Sospetto di distimia
Vi scrivo perchè sono diversi mesi che temo di soffrire di questo disturbo dell'umore,la distimia.
Non mi sembra di aver mai vissuto condizioni fortemente traumatiche,ma è da quando avevo circa 9 anni che ho notato un cambiamento radicale nel mio comportamento. Ciò ha fatto pensare sia ai miei familiari, sia a me stessa,che questo cambiamento fosse dovuto alla crescita, al passaggio dallo stato di infanzia a quello della pubertà fino a radicarsi poi nel mio carattere vero e proprio.
Sono sempre stata una bambina solare, estroversa, mi piaceva stare in compagnia, ero diciamo una leader e non una bambina che si lasciava trascinare. Contemporaneamente sviluppavo un senso di intolleranza verso certi atteggiamenti, specialmente in casa che alla fine erano sciocchezze. Poi, dagli 11 anni in poi, frequentando la scuola media ho subito gravi atti di bullismo che mi hanno fatto diventare sempre più introversa, cupa, triste.Questi sentimenti da allora in poi non mi hanno più lasciata. Infatti all'epoca avevo solo un'amica con cui mi sento tuttora, e non riuscivo a sviluppare altre amicizie. Durante il periodo delle superiori avevo compagne di classe molto competitive, io ero tra le preferite dai professori riguardo il mio andamento scolastico e ciò ha influito molto sulle mie amicizie a scuola. Nel frattempo i miei sintomi "depressivi" sono aumentati e peggiorati, sono diventata intollerante riguardo qualsiasi cosa, ho rabbia repressa, con i miei genitori anche se ho sviluppato un dialogo non riesco a confrontarmi come vorrei. Mi trattano sempre come se fossi una bambina, minimizzano i miei "sentimenti", le loro parole di consolazione non servono a niente, non mi sento per niente compresa e inoltre è come se fraintendessero ogni cosa che dico. Ho una sorella più grande che era vista come la "santa" della famiglia che non creava problemi fino a quando è rimasta incinta tre anni fa a 22 anni (situazione che poi ha portato ancora problemi alla mia famiglia che si ripercuotono su di noi ancora oggi), e lei e mia madre si comportano allo stesso modo, criticandomi in continuazione, dicendo che sono poco intelligente, mia madre con i suoi soliti scatti fuori luogo mi ha spesso detto cose simili che mi hanno fatto sentire ancora più inutile di quanto non mi sentissi già, e mio padre c'è ma è come se non ci fosse. Ne abbiamo parlato spesso di ciò che non andava in me, ma non abbiamo mai terminato il discorso.
Io ora vado all'università, sono al 2 anno ma ho dato solo 3 esami fino ad ora. Non ho voglia di studiare, mi sento sempre stanca, mi sento inutile perchè vedo gli altri che vanno avanti con successo mentre io no, non mi sento mai felice, non ho idea di cosa sia la felicità. Ho un fidanzato con cui mi sto creando un futuro solido, ma ho paura di vivere i momenti più importanti della mia vita con questa solita malinconia e insoddisfazione. Ho bisogno di un parere esperto, almeno qui per ora. Grazie per la Vostra cortese attenzione. Cordiali saluti.
Non mi sembra di aver mai vissuto condizioni fortemente traumatiche,ma è da quando avevo circa 9 anni che ho notato un cambiamento radicale nel mio comportamento. Ciò ha fatto pensare sia ai miei familiari, sia a me stessa,che questo cambiamento fosse dovuto alla crescita, al passaggio dallo stato di infanzia a quello della pubertà fino a radicarsi poi nel mio carattere vero e proprio.
Sono sempre stata una bambina solare, estroversa, mi piaceva stare in compagnia, ero diciamo una leader e non una bambina che si lasciava trascinare. Contemporaneamente sviluppavo un senso di intolleranza verso certi atteggiamenti, specialmente in casa che alla fine erano sciocchezze. Poi, dagli 11 anni in poi, frequentando la scuola media ho subito gravi atti di bullismo che mi hanno fatto diventare sempre più introversa, cupa, triste.Questi sentimenti da allora in poi non mi hanno più lasciata. Infatti all'epoca avevo solo un'amica con cui mi sento tuttora, e non riuscivo a sviluppare altre amicizie. Durante il periodo delle superiori avevo compagne di classe molto competitive, io ero tra le preferite dai professori riguardo il mio andamento scolastico e ciò ha influito molto sulle mie amicizie a scuola. Nel frattempo i miei sintomi "depressivi" sono aumentati e peggiorati, sono diventata intollerante riguardo qualsiasi cosa, ho rabbia repressa, con i miei genitori anche se ho sviluppato un dialogo non riesco a confrontarmi come vorrei. Mi trattano sempre come se fossi una bambina, minimizzano i miei "sentimenti", le loro parole di consolazione non servono a niente, non mi sento per niente compresa e inoltre è come se fraintendessero ogni cosa che dico. Ho una sorella più grande che era vista come la "santa" della famiglia che non creava problemi fino a quando è rimasta incinta tre anni fa a 22 anni (situazione che poi ha portato ancora problemi alla mia famiglia che si ripercuotono su di noi ancora oggi), e lei e mia madre si comportano allo stesso modo, criticandomi in continuazione, dicendo che sono poco intelligente, mia madre con i suoi soliti scatti fuori luogo mi ha spesso detto cose simili che mi hanno fatto sentire ancora più inutile di quanto non mi sentissi già, e mio padre c'è ma è come se non ci fosse. Ne abbiamo parlato spesso di ciò che non andava in me, ma non abbiamo mai terminato il discorso.
