Ossessioni fobia panico
Salve, inizio subito ad esporre il mio problema, sin da bambina soffro di emetofobia e di disturbi di ansia generalizzata. Ho passato una vita con la nausea cronica.. evitavo i viaggi in macchina, non cenavo se la sera uscivo, non riuscivo a concentrarmi (tanto che ho dovuto lasciare gli studi) ogni giorno provavo una nausea terribile e avevo terrore di poter vomitare da un momento all'altro.. Premetto che ho fatto analisi per l'intolleranza al glutine, lattosio. ecografie, gastroscopia e analisi. Tutto nella norma. Ho intrapreso la terapia cognitivo-comportamentale. e ho avute tante sedute psicologiche e psichiatriche. Ma il problema persisteva. Alla fine con il passare del tempo la nausea è diminuita, non dico di essere guarita ma ho imparato a gestire il problema cercando di non pensarci anche se è stato molto difficile. Ora però ho un altro problema invalidante.. che si è presentato circa una settimana fa. Ero in macchina e mi sono accorta di aver un gran bisogno di urinare. inizialmente ero tranquilla visto che non ho mai avuto problemi nel trattenere la pipì, ma ho pensato "e se non riesco a trattenerla?" e mi è venuto un attacco di panico che non si è placato sino a quando non ho urinato. Da allora ho l'ossessione di farmela addosso.. specialmente quando non ho un bagno vicino. il problema è che ho continuamente lo stimolo abbastanza forte.. e in tre ore sono arrivata ad urinare (anche poche gocce) una decina di volte. non posso piu fare una fila in un negozio, passeggiare tranquillamente, avere rapporti con il mio ragazzo, e mi terrorizza l'idea di poter passare tanto tempo cosi come ho fatto con l'emetofobia. Ho preso un appuntamento da una psicologa ma è tra un mese.. come posso fare fino ad allora? sto prendendo xanax prima di uscire per cercare di avere meno ansia possibile ma il problema persiste. La mia vita è un incubo! Vorrei un consiglio su come affrontare il problema per questo mese in attesa della seduta psicologica. Grazie
[#1]
Gentle signorina,
E' possibile che il problema ansioso che era alla base della emetofobia non fosse stato affatto risolto e si stia riproponendo ora in questo nuovo sintomo.
Purtroppo i sintomi e' abbastanza ottimistico pensare di poterli tacitare senza comprenderne la causa e rimuoverla con una terapia analitica piu' approfondita.
Cosa cosigliarle ora? Valuti lei.
Nel campo dei rimedi sintomatici penso che il suo medico di base possa prescriverle un tranquillante.
Altro non saprei dirle se non affrontare il suo sintomo con determinazione e fiducia.
Saluti
E' possibile che il problema ansioso che era alla base della emetofobia non fosse stato affatto risolto e si stia riproponendo ora in questo nuovo sintomo.
Purtroppo i sintomi e' abbastanza ottimistico pensare di poterli tacitare senza comprenderne la causa e rimuoverla con una terapia analitica piu' approfondita.
Cosa cosigliarle ora? Valuti lei.
Nel campo dei rimedi sintomatici penso che il suo medico di base possa prescriverle un tranquillante.
Altro non saprei dirle se non affrontare il suo sintomo con determinazione e fiducia.
Saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile ragazza, con i limiti del mezzo che usiamo, mi domando se per qualche motivo lei si senta o tenda a sentirsi in colpa di qualcosa, se provi vergogna per qualche aspetto della sua storia o del suo modo di essere, perchè sembra, che questi due sintomi, diversi, abbiano come caratteristica comune.. la paura di fare come .. brutta figura, rivelare parti di sè , eventi, umanissimi aspetti che si cerca tutti di nascondere , non far sapere.. sembra che lei sia molto poco indulgente verso sè stessa.. essere indulgenti con noi stessi è importante e molto, .. invece..
Restiamo in ascolto....
Restiamo in ascolto....
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
"Alla fine con il passare del tempo la nausea è diminuita, non dico di essere guarita ma ho imparato a gestire il problema cercando di non pensarci anche se è stato molto difficile."
Gentile Utente,
sono un po' perplessa perchè quanto riferisce corrisponde ad un palliativo... "non pensare" a qualcosa non solo è molto difficile, ma richiede uno sforzo attivo notevole, richiamando sempre l'attenzione su ciò che non vorremmo pensare.
