Crisi universitaria

Salve, sono una ragazza di 23 anni e frequento l'università. E' proprio quest'ultima che mi reca gravi disagi e problemi. Premetto che non sono mai stata eccellente negli studi, ma nella media; comunque cinque anni fa decido di intraprendere il percorso universitario. L'inizio è stato travagliato fino a che non mi sono ambientata ai nuovi ritmi di studio, concludo il primo anno con due esami indietro. Il secondo anno c'è il calo... Conosco il mio attuale ragazzo, e concentro tutte le mie forze in questa relazione e nel rapporto inclinato con i miei (non accettavano il mio ragazzo, e questo mi creò molti dispiaceri e problemi). Il terzo anno, grazie ad una ritrovata "tranquillità" con i miei genitori, riesco a recuperare alcuni esami che avevo indietro e a sostenerne altri inerenti a quell'anno. Mi do forza e nell'arco di un mese supero sei esami, ma non basta perché ne ho molti indietro. In più in quello stesso periodo ricominciano i problemi legati ai miei genitori che si rendono conto che non sarei riuscita a laurearmi in tempo e la loro delusione la riversano tutta su di me con continue discussioni. Da quel momento ad ora ho iniziato a stare male. Mi sento in colpa di non essere stata in grado di terminare gli studi in tempo, e giorno dopo giorno mi sento sempre peggio. No riesco più a concentrarmi ed organizzarmi negli studi. Sono arrivata al punto di mentire sui mie esami e questo ha aggravato ancora di più la mia situazione. Sono perennemente pensierosa e distratta, facilmente irritabile, piango per un nonnulla e sento un ansia costante.
Non so più come reagire a questa situazione.

Chiedo un consulto per sapere che strada intraprendere.

Vi ringrazio in anticipo,
Buona giornata e buon lavoro.
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Dr.ssa Alessandra D'Alessio Psicologo, Psicoterapeuta 13
Cara utente,
dal suo racconto emergono due tematiche che sembrano interrelate e che la preoccupano fortemente: gli studi e la famiglia. Da come ne parla sembra un cane che si morde la code...appare molto difficile capire cosa determina cosa ma sicuramente potrebbe essere utile cercare di approfondire quanto le difficoltà universitarie siano legate ai suoi genitori e viceversa quanto i problemi con i suoi genitori incidano sul rendimento e la sua prestazione universataria. Ciò che è indubbio è il suo intenso malessere...perchè non approfondire una riflessione su questi nuclei consultando di persona un collega?
Sembra ingabbiata in una spirale di scelte e bugie e forse una persona esperta potrebbe aiutarla a tirarsene fuori.

In bocca al lupo

Dr.ssa Alessandra DAlessio

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>che si rendono conto che non sarei riuscita a laurearmi in tempo e la loro delusione la riversano tutta su di me con continue discussioni.<<
lei è una ragazza maggiorenne, dovrebbe cercare di mettere un po' più le distanze dai suoi genitori e dalle loro opinioni in merito all'università.

Questo genera stress e la mette nella condizione di doversi confrontare con delle figure genitoriali simbolizzate come "rigide e punitive", forse troppo autorevoli.

E' lei che si sta impegnando nello studio, non i suoi genitori.
Si sente in colpa perché teme di deludere le loro aspettative?







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Utente
Utente
Esattamente Dr. Giuseppe Del Signore. Ho provato più volte a puntualizzare quello che mi ha detto anche lei, insomma a mettere i puntini sulle i. Il risultato non è stato quello sperato. Penso che di base tra me e i miei genitori ci sia una difficoltà di comunicazione perché, nonostante gli confessassi il mio malessere, la loro preoccupazione era che loro figlia non era quella "ragazza perfetta" di cui loro tanto si vantano con amici e parenti.
Questa situazione è davvero un cane che si morde la coda e io non so come uscirne...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

comprendo le sue difficoltà, ma se mi permettere, credo sia importante mettere le distanze piuttosto che "puntualizzare". Questa potrebbe sembrare una sfumatura, ma in realtà quando "si mettono i puntini sulle i" non si fa altro che colludere ed entrare in conflitto, quindi anziché emanciparsi, continua a fare lo stesso gioco dei suoi genitori.

Il mito della "figlia perfetta" è un'illusione che i suoi genitori continuano a perpetrare, perché per loro probabilmente è fonte di sicurezza. L'unica che poi deve sforzarsi a rimanere negli standard è proprio lei, ma siccome le figlie perfette non esistono, ogni qualvolta non si sentirà all'altezza di questo "ideale genitoriale" avrà dei sensi di colpa.





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Utente
Utente
Cosa intende Dottore per "mettere le distanze"?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

il passaggio dall'adolescenza all'età adulta è un processo che implica la possibilità di separarsi dalle figure genitoriali, processo non sempre lineare. La separazione (emancipazione) chiaramente non è solo fisica, ma soprattutto emotiva.

Quando i genitori condizionano troppo i propri figli adulti (ad es. quando emergono dei sensi di colpa) significa che questa "separazione" non è ancora avvenuta o si è definita solo in parte.






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Utente
Utente
Capisco... Vi ringrazio del vostro aiuto e di avermi dedicato un po del vostro tempo.
Buona giornata Dottori.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
grazie a lei per aver consultato il sito e buona fortuna con l'università!