Senso di solitudine e pianti
Buongiorno.. Da circa un mese o forse più mi ritrovo a vivere un senso di solitudine molto intenso che oggi mi ha portato a rivolgermi a voi. In seguito ad un anno, quello appena trascorso, molto burrascoso fatto di delusioni amorose e di alti e bassi all'università, mi trovo ora a vivere un periodo "buio" caratterizzato da un senso di solitudine interiore molto profondo che mi ha stravolto tutta la vita... ho perso l'entusiasmo a divertirmi con gli amici e quando esco con loro non riesco più ad essere il "vulcano" che ero prima. A tutto ciò si aggiungono pianti abbastanza frequenti e qualche volta senza un apparente motivo. Anche se provo a non piangere mi scendono comunque le lacrime a forza. In qualunque momento della giornata provo questa solitudine anche se chi mi sta attorno mi fa sentire la sua vicinanza ma io non riesco a farmi passare questo vuoto. Non mi era mai capitata una situazione simile, anche perchè ho sempre affrontato e superato i problemi che mi si ponevano. Spero che qualcuno di voi specialisti voglia aiutarmi a capire che cosa mi sta succedendo e magari mi indirizzi verso un percorso che mi faccia uscire da questo periodo buio. Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione e vi porgo cordiali saluti.
[#1]
Cara Utente,
il pianto molte volte rappresenta uno sfogo e bloccarlo non le fa bene, anche quando compare senza una causa immediatamente precedente allo sfogo.
Se sta passando un brutto periodo infatti non è necessario che accada qualcosa in particolare perché lei senta il bisogno di piangere.
E' possibile che sia crollata perché ha "tenuto duro" e si è fatta forza per troppo tempo?
Tende ad arrangiarsi da sola quando ha qualche problema o chiede aiuto?
E' un persona sulla quale altri contano?
Ci vuol raccontare cosa le è successo di particolarmente doloroso durante quest'ultimo anno?
il pianto molte volte rappresenta uno sfogo e bloccarlo non le fa bene, anche quando compare senza una causa immediatamente precedente allo sfogo.
Se sta passando un brutto periodo infatti non è necessario che accada qualcosa in particolare perché lei senta il bisogno di piangere.
E' possibile che sia crollata perché ha "tenuto duro" e si è fatta forza per troppo tempo?
Tende ad arrangiarsi da sola quando ha qualche problema o chiede aiuto?
E' un persona sulla quale altri contano?
Ci vuol raccontare cosa le è successo di particolarmente doloroso durante quest'ultimo anno?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Cara Utente,
queste poche righe chiaramente non possono riuscire a darci un'idea su cosa la faccia star tanto male. Questo sembra non essere chiaro neanche a lei, che sebbene accenni ad un anno difficoltoso, non individua in modo certo un evento cui correlare questo malessere, anche se dal racconto sembra ci sia stato un punto di "rottura", lei parla di un "prima" (vulcano) e un "dopo" (pianto e solitudine).
C'è bisogno di fare chiarezza. Cominci con il farsi delle domande, ne parli con qualcuno a lei vicino, oppure se non fosse possibile o non volesse, ne scriva. Cerchi di annotare in che circostanze le capita di piangere, le capita di sera o di mattina, quando è sola oppure quando è in compagnia di una persona in particolare, quando assiste a certe scene tra la gente per strada?....
Scriva e per il resto della giornata si chieda "perchè". Perchè ora? Perchè ho reagito così...
Solo dopo aver individuato il motivo o i motivi di questo malessere si potrà pensare a come intervenire.
Il consiglio migliore che posso darle è comunque di farsi aiutare da qualcuno, magari un collega che possa accompagnarla in questa scoperta e trovare insieme la giusta soluzione...
Nel frattempo il diario l'aiuterà a fare chiarezza e domani, le assicuro, potrebbe essere utile al collega che si dovesse occupare di lei.
Ci faccia sapere.
P.S. Se ha voglia di piangere, lo faccia. :)
queste poche righe chiaramente non possono riuscire a darci un'idea su cosa la faccia star tanto male. Questo sembra non essere chiaro neanche a lei, che sebbene accenni ad un anno difficoltoso, non individua in modo certo un evento cui correlare questo malessere, anche se dal racconto sembra ci sia stato un punto di "rottura", lei parla di un "prima" (vulcano) e un "dopo" (pianto e solitudine).