Io ora vado all'università, sono al 2 anno ma ho dato solo 3 esami fino ad ora. Non ho voglia di studiare, mi sento sempre stanca, mi sento inutile perchè vedo gli altri che vanno avanti con successo mentre io no, non mi sento mai felice, non ho idea di cosa sia la felicità. Ho un fidanzato con cui mi sto creando un futuro solido, ma ho paura di vivere i momenti più importanti della mia vita con questa solita malinconia e insoddisfazione. Ho bisogno di un parere esperto, almeno qui per ora. Grazie per la Vostra cortese attenzione. Cordiali saluti.
[#1]
Gentile Ragazza,
il suo disagio sembra avere radici antiche, da decodificare in relazione alla sua storia di vita personale e familiare, di cui ci racconta alcuni elementi.
I confronti dei suoi genitori con sua sorella, la scarsa considerazione che ha percepito da parte loro, le critiche, la mancanza di sostegno emotivo...un bagaglio pesante da portare. Il suo sentirsi inadeguata, probabilmente, ha fatto sì che in passato fosse vittima di bullismo.
Anche ora la situazione familiare non sembra migliorata, al di là del dialogo che è riuscita a sviluppare, un certo tipo di dinamiche distorte che ci descrive contribuiscono ad alimentare il suo dolore, la sua rabbia, a minare la sua autostima. Da qui la sua difficoltà a studiare,alimentata anche dai paragoni con gli altri.
Da qui solo ipotesi, ma incontrare un nostro collega di persona la potrebbe accompagnare a venire a patti con la sua sofferenza, a gestire diversamente i rapporti in famiglia a ritrovare fiducia in se stessa e nelle sue capacità, a guardare diversamente al suo futuro. Ci ha mai pensato?
il suo disagio sembra avere radici antiche, da decodificare in relazione alla sua storia di vita personale e familiare, di cui ci racconta alcuni elementi.
I confronti dei suoi genitori con sua sorella, la scarsa considerazione che ha percepito da parte loro, le critiche, la mancanza di sostegno emotivo...un bagaglio pesante da portare. Il suo sentirsi inadeguata, probabilmente, ha fatto sì che in passato fosse vittima di bullismo.
Anche ora la situazione familiare non sembra migliorata, al di là del dialogo che è riuscita a sviluppare, un certo tipo di dinamiche distorte che ci descrive contribuiscono ad alimentare il suo dolore, la sua rabbia, a minare la sua autostima. Da qui la sua difficoltà a studiare,alimentata anche dai paragoni con gli altri.
Da qui solo ipotesi, ma incontrare un nostro collega di persona la potrebbe accompagnare a venire a patti con la sua sofferenza, a gestire diversamente i rapporti in famiglia a ritrovare fiducia in se stessa e nelle sue capacità, a guardare diversamente al suo futuro. Ci ha mai pensato?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Cara ragazza,
Ci sono vari punti da considerare nella sua narrazione.
Potrebbe avere un temperamento distimico ma potrebbe darsi che lei viva una insoddisfazione esistenziale, una eccessiva dipendenza dall'ambiente familiare.
Dovrebbe chiedere una valutazione psicologica che l'aiuti a inquadrare la situazione è a capire come debba muoversi.
Penso che ne valga la pena!
Saluti
Ci sono vari punti da considerare nella sua narrazione.
Potrebbe avere un temperamento distimico ma potrebbe darsi che lei viva una insoddisfazione esistenziale, una eccessiva dipendenza dall'ambiente familiare.
Dovrebbe chiedere una valutazione psicologica che l'aiuti a inquadrare la situazione è a capire come debba muoversi.
Penso che ne valga la pena!
Saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Utente
Gentili Dott.sse,
In effetti ho sempre considerato di richiedere una valutazione da parte di un esperto, solo che non ho avuto ancora la possibilità e ora ne sento la necessità in quanto la situazione è diventata insostenibile. Entrambe mi avete dato qualche spunto su cui riflettere, uno sguardo dall'esterno spesso è più efficace rispetto a quando ci si trova in mezzo ad una situazione, Vi ringrazio per tutto quanto. Cordiali saluti.
In effetti ho sempre considerato di richiedere una valutazione da parte di un esperto, solo che non ho avuto ancora la possibilità e ora ne sento la necessità in quanto la situazione è diventata insostenibile. Entrambe mi avete dato qualche spunto su cui riflettere, uno sguardo dall'esterno spesso è più efficace rispetto a quando ci si trova in mezzo ad una situazione, Vi ringrazio per tutto quanto. Cordiali saluti.
