Ansia e panico dovuto a padre malato

Buongiorno gentili dottori,
da mezzo mese sappiamo che mio padre ha un tumore maligno alla vescica e da 4-5 giorni che c'è una massa anche nei polmoni (non ancora chiarita la provenienza). Il tutto si aggiunge ad un aneurisma di dimensioni importanti di cui sappiamo da un anno.

Il quadro non è dei migliori e dopo queste ultime novità mi sento molto teso.
Ho 27 anni, mio padre 73 e mia madre 62. Mia madre ancora da una mano in chiesa la mattina per arrotondare e mio padre ha un'attività estiva (edicola-bazaar) che nel caso ci fossero complicazioni dovrei gestire io per almeno quei 5 mesi mettendo da parte il mio lavoro. Sono un lavoratore autonomo e lavoro nel marketing, potrei continuare anche il mio lavoro in quel periodo ma ovviamente in forma ridotta.
Essendo in un momento di crescita fondamentale per il mio lavoro comunque non sarebbe un bene.
Mio fratello si trova negli stati uniti con la moglie, vive li in pianta stabile.

Essendo che la nostra situazione economica non ci consente di adagiarci nonostante la malattia dopo la diagnosi anche questo problema si è fatto vivo in me e sento un peso gigantesco da due giorni a questa parte.
Abito con i miei e quindi mi sento anche responsabile per loro e soprattutto per mia madre, che vorrei non lavorasse già di per sé, figurarsi ora.

Fortunatamente mio padre ha due sorelle ed una di queste abita ad un oretta da qui, le loro condizioni economiche sono decisamente più agiate e quindi un minimo supporto economico di necessità potremmo averlo. La mia ragazza è splendida e disponibile ma avendo 21 anni mi conforta come può ma ci sono dei limiti.

Durante la mia vita non sono mai stato una persona ansiosa o stressata salvo 3-4 casi di attacchi di panico dovuti a dubbi in amore, difficoltà a scuola ancora 10 anni fa. Generalmente sono molto tranquillo, affronto le cose con la dovuta lucidità e razionalità e nel lavoro vado forte e con molta energia da dispensare, alle volte un po' di stress per i ritmi ma non porta mai all'ansia.

L'ansia che provo in questi due giorni mi rende teso, dallo stomaco in su, mani che formicolano, tensione muscolare, un po' di giramenti lievi al capo e purtroppo difficoltà a dormire. Di notte infatti ci sono attacchi di panico.
Vorrei sapere come affrontare questi problemi, non essendo problemi passeggeri ma che si possono protrarre per un lasso di tempo anche lungo cerco di non farmi problemi già adesso ma al momento è difficile, forse sono indebolito dallo shock, e mi sento di aver tutto sulle spalle senza grandi possibilità di uscirne.
Questo tipo di situazione può sfociare in ansia cronica e problemi anche fisici e cardiaci? O probabilmente è un momento in cui devo adattarmi alla nuova situazione?

Se la tensione permane cercherò un consulto psicologico attraverso il servizio pubblico ma nel frattempo potete - oltre a rispondere alle mie domande - consigliarmi qualche medicinale leggero oppure un palliativo come camomilla o tisane? Qualcosa che mi rilassi insomma e che mi faccia dormire tranquillo prevenendo attacchi di panico notturni?

Grazie infinite
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

gli attacchi di panico devono essere diagnosticati dallo psicologo: è probabile che Lei sia davvero sotto pressione ma che non siano attacchi di panico, a meno che non faccia una valutazione.

In ogni caso non si curano con le tisane!

Quindi Le suggerisco di rivolgersi, vista la situazione difficile, ad uno psicologo di persona per la gestione del caso.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio dottoressa per la tempestiva risposta,

non volevo dire che sia possibile curare una patologia con le tisane ma che non pensavo di rivolgermi ad uno psicologo dopo solo due giorni di tensione (come detto, forse gli attacchi di panico sono dovuti dalla necessità di adattarmi) e perciò magari avevate qualche consiglio per calmarmi nel frattempo (oggi comunque andrò dal medico di base ad accennare il tutto).

Magari già una camomilla può calmare alcuni sintomi e tranquillizzarmi per la nottata, ad esempio.
Non ho nulla in contrario all'utilizzo di farmaci, comunque.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Per i farmaci deve chiedere al medico di base, perchè gli psicologi non sono medici e non prescrivono farmaci.

Diciamo però che la tensione che sente è del tutto normale e fisiologica in situazioni del genere.