C'è bisogno di fare chiarezza. Cominci con il farsi delle domande, ne parli con qualcuno a lei vicino, oppure se non fosse possibile o non volesse, ne scriva. Cerchi di annotare in che circostanze le capita di piangere, le capita di sera o di mattina, quando è sola oppure quando è in compagnia di una persona in particolare, quando assiste a certe scene tra la gente per strada?....
Scriva e per il resto della giornata si chieda "perchè". Perchè ora? Perchè ho reagito così...
Solo dopo aver individuato il motivo o i motivi di questo malessere si potrà pensare a come intervenire.
Il consiglio migliore che posso darle è comunque di farsi aiutare da qualcuno, magari un collega che possa accompagnarla in questa scoperta e trovare insieme la giusta soluzione...
Nel frattempo il diario l'aiuterà a fare chiarezza e domani, le assicuro, potrebbe essere utile al collega che si dovesse occupare di lei.
Ci faccia sapere.
P.S. Se ha voglia di piangere, lo faccia. :)
Dr.ssa Laura Termini
Psicologa - Psicoterapeuta
[#3]
Gentile Ragazza,
Anche io, come le Colleghe, la invito a chiedersi come mai...perchè ora...in concomitanza a cosa, a quali eventi, interni ed esterni...
Ha degli amici?
Studia?
Lavora?
Che rapporti ha con la sua famiglia?
Si sente amata...?
Anche io, come le Colleghe, la invito a chiedersi come mai...perchè ora...in concomitanza a cosa, a quali eventi, interni ed esterni...
Ha degli amici?
Studia?
Lavora?
Che rapporti ha con la sua famiglia?
Si sente amata...?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Buonasera. Vi ringrazio tutte per avermi ascoltata ed esservi interessate alla mia situazione. Proverò a seguire il consiglio di tenere un diario e chiedermi "perchè" a certe situazioni reagisco in un determinato modo.
Rispondo alle vostre domande: Io studio all'università e sono al quinto anno, anche se negli ultimi due anni ho perso quell'attaccamento allo studio che avevo inizialmente e ora studio solo per portare a termine il mio percorso. Assolutamente si, ho un gruppo di amici con cui esco abitualmente, anche se nell'ambito delle amicizie ho ricevuto una delusione da una persona dalla quale mi sono sentita abbandonata proprio nel momento in cui questo periodo sorgeva. Ora mantengo i contatti con questa persona ma non è più la stessa cosa. Per quanto riguarda gli amici, loro contano molto su di me perchè, prima li trascinavo nel divertimento.
Con i miei genitori ho un ottimo rapporto di confidenza e di dialogo per cui racconto loro anche le cose più intime. Loro fanno affidamento su di me per tutte le questioni domestiche. Io da loro mi sento molto amata.
Il problema più grande sta nell'amore, nel corso dello scorso anno ho avuto tre fallimenti amorosi consecutivi. Ho avuto una storia con strascichi dolorosi perchè ci sono stati dei tradimenti da parte del mio ex ragazzo e una serie di eventi che hanno portato la mia famiglia a non volere nemmeno che io lo veda. Questo mi provoca un forte disagio perchè io gli voglio bene e vorrei uscirci ogni tanto ma non posso nemmeno sfiorare l'argomento in famiglia. L'ultima delusione amorosa risale alla vigilia di Natale quando il nuovo ragazzo con cui mi frequentavo ha deciso di porre fine alla nostra frequentazione e questo mi ha fatto passare delle feste natalizie orribili. Ecco il mio 2013.
Rispondo alle vostre domande: Io studio all'università e sono al quinto anno, anche se negli ultimi due anni ho perso quell'attaccamento allo studio che avevo inizialmente e ora studio solo per portare a termine il mio percorso. Assolutamente si, ho un gruppo di amici con cui esco abitualmente, anche se nell'ambito delle amicizie ho ricevuto una delusione da una persona dalla quale mi sono sentita abbandonata proprio nel momento in cui questo periodo sorgeva. Ora mantengo i contatti con questa persona ma non è più la stessa cosa. Per quanto riguarda gli amici, loro contano molto su di me perchè, prima li trascinavo nel divertimento.
