Disturbo di personalità borderline
Gentili psicologi,
Sono di nuovo qui a chiedere e sperare in una risposta che mi aiuti ad uscire da una situazione di stallo. Più o meno un anno fa ho chiesto un consulto su un dubbio che mi attanagliava, cioè, come da titolo, il dubbio di soffrire o meno di un disturbo di personalità. Messi da parte i numerosi dubbi su comportamenti strani, ecc.. che descrivevo nell altro consulto, debbo però dire che proprio oggi mi è capitato di rileggere alcuni miei scritti sulla mia situazione emotiva risalenti più o meno ad un anno fa, periodo in cui sono stato lasciato dalla mia ragazza. E' stato sconcertante e molto deludente leggere che le stesse cose che provavo, gli stessi comportamenti che mettevo in atto, non si sono affatto modificati, nonostante abbia seguito un ulteriore anno di cure sia farmacologiche che psicoterapiche. Venendo al "qui ed ora", nel momento attuale per fare una sorta di elenco posso dire che prima di tutto la mia giornata non ha alcun senso, ho perso alcuni degli interessi che avevo prima, la mia vita relazionale non è certo delle più floride e non indifferente, dato già un certo ritardo negli studi, è il blocco completo degli stessi: ogni giorno "non mi tira" di studiare più di 10 pagine (....) nella migliore delle ipotesi o anche niente, se la giornata è pessima. Il motivo centrale però di tutto ciò è probabilmente nuovamente il fatto che, dopo un periodo di più o meno 3 mesi, sono stato lasciato nuovamente dalla stessa ragazza e, per l'appunto, cosa più sconcertante di tutte, metto in atto gli stessi atteggiamenti disfunzionali di quando successe un anno fa. Questi si esplicano in particolare nel continuare a cercarla, in alcuni momenti di vera e propria disperazione, nel fatto soprattutto che molte persone che mi circondano vanno avanti alla bene e meglio e tentano di dare un senso alla propria esistenza, nonostante soffrano, evitando di contattare o cercare più o meno continuamente quella stessa persona. Stò seguendo un percorso con una nuova psicoterapeuta, la quale ritiene che la mia sia un occupazione o la ricerca di un occupazione piuttosto che la vera e propria mancanza di questa persona nel contattarla. Detto ciò posso dire che è assolutamente così. Non ritornerei mai con questa stessa persona, già mi rammarico della decisione presa ritornandoci qualche mese fa, per poi essere stato nuovamente abbandonato in un periodo tra l'altro molto difficile (morte di mia nonna, operazione per aneurisma cerebrale di mia madre). Tuttavia sono passati diversi mesi e nonostante abbia provato a rifarmi una vita anche con un'altra ragazza, ho ricevuto una delusione anche da questa e, come poteva essere prevedibile, ho semplicemente aggiunto un altra persona da "perseguitare" nonostante questa mi abbia fatto implicitamente capire che di me..Detto ciò seguivo anche una terapia farmacologica che però ho smesso e su cui avevo espresso molti dubbi già a dicembre anche qua e naturalmente con il mio curante che di fatto non se n'è importato
