Paranoie
Buongiorno. Ho 27 anni e convivo da più di un anno cn il mio compagno di 18 anni più grande di me. Sono passati ormai 2 anni dall'ultima volta che abbiamo avuto un rapporto sessuale. Ormai mi sono rassegnata. Se prima insistevo perchè facesse degli esami, ora non provo nemmeno più a toccare l'argomento.
Da un anno ho un'altra relazione cn un uomo sposato. All'inizio il rapporto si basava esclusivamente sul sesso. Ma poi le cose sono cambiate. Sia da parte mia, che da parte sua. Immagino già cosa starete pensando. Alla fine sono una delle mille storie che si sentono ogni giorno.
Non voglio dilungarmi scrivendo cosa ci siamo detti.
Solo che nei momenti più tristi inizio a farmi dei ragionamenti che mi portando a sentirmi davvero male. Quasi paranoie. Non so riconoscere le idee razionali dalle paranoie.
Forse lo faccio per sentirmi male. Per punirmi per non essere stata in grado di farlo innamorare di me.
Continuo a fare paragoni con la moglie, a ripetermi che non valgo abbastanza. Che io non sono abbastanza per lui. Non trovo il modo per fermarmi.
Da poco ho finito di lavorare, di conseguenza essendo a casa ho molto più tempo per pensare e pensare. Vorrei non essermi messa in questa ridicola situazione. Forse l'ho fatto perchè confermasse quello che penso di me stessa. Che non valgo nulla. Altrimenti non avrei una relazione insoddisfacente, un amante che non vuole scegliere.
Mi chiedo cos'abbiano di speciale le donne che riescono a portare avanti le proprie relazioni per anni. Senza farsi tradire dal marito. Oppure quelle poche donne che riescono a farsi scegliere dall'uomo sposato.
Vi sembrerò patetica ma queste sono le domande che mi faccio ogni giorno.
Appena mi alzo piango..Per fortuna non sono in casa da sola..Almeno ho una scusa per non precipitare nel baratro. Ma sento di non voler continuare nemmeno questa relazione.
Sono molto infelice e non so quando tutto questo finirà.
Vi ringrazio in anticipo.
Buona giornata
Da un anno ho un'altra relazione cn un uomo sposato. All'inizio il rapporto si basava esclusivamente sul sesso. Ma poi le cose sono cambiate. Sia da parte mia, che da parte sua. Immagino già cosa starete pensando. Alla fine sono una delle mille storie che si sentono ogni giorno.
Non voglio dilungarmi scrivendo cosa ci siamo detti.
Solo che nei momenti più tristi inizio a farmi dei ragionamenti che mi portando a sentirmi davvero male. Quasi paranoie. Non so riconoscere le idee razionali dalle paranoie.
Forse lo faccio per sentirmi male. Per punirmi per non essere stata in grado di farlo innamorare di me.
Continuo a fare paragoni con la moglie, a ripetermi che non valgo abbastanza. Che io non sono abbastanza per lui. Non trovo il modo per fermarmi.
Da poco ho finito di lavorare, di conseguenza essendo a casa ho molto più tempo per pensare e pensare. Vorrei non essermi messa in questa ridicola situazione. Forse l'ho fatto perchè confermasse quello che penso di me stessa. Che non valgo nulla. Altrimenti non avrei una relazione insoddisfacente, un amante che non vuole scegliere.
Mi chiedo cos'abbiano di speciale le donne che riescono a portare avanti le proprie relazioni per anni. Senza farsi tradire dal marito. Oppure quelle poche donne che riescono a farsi scegliere dall'uomo sposato.
Vi sembrerò patetica ma queste sono le domande che mi faccio ogni giorno.
Appena mi alzo piango..Per fortuna non sono in casa da sola..Almeno ho una scusa per non precipitare nel baratro. Ma sento di non voler continuare nemmeno questa relazione.
Sono molto infelice e non so quando tutto questo finirà.
Vi ringrazio in anticipo.
Buona giornata
[#1]
Gentile Utente,
due anni senza alcun rapporto sessuale con il suo compagno e con evidenti difficoltà di comunicazione, sono davvero troppi.