Con i miei genitori ho un ottimo rapporto di confidenza e di dialogo per cui racconto loro anche le cose più intime. Loro fanno affidamento su di me per tutte le questioni domestiche. Io da loro mi sento molto amata.
Il problema più grande sta nell'amore, nel corso dello scorso anno ho avuto tre fallimenti amorosi consecutivi. Ho avuto una storia con strascichi dolorosi perchè ci sono stati dei tradimenti da parte del mio ex ragazzo e una serie di eventi che hanno portato la mia famiglia a non volere nemmeno che io lo veda. Questo mi provoca un forte disagio perchè io gli voglio bene e vorrei uscirci ogni tanto ma non posso nemmeno sfiorare l'argomento in famiglia. L'ultima delusione amorosa risale alla vigilia di Natale quando il nuovo ragazzo con cui mi frequentavo ha deciso di porre fine alla nostra frequentazione e questo mi ha fatto passare delle feste natalizie orribili. Ecco il mio 2013.
[#5]
"Loro fanno affidamento su di me per tutte le questioni domestiche. "
Forse si sente troppo sovraccaricata?
A volte essere la "pecora bianca' è molto più faticoso che essere la "pecora nera..." ....
L' ambito affettivo sembra essere quello più vulnerabile e lacunoso, fallimenti reiterati ed un amore recente e ancora dolente....
Si dia tempo, l' elaborazione del lutto, necessita tempo ed il passaggio da tante fasi psichiche, non sempre lineari e dalla semplice elaborazione....
Forse si sente troppo sovraccaricata?
A volte essere la "pecora bianca' è molto più faticoso che essere la "pecora nera..." ....
L' ambito affettivo sembra essere quello più vulnerabile e lacunoso, fallimenti reiterati ed un amore recente e ancora dolente....
Si dia tempo, l' elaborazione del lutto, necessita tempo ed il passaggio da tante fasi psichiche, non sempre lineari e dalla semplice elaborazione....
[#6]
Utente
La ringrazio per la celerità e l'attenzione. Alcune volte vorrei semplicemente occuparmi di me stessa, infatti ho sempre avuto il desiderio di andare a vivere via da dove abito in un futuro in cui avrò la possibilità di mantenermi. Ora mi sento alla deriva .. vorrei semplicemente sentirmi libera di frequentare chi voglio senza dover dare spiegazioni o peggio raccontare bugie. Anche ora che le scrivo mi viene da tremare. Non mi era mai capitata una cosa simile.
[#8]
"una serie di eventi che hanno portato la mia famiglia a non volere nemmeno che io lo veda..."
"...Alcune volte vorrei semplicemente occuparmi di me stessa..."
"...vorrei semplicemente sentirmi libera di frequentare chi voglio senza dover dare spiegazioni o peggio raccontare bugie..."
Gentile ragazza,
mi pare di capire che la tua famiglia sia un porto sicuro nel quale le relazioni sono molto strette e rassicuranti e per questo ti senti molto amata. Ma credo anche che tu non stia sfruttando bene le opportunità che hai. Infatti dal porto si può pure uscire e provare ad esplorare cosa c'è intorno.
Se provi a farlo che succede?
Succede che la tua famiglia diventa molto protettiva con te, perchè ti vuol bene e lo fa probabilmente col desiderio di risparmiarti la sofferenza, fino a chiederti di non vedere più alcune persone.
E tu che cosa fai a questo punto? Accetti la loro rischiesta. Per quale ragione? Per non dare loro un dispiacere? Perchè non sei capace di fare altrimenti? Perchè ti è più facile gestire questa richiesta con le bugie? Altro?
Alla tua età avresti già dovuto imparare a negoziare queste richieste dei tuoi e ad avere maggiore libertà. Qui sta il fatto che la tua libertà non dipende tanto dagli altri, che in verità sono liberi di fare ciò che vogliono (quindi anche di chiederti di non vedere più un ragazzo o di chiedere spiegazioni per ciò che fai), ma da te, che puoi avere il potere di modificare tutto ciò. Puoi scegliere di non dare tante spiegazioni, ad esempio.
Infatti tu scrivi: "Con i miei genitori ho un ottimo rapporto di confidenza e di dialogo per cui racconto loro anche le cose più intime."
