Madre snaturata?

Buongiorno,

vi scrivo perchè sto vivendo un periodo di panico e disperazione.
Ho una bellissima bambina di 3 mesi, cercata e voluta con un uomo che amo, premuroso ed attento. Non abbiamo alcun problema economico.
Nonostante abbia sempre valutato le coppie con figli persone 'stanche' e nonostante non abbia mai desiderato bambini prima di un paio di anni fa (ora ho 38 anni), ho deciso di fare un figlio per completare una coppia tecnicamente 'perfetta'.

Il problema è sorto subito dopo il parto (gravidanza felice e parto naturale):
nonostante mi sforzi ogni giorno per cambiare i miei sentimenti, ho ormai la certezza di non amare la mia bambina. Provo per lei tenerezza, ma non mi manca per niente quando non c'è. A volte desidererei che lei non ci fosse.
Rimpiango la mia vita di prima e penso che la mia bambina rappresenti un ostacolo alla mia libertà, nonostante abbia numerosi spazi x me.
Ci tengo a sottolineare che non le faccio mancare nulla in termini di accudimento, ma i sentimenti sono un'altra cosa.
Sono in cura da uno psicoterapeuta ma non sto vedendo risultati.
Mi sento una madre snaturata.
La domanda che Vi pongo è la seguente:
sono troppo egoista per poter un giorno riuscire ad amare mia figlia?
esistono madri che non amano i propri figli?

grazie in anticipo


[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Signora,

l'influenza del quadro ormonale e dello sconvolgimento della vita rappresentato dall'arrivo di un figlio non permettono praticamente a nessuna neo-mamma di vivere del tutto serenamente il puerperio, quindi quello che riferisce non è poi così strano.

I sentimenti che prova potrebbero dipendere da una forma depressiva post-partum che le fa percepire un distacco invece che un attaccamento alla sua bambina: chi la segue ha valutato questa ipotesi?

Probabilmente stanno influendo sul suo stato d'animo anche le false credenze del tipo "i figli si amano da subito spontaneamente!", che la portano a ritenersi addirittura "snaturata" e non semplicemente inadeguata come qualunque mamma senza esperienza.
Madre e bambino si conoscono nel tempo e si affezionano nel tempo, in alcuni casi questo processo di attaccamento e di costruzione del legame madre-figlio richiede semplicemente più tempo che in altri.

Com'è stata la sua esperienza di figlia?
Si è sentita desiderata e benvoluta o si è percepita di peso per sua madre?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,
ha frequentato un corso di accompagnamento alla nascita/genitorialità?
Quello che ha descritto è molto più frequente di quanto possa immaginare, perchè tutti attorno alla mamma sono pieni di gioia e si aspettano che anche la mamma lo sia da subito.
Spesso, invece, la mamma sente la stanchezza, l'inadeguatezza, e si sorprende dei propri sentimenti.
Lei già sta dicendo che si occupa della Sua bimba: forse è solo un po' ansiosa e questa ansia Le fa dubitare di ciò che sente per la Sua bambina.
Inoltre bisogna considerare anche la futura mamma ha una certa immagine in testa del bimbo che avrà: lo immagina in un certo modo e magari nella realtà si ritrova un figlio diverso da quello che aveva immaginato. La stessa cosa vale per la propria reazione.

Posso chiederLe per quale ragione è seguita da uno psicoterapeuta?
Da prima della gravidanza?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
Anche io, come le colleghe, le chiedo per quali disagi è in cura psicoterapica

E certa di leggere appieno dentro di sè ?
di non amare la bambina?
Di conosce bene le sue emozioni e sentimenti?

Spesso le aspettative di maternità perfette e di maternità immaginate e volute entrano in contrasto con la fatica, la normalità ed il naturale scombussolamento del dopo parto..

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Buonasera,

ringrazio tutti Voi per le celeri risposte.
Ho deciso di rivolgermi ad un centro specializzato in depressione post partum perchè vorrei riuscire a capire come mai non amo mia figlia. Vorrei trovare la strada per riuscire a 'sbloccarmi'.
Sto prendendo anche degli antidepressivi (prescritti da uno psichiatra) perchè ho dei forti attacchi di ansia e pensieri neri dovuti ai sensi di colpa e alla perdita di speranza nel mio futuro.
Ritengo di non amare mia figlia perchè mi pesa lo stare con lei, appena posso la faccio gestire da altri, quando lei non c'è mi sento libera. Inoltre mi sembra che mi rubi il tempo che potrei passare da sola col mio compagno. Tutto ciò è mostruoso.
Sono sempre stata una persona molto indipendente, per lavoro viaggiavo/viaggio spesso sia in Italia che all'estero e non ho mai avuto l'opportunità (o la fortuna) di dover accudire nessuno.
Ho sempre pensato solo a me stessa.
Il ritrovarmi a dover gestire la mia bambina mi ha capovolto la vita e sinceramente non trovo alcun piacere in quello che faccio.
Vorrei essere una mamma 'sufficientemente buona' per il solo fatto di amare la propria figlia.