Sono di nuovo qui a chiedere e sperare in una risposta che mi aiuti ad uscire da una situazione di stallo. Più o meno un anno fa ho chiesto un consulto su un dubbio che mi attanagliava, cioè, come da titolo, il dubbio di soffrire o meno di un disturbo di personalità. Messi da parte i numerosi dubbi su comportamenti strani, ecc.. che descrivevo nell altro consulto, debbo però dire che proprio oggi mi è capitato di rileggere alcuni miei scritti sulla mia situazione emotiva risalenti più o meno ad un anno fa, periodo in cui sono stato lasciato dalla mia ragazza. E' stato sconcertante e molto deludente leggere che le stesse cose che provavo, gli stessi comportamenti che mettevo in atto, non si sono affatto modificati, nonostante abbia seguito un ulteriore anno di cure sia farmacologiche che psicoterapiche. Venendo al "qui ed ora", nel momento attuale per fare una sorta di elenco posso dire che prima di tutto la mia giornata non ha alcun senso, ho perso alcuni degli interessi che avevo prima, la mia vita relazionale non è certo delle più floride e non indifferente, dato già un certo ritardo negli studi, è il blocco completo degli stessi: ogni giorno "non mi tira" di studiare più di 10 pagine (....) nella migliore delle ipotesi o anche niente, se la giornata è pessima. Il motivo centrale però di tutto ciò è probabilmente nuovamente il fatto che, dopo un periodo di più o meno 3 mesi, sono stato lasciato nuovamente dalla stessa ragazza e, per l'appunto, cosa più sconcertante di tutte, metto in atto gli stessi atteggiamenti disfunzionali di quando successe un anno fa. Questi si esplicano in particolare nel continuare a cercarla, in alcuni momenti di vera e propria disperazione, nel fatto soprattutto che molte persone che mi circondano vanno avanti alla bene e meglio e tentano di dare un senso alla propria esistenza, nonostante soffrano, evitando di contattare o cercare più o meno continuamente quella stessa persona. Stò seguendo un percorso con una nuova psicoterapeuta, la quale ritiene che la mia sia un occupazione o la ricerca di un occupazione piuttosto che la vera e propria mancanza di questa persona nel contattarla. Detto ciò posso dire che è assolutamente così. Non ritornerei mai con questa stessa persona, già mi rammarico della decisione presa ritornandoci qualche mese fa, per poi essere stato nuovamente abbandonato in un periodo tra l'altro molto difficile (morte di mia nonna, operazione per aneurisma cerebrale di mia madre). Tuttavia sono passati diversi mesi e nonostante abbia provato a rifarmi una vita anche con un'altra ragazza, ho ricevuto una delusione anche da questa e, come poteva essere prevedibile, ho semplicemente aggiunto un altra persona da "perseguitare" nonostante questa mi abbia fatto implicitamente capire che di me..Detto ciò seguivo anche una terapia farmacologica che però ho smesso e su cui avevo espresso molti dubbi già a dicembre anche qua e naturalmente con il mio curante che di fatto non se n'è importato
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<Stò seguendo un percorso con una nuova psicoterapeuta>
Che tipo di terapia sta seguendo e come si trova con la sua curante?
Da quanto tempo ha iniziato il nuovo percorso e su cosa state lavorando?
Per quali motivi ha smesso la terapia farmacologica, quali dubbi?
Una risposta da noi non può purtroppo aiutarla ad uscire dalla sua situazione di stallo, ma è solo seguendo le terapie proposte dai suoi curanti che la conoscono direttamente che può ottenere migliore benessere e qualità di vita.
Restiamo in ascolto
Che tipo di terapia sta seguendo e come si trova con la sua curante?
Da quanto tempo ha iniziato il nuovo percorso e su cosa state lavorando?
Per quali motivi ha smesso la terapia farmacologica, quali dubbi?
