Problema di ansia, umore e apatia
Gentili Dottori
Sono un ragazzo di quasi 24 anni, forse il mio problema è un pò diverso dal solito. Conducevo una vita normale e tranquilla fino a giovedi della scorsa settimana, fino a quando il giorno dopo ho iniziato ad avere una semplice malinconia fino a provare disturbi d'ansia, umore e apatia. Mi spiego meglio, venerdi e sabato scorso mi sono sentito triste senza motivazione pensando a cosa possa servire vivere se un giorno stai bene, uno stai male e viceversa; più come se non accettassi il tempo che passa, nel senso compi un'azione e l'azione compiuta rimane passata, è come se su questa cosa non ci trovo un senso. All'inizio è stata una malinconia leggera e non gli ho dato peso. Domenica e lunedi scorso ho avuto un crollo, ho iniziato a vedere tutto negativo, mi sono sentito tremare tutto il fisico di cui anche testa, labbra e lingua, respiravo con fatica e affanno, più sono scoppiato a una crisi di pianto e sentivo come se volevo togliermi la vita, ma non l'ho fatto, ho avuto come forza interiore di prendermi dei tranquillanti (Xanax). Premetto che provengo da famiglia unita, benestante e anche io lavoro. Consultando i miei genitori, per loro poteva essere una carenza di qualcosa al sangue, ma ho fatto le analisi tutte perfette; per altri amici e conoscenti invece un passaggio di cambiamento di età poichè ho vissuto l'adolescenza in ritardo, quindi il passaggio adolescenziale è come se lo stessi facendo adesso tutto insieme; altri mi hanno detto che secondo loro è un accumolo di stress e vari nervosismi tra lavoro, litigi ecc. che mi hanno fatto "scoppiare" tutto insieme, non lo sò. Mi rivolgo a voi esperti perchè vorrei chiedere una spiegazione su questa questione poichè non ci stò capendo niente. E se c'è una spiegazione, come posso fare per uscirne. Aggiungo che da martedi a tutt'ora invece sento un senso di malinconia e apatia. Attendo risposta, grazie
Sono un ragazzo di quasi 24 anni, forse il mio problema è un pò diverso dal solito. Conducevo una vita normale e tranquilla fino a giovedi della scorsa settimana, fino a quando il giorno dopo ho iniziato ad avere una semplice malinconia fino a provare disturbi d'ansia, umore e apatia. Mi spiego meglio, venerdi e sabato scorso mi sono sentito triste senza motivazione pensando a cosa possa servire vivere se un giorno stai bene, uno stai male e viceversa; più come se non accettassi il tempo che passa, nel senso compi un'azione e l'azione compiuta rimane passata, è come se su questa cosa non ci trovo un senso. All'inizio è stata una malinconia leggera e non gli ho dato peso. Domenica e lunedi scorso ho avuto un crollo, ho iniziato a vedere tutto negativo, mi sono sentito tremare tutto il fisico di cui anche testa, labbra e lingua, respiravo con fatica e affanno, più sono scoppiato a una crisi di pianto e sentivo come se volevo togliermi la vita, ma non l'ho fatto, ho avuto come forza interiore di prendermi dei tranquillanti (Xanax). Premetto che provengo da famiglia unita, benestante e anche io lavoro. Consultando i miei genitori, per loro poteva essere una carenza di qualcosa al sangue, ma ho fatto le analisi tutte perfette; per altri amici e conoscenti invece un passaggio di cambiamento di età poichè ho vissuto l'adolescenza in ritardo, quindi il passaggio adolescenziale è come se lo stessi facendo adesso tutto insieme; altri mi hanno detto che secondo loro è un accumolo di stress e vari nervosismi tra lavoro, litigi ecc. che mi hanno fatto "scoppiare" tutto insieme, non lo sò. Mi rivolgo a voi esperti perchè vorrei chiedere una spiegazione su questa questione poichè non ci stò capendo niente. E se c'è una spiegazione, come posso fare per uscirne. Aggiungo che da martedi a tutt'ora invece sento un senso di malinconia e apatia. Attendo risposta, grazie
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Gentile ragazzo, vorrei , coi limiti del mezzo che usiamo, tranquillizzarla.. tutti hanno degli sbalzi d'umore e tutti attraversano momenti di maggiore o minore consapevolezza... "pensare cosa è mai la vita, dove andiamo, cosa sarà il mio futuro ?" capita a tutti più o meno lei è giovane e forse si trova a dover scegliere, decidere porre mano al suo futuro.. non ci dice niente della sua situazione affettiva sessuale , ci sono state svolte, scelte difficili ? Recentemente ha avuto problemi relazionali nel lavoro ?, a volte c'è sproporzione tra l'evento stressante e la risposta, come se l'evento stressante enfatizzasse, rendesse visibile qualcosa di problematico, di ansioso che c'era già là sotto.Ma non si spaventi. dai momenti di crisi si esce, potrebbe chiedere un consulto "de visu" ad un collega per rasserenarsi e ridimensionare il suo vissuto..