Rispondendo alla domanda della Dott.ssa Massaro, posso dire di avere avuto un'infanzia difficile dovuta al divorzio dei miei genitori al momento della mia nascita. Confermo inoltre di essermi sentita di forte peso per mia madre quando ero una bambina. Ora il nostro rapporto è invece molto buono.


Cosa ne pensate?

Grazie,
Saluti
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

è opportuno continuare con lo psicoterapeuta che già La segue.
Eviti però i pesanti giudizi ("Tutto ciò è mostruoso.") perchè non Le servono. Se Lei è sempre stata autonoma e indipendente, mi pare del tutto ovvio che ritrovarsi in un ruolo completamente diverso sia ora un po' complicato.
Inoltre è anche più difficile all'età di 38 anni partorire (che è un grande stress, insieme alla gravidanza, all'allattamento e alle cure alla bimba) e riprendere in mano la propria vita, rispetto che a 20 anni.
Quindi, si occupi di se stessa e del Suo benessere, senza giudicarsi.
Dopo questo periodo di difficoltà e le cure del caso potrà tornare a stare bene.
Ha una rete di supporto per se stessa e la bimba?
Suo marito Le dà una mano?
[#6]
Utente
Utente
La ringrazio.
Il mio compagno mi aiuta moltissimo e abbiamo nonna e baby sitter a disposizione. Insomma, un set di aiuti che farebbero invidia a molte mamme.
Nonostante ciò io non riesco ad accettare questa nuova vita, la mia bambina ed il mio nuovo ruolo di madre. Vorrei solo tornare indietro alla mia vita di prima e mi colpevolizzo per aver commesso un errore di valutazione così grande. Ogni giorno per me è uguale e aspetto solo che passi, senza entusiasmo, senza progettualità, senza alcuna gioia.
Inoltre penso al peso di questa enorme responsabilità che mi accompagnerà 'per sempre' e la cosa mi terrorizza. Mi manca la leggerezza che avevo prima, priva di responsabilità e vincoli mentali.

Cordiali saluti
[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Probabilmente sta ripercorrendo le tappe affettive vissute con sua madre, il senso di pesantezza, di disagio, di poco amore....

Solitamente, soprattutto il rapporto con il genitore omologo, quindi madre/figlia, tende a riproporsi......nel senso che lei sa già che tipo di madre diventerà, perchè lo ha già sperimentato come figlia, sulla sua pelle.......ma non sa bene come poter essere differente....

Credo che la psicoterapia sia l' unica strada possibile per trovare nuovi equilibri e lenire sensi di colpa
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

ma che cosa trova di strano in quello che dice? ;-)
E' chiaro che diventare genitori cambia la vita delle persone in maniera incontrovertibile e profondamente: l'identità personale è cambiata per sempre, proprio perchè Lei non è più la giovane donna che viveva la propria vita con responsabilità molto limitate, ma è la mamma di....
E lo sarà per sempre, indipendentemente da tutto.

Tutto questo certamente rivoluziona la vita di una persona, soprattutto se molto autonoma. Tuttavia, non si accanisca contro se stessa: poichè è normale e sano sentirsi ANCHE in questa maniera e ha bisogno di elaborare questo cambiamento importante, si faccia supportare e aiutare anche dallo psicologo che La segue.

E' vero che i primi tempi sono piuttosto routinari e non c'è tempo nè modo di fare molto di diverso che accudire la piccolina che è completamente dipendente da Lei, ma queste cose si imparano.

Ciò che viene insegnato anche nei percorsi di accompagnamento alla nascita e alla genitorialità è che nessuno di noi è pronto per diventare genitore, ma poco alla volta e con gli aiuti di cui si ha bisogno, è possibile.

Cordiali saluti,
[#9]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Pileci,

il fatto è che io mi sento PREVALENTEMENTE nella maniera che descrivo.
Vorrei solo scappare e mollare tutto e questo desiderio mi dà consolazione, anche se so che non lo farò mai.
Mi sento in trappola e penso che la mia vita non abbia alcun futuro.

Credete sia normale anche questo tipo di pensiero?