.
Rassegnarsi non è una buona soluzione, sarebbe il caso di fare chiarezza nel vostro rapporto. Da quanto riferisce e dai precedenti consulti sembra vi siate davvero incagliati in un'impasse difficilmente superabile senza un aiuto esperto.
Che sia continuare il vostro rapporto su base diversa, risolvendo i vostri problemi o mettervi fine.
Anche la relazione con l'altro non la appaga, anzi sembra gettarla ancora più nello sconforto, in preda a dubbi, confronti, aspettative forse illusorie.
Ora ci sarebbero due strade possibili da suggerirle: un percorso di coppia, se il suo compagno è disposto a condividere questa opportunità oppure rivolgersi a un nostro collega in prima persona, per fare chiarezza in lei e trovare una strada che la possa condurre ad affrontare in modo efficace le sue attuali difficoltà.
Restiamo in ascolto
due anni senza alcun rapporto sessuale con il suo compagno e con evidenti difficoltà di comunicazione, sono davvero troppi.
.
Rassegnarsi non è una buona soluzione, sarebbe il caso di fare chiarezza nel vostro rapporto. Da quanto riferisce e dai precedenti consulti sembra vi siate davvero incagliati in un'impasse difficilmente superabile senza un aiuto esperto.
Che sia continuare il vostro rapporto su base diversa, risolvendo i vostri problemi o mettervi fine.
Anche la relazione con l'altro non la appaga, anzi sembra gettarla ancora più nello sconforto, in preda a dubbi, confronti, aspettative forse illusorie.
Ora ci sarebbero due strade possibili da suggerirle: un percorso di coppia, se il suo compagno è disposto a condividere questa opportunità oppure rivolgersi a un nostro collega in prima persona, per fare chiarezza in lei e trovare una strada che la possa condurre ad affrontare in modo efficace le sue attuali difficoltà.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
>>Altrimenti non avrei una relazione insoddisfacente, un amante che non vuole scegliere.<<
credo che le sue relazioni insoddisfacenti sia due. Dovrebbe a mio avviso rivederle entrambe perché nella sua convivenza c'è una crisi di coppia che non viene affrontata da nessuno dei due e la sua relazione parallela è con un uomo sposato, il che complica notevolmente la situazione.
Se una (o due) relazione di coppia non funziona non ci si può "incaponire" e tirarla semplicemente avanti senza affrontare le difficoltà, perché il suo tradimento è una soluzione solo in apparenza, peraltro ulteriore indice di disagio.
Prenda in considerazione di affrontare la cosa con l'ausilio di un Collega. Nel suo modo si relazionarsi sembrano emergere "fantasmi abbandonici" che non le permettono di vivere serenamente e in maniera soddisfacente una relazione di coppia.
>>Altrimenti non avrei una relazione insoddisfacente, un amante che non vuole scegliere.<<
credo che le sue relazioni insoddisfacenti sia due. Dovrebbe a mio avviso rivederle entrambe perché nella sua convivenza c'è una crisi di coppia che non viene affrontata da nessuno dei due e la sua relazione parallela è con un uomo sposato, il che complica notevolmente la situazione.
Se una (o due) relazione di coppia non funziona non ci si può "incaponire" e tirarla semplicemente avanti senza affrontare le difficoltà, perché il suo tradimento è una soluzione solo in apparenza, peraltro ulteriore indice di disagio.
Prenda in considerazione di affrontare la cosa con l'ausilio di un Collega. Nel suo modo si relazionarsi sembrano emergere "fantasmi abbandonici" che non le permettono di vivere serenamente e in maniera soddisfacente una relazione di coppia.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Utente
Grazie per avermi risposto.
Io ed il mio compagno ufficiale abbiamo parlato più volte del fatto di parlare con un esperto di questa situazione. Ma a nulla è servito. Si rimanda in continuazione fino a quando il discorso non viene affrontato del tutto.
Temo abbia paura. Paura di essere diventato impotente. Ed effettivamente anche per me sarebbe un problema.
Sono già confusa riguardo i sentimenti che provo per lui. E non credo che riuscirei a sopportare anche quest altro "problema." Probabilmente sono egoista. Ma in questi 2 anni di astinenza anche l'intimità è svanita.