Restiamo in ascolto..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa, quindi lei dice che è semplicemente uno sbalzo di umore che poi passa? Rispondendo ad alcune sue domande, riguardo la mia situazione affettiva sessuale, sono un ragazzo single. Mi capita spesso che mi cercano ragazze il quale non provo interesse, mentre invece quelle a cui provo interesse vengo rifiutato; sono stato innamorato solo 3 anni fà di una ragazza, ma che pretendeva solo amicizia da me, ma quando gli ho detto che per me non era possibile ciò che lei pretendeva, mi ha trattato malissimo e da lì non ho provato più sentimenti profondi per nessun'altra. Riguardo il lavoro, lavoro a una ditta di volantinaggio, ci metto il massimo impegno, dato che da addetto al volantinaggio mi hanno promosso come capogruppo; ma non viene apprezzata la mia personalità, dato che sono una persona a cui non piace "seguire la massa", ma piace seguire la mia personalità. Non sò se può comprendermi a questo concetto, vengo preso in giro se ho interessi differenti da altri, come ad esempio non mi piace il calcio, del fatto che non sento interesse ai telefoni di ultima tecnologia ecc. Stessa cosa l'ho subita ai tempi che andavo a scuola alle superiori, dove comunque per questa mia personalità venivo preso in giro fortemente. Secondo lei sono questi i motivi? Ho tipo avuto un crollo tutto assieme?
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Gentile ragazzo,
è possibile come scrive la mia collega, che sia un problema passeggero.
In ogni caso quando il corpo da dei segnali, spesso ci sono difficoltà che non vengono affrontare bel modo adeguato e che generano dei sintomi.
Forse sarebbe opportuno che si rivolgesse ad un collega di persona, in modo tale da esplorare le sue motivazioni, i suoi desideri, le sue modalità relazionali e quelle del contesto in cui vive, che è possibile siano alla base del problema.
Restiamo in ascolto
è possibile come scrive la mia collega, che sia un problema passeggero.
In ogni caso quando il corpo da dei segnali, spesso ci sono difficoltà che non vengono affrontare bel modo adeguato e che generano dei sintomi.
Forse sarebbe opportuno che si rivolgesse ad un collega di persona, in modo tale da esplorare le sue motivazioni, i suoi desideri, le sue modalità relazionali e quelle del contesto in cui vive, che è possibile siano alla base del problema.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
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<per altri amici e conoscenti invece un passaggio di cambiamento di età poichè poichè ho vissuto l'adolescenza in ritardo, quindi il passaggio adolescenziale è come se lo stessi facendo adesso tutto insieme>
E' una visione da lei condivisa o cosa?
Ci può dire di più?
<vengo preso in giro se ho interessi differenti da altri... Stessa cosa l'ho subita ai tempi che andavo a scuola alle superiori, dove comunque per questa mia personalità venivo preso in giro fortemente.>
E lei come si sente e come reagisce, reagito, affrontato?
Quali eventuali difficoltà incontra a relazionarsi con gli altri?
Com'è la sua vita familiare, amicale e sociale?
E' una visione da lei condivisa o cosa?
Ci può dire di più?
<vengo preso in giro se ho interessi differenti da altri... Stessa cosa l'ho subita ai tempi che andavo a scuola alle superiori, dove comunque per questa mia personalità venivo preso in giro fortemente.>
E lei come si sente e come reagisce, reagito, affrontato?
Quali eventuali difficoltà incontra a relazionarsi con gli altri?