Una risposta da noi non può purtroppo aiutarla ad uscire dalla sua situazione di stallo, ma è solo seguendo le terapie proposte dai suoi curanti che la conoscono direttamente che può ottenere migliore benessere e qualità di vita.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
Gentile dott.ssa Rinella,
La ringrazio per la risposta. Allora, qualche delucidazione che non ho potuto dare. La nuova terapeuta lavora molto seriamente e, come già detto, mi trovo molto bene. Segue l'orientamento sistemico-relazionale. Sono alla quinta seduta ho iniziato da molto poco. In linea con il suo orientamento si è interessata molto delle mie vicende familiari, attuali e passati proponendomi delle sedute a cui partecipasse anche il resto della famiglia che lei ritiene il "top" per la mia situazione. Mi fido, ma purtroppo penso che parteciperà solo mia sorella..Dettò ciò nell'ultima seduta c'è stata un'attenzione particolare al qui ed ora. Alla mia non-situazione affettiva e ad un brutto episodio capitato qualche giorno fa. In cui personalmente mi sono spaventato perchè non ero in me. E' stato un crescendo rossiniano, culminato in un atto, che non saprei se definire di autolesionismo, fatto stà che mi sono fatto del male, non volutamente tuttavia. L'episodio mi ha spaventato e nel giro di qualche ora mi sono calmato. In generale i giorni invece, apparte questo exploit..si succedono uguali come detto. Questo mi porta a parlare del mio rapporto contrastato con i farmaci. Probabilmente avrei evitato una crisi del genere sotto copertura. Ma già in un post a dicembre qui sù avevo chiarito che avevo molti dubbi..ho resistito...resistito...resistito e dopo altri due mesi sono crollato. Ho voluto abbandonare tutto. I dubbi sono stati fatti presente anche a chi mi aveva in cura, che se n'è elegantemente disinteressato in più occasioni. Detto ciò, una cura s'intraprende ci prosegue e si stila un rapporto costi-benefici, SEMPRE. Nel mio caso erano ormai mesi che i costi superavano ampiamente i primi. Non mi pento della scelta: stò comunque male, ma almeno evito il dovermi vergognare perchè a 24 anni non posso prendere una tazzina di caffè con una mano perchè tremo, il dovere andare a dormire alle nove e mezza di sera e sapere dei miei amici che fanno tardi, lo svegliarsi più affaticati di prima ed altre amenità del genere..Speravo addirittura per lo stato di malessere farmaco-indotto di potermi sentire un filino meglio e ricominciare almeno a studiare con continuità..ma purtroppo questo non è venuto. Attualmente seguo una terapia omeopatica e non sono affatto convinto della sua utilità, come molti..ma, come si dice, almeno non fa stare male! Purtroppo i giorni passano e la situazione non migliora. Probabilmente tornerò a prendere farmaci, una volta appurato dell'ennesimo fallimento terapeutico..Ma quello che m'interessava sapere, aldilà della diagnosi che sò non si può fare, è se alcuni atteggiamenti, come quello della ricerca-pensiero ossessivo su queste due ragazze di cui ho detto prima, altamente invalidante, possano dare un dubbio diagnostico in questo senso, cioè all'interno dei disturbi di personalità, mi riferisco in particolare al border. L'episodio di "autolesionismo" se di tale si è trattato, sarebbe comunque il primo in tutta la vita, e certo non è un segno prognostico favorevole..Ah dimenticavo, quando ho avuto modo di conoscere questa ragazza con cui speravo potesse nascere qualcosa per dimenticare la mia ex..nei primi giorni ero particolarmente felice e fu capace di risollevarmi dallo stato di prostrazione in cui versavo, in linea con questo, quando le cose sono iniziate a degenerare ed aver avuto la delusione, sono stato peggio e tutt'ora cerco anche lei. La ringrazio per l'attenzione!
