Mi cerca ma non mi vuole
Salve,
circa un anno fa, durante un corso, ho conosciuto un uomo di circa quindi anni più grande di me. Nonostante io non abbia mai ricercato questo tipo di uomo, ne sono rimasta subito affascinata. É una grande mente nel suo campo, quindi immagino che un po' tutte le donne che lo conoscono subiscano lo stesso fascino, quantomeno professionale. Me ne sono invaghita, ma con la consapevolezza che mai le nostre strade si sarebbero incrociate. E invece caso ha voluto che io lavorassi con lui per un brevissimo periodo. Inizialmente provavo per lui un timore quasi reverenziale. Nonostante fosse molto amichevole, non riuscivo a lasciarmi andare. Ero tutta presa dal lavoro, perché cercavo di dimostrargli qualcosa. Non volevo essere un'altra bambolina con la testa vuota per lui. Anche perché ne ha talmente tante...volevo essere diversa. Lui invece ha cominciato a cercarmi. All'inizio ero titubante, dato il rapporto di lavoro. Ma poi, man mano che si avvicinava alla fine, mi sono lasciata andare. E li mi ha distrutto.
Flirtavamo tantissimo, ma non mi ha mai chiesto di vederci, e quando gliel'ho chiesto io inventava le scuse più assurde. Allora ho lasciato perdere, pensando che forse ero io il problema. Che lo cercavo troppo. E li lui ricominciava a cercarmi. Finché una sera mi ha baciata. Poi chiaramente non l'ho più visto per sei mesi. Ma ogni mese arrivavano quei quattro o cinque messaggi in cui mi spiega che gli manco. O che non lo cerco.
Insomma non mi vuole, ma non mi lascia andare. E io non capisco. Perché?
É vero che io ho mantenuto un ponte con lui. Ma non riesco a liberarmene, é sempre nella mia testa. E lui lo sa...
circa un anno fa, durante un corso, ho conosciuto un uomo di circa quindi anni più grande di me. Nonostante io non abbia mai ricercato questo tipo di uomo, ne sono rimasta subito affascinata. É una grande mente nel suo campo, quindi immagino che un po' tutte le donne che lo conoscono subiscano lo stesso fascino, quantomeno professionale. Me ne sono invaghita, ma con la consapevolezza che mai le nostre strade si sarebbero incrociate. E invece caso ha voluto che io lavorassi con lui per un brevissimo periodo. Inizialmente provavo per lui un timore quasi reverenziale. Nonostante fosse molto amichevole, non riuscivo a lasciarmi andare. Ero tutta presa dal lavoro, perché cercavo di dimostrargli qualcosa. Non volevo essere un'altra bambolina con la testa vuota per lui. Anche perché ne ha talmente tante...volevo essere diversa. Lui invece ha cominciato a cercarmi. All'inizio ero titubante, dato il rapporto di lavoro. Ma poi, man mano che si avvicinava alla fine, mi sono lasciata andare. E li mi ha distrutto.
Flirtavamo tantissimo, ma non mi ha mai chiesto di vederci, e quando gliel'ho chiesto io inventava le scuse più assurde. Allora ho lasciato perdere, pensando che forse ero io il problema. Che lo cercavo troppo. E li lui ricominciava a cercarmi. Finché una sera mi ha baciata. Poi chiaramente non l'ho più visto per sei mesi. Ma ogni mese arrivavano quei quattro o cinque messaggi in cui mi spiega che gli manco. O che non lo cerco.
Insomma non mi vuole, ma non mi lascia andare. E io non capisco. Perché?
É vero che io ho mantenuto un ponte con lui. Ma non riesco a liberarmene, é sempre nella mia testa. E lui lo sa...
[#1]
Gentile utente,
ma quest'uomo è sposato? Da quello che racconta sembrerebbe, che per lui, sia un specie di gioco in cui lui cerca di tenerla in qualche modo legata ma poi non si impegna realmente...e bisognerebbe approfondire in questo senso.
Come mai non vi vedete? Quali sono le motivazioni attuali?
ma quest'uomo è sposato? Da quello che racconta sembrerebbe, che per lui, sia un specie di gioco in cui lui cerca di tenerla in qualche modo legata ma poi non si impegna realmente...e bisognerebbe approfondire in questo senso.
Come mai non vi vedete? Quali sono le motivazioni attuali?
Dott.ssa Laura Pinzarrone Psicologa
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, Esperta di Psicosomatica e Neuropsicolgia Clinica
www.psicologia-di
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Insomma non mi vuole, ma non mi lascia andare. E io non capisco. Perché?
Gentile utente,
in questa breve frase leggo molte "trappole" in cui spesso tendono a cadere le persone invaghite, innamorate o (a volte) ossessionate da qualcuno.
Innanzitutto la passività: "non mi lascia andare". Questo modo di descrivere un rapporto potrebbe implicare (ma mi corregga se ho frainteso) che sia LUI a scegliere se lasciarla andare o meno. E quindi, di fatto, consegna nelle mani di uno dei due (in questo caso, lui), TUTTA la responsabilità di mandare avanti o bloccare un rapporto.