Ci diamo qualche bacio ogni tanto, abbracci..ma finisce li.
Non so se sarei in grado di fare ancora l'amore con lui.
All'età di 26 anni mi ritrovo a guardare di nascosto film porno e masturbarmi. E' tutto molto triste e frustrante.
Dall'altra parte ho un uomo che mi piace davvero tanto e non solo per il sesso.
L'iidea di parlare con un esperto lo escludo a priori visti i miei precedenti.
Dopo un anno di colloquio sono stata mandata via dalla mia psicologa e questo ha provocato in me molta tristezza. Quasi un ennesimo abbandono.
Io ed il mio compagno ufficiale abbiamo parlato più volte del fatto di parlare con un esperto di questa situazione. Ma a nulla è servito. Si rimanda in continuazione fino a quando il discorso non viene affrontato del tutto.
Temo abbia paura. Paura di essere diventato impotente. Ed effettivamente anche per me sarebbe un problema.
Sono già confusa riguardo i sentimenti che provo per lui. E non credo che riuscirei a sopportare anche quest altro "problema." Probabilmente sono egoista. Ma in questi 2 anni di astinenza anche l'intimità è svanita.
Ci diamo qualche bacio ogni tanto, abbracci..ma finisce li.
Non so se sarei in grado di fare ancora l'amore con lui.
All'età di 26 anni mi ritrovo a guardare di nascosto film porno e masturbarmi. E' tutto molto triste e frustrante.
Dall'altra parte ho un uomo che mi piace davvero tanto e non solo per il sesso.
L'iidea di parlare con un esperto lo escludo a priori visti i miei precedenti.
Dopo un anno di colloquio sono stata mandata via dalla mia psicologa e questo ha provocato in me molta tristezza. Quasi un ennesimo abbandono.
[#4]
Gentile Utente,
il suo rapporto di coppia è in una condizione di "stallo" da diverso tempo, non è tanto la mancanza di una sessualità, ma il disinteresse nel volerla recuperare. Questo chiaramente è indice di un "timore della separazione" che state alimentando entrambi. Condividete un'assioma secondo il quale è "meglio vivere una relazione di coppia frustrante, piuttosto che affrontare una crisi".
>>Dopo un anno di colloquio sono stata mandata via dalla mia psicologa e questo ha provocato in me molta tristezza. Quasi un ennesimo abbandono.<<
come mai è successo questo?
il suo rapporto di coppia è in una condizione di "stallo" da diverso tempo, non è tanto la mancanza di una sessualità, ma il disinteresse nel volerla recuperare. Questo chiaramente è indice di un "timore della separazione" che state alimentando entrambi. Condividete un'assioma secondo il quale è "meglio vivere una relazione di coppia frustrante, piuttosto che affrontare una crisi".
>>Dopo un anno di colloquio sono stata mandata via dalla mia psicologa e questo ha provocato in me molta tristezza. Quasi un ennesimo abbandono.<<
come mai è successo questo?
[#5]
Utente
La psicologa dopo un anno di colloqui mi disse che non era più indispensabile che io continuassi ad andare da lei. Ma non perchè ero riusciuta a risolvere i problema, ma proprio perchè vedeva che non riuscivo ad affrontare i miei limiti, le mie paure. Non nego che mi fece molto soffrire il suo atteggiamento. Probabilmente ,essendo un consultorio gratuito, aveva intenzione di fare alcuni tagli sui pazienti. Questa è l'idea che mi son fatta. Ed è per questo che non ho nessuna intenzione di tornare in un consultorio. Poi non potrei permettermelo perchè, avendo superato i 26anni, dovrei pagare. Sono disoccupata espendere notevoli cifre per poi non risolvere il problema non mi sembra utile. Con questo non dico che sia stata una perdita di tempo. Anzi. Mi ha dato spunti sui quali poter riflettere.