Com'è la sua vita familiare, amicale e sociale?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
Utente
Gentile dottoressa Laura, riguardo la mia adolescenza in ritardo, posso dirle che è una mia visione condivisa. Diciamo che in adolescenza (15 a 19 anni) ero capitato in un gruppo di amici a cui non piaceva tanto il divertimento. Passavamo i sabati sera a giocare a carte dalla nonna di uno di loro anzichè uscire in comitiva per discoteche, locali, punti di ritrovo, andare dietro alle ragazze ecc. Ho iniziato a fare tutto ciò dall'età di 22 anni fino ad adesso che ho quasi 24 anni, perchè dai 20 ai 21 invece ho avuto altri amici sempre un pò spenti... Per questo ho scritto che secondo me la mia adolescenza l'ho vissuta in ritardo. Riguardo le prese in giro, alle superiori mi trattenevo tutto, perchè ero un ragazzo abbastanza riservato, da qualche anno mi ritengo più aperto e rispondo però senza alzare la voce, perchè non è da me. Solo che in ambiente lavorativo spesso devo trattenermi, perchè è sempre un posto di lavoro. Riguardo la mia diffcoltà a relazionarmi con gli altri non saprei. L'unica cosa che ho notato, che quando si parla di un argomento da me non interessato non riesco ad integrarmi. Esempio se si parla di calcio non riesco a integrarmi nel discorso. La mia vita familiare, ho una famiglia unita che mi vuole bene, si preoccupano molto per me, mi stanno molto vicino nei momenti brutti e mi ci posso confidare. L'unica cosa mi mettono pressione sul fatto di trovarmi un lavoro stabile con lo stipendio e di accontentarmi anche di un lavoro che farei forzato e senza soddisfazione, per loro conta solo la soddisfazione economica.
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Da quanto dice sembra che le siano venute a mancare in adolescenza esperienze diversificate, attraverso le quali imparare a confrontarsi con contesti differenti e esperienze maggiormente socializzanti.
L'appartenenza ad una cerchia di amicizie un po' spente come lei le definisce, potrebbe essere più che una mancanza di altre opportunità di scelta , conseguenza di una sua tendenza ad evitare il confronto con ambienti e situazioni che forse un po' l'avrebbero messa a disagio, data poi la sua pregressa difficoltà nel far fronte alle prese in giro dei coetanei, subendole e trattenendosi ...ipotizzo.
Una modalità che a quanto pare adotta ancora adesso nell'ambiente lavorativo, per necessità...ma non è detto che sia l'unica valida, forse le manca una maggiore assertività che le potrebbe consentire di gestire le situazioni in modo attivo ed equilibrato, esprimendo il suo parere (quando è il caso) senza timore di danneggiarsi o danneggiare il rapporto.
<L'unica cosa mi mettono pressione sul fatto di trovarmi un lavoro stabile >
E quanto ai suoi genitori riesce ad esprimere il suo parere o si sente sotto pressione e non riesce a contrariarli?
Forse il suo modo di relazionarsi con gli altri nei vari contesti - lavorativo, sociale-familiare- non le consente un pieno benessere, forse si trascina un po' di insicurezza, timore del giudizio.
Si tratta di ipotesi naturalmente, ma penso che sentire il parere diretto di un nostro collega le potrebbe essere utile.
Se crede ci può far sapere
Cordialità
L'appartenenza ad una cerchia di amicizie un po' spente come lei le definisce, potrebbe essere più che una mancanza di altre opportunità di scelta , conseguenza di una sua tendenza ad evitare il confronto con ambienti e situazioni che forse un po' l'avrebbero messa a disagio, data poi la sua pregressa difficoltà nel far fronte alle prese in giro dei coetanei, subendole e trattenendosi ...ipotizzo.
Una modalità che a quanto pare adotta ancora adesso nell'ambiente lavorativo, per necessità...ma non è detto che sia l'unica valida, forse le manca una maggiore assertività che le potrebbe consentire di gestire le situazioni in modo attivo ed equilibrato, esprimendo il suo parere (quando è il caso) senza timore di danneggiarsi o danneggiare il rapporto.
<L'unica cosa mi mettono pressione sul fatto di trovarmi un lavoro stabile >
E quanto ai suoi genitori riesce ad esprimere il suo parere o si sente sotto pressione e non riesce a contrariarli?
Forse il suo modo di relazionarsi con gli altri nei vari contesti - lavorativo, sociale-familiare- non le consente un pieno benessere, forse si trascina un po' di insicurezza, timore del giudizio.
Si tratta di ipotesi naturalmente, ma penso che sentire il parere diretto di un nostro collega le potrebbe essere utile.
Se crede ci può far sapere
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.8k visite dal 21/02/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.