Inoltre la cognitivo-comportamentale non gestisce il problema chiedendo al pz. di non pensarci... potrebbe gentilmente spiegare meglio questo pezzo? Riceveva indicazioni e prescrizioni dal terapeuta?
Gentile Utente,
sono un po' perplessa perchè quanto riferisce corrisponde ad un palliativo... "non pensare" a qualcosa non solo è molto difficile, ma richiede uno sforzo attivo notevole, richiamando sempre l'attenzione su ciò che non vorremmo pensare.
Inoltre la cognitivo-comportamentale non gestisce il problema chiedendo al pz. di non pensarci... potrebbe gentilmente spiegare meglio questo pezzo? Riceveva indicazioni e prescrizioni dal terapeuta?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
Grazie per aver risposto tempestivamente. Ho avuto un passato abbastanza tortuoso, da piccola soffrivo di mal di testa frequenti.. dopo aver fatto vari esami e elettroencefalogrammi periodicamente è venuto fuori che avevo "il piccolo male" che ho curato con il Depakin. Ricordo che ero spaventata. Successivamente dissero a mio padre di avere un tumore alle corde vocali. Quando ero bambina mio padre mi considerava, mi ricordo momenti in cui giocavamo ecc.. insomma faceva il padre poi di botto mi sono sentita senza un padre, mi cercava solo per darmi ordini o per rimproverarmi. Lui è una persona taciturna, sempre in disparte, soffre di depressione. Ultimamente ha cacciato via di casa il mio ragazzo e anche i rispettivi ragazzi di mie sorelle senza un motivo valido. Molte notti sono stata svegliata di botto con urla che mio padre stava male. (io di notte non dormo praticamente piu.. sto sempre in allerta per paura che succeda qualcosa o anche se non ci penso provo agitazione). Ho sentito la sofferenza di mia mamma sin da piccola, si sfogava con noi figlie e noi eravamo sempre pronte ad incoraggiarla e facevo la sua sofferenza mia.. con mio padre continuo a "non avere rapporto o dialogo" non mi ha dato soddisfazioni ne mi ha fatto sentire importante, quando son sola con lui a casa mi sento a disagio, come se stessi in una stanza insieme ad uno sconosciuto. Ho paura di fare qualsiasi cosa perchè lui magari mi rimprovera, anzi usa mia mamma come tramite, di conseguenza anche mia mamma per evitare situazioni brutte mi dice di evitare di fare cose che normalmente uno fa senza mettersi troppi problemi. Tutt'oggi a casa mia si fa finta di nulla, si è creata una falsa tranquillità proprio per non creare discussioni (cosa che io trovo sbagliata). La conseguenza è che ora ho paura di tutto! penso troppo e a cose sbagliate. Sono diventata una ragazza insicura, e con tanto rancore, delusione, paura, affronto la vita con ansia, stress, e mi preoccupo per tutto. Sto perdendo le forze, a volte penso di non farcela, mi do le "colpe" per non essere come sarei voluta essere e cioè spensierata, "normale". Ma essendo cresciuta in un ambiente malsano credo che sia stato inevitabile. Comunque quando ho fatto la terapia cognitivo-comportamentale non mi è stato detto di non pensarci.. mi ha insegnato tecniche di rilassamento, mi faceva scrivere in un foglio quando avevo nausea e secondo me cosa la scatenava, il mio stato d'animo del momento. Non ricordando il trauma che ha scatenato la fobia perchè sicuramente ero troppo piccola non si era individuata la causa. Vorrei solo stare bene, tranquilla, ma arrivata a questo punto mi sento scoraggiata, ho perso la speranza e temo di dover convivere con "me stessa", con la paura di tutto.
[#5]
Cara signorina,
Avendo capito un po' meglio la sua storia credo che debba fare una psicoterapia piu' profonda. Penso che sia necessario elabrare quei momenti che ci ha accennato e che certamente stanno ancora profondamente dentro di lei con il loro carico di ansia.
Ci faccia sapere!
Avendo capito un po' meglio la sua storia credo che debba fare una psicoterapia piu' profonda. Penso che sia necessario elabrare quei momenti che ci ha accennato e che certamente stanno ancora profondamente dentro di lei con il loro carico di ansia.
Ci faccia sapere!