Cordiali saluti,
[#4]
Utente
Utente
Il mio medico di base mi ha prescritto LEXOTAN in gocce 20ml
consigliandomi solo 5-10 gocce alla volta quindi mi pare non troppo.

Vediamo quale sarà l'effetto e se la tensione passerà entro pochi giorni (non vorrei superare la settimana usandolo max due volte al giorno)

Eventualmente mi farò mettere in contatto con uno psicologo che penso mi consentirà di scovare le cause e possibili soluzioni all'ipertensione.

In questo momento ad esempio la tensione "corporea" è evidente con muscoli tesi e stomaco chiuso anche se a livello mentale penso di esser sulla strada per trovare una "quadratura" in cui non farmi troppi problemi su quello che verrà ma affrontare giorno per giorno positivamente il tutto sperando per il meglio.

Le dosi e il farmaco vanno bene? Grazie.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Deve postare la richiesta in area psichiatria per il farmaco.
Cordiali saluti,
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Un padre malato e per di più di un male come quello di suo padre, necessita cure e soprattutto nervi saldi.

Chi si occupa di malati importanti, si chiama "care giver" e spesso sviluppa una sintomatologia simile alla sindrome post traumatica da stress.

Un approccio combinato:farmacoterrapia e sostegno psicologico, sarebbe indicato.

Assolutamente no, il fai da te

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#7]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile Utente, con i Colleghi le consiglio farmacoterapia e sostegno psicologico, lei ha bisogno di condividere, chiarirsi, parlare, di tutta questa angoscia che le crolla sulle spalle.
Potrebbe bastare il farmaco che le ha dato il medico di base che sarà bene tenere come punto di riferimento, per passare se necessario ad un colloquio con uno psichiatra, senza paura .
Nelle strutture pubbliche di Venezia i Colleghi sono competenti e bravissimi..
Si faccia aiutare, senza imporsi di farcela da solo...E come ha detto giustamente lei ..affrontando tutto, giorno per giorno..
Le faccio molti auguri, restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#8]
Utente
Utente
Fai da te non lo faccio, vedo però se attraverso il farmaco supero lo stress come prescritto da medico di base.

Non so se sono un care giver ma comunque vivrò accanto ad una persona che mano a mano si sta rassegnando.
Aspetto l'esame istologico che ci dirà quanto è grave il caso e l'esame ai polomoni per capire quanto è grave quello, anche questo mi destabilizza.

Grazie comunque.

[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"vivrò accanto ad una persona che mano a mano si sta rassegnando."

Proprio per questa ragione Le serve sostegno, in maniera tale da potersi occupare meglio di Suo papà.

Cordiali saluti,
[#10]
Utente
Utente
Gentili dottori,

concordo con voi. Desidero aggiornarvi sulla mia attuale situazione:

Ieri sera ho preso 6 gocce di lexotan (in verità il farmaco generico) alle 23, prima di andare a letto. Alle 2.45 di questa notte mi sono svegliato e subito mi è salita un incredibile tensione e ho iniziato a tremare molto forte, tanto che mi era passato per la testa di farmi portare al pronto soccorso.

Poi ho cercato di riprendere il controllo e mi sono messo a leggere un po' su internet di altri casi di stress, questo in qualche modo mi ha calmato (non so se anche l'effetto del lexotan ha fatto la sua parte) e dopo una buona ora di tremori ho iniziato a calmarmi e sono riuscito a smettere di tremare.

Ho dormito un paio d'ore ancora ed adesso eccomi qui.
Mentre scrivo sono teso come una corda di violino con piccoli tremori sintomo di grande tensione e nervosismo, se mi sdraiassi e mi concentrassi smetterei di tremare ma devo lavorare!

I pensieri angosciosi sono finiti o almeno riesco a scacciarli subito pensando a cose positive come la mia fidanzata... quello che rimane evidente è che sono tesissimo nonostante riesca ad evitare l'angoscia, non mi sembra più un attacco di panico ma una grandissima tensione (forse solo quello di stanotte è stato un attacco di panico derivato dall'essermi svegliato)

Più tardi farò un salto dal medico di base per prenotare un incontro con uno psicologo (o psichiatra?) del servizio pubblico e possibilmente farmi seguire in questa faccenda.
Il lexotan mi porta benefici in questo contesto?

Nel periodo che mi separa dal trattamento psicologico è utile assumere qualcos altro che voi sappiate? Grazie!
[#11]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Psichiatra e psicologo, non può certo inseguire i sintomi a lungo...
[#12]
Utente
Utente
Mercoledì 26 avrò il primo incontro con la psicologa, in modo da cominciare un percorso e non usare i farmaci solamente per alleviare i sintomi, che voglio spariscano.