La ringrazio per la risposta. Allora, qualche delucidazione che non ho potuto dare. La nuova terapeuta lavora molto seriamente e, come già detto, mi trovo molto bene. Segue l'orientamento sistemico-relazionale. Sono alla quinta seduta ho iniziato da molto poco. In linea con il suo orientamento si è interessata molto delle mie vicende familiari, attuali e passati proponendomi delle sedute a cui partecipasse anche il resto della famiglia che lei ritiene il "top" per la mia situazione. Mi fido, ma purtroppo penso che parteciperà solo mia sorella..Dettò ciò nell'ultima seduta c'è stata un'attenzione particolare al qui ed ora. Alla mia non-situazione affettiva e ad un brutto episodio capitato qualche giorno fa. In cui personalmente mi sono spaventato perchè non ero in me. E' stato un crescendo rossiniano, culminato in un atto, che non saprei se definire di autolesionismo, fatto stà che mi sono fatto del male, non volutamente tuttavia. L'episodio mi ha spaventato e nel giro di qualche ora mi sono calmato. In generale i giorni invece, apparte questo exploit..si succedono uguali come detto. Questo mi porta a parlare del mio rapporto contrastato con i farmaci. Probabilmente avrei evitato una crisi del genere sotto copertura. Ma già in un post a dicembre qui sù avevo chiarito che avevo molti dubbi..ho resistito...resistito...resistito e dopo altri due mesi sono crollato. Ho voluto abbandonare tutto. I dubbi sono stati fatti presente anche a chi mi aveva in cura, che se n'è elegantemente disinteressato in più occasioni. Detto ciò, una cura s'intraprende ci prosegue e si stila un rapporto costi-benefici, SEMPRE. Nel mio caso erano ormai mesi che i costi superavano ampiamente i primi. Non mi pento della scelta: stò comunque male, ma almeno evito il dovermi vergognare perchè a 24 anni non posso prendere una tazzina di caffè con una mano perchè tremo, il dovere andare a dormire alle nove e mezza di sera e sapere dei miei amici che fanno tardi, lo svegliarsi più affaticati di prima ed altre amenità del genere..Speravo addirittura per lo stato di malessere farmaco-indotto di potermi sentire un filino meglio e ricominciare almeno a studiare con continuità..ma purtroppo questo non è venuto. Attualmente seguo una terapia omeopatica e non sono affatto convinto della sua utilità, come molti..ma, come si dice, almeno non fa stare male! Purtroppo i giorni passano e la situazione non migliora. Probabilmente tornerò a prendere farmaci, una volta appurato dell'ennesimo fallimento terapeutico..Ma quello che m'interessava sapere, aldilà della diagnosi che sò non si può fare, è se alcuni atteggiamenti, come quello della ricerca-pensiero ossessivo su queste due ragazze di cui ho detto prima, altamente invalidante, possano dare un dubbio diagnostico in questo senso, cioè all'interno dei disturbi di personalità, mi riferisco in particolare al border. L'episodio di "autolesionismo" se di tale si è trattato, sarebbe comunque il primo in tutta la vita, e certo non è un segno prognostico favorevole..Ah dimenticavo, quando ho avuto modo di conoscere questa ragazza con cui speravo potesse nascere qualcosa per dimenticare la mia ex..nei primi giorni ero particolarmente felice e fu capace di risollevarmi dallo stato di prostrazione in cui versavo, in linea con questo, quando le cose sono iniziate a degenerare ed aver avuto la delusione, sono stato peggio e tutt'ora cerco anche lei. La ringrazio per l'attenzione!
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Caro Ragazzo,
abbia fiducia nel nuovo percorso terapeutico intrapreso, occorrono motivazione, impegno, costanza, collaborazione per ottenere benefici.
La buona relazione instaurata con la nuova curante è un elemento importante per consentire un buon lavoro terapeutico.
Per quanto riguarda domande più specifiche dovrebbe porle alla sua psicoterapeuta, non ci è possibile da qui risponderle.
Per la questione farmaci occorrerebbe una rivalutazione della sua condizione da parte dello specialista (psichiatra)- nulla le vieta di cercare un altro specialista se il primo non l'ha soddisfatta, meglio in dialogo con la sua terapeuta.
Cordialità e auguri
abbia fiducia nel nuovo percorso terapeutico intrapreso, occorrono motivazione, impegno, costanza, collaborazione per ottenere benefici.
La buona relazione instaurata con la nuova curante è un elemento importante per consentire un buon lavoro terapeutico.
Per quanto riguarda domande più specifiche dovrebbe porle alla sua psicoterapeuta, non ci è possibile da qui risponderle.
Per la questione farmaci occorrerebbe una rivalutazione della sua condizione da parte dello specialista (psichiatra)- nulla le vieta di cercare un altro specialista se il primo non l'ha soddisfatta, meglio in dialogo con la sua terapeuta.
Cordialità e auguri
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 27/02/2014.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.