Mi permetta di ridefinire: "Insomma, non mi vuole, ma IO LASCIO CHE LUI NON MI LASCI ANDARE". Che effetto le fa?
Poi, la ricerca di spiegazioni: "E io non capisco. Perché?".
Mi permetta un esempio. Se una persona la incontrasse ogni giorno, per strada, lungo il tragitto da casa a lavoro, e le mollasse un sonoro ceffone, a lei importerebbe di più capire il perché o non farsi schiaffeggiare?
Comprendo che un uomo che occupa una posizione di prestigio, più grande, attorniato da altre donne, possa essere molto affascinante. E se questo rapporto, per come lo state impostando, le sta bene, non c'è nulla di male. Ma è questo quello che lei cerca? Il modo in cui la sta gestendo (e la sta lasciando gestire a lui) la avvicina alla donna che lei vorrebbe essere?
Gentile utente,
in questa breve frase leggo molte "trappole" in cui spesso tendono a cadere le persone invaghite, innamorate o (a volte) ossessionate da qualcuno.
Innanzitutto la passività: "non mi lascia andare". Questo modo di descrivere un rapporto potrebbe implicare (ma mi corregga se ho frainteso) che sia LUI a scegliere se lasciarla andare o meno. E quindi, di fatto, consegna nelle mani di uno dei due (in questo caso, lui), TUTTA la responsabilità di mandare avanti o bloccare un rapporto.
Mi permetta di ridefinire: "Insomma, non mi vuole, ma IO LASCIO CHE LUI NON MI LASCI ANDARE". Che effetto le fa?
Poi, la ricerca di spiegazioni: "E io non capisco. Perché?".
Mi permetta un esempio. Se una persona la incontrasse ogni giorno, per strada, lungo il tragitto da casa a lavoro, e le mollasse un sonoro ceffone, a lei importerebbe di più capire il perché o non farsi schiaffeggiare?
Comprendo che un uomo che occupa una posizione di prestigio, più grande, attorniato da altre donne, possa essere molto affascinante. E se questo rapporto, per come lo state impostando, le sta bene, non c'è nulla di male. Ma è questo quello che lei cerca? Il modo in cui la sta gestendo (e la sta lasciando gestire a lui) la avvicina alla donna che lei vorrebbe essere?
[#3]
Utente
Innanzitutto, vi ringrazio della risposta così celere.
Sembrerà strano, o forse è coerente con il suo modo di essere, ma lui non parla mai di se. So poco e nulla di lui. Ogni volta che ci vediamo lui indaga su di me, mi fa parlare a ruota libera, ma non di espone mai. Anche quando ho provato a piè gli io domande, si ritrae, é evasivo. Sembra quasi intimidito. Anche se poi tanto timido non é affatto. Da quel che so non é sposato, ma ha molte storie.
E non ci vediamo perché lui mi vuole sentire ma non vedere. Ad eccezione di quelle poche volte in cui fissa lui posto e ora, ovviamente.
Con riferimento, poi, alle "trappole", io so perfettamente che dovrei essere io a prendere in mano la situazione. Il punto é proprio questo. Mi sono raccontata tante storie. Alcune delle quali probabilmente vere. Cioè che è una persona inaffidabile, piena di se, che gli piace avete la ragazzina che lo adora intorno, che farebbe qualunque cosa per lui, che non ci sarà mai nulla di serio. Eppure, quando lui mi cerca, torno indietro. Proprio perché nella mia testa non esiste una vera ragione per cercare qualcuno che non si vuole, spero sempre che prima o poi cambi idea. Non riesco a credere che non mi vorrà mai. E quindi cerco di essere tutto ciò che lui vuole. Devo dire che questo mi sta aiutando molto, visto che lavoro il doppio, per riuscire a fare ciò che lui mi chiede. Mi alleno il doppio, per fare il pari con le ragazzine che gli girano intorno. Sto cercando di guadagnarmi il suo rispetto.
Quindi forse quello che mi brucia di più é che ogni volta che mi allontana, mi sento frustrata e umiliata.
Sembrerà strano, o forse è coerente con il suo modo di essere, ma lui non parla mai di se. So poco e nulla di lui. Ogni volta che ci vediamo lui indaga su di me, mi fa parlare a ruota libera, ma non di espone mai. Anche quando ho provato a piè gli io domande, si ritrae, é evasivo. Sembra quasi intimidito. Anche se poi tanto timido non é affatto. Da quel che so non é sposato, ma ha molte storie.
E non ci vediamo perché lui mi vuole sentire ma non vedere. Ad eccezione di quelle poche volte in cui fissa lui posto e ora, ovviamente.