Al momento ho tensione diffusa, lieve ansia, stomaco chiuso e tremori quando non riesco a distrarmi.

Come detto utilizzo Bromazepam a concentrazioni basse: ieri sera 6 gocce, stamattina 5.
Oggi pomeriggio ero un po' nervoso quindi magari inserirò una dose pomeridiana.

Mi potete consigliare nel frattempo una strategia d'azione per iniziare a star meglio?

Quali azioni posso fare: tipo scacciare i pensieri negativi e concentrarmi sulle cose positive, fare passeggiate o corse, ascoltare musica, parlarne con tutti gli amici o altro di questo tipo?
Qualche tecnica per rilassarmi nei momenti più duri?

Poi ogni sera penso di farmi una camomilla.. ci sono controindicazioni? Grazie di tutto..

con qualche dritta mi aiutereste ad arrivare a mercoledì prossimo più sereno.

Volevo poi chiedervi: c'è possibilità che con lo sforzo mentale che compio giorno per giorno per combattere contro i pensieri negativi e l'ansia mano a mano la stessa si allevi e io impari a combatterla un po' da solo?
[#13]
Utente
Utente
Ps. l'ipertensione ha portato la pressione a 144/90
[#14]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"c'è possibilità che con lo sforzo mentale che compio giorno per giorno per combattere contro i pensieri negativi e l'ansia mano a mano la stessa si allevi e io impari a combatterla un po' da solo?"

Semmai il contrario! L'ansia viene mantenuta e rafforzata in questa maniera. Attenda il colloquio con lo psicologo.
D'ansia non si muore :-)

Cordiali saluti,
[#15]
Utente
Utente
Gentili dottori,

martedì e mercoledì ero riuscito a calmarmi così tanto che mercoledì pomeriggio ero praticamente tornato normale: appetito, voglia di lavorare a mille (e così ho fatto) ecc..

Fino a mercoledì sera quando la bestia è tornata grazie a miei pensieri stupidi. Tornata in modo violentissimo che non sono riuscito a fermare fino a qualche ora fa.. ho praticamente passato 20 ore tremando pesantemente e con pressione a 157/105, sfinito sono andato in pronto soccorso.

In un primo momento sono stato snobbato, dopo sono riuscito a farmi fare un elettrocardiogramma di controllo (tutto ok) ed è stata chiamata la psichiatra la quale mi ha detto di lasciar perdere Bromazepam e passare al Valium (con dosi pesantine?: 20 gocce+20 gocce+30 prima di dormire).

Mercoledì incontro con la psicologa, fino ad allora Valium con quelle dosi che cercherò di scalare fin da subito regolarmente se possibile.
E nel frattempo cerco di non cedere alle "provocazioni" dell'ansia e fregarmene.
[#16]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

> cercherò di scalare fin da subito regolarmente se possibile.

Non è Lei che deve decidere se sia il caso di scalare o meno, ma chi la sta seguendo.

Lei dice che le dosi sono pesantine? Anche le Sue reazioni lo sono, per cui le gocce sono proporzionate ai sintomi manifestati.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#17]
Utente
Utente
Si, concordo! ho capito che sottovalutando questi sintomi rimango decisamente fregato io (mercoledì appunto pensavo fosse passata e non avevo preso niente... beccandomi tutto quello che è successo dopo).
La psichiatra che me li ha prescritti mi ha detto di scalare se sento che sono abbastanza tranquillo, magari solo un poco alla volta.

Ad esempio ieri sera ne ho prese 25 invece che 30 perché non mi era tornata l'agitazione, ed infatti ho dormito come un sasso, cosa che non accadeva da 5 giorni. Stamane magari invece di 20 ne prenderei 18. Mi segno sul calendario le dosi che assumo e se noto che la mia tensione aumenta ritorno alla dose precedente. Giusto?

Volevo chiedervi: visto che quella psichiatra probabilmente non la rivedrò più (era dell'ospedale ed ella stessa ha detto che la mia situazione non è patologica e non le compete) la psicologa pur non potendo prescrivermi medicinali può guidarmi nell'assunzione del farmaco? Ovvero dirmi come e se posso scalare, magari sentendosi con il mio medico di base?

Grazie, tutte le vostre risposte sono sempre molto utili. Soprattutto per me che per la prima volta mi trovo ad affrontare una situazione così pesante.
[#18]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

è corretto in linea di principio, anche se c'è da fare un piccolo aggiustamento nella frase di cui sopra.