Nulla di male in tutto ciò, ma se fai così, senza mettere i giusti paletti quando sono necessari, è chiaro che diventi anche maggiormente "controllabile" da chi sa tutto di te e che pensa di poter scegliere per te.
Io credo che i tuoi genitori stiano facendo questo certamente a fin di bene, ma è possibile che questo non ti stia permettendo di sentirti libera.
Inoltre la sofferenza per amore (entro certi limiti) fa parte della vita.
E' chiaro che se tutte le storie vanno male, allora c'è qualcosa da vedere e cambiare. Secondo te queste tre storie d'amore che si sono chiuse lo scorso anno possono avere un filo conduttore che le rende simili?
Secondo te perchè sono finite?
"...Alcune volte vorrei semplicemente occuparmi di me stessa..."
"...vorrei semplicemente sentirmi libera di frequentare chi voglio senza dover dare spiegazioni o peggio raccontare bugie..."
Gentile ragazza,
mi pare di capire che la tua famiglia sia un porto sicuro nel quale le relazioni sono molto strette e rassicuranti e per questo ti senti molto amata. Ma credo anche che tu non stia sfruttando bene le opportunità che hai. Infatti dal porto si può pure uscire e provare ad esplorare cosa c'è intorno.
Se provi a farlo che succede?
Succede che la tua famiglia diventa molto protettiva con te, perchè ti vuol bene e lo fa probabilmente col desiderio di risparmiarti la sofferenza, fino a chiederti di non vedere più alcune persone.
E tu che cosa fai a questo punto? Accetti la loro rischiesta. Per quale ragione? Per non dare loro un dispiacere? Perchè non sei capace di fare altrimenti? Perchè ti è più facile gestire questa richiesta con le bugie? Altro?
Alla tua età avresti già dovuto imparare a negoziare queste richieste dei tuoi e ad avere maggiore libertà. Qui sta il fatto che la tua libertà non dipende tanto dagli altri, che in verità sono liberi di fare ciò che vogliono (quindi anche di chiederti di non vedere più un ragazzo o di chiedere spiegazioni per ciò che fai), ma da te, che puoi avere il potere di modificare tutto ciò. Puoi scegliere di non dare tante spiegazioni, ad esempio.
Infatti tu scrivi: "Con i miei genitori ho un ottimo rapporto di confidenza e di dialogo per cui racconto loro anche le cose più intime."
Nulla di male in tutto ciò, ma se fai così, senza mettere i giusti paletti quando sono necessari, è chiaro che diventi anche maggiormente "controllabile" da chi sa tutto di te e che pensa di poter scegliere per te.
Io credo che i tuoi genitori stiano facendo questo certamente a fin di bene, ma è possibile che questo non ti stia permettendo di sentirti libera.
Inoltre la sofferenza per amore (entro certi limiti) fa parte della vita.
E' chiaro che se tutte le storie vanno male, allora c'è qualcosa da vedere e cambiare. Secondo te queste tre storie d'amore che si sono chiuse lo scorso anno possono avere un filo conduttore che le rende simili?
Secondo te perchè sono finite?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#9]
"Alcune volte vorrei semplicemente occuparmi di me stessa"
Sente che tutti le chiedono o si aspettano qualcosa e che lei stessa è l'ultima persona della quale ascolta i desideri?
Se ne ha voglia ci racconti cos'è successo con il ragazzo che i suoi le chiedono di non vedere più, dato che sembra essere in cima alle questioni per lei pressanti in questo momento:
"vorrei semplicemente sentirmi libera di frequentare chi voglio senza dover dare spiegazioni o peggio raccontare bugie. Anche ora che le scrivo mi viene da tremare. Non mi era mai capitata una cosa simile"
Sente che tutti le chiedono o si aspettano qualcosa e che lei stessa è l'ultima persona della quale ascolta i desideri?
