Il mio disordine mi sta uccidendo

Salve dottori, se sto scrivendo è perchè sono al limite. Sento come se il petto mi dovesse esplodere. Come se i pensieri che ho in testa volessero uscire fuori ma non ce la fanno. Mi odio. Non riesco ad arrivare al punto quando penso a me stesso. Non riesco a capire che cosa voglio da me stesso e dagli altri. Gli altri: esseri umani che considero solo dal punto di vista scientifico. Non riesco a ricavare niente dalle persone. E quando lo faccio e perchè fingo. Fingo con tutto e con tutti, persino con la mia ragazza. Fingo con tutti che le cose vanno alla grande. a volte mento così bene che riesco a credermi. Nessuno intorno a me sa chi sono, nemmeno superficialmente, perchè non dico mai la verità, non ci riesco, e ad una persona dico una cosa, ad un'altra dico altre cose, così creo intorno a me una rete di relazioni fittizie. L'unico che sa quanto sono incasinato sono io ed è frustrante sapere che di non riuscire a parlare di queste cose neanche con la persona che dovresti amare.Non che io non la ami. In realtà non ho capito che relazione ho con lei. La mia mente è disordinata. totalmente. E poi continua a tornarmi in mente un flash di quando ero bambino-> mi ricordo che io ero a terra, e sentivo le urla dei miei, a un tratto sento il rumore dei piatti che si rompono e qualcuno cade a terra davanti a me facendosi male. Credo che fosse ujno dei miei genitori ma non so chi e non me ne frega. Solo non capisco perchè mi torna in mente di continuo. Ho così tante domande da risolvere e non so da dove cominciare. Per esempio: perchè riesco a provare sentimenti profondi ma non riesco a stare in mezzo agli esseri umani? perchè sento il bisogno di fingere ancora di più con chi ha legami forti con me, come la mia ragazza? Perchè non riesco a immaginare una vita lavorativa normale ma invece ho sempre piani diabolici in mente? Perchè invece di accettare di fare una vita normale come gli altri ragazzi sono attratto inevitabilmente da tutto ciò che è perseguibile penalmente? Faccio pensieri terribili. pianifico le cose che devo dire e immagino le risposte che mi si presenteranno così mi preparo a tutto ciò che una persona può voler sentirsi dire. Ma per che c**** non so vivere in maniera spontanea? Non so se scrivere qui possa essermi d'aiuto. Dubito fortemente. Ma è solo un modo per aprire temporaneamente il vaso di pandora che è la mia testa.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, mi pare che la sua vita sia molto complessa ed anche faticosa.. coi limiti di un rapporto on-line sembra che lei sia molto preoccupato ed ansioso di non essere accettato cosi com'è, che pensi di non poter essere amato, sembra che il passato, l'infanzia, i rapporti in famiglia e con la famiglia siano stati non semplici anzi problematici... si fermi, stop al pensare, rimuginare , tormentarsi, penso davvero che uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a chiarire il suo passato e a liberarsene, per tornare a sentirsi la persona sensibile, intelligente che certamente è.
Si appoggi anche ad un servizio pubblico, magari facendosi aiutare dal medico di base, è un peccato sciupare la giovinezza così.
Restiamo in ascolto...

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
dottoressa, il solo aver letto la sua prima frase mi ha fatto scoppiare in lacrime.In realtà sono diversi anni che non piangevo così. Sin da quando ero un infante ho sempre vissuto ai margini. Mentre gli altri bambini stavano con i propri genitori io me ne stavo sempre per i cavoli miei e mi irritava avere intorno persone che mi parlassero o che volessero sapere le mie cose. Sempre solo. Forse sono solo io. Forse fare terra arsa intorno a me è ciò che devo essere.Forse sono io stesso terra arsa. Non capisco neanche perchè le sto parlando, non lo faccio mai con nessuno ho sempre risolto da solo le mie seghe mentali.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente,non è lei" terra arsa", succede a volte che quando il dolore è tanto, quando gli altri sono distratti, poco affettivi, deludenti, ci si chiuda, è una difesa, una forma di autoprotezione.
Ci si chiude e si aspetta, diminuendo le richieste, i bisogni affettivi.
Ma sotto c'è sensibilità, voglia di aprirsi, di fiorire..
Adesso è la svolta, è pronto a farsi aiutare.. mi ascolti. lo faccia..
Noi siamo qui, l'aspettiamo..