Io però ho iniziato il messaggio scrivendo che da alcune settimane sento continuamente dei pensieri che non riesco a fermare. Sono tutti rivolti all'altro uomo. Infatti da quando ho deciso di non frequentarlo più mi sento una nullità. Mi ossessiono con pensieri auto lesionisti. Ho perso quella poca autostima che avevo, mi sento una fallita, una persona per cui non vale la pena di rovinare un matrimonio. Faccio continui paragoni con la moglie. E tra le due io sono la peggiore.
Eppure inizialmente la storia era nata solo per colmare un bisogno fisico. Con il tempo le cose son cambiate. Addirittura adesso appena ricevo complimenti sul mio aspetto fisico mi offendo. Vorrei essere notata per le mie qualità. Ammesso che ne abbia. Sono contraddittoria, mi rendo conto. Mi guardo allo specchio e mi vedo attraente...a volte sexy. Ma il mio compagno non lo nota...mentre l'altro si. Ma non mi basta. Forse penso di essere interessante solo dal punto di vista sessuale. E molto carente dal punto di vista personale.
Non so più come gestire la situazione. Non faccio che pensare ad altro. Tutto il giorno tutti i giorni. Arrivo a dimenticarmi di ciò che mi circonda. Ho paura che la situazione possa precipitare.
Non ho nessuno con cui parlare. Sono disperata.
Io però ho iniziato il messaggio scrivendo che da alcune settimane sento continuamente dei pensieri che non riesco a fermare. Sono tutti rivolti all'altro uomo. Infatti da quando ho deciso di non frequentarlo più mi sento una nullità. Mi ossessiono con pensieri auto lesionisti. Ho perso quella poca autostima che avevo, mi sento una fallita, una persona per cui non vale la pena di rovinare un matrimonio. Faccio continui paragoni con la moglie. E tra le due io sono la peggiore.
Eppure inizialmente la storia era nata solo per colmare un bisogno fisico. Con il tempo le cose son cambiate. Addirittura adesso appena ricevo complimenti sul mio aspetto fisico mi offendo. Vorrei essere notata per le mie qualità. Ammesso che ne abbia. Sono contraddittoria, mi rendo conto. Mi guardo allo specchio e mi vedo attraente...a volte sexy. Ma il mio compagno non lo nota...mentre l'altro si. Ma non mi basta. Forse penso di essere interessante solo dal punto di vista sessuale. E molto carente dal punto di vista personale.
Non so più come gestire la situazione. Non faccio che pensare ad altro. Tutto il giorno tutti i giorni. Arrivo a dimenticarmi di ciò che mi circonda. Ho paura che la situazione possa precipitare.
Non ho nessuno con cui parlare. Sono disperata.
[#6]
Gentile Utente,
a me pare del tutto comprensibile che in una situazione del genere Lei possa sentirsi disperata e arrivare a pensare le peggiori cose di se stessa. Però non crede sia il contesto a creare tutto ciò?
In fondo, se ci pensa bene, chi vorrebbe amare un uomo vigliacco che tiene il piede in due scarpe tra moglie ed amante? E soprattutto come ci si può sentire ad essere un amante part-time?
Mi pare che il problema sia piuttosto questo: Lei si è messa in relazioni con uomini che la squalificano , anzichè esaltarne le potenzialità e le qualità.
Perchè non si toglie da relazioni così tossiche e malate?
E' ancora molto giovane per ripartire da se stessa e iniziare una storia che però ha caratteristiche diverse dalle precedenti. Soltanto, per attuare tutto ciò, deve farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta. Altrimenti il rischio è quello di iniziare un'altra storia con le stesse caratteristiche.
Se al consultorio non si è trovata bene, scelga un ospedale al cui interno sia presente l'ambulatorio di psicologia: se ha problemi economici potrà accedere pagando solo il ticket sanitario.
In ogni caso, si prenda cura di se stessa perchè le vie d'uscita dai problemi ci sono.
Cordiali saluti,
a me pare del tutto comprensibile che in una situazione del genere Lei possa sentirsi disperata e arrivare a pensare le peggiori cose di se stessa. Però non crede sia il contesto a creare tutto ciò?
In fondo, se ci pensa bene, chi vorrebbe amare un uomo vigliacco che tiene il piede in due scarpe tra moglie ed amante? E soprattutto come ci si può sentire ad essere un amante part-time?