Se ne ha voglia ci racconti cos'è successo con il ragazzo che i suoi le chiedono di non vedere più, dato che sembra essere in cima alle questioni per lei pressanti in questo momento:
"vorrei semplicemente sentirmi libera di frequentare chi voglio senza dover dare spiegazioni o peggio raccontare bugie. Anche ora che le scrivo mi viene da tremare. Non mi era mai capitata una cosa simile"
[#10]
Utente
Buongiorno a tutte... vi ringrazio per l'attenzione. Quando mi ritrovo davanti a richieste della mia famiglia io sono portata ad accettarle nonostante possa non sempre condividerle. Io fin da bambina ho sempre avuto un grande rispetto per i miei genitori che spesso mi porta a sensi di colpa se esco "dal seminato". Sensi di colpa che spesso poi rischiano di farmi star male anche per uno o due giorni, poi mi convinco di non avere fatto nulla di così diabolico e quindi me li faccio passare. Credo, però, non sia un modo di vivere sano. Alla mia età vorrei solo non trovarmi a dover raccontare bugie da adolescente perchè non lo facevo nemmeno quando ero una teenager.
Con il mio ex ragazzo siamo stati insieme un paio di mesi, lui il classico tipo un po' spaccone e io l'opposto. La nostra storia è stata fatta di alti e bassi come un po' tutte le storie d'amore. Finchè un giorno siamo arrivati alla rottura. Io chiudo con lui, anche su consiglio di papà. Questa cosa mi fece soffrire parecchio finchè decisi di rivederlo ma a quel punto le cose erano cambiate. Lui aveva un'altra ma si dichiarava disposto a rivedermi in funzione del sentimento che ancora provava per me. Da li sono iniziati tre mesi di sofferenza che il ruolo di "amante" ti regala. Alla fine lui ha lasciato l'altra e ci siamo visti una sera ma lui era confuso perchè aveva posto fine all'altra storia. A quel punto chiusi la nostra ri-frequentazione. Da quel momento ecco il veto della mia famiglia. Io capisco che mi hanno vista star male e che non ho passato bei momenti ma credo anche che nella vita sia umano sbagliare, ripercorrere la stessa strada e sbagliare ancora o semplicemente provare a cadere perchè solo se cadi sai cosa significa rialzarsi un po' più forte. A me questo veto mi porta ad un malessere psicologico per cui mi continuo a chiedere: perchè se voglio mantenere un rapporto con lui non posso essere libera di farlo? Se io ho messo da parte quello che è successo, gli altri non dovrebbero emettere diktat sui miei rapporti interpersonali. Ecco allora che mi scatta il meccanismo di lotta interiore tra rispetto per i miei e le loro condizioni imposte e la mia voglia di essere libera, perchè a 23 anni la libertà ha un sapore dolce che non sarà più lo stesso a 30 o 40 anni.
Le altre due storie non erano simili. Anzi credo non abbiano nulla in comune nessuna delle tre. Tre storie fatte con persone del tutto diverse caratterialmente e gestite in modo totalmente diverso. Quindi mi sentirei di escludere un filo conduttore.
Nella mia vita, sempre ho trovato persone che si aspettavano qualcosa da me:
- i miei genitori: che fossi una brava studente e che mi comportassi bene fuori. Non solo, perchè fin da adolescente si sono aspettati che io, nel mio tempo extra-scolastico, accudissi la mia sorellina quando loro erano al lavoro.
- i miei amici che si aspettano da me che io sia sempre "l'anima della festa". Qualcuno, da quando ho iniziato a vivere queste difficoltà, mi ha pure abbandonata anche se io, nei loro momenti di bisogno, non l'avevo mai fatto. Oppure si aspettano che io mi comporti da persona matura e che non mi butti giù a certi livelli che intanto non sono sola ma poi spariscono per giorni o settimane.
So di essere stata prolissa ma spero di aver risposto alle vostre domande in modo esauriente.