E' il medico a decidere "i come e se posso scalare, magari sentendosi con" la psicologa.
Questa è la frase corretta che si deve usare.
La prescrizione della terapia farmacologica e la sua gestione è di esclusiva competenza del personale medico, al quale si può affiancare il supporto dello psicologo.

E proprio perchè è la SUA prima volta, si affidi all'esperienza di chi ha GIA' visto situazioni simili...
Daltronde a scuola si va perchè l'esperienza del maestro è tale che evita agli studenti di dover impegnarsi 2000 anni a scoprire la scrittura... :)
[#19]
Utente
Utente
Gentili dottori, volevo aggiornarvi un po' sulla mia situazione:

- il mio medico di base mi dice che la psicologa serve a poco e che devo lasciar perdere il diazepam trovando dentro di me la forza per reagire allo stato ansioso.

- la psicologa (con cui ho fatto due incontri a distranzia di una settimana) non ha fatto nulla oltre ad ascoltarmi e fissare un terzo appuntamento a distanza di 15 giorni dal secondo (il prossimo il 19 Marzo, che mi sembra un po' distante).
Con la psicologa ho espresso tutti i miei dubbi, paure, angosce, sensazioni e abbiamo parlato un po' del mio passato familiare dal quale è emerso che tendo a ergermi a difensore di mia madre e probabilmente per questo il crollo in questa situazione, oltre che la sensazione che verrà a mancare come base la figura paterna. Oltre al fatto che mio fratello maggiore si trova in Texas stabilmente e mi pongo problemi economici per il futuro.
Lei ha solamente detto che le mie sono sensazioni umane e devo conviverci, che mi sono utili per quello che verrà.

Io ho iniziato ad assumere diazepam il 20 febbraio e fino a lunedì 24 ho assunto 59 gocce al giorno.
Sentendomi più tranquillo e volendo diminuire le dosi ho tolto 6 gocce al giorno fino ad arrivare ad assumerne 26 al giorno (6+8+12), dopodiché è ritornata l'agitazione (probabilmente anche per questa riduzione) ed è da 5 giorni che mi mantengo stabile su questa quantità.
Ogni tanto nei momenti difficili prendo un opercolo di "Serenil - calmansia" (non ho potuto effettivamente verificare il suo effetto, se non quello di crearmi aria nello stomaco).
Mi sento agitato ma non voglio aumentare la dose, ho chiesto al mio medico di base come e quando ridurre e sono stato liquidato da un "togli le gocce prima possibile quando te la senti".

In questi ultimi giorni le problematiche che riscontro maggiormente sono un sonno molto agitato e con sogni molto angosciosi che mi svegliano la notte e mi fanno alzare la mattina già molto triste e nervoso, poi durante il giorno con distrazioni, lavoro (lavoro in modo autonomo e quindi meno efficacemente del solito) e parlando un po' con i miei la situazione verso sera si normalizza e solitamente la sera sono tranquillo.
Ho lo stomaco chiuso quindi faccio fatica a mangiare, mi sento pessimista (mentre da tutta la vita sono sempre stato ottimista e ho reagito con gran forza alle sfide e alle delusioni della vita, in questo caso invece vedo solo aspetti negativi), tendo ad evitare di uscire con gli amici per starmene piuttosto tranquillo a casa e mi vedo solo con la mia ragazza.

Un medico amico di mia madre (è un medico che lavora al pronto soccorso) mi ha consigliato un rimedio omeopatico "Arsenicum album, gocce 200ch", facendomi la ricetta. Io sono un po' scettico ma cercherò di incontrarlo in questi giorni per parlargli e farmi spiegare eventuali rischi o altro. Se non presenta rischi tentar non nuoce.

Sostanzialmente sono in una situazione di disagio (e dalla parte di mio padre per ora non sono ancora arrivate notizie certe ed eventualmente brutte sulla malattia, quindi temo che la situazione potrebbe peggiorare visto che è il suo ottimismo e sorriso che spesso mi tira su) ma mi sento "abbandonato" dal medico di base e dalla psicologa che non sembra persona adatta per la mia situazione. Vorrei chiedervi cosa mi consigliate di fare, posso impormi sul medico di base e richiedere una ricetta per un incontro con un medico-psicoterapista che possa seguirmi?

P.s. non ho più avuto attacchi di panico. Due giorni ho avuto una profonda tristezza e per il resto un senso di tensione di "fondo" oltre all'angoscia la mattina.
[#20]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

è un pò difficile darLe consigli sul da farsi, dato che per certi versi effettivamente i suoi sintomi sono compatibili con la complessità della situazione che sta vivendo.