Grazie
[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Questo pensiero non è "normale" perchè nasce all'interno di uno stato psicologico alterato (depressione) del quale ha iniziato ad occuparsi.
Non ho capito se sta solo assumendo farmaci o se sta anche facendo una psicoterapia con uno psicologo psicoterapeuta: può chiarire questo punto?
Ritengo infatti fondamentale che lei elabori il suo vissuto di bambina che ha intralciato e forse rovinato la vita alla sua mamma per potersi permettere di provare dell'altro nei confronti della sua piccola.
Se la sua esperienza personale è che i figli sono un peso come pensa di poter viver in altro modo l'esperienza della maternità?
Quello che lei sente e pensa in questo momento è probabilmente quello che pensava e sentiva sua madre dopo averla partorita ed essersi ritrovata senza un partner:

"posso dire di avere avuto un'infanzia difficile dovuta al divorzio dei miei genitori al momento della mia nascita. Confermo inoltre di essermi sentita di forte peso per mia madre quando ero una bambina".

Non può che conseguirne questo pensiero:

"penso al peso di questa enorme responsabilità che mi accompagnerà 'per sempre' e la cosa mi terrorizza"

mentre questa conclusione è errata perchè associa il fatto di provare amore per la bambina all'assenza di fatica nello stare con lei, stravolgendo la sua vita:

"Ritengo di non amare mia figlia perchè mi pesa lo stare con lei, appena posso la faccio gestire da altri"

Ci ha detto di aver "sempre pensato solo a sè stessa" e di non aver mai dovuto accudire nessuno, quindi è la prima volta che sperimenta di persona il peso e la fatica di una simile responsabilità ed è ovvio che tutto ciò la spaventi perchè non l'aveva messo in conto, ma non ha nulla a che vedere col fatto di riuscire ad amare sua figlia.
Se però lei non si è sentita amata e si è sentita d'intralcio, come le dicevo, è fondamentale che i suoi vissuti di figlia vengano rielaborati in terapia perchè li possa superare e possa comprendere che l'esperienza di sua madre (il suo modello naturale) non è l'unico tipo di esperienza possibile.
[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

mi pare piuttosto che Lei stia vivendo un periodo di forte ansia, come Lei stessa afferma sin dalle prime righe del Suo primo post: "vi scrivo perchè sto vivendo un periodo di panico e disperazione"

Lei è preoccupata perchè non si sente una mamma all'altezza della situazione.
E' preoccupata e ci chiede se sia giusto o meno ciò che sente. Questa si chiama ansia.
Se davvero non amasse Sua figlia e non fosse interessata, probabilmente non avrebbe neppure scritto e non se ne preoccuperebbe.
Quindi, ribadisco quanto già detto: si faccia aiutare perchè questo è un periodo molto stressante e delicato e soprattutto non è uguale per tutte le mamme, nè per tutte le coppie.

Cordiali saluti,
[#12]
Utente
Utente
Vi ringrazio per i Vs riscontri.
Attualmente sono in cura con una psicologa psicoterapeuta.

Può ritenersi 'inadeguatezza' verso il ruolo di madre la mia ansia verso le attività future che penso svolgerò con mia figlia? Per esempio, penso che non avrò voglia di vederla al mio ritorno dall'ufficio, che non avrò voglia di passare i fine settimana con lei etc etc, Quando vedo altri bimbi mi viene sconforto e ansia.
Oppure si tratta di un vero e proprio rifiuto del ruolo genitoriale?
Oppure la mia voglia di libertà assoluta è così forte che non riesco ad accettare le limitazioni che la mia nuova vita mi impone?

Mai avrei pensato di avere una reazione così negativa ...

Grazie
Cordiali Saluti
[#13]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Mai avrei pensato di avere una reazione così negativa ..."

Si tratta però di reazioni più diffuse di quanto lei pensi, anche se chi ne è colpito non lo racconta in giro e magari finge che vada tutto bene, perchè si vergogna di far sapere che non è felice come l'iconografia della Maternità culturalmente condivisa richiederebbe...

Occorre del tempo perchè madre e figlio si sintonizzino reciprocamente e anche perchè si sviluppi il legame di attaccamento.
L'importante è che lei non abbia perso tempo e si stai facendo aiutare.
Quante sedute ha fatto finora con la nostra collega?
Di che tipo di psicoterapia si tratta?
[#14]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Potrebbe essere ansia. E' la persona ansiosa che oggi si pone i problemi di domani...

"Mai avrei pensato di avere una reazione così negativa ..."
Lei ha la reazione che ha. Non si dia giudizi e continui la terapia che sta già sta facendo.

Cordiali saluti anche a Lei.
[#15]
Utente
Utente
Finora ho fatto 4 sedute, non saprei che tipo di specializzazione abbia, ma mi informo.

Confermo di essere una persona molto ansiosa, da sempre.

Cordiali Saluti


[#16]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Si tratta di pochissime sedute, utili più che altro a valutare e inquadrare il caso, perciò eviti di fare bilanci e di pensare che non vede ancora risultati come ci ha scritto inizialmente perchè è troppo presto per vederne.