo troppo? Penso troppo?