[#7]
" Vorrei solo stare bene, tranquilla"
Gentile Utente,
questo non può essere un obiettivo terapeutico, perchè dovrebbe farsi aiutare dal terapeuta che vedrà a mettere a fuoco obiettivi terapeutici più mirati e declinandoli in base a piccoli passi raggiungibili.
Inoltre Lei scrive:
"... mi faceva scrivere in un foglio quando avevo nausea e secondo me cosa la scatenava, il mio stato d'animo del momento..."
Questo non basta a definire quel trattamento "cognitivo-comportamentale", ma è importante soprattutto FARE in modo che il problema che ha portato in terapia non ci sia più, sia aumentando la consapevolezza del funzionamento del problema e di se stessa, sia iniziando ad implementare quelle strategie comportamentali che sono in grado di spezzare il circolo vizioso che, a partire dallo stato ansioso, porta alle strategie disfunzionali.
"Vorrei un consiglio su come affrontare il problema per questo mese in attesa della seduta psicologica."
Questa è però una prescrizione comportamentale, non un consiglio, e non tutte le forme di psicoterapia lo prevedono.
Per l'ansia e i problemi che ne derivano è importante iniziare a comportarsi in modo diverso, mettendo in atto strategie più funzionali e adattive.
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
questo non può essere un obiettivo terapeutico, perchè dovrebbe farsi aiutare dal terapeuta che vedrà a mettere a fuoco obiettivi terapeutici più mirati e declinandoli in base a piccoli passi raggiungibili.
Inoltre Lei scrive:
"... mi faceva scrivere in un foglio quando avevo nausea e secondo me cosa la scatenava, il mio stato d'animo del momento..."
Questo non basta a definire quel trattamento "cognitivo-comportamentale", ma è importante soprattutto FARE in modo che il problema che ha portato in terapia non ci sia più, sia aumentando la consapevolezza del funzionamento del problema e di se stessa, sia iniziando ad implementare quelle strategie comportamentali che sono in grado di spezzare il circolo vizioso che, a partire dallo stato ansioso, porta alle strategie disfunzionali.
"Vorrei un consiglio su come affrontare il problema per questo mese in attesa della seduta psicologica."
Questa è però una prescrizione comportamentale, non un consiglio, e non tutte le forme di psicoterapia lo prevedono.
Per l'ansia e i problemi che ne derivano è importante iniziare a comportarsi in modo diverso, mettendo in atto strategie più funzionali e adattive.
Cordiali saluti,
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Come vede, cara ragazza, dietro quelle sue imbarazzanti paure c'era altro, come le dice anche la collega Pileci, una psicoterapia che vada a guardare nel suo vissuto profondo e nella sua storia, sarà certo risolutiva..
Le faccio molti auguri davvero..
Le faccio molti auguri davvero..
[#9]
Gentile signorina, da quello che scrive è molto probabile che questo ulteriore disturbo più recente sia da ricollegarsi alla stessa matrice di quello iniziale, che forse in parte ha imparato a gestire, ma non a comprendere fino in fondo, quindi sicuramente sarebbe opportuno farlo in questa seconda occasione, in modo da modificare realmente in senso migliorativo il suo modo di considerare se stessa e quindi di affrontare le varie difficoltà e momenti della vita, e quello che le voglio sottolineare è che questo è possibile. Quindi, pensare che c'è una soluzione e pensare di volerla finalmente trovare può essere uno stimolo che la può un pò aiutare nell'attesa di procedere con il nuovo percorso psicologico. In ogni caso, mi tenga in considerazione per qualsiasi cosa.
Cordiali saluti
Dott.ssa Nazaria Palmerone Psicologa
Cordiali saluti
Dott.ssa Nazaria Palmerone Psicologa
Dr.ssa Nazaria Palmerone Psicologa
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In riferimento alle ulteriori specificazioni che ha fornito, il nuovo percorso psicologico che andrà ad affrontare sarebbe importante e necessario che le facesse acquisire sempre più consapevolezza sia dei suoi sintomi attuali, sia delle sue difficoltà più generali in famiglia, nell'atteggiamento e valutazione di se stessa, nelle sue scelte ed obiettivi di vita, e soprattutto a questo riguardo l'aiutasse a trovare nuove modalità di pensiero e di comportamento. Le auguro di cuore che ci riesca prima possibile.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 4.6k visite dal 27/02/2014.
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