[#4]
Gentile Utente,
mi sembra di aver capito che non è mai stata da un collega. Mi chiedevo se la diagnosi di distimia è stata lei a farla. Le è capitato di leggerle qualcosa in proposito o ne ha sentito parlare? Si è messa alla ricerca di tutti i disturbi dell'umore e poi ha deciso quale tra quelli possibili si confacesse più a lei?
L'essersi attribuita un etichetta le ha portato qualche giovamento?
Purtroppo non esiste la pillolina anti-distimia e anzi, cucirsi addosso l'abito del "malato" rende tali, modificando non solo la nostra percezione, ma anche quella di chi ci sta attorno che comincerà a trattarci di conseguenza, in un circolo vizioso da cui spesso risulta estremamente difficoltoso uscire, soprattutto se si cominciano a prendere psicofarmaci.
Sicuramente sta male, sicuramente sta male da tanto tempo, ma probabilmente, se se ne lamenta vorrebbe uscirne.
Accolga il consiglio dei miei colleghi, si affidi fiduciosa ad un professionista che possa aiutarla a far chiarezza su questo suo malessere, a gestire le difficoltà relazionali che incontra e a trovare un nuovo equilibrio.
Auguri
mi sembra di aver capito che non è mai stata da un collega. Mi chiedevo se la diagnosi di distimia è stata lei a farla. Le è capitato di leggerle qualcosa in proposito o ne ha sentito parlare? Si è messa alla ricerca di tutti i disturbi dell'umore e poi ha deciso quale tra quelli possibili si confacesse più a lei?
L'essersi attribuita un etichetta le ha portato qualche giovamento?
Purtroppo non esiste la pillolina anti-distimia e anzi, cucirsi addosso l'abito del "malato" rende tali, modificando non solo la nostra percezione, ma anche quella di chi ci sta attorno che comincerà a trattarci di conseguenza, in un circolo vizioso da cui spesso risulta estremamente difficoltoso uscire, soprattutto se si cominciano a prendere psicofarmaci.
Sicuramente sta male, sicuramente sta male da tanto tempo, ma probabilmente, se se ne lamenta vorrebbe uscirne.
Accolga il consiglio dei miei colleghi, si affidi fiduciosa ad un professionista che possa aiutarla a far chiarezza su questo suo malessere, a gestire le difficoltà relazionali che incontra e a trovare un nuovo equilibrio.
Auguri
Dr.ssa Laura Termini
Psicologa - Psicoterapeuta
[#5]
Come mai non ha avito la possibilità di rivolgersi a uno specialista in precedenza?
Ora le sarebbe possibile? Dipende economicamente dai suoi genitori?
Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture pubbliche ASL del territorio, come ad esempio il Consultorio Familiare,senza chiedere alcun permesso ai suoi.
Per ulteriori informazioni o se vuole aggiungere altro restiamo in ascolto.
Un caro saluto
Ora le sarebbe possibile? Dipende economicamente dai suoi genitori?
Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture pubbliche ASL del territorio, come ad esempio il Consultorio Familiare,senza chiedere alcun permesso ai suoi.
Per ulteriori informazioni o se vuole aggiungere altro restiamo in ascolto.
Un caro saluto
[#6]
Utente
Gentile Dott.ssa Termini,
effettivamente sono stata io a pensare alla distimia, perchè riflettendo ho fatto delle ricerche e mi sono sembrati appropriati i sintomi pero' so anche che non posso dire con certezza di soffrirne in quanto non ho ascoltato nessun parere esperto. Vorrei tanto fare chiarezza su tutto.
Gentile Dott.ssa Rinella,
quando ero più piccola i miei genitori volevano farmi consultare con uno specialista ma io ovviamente essendo piccola, credendo di non avere alcun tipo di problema nonostante il bullismo, rifiutai. Ora dipendo economicamente ancora dai miei genitori, vorrei lasciarli momentaneamente fuori da questa situazione e vedere da sola chi consultare, solo che non ho la possibilità economica di farlo in quanto studio e non ho un lavoro. L'unica soluzione sarebbe rivolgermi all'ASL della mia città come da lei consigliato.
Grazie di tutto cuore per la Vostra disponibilità. Saluti.
effettivamente sono stata io a pensare alla distimia, perchè riflettendo ho fatto delle ricerche e mi sono sembrati appropriati i sintomi pero' so anche che non posso dire con certezza di soffrirne in quanto non ho ascoltato nessun parere esperto. Vorrei tanto fare chiarezza su tutto.
Gentile Dott.ssa Rinella,
quando ero più piccola i miei genitori volevano farmi consultare con uno specialista ma io ovviamente essendo piccola, credendo di non avere alcun tipo di problema nonostante il bullismo, rifiutai. Ora dipendo economicamente ancora dai miei genitori, vorrei lasciarli momentaneamente fuori da questa situazione e vedere da sola chi consultare, solo che non ho la possibilità economica di farlo in quanto studio e non ho un lavoro. L'unica soluzione sarebbe rivolgermi all'ASL della mia città come da lei consigliato.
Grazie di tutto cuore per la Vostra disponibilità. Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.7k visite dal 30/01/2014.
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Approfondimento su Bullismo
Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).