Le Sue sono reazioni normali ad una situazione emotivamente complessa: malattia paterna, reazione emotiva paterna, reazione emotiva materna, riorganizzazione della famiglia etc etc

Che Lei si senta triste è normale, che si senta stanco, anche, e che si senta disorientato ed alla ricerca di un nuovo equilibrio anche.

Visto che
> è il suo ottimismo e sorriso che spesso mi tira su
adesso le cose stanno cambiando ed è giunto il momento in cui deve darsi da fare per ripagare il Suo papà di quell'ottimismo e di quegli sforzi fatti per tirarla su.

Se il medico di base e la psicologa l'hanno abbandonato, cerchi altro... se l'hanno solo un pò delusa, dovrà verificare se hanno le risorse di cui Lei ha bisogno o se le Sue aspettative sono eccessive.

E ci vuole pazienza, dato che ricostruire e ritrovare l'equilibrio richiede un pò di tempo.
[#21]
Utente
Utente
Gentile dott. Bellizzi,

la ringrazio infinitamente per le sue parole. I dottori che come voi dedicano il loro tempo a consulenze via internet come queste sono davvero importanti e possono spesso dare con poche parole tanto conforto in situazioni difficili.

Io penso che il mio medico di base cerchi di minimizzare e penso che la psicologa (specifico che è una psicologa all'interno del consultorio familiare e che gli incontri sono totalmente gratuiti, non so se questo limiti la sua professionalità) abbia scelto un appuntamento dopo due settimane piuttosto che una perché non vedeva un quadro particolarmente preoccupante ma mi ha solo detto che le sensazioni che provo sono umane (più che normali) e che sono compatibili con la situazione, proprio come dice lei.

Solo che negli ultimi 3 giorni il mio umore è andato a picco, pur se l'agitazione/stress/ansia sembra calata abbastanza. Non ho più tremori. Ad esempio stanotte non ho avuto una notte agitata ma comunque dopo poco che ero sveglio l'umore ha iniziato a peggiorare. Stamane avevo una partita di calcetto a cui sono andato e durante la stessa la testa era sempre sulla mia tristezza, e quindi giocavo distratto. Solo dopo la doccia mi sono sentito un po' meglio, forse con lo sport si sfoga un po'.
Anche ieri sera guardando un film con la mia ragazza la testa andava spesso sulla mia tristezza piuttosto che concentrarmi sul momento bello che stavo vivendo.

Lei dice che le mie reazioni sono compatibili con il quadro che sto vivendo, e questo mi conforta in quanto spero sia solo tristezza piuttosto della depressione in cui temo di finire, che magari non riesco a riconoscere per la confusione del momento e la velocità dell'accaduto.

In questo momento cerco di convincermi sia solo normale tristezza (non sono nemmeno abituato a provarla francamente, sono sempre stato molto ottimista e guardavo sempre con testa alta al futuro e alle possibilità che mi offriva.. mai in modo negativo e molto raramente sentendomi sfiduciato).
Leggendo nel Web ho scoperto il concetto di resilienza, che nella mia vita mi ha consentito di affrontare molte sfide.
Non potendomi permettere sedute con un medico-psicoterapeuta privato e dovendo quindi passare per una ricetta del mio medico di base, quando secondo lei dovrei sospettare che si va oltre la tristezza in modo da inziare una vera terapia piuttosto che qualche chiacchierata con la psicologa?

Grazie infinitamente



[#22]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

ma Lei che aspettative ha dai colloqui con lo psicologo?

Lo psicologo usa principalmente la parola come strumento di stimolo per la persona per favorire un'elaborazione.

La differenza tra tristezza e depressione è qualcosa di qualitativo che può essere misurato con i test psicologici.

Se perdo un oggetto e sono triste è normale.
Ma se sono triste per un oggetto perso 2 anni fa, allora c'è qualcosa che non va.

La psicologia prevede diversi livelli d'intervento: psicoeducazionale, sostegno e psicoterapia.

Il concetto di resilienza le spiega che "spiegarsi e non spezzarsi" davanti a forze maggiori, implica appunto che esistano forze maggiori che deformano. E vuol dire anche che delle volte non possiamo contrastare e fermare tutto, ma dobbiamo lasciarci plasmare dagli eventi e dalla forza esterna.
Si tratta quindi di affrontare le situazioni avverse nel migliore dei modi possibili.

La tristezza è presente e l'accompagna? E che c'è di strano, considerato il periodo che sta vivendo?
O meglio, come s'immagina che avrebbe dovuto essere la Sua reazione affinchè Lei si sentisse bene?
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