Con il mio ex ragazzo siamo stati insieme un paio di mesi, lui il classico tipo un po' spaccone e io l'opposto. La nostra storia è stata fatta di alti e bassi come un po' tutte le storie d'amore. Finchè un giorno siamo arrivati alla rottura. Io chiudo con lui, anche su consiglio di papà. Questa cosa mi fece soffrire parecchio finchè decisi di rivederlo ma a quel punto le cose erano cambiate. Lui aveva un'altra ma si dichiarava disposto a rivedermi in funzione del sentimento che ancora provava per me. Da li sono iniziati tre mesi di sofferenza che il ruolo di "amante" ti regala. Alla fine lui ha lasciato l'altra e ci siamo visti una sera ma lui era confuso perchè aveva posto fine all'altra storia. A quel punto chiusi la nostra ri-frequentazione. Da quel momento ecco il veto della mia famiglia. Io capisco che mi hanno vista star male e che non ho passato bei momenti ma credo anche che nella vita sia umano sbagliare, ripercorrere la stessa strada e sbagliare ancora o semplicemente provare a cadere perchè solo se cadi sai cosa significa rialzarsi un po' più forte. A me questo veto mi porta ad un malessere psicologico per cui mi continuo a chiedere: perchè se voglio mantenere un rapporto con lui non posso essere libera di farlo? Se io ho messo da parte quello che è successo, gli altri non dovrebbero emettere diktat sui miei rapporti interpersonali. Ecco allora che mi scatta il meccanismo di lotta interiore tra rispetto per i miei e le loro condizioni imposte e la mia voglia di essere libera, perchè a 23 anni la libertà ha un sapore dolce che non sarà più lo stesso a 30 o 40 anni.
Le altre due storie non erano simili. Anzi credo non abbiano nulla in comune nessuna delle tre. Tre storie fatte con persone del tutto diverse caratterialmente e gestite in modo totalmente diverso. Quindi mi sentirei di escludere un filo conduttore.
Nella mia vita, sempre ho trovato persone che si aspettavano qualcosa da me:
- i miei genitori: che fossi una brava studente e che mi comportassi bene fuori. Non solo, perchè fin da adolescente si sono aspettati che io, nel mio tempo extra-scolastico, accudissi la mia sorellina quando loro erano al lavoro.
- i miei amici che si aspettano da me che io sia sempre "l'anima della festa". Qualcuno, da quando ho iniziato a vivere queste difficoltà, mi ha pure abbandonata anche se io, nei loro momenti di bisogno, non l'avevo mai fatto. Oppure si aspettano che io mi comporti da persona matura e che non mi butti giù a certi livelli che intanto non sono sola ma poi spariscono per giorni o settimane.
So di essere stata prolissa ma spero di aver risposto alle vostre domande in modo esauriente.
[#11]
Mi sembra che con tutte queste altrui aspettative da soddisfare lei stia vivendo più in funzione degli altri che in funzione di sè stessa, così tutti le dettano le loro regole sia in casa, sia fuori, perchè sanno che vi si atterrà.
Sarebbe importante che iniziasse a considerare sè stessa almeno alla pari degli altri quanto a diritto di avere dei desideri e di avere voce in capitolo nella sua stessa vita.
Forse in fondo si aspetta che compiacendo gli altri non resterà sola, ma come vede questo atteggiamento non è efficace: quando è entrata in crisi delle persone che considerava amiche si sono allontanate e i suoi non l'hanno trattata da adulta, ma da bambina, dimostrando poca stima e fiducia in lei e nella sua capacità di prendere delle decisioni e di gestire la sua vita.
Di conseguenza aver ubbidito in casa e sostenuto e "rallegrato" gli amici non le ha portato grandi frutti ed è possibile che la solitudine e il vuoto che sente derivino da questo.
Sarebbe importante che iniziasse a considerare sè stessa almeno alla pari degli altri quanto a diritto di avere dei desideri e di avere voce in capitolo nella sua stessa vita.
Forse in fondo si aspetta che compiacendo gli altri non resterà sola, ma come vede questo atteggiamento non è efficace: quando è entrata in crisi delle persone che considerava amiche si sono allontanate e i suoi non l'hanno trattata da adulta, ma da bambina, dimostrando poca stima e fiducia in lei e nella sua capacità di prendere delle decisioni e di gestire la sua vita.
Di conseguenza aver ubbidito in casa e sostenuto e "rallegrato" gli amici non le ha portato grandi frutti ed è possibile che la solitudine e il vuoto che sente derivino da questo.
[#12]
Utente
Buonasera dottoressa.. La ringrazio per avermi ascoltata e consigliata... parlando con tutti voi mi sono resa conto di aver bisogno di essere supportata da qualcuno che mi guidi nel mio percorso quindi penso di rivolgermi ad uno specialista nel luogo dove vivo. Grazie a tutti dei consigli e per avermi fatto ragionare su aspetti da me mai considerati primi. Siete un ottimo team complimenti!!!
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 11.9k visite dal 28/01/2014.
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