Mi pare che il problema sia piuttosto questo: Lei si è messa in relazioni con uomini che la squalificano , anzichè esaltarne le potenzialità e le qualità.
Perchè non si toglie da relazioni così tossiche e malate?
E' ancora molto giovane per ripartire da se stessa e iniziare una storia che però ha caratteristiche diverse dalle precedenti. Soltanto, per attuare tutto ciò, deve farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta. Altrimenti il rischio è quello di iniziare un'altra storia con le stesse caratteristiche.
Se al consultorio non si è trovata bene, scelga un ospedale al cui interno sia presente l'ambulatorio di psicologia: se ha problemi economici potrà accedere pagando solo il ticket sanitario.
In ogni caso, si prenda cura di se stessa perchè le vie d'uscita dai problemi ci sono.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#7]
Gentile Utente,
>>Ed è per questo che non ho nessuna intenzione di tornare in un consultorio. Poi non potrei permettermelo perchè, avendo superato i 26anni, dovrei pagare.<<
può rivolgersi ad un centro di salute mentale, pagando semplicemente un ticket. Se pensa che un ticket sia un prezzo troppo elevato, probabilmente non parliamo più di una questione economica, ma di motivazione al cambiamento.
Le sue difficoltà non possono essere affrontate on-line, ma solo in un contesto di psicoterapia preferibilmente ad indirizzo psicodinamico.
>>Ed è per questo che non ho nessuna intenzione di tornare in un consultorio. Poi non potrei permettermelo perchè, avendo superato i 26anni, dovrei pagare.<<
può rivolgersi ad un centro di salute mentale, pagando semplicemente un ticket. Se pensa che un ticket sia un prezzo troppo elevato, probabilmente non parliamo più di una questione economica, ma di motivazione al cambiamento.
Le sue difficoltà non possono essere affrontate on-line, ma solo in un contesto di psicoterapia preferibilmente ad indirizzo psicodinamico.
[#8]
Utente
Buonasera, vorrei solo aggiornare la mia situazione.
Circa 10 giorni fa ho chiusi definitivamente la storia con l'altro uomo.
Ho voluto farlo anche per capire quali fossero i motivi per cui non lasciava la moglie.
Ha premesso che tutto era nato come un rapporto di tipo fisico, poi con il passare del tempo ha iniziato a provare dei sentimenti e questo lo ha spaventato. Una parte di lui vorrebbe lasciarmi perdere, ma l'altra non ce la fa perchè "è più forte di lui".
Finita la premessa ho chiesto se il motivo fosse per un fattore di inferiorità (mio) rispetto alla moglie.(lavoro, hobby, capacità relazionali.)
Gli ho chiesto questo chiarendo che poteva essere un SUO punto si vista e non un MIO.
La risposta è stata negativa. Quindi ora come ora mi rendo conto di essere proprio io il problema. Non sono stata in grado di farmi apprezzare da lui.
Ho letto diversi articoli su "donne che non si amano", oppure "le donne e l'uomo sbagliato."
In tutti questi articoli la donna viene descritta come sucube ed incapace di trocare il rapporto nocivo.
Si fa sempre riferimento all'infanzia e al rapporto genitori/figli.
Concordo su molte cose, ma io non credo di rispecchiare in pieno questa figura.
Anzi, ho sempre pensato che fosse lui il "debole" della situazione. Io lo lasciavo, ero scostante, insicura, gelosa e a volte cattiva con lui. (penso che fosse dovuto dalla situazione). Ma questo non gli impediva di scrivermi e di abbassarsi. Diceva che questo mi carattere gli piaceva e che facendo parte di me lo accettava.
Sembrava una situazione al contrario. Ero io il carnefice e lui la vittima.
Eppure sono stata capace di mettere la parola fine a tutto questo.
Allora mi chiedo come mai io stia soffrendo moltissimo.
Forse avrei potuto fare di più. Ho paura di quello che lui possa pensare di me, anche se mi ha ripetuto in continuazione che sono una bella persona.
Ma allora cos'ho che non va?
A detta sua la moglie lo ha deluso