Con riferimento, poi, alle "trappole", io so perfettamente che dovrei essere io a prendere in mano la situazione. Il punto é proprio questo. Mi sono raccontata tante storie. Alcune delle quali probabilmente vere. Cioè che è una persona inaffidabile, piena di se, che gli piace avete la ragazzina che lo adora intorno, che farebbe qualunque cosa per lui, che non ci sarà mai nulla di serio. Eppure, quando lui mi cerca, torno indietro. Proprio perché nella mia testa non esiste una vera ragione per cercare qualcuno che non si vuole, spero sempre che prima o poi cambi idea. Non riesco a credere che non mi vorrà mai. E quindi cerco di essere tutto ciò che lui vuole. Devo dire che questo mi sta aiutando molto, visto che lavoro il doppio, per riuscire a fare ciò che lui mi chiede. Mi alleno il doppio, per fare il pari con le ragazzine che gli girano intorno. Sto cercando di guadagnarmi il suo rispetto.
Quindi forse quello che mi brucia di più é che ogni volta che mi allontana, mi sento frustrata e umiliata.
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Mi sono raccontata tante storie.
Questo è quello che la nostra mente fa, quando non vuol confrontarsi in modo diretto con la realtà.
E non c'è nulla di male, nel raccontarsi storie; a patto che non ci porti lontano da dove vorremmo (e POSSIAMO realisticamente!) andare...
>>Proprio perché nella mia testa non esiste una vera ragione per cercare qualcuno che non si vuole, spero sempre che prima o poi cambi idea. Non riesco a credere che non mi vorrà mai.
Il problema non è se lei riuscirà o meno ad "espugnarlo"; può darsi che un giorno ci riesca, o magari no. Il problema è che esistono INNUMEREVOLI motivi per cui una persona può comportarsi così, anche se alla sua testa questo forse non piace.
>>Sto cercando di guadagnarmi il suo rispetto.
A che prezzo? Cosa è disposta a "pagare" per poter stare accanto (o almeno, vicino) a questa persona?
>>Quindi forse quello che mi brucia di più é che ogni volta che mi allontana, mi sento frustrata e umiliata.
Forse sta vivendo questa storia come una conferma del suo valore: "Se mi vuole ed un giorno mi cercherà, allora significherà che IO..."
Questo è quello che la nostra mente fa, quando non vuol confrontarsi in modo diretto con la realtà.
E non c'è nulla di male, nel raccontarsi storie; a patto che non ci porti lontano da dove vorremmo (e POSSIAMO realisticamente!) andare...
>>Proprio perché nella mia testa non esiste una vera ragione per cercare qualcuno che non si vuole, spero sempre che prima o poi cambi idea. Non riesco a credere che non mi vorrà mai.
Il problema non è se lei riuscirà o meno ad "espugnarlo"; può darsi che un giorno ci riesca, o magari no. Il problema è che esistono INNUMEREVOLI motivi per cui una persona può comportarsi così, anche se alla sua testa questo forse non piace.
>>Sto cercando di guadagnarmi il suo rispetto.
A che prezzo? Cosa è disposta a "pagare" per poter stare accanto (o almeno, vicino) a questa persona?
>>Quindi forse quello che mi brucia di più é che ogni volta che mi allontana, mi sento frustrata e umiliata.
Forse sta vivendo questa storia come una conferma del suo valore: "Se mi vuole ed un giorno mi cercherà, allora significherà che IO..."
[#5]
Gentile utente,
mi sembra esserci una problematica relazionale abbastanza importante.
La frustrazione è un sentimento carico di emotività e molto probabilmente dovrebbe lavorare sulle sue dinamiche di attaccamento.
Tutte le soluzioni che mette in atto, sono disfunzionali al suo benessere ma sembra non rendersene conto da alcune frasi che scrive:
"Non riesco a credere che non mi vorrà mai. E quindi cerco di essere tutto ciò che lui vuole"
oppure:
"Mi alleno il doppio, per fare il pari con le ragazzine che gli girano intorno".
Non è lei a doversi sentire umiliata in questa situazione, ma mi sembra di capire che non riesce a mettere correttamente insieme i pezzi, altrimenti, molto probabilmente, non si sarebbe nemmeno posta il problema.
Un saluto.
mi sembra esserci una problematica relazionale abbastanza importante.
La frustrazione è un sentimento carico di emotività e molto probabilmente dovrebbe lavorare sulle sue dinamiche di attaccamento.
Tutte le soluzioni che mette in atto, sono disfunzionali al suo benessere ma sembra non rendersene conto da alcune frasi che scrive:
"Non riesco a credere che non mi vorrà mai. E quindi cerco di essere tutto ciò che lui vuole"
oppure:
"Mi alleno il doppio, per fare il pari con le ragazzine che gli girano intorno".
Non è lei a doversi sentire umiliata in questa situazione, ma mi sembra di capire che non riesce a mettere correttamente insieme i pezzi, altrimenti, molto probabilmente, non si sarebbe nemmeno posta il problema.
Un saluto.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 46.1k visite dal 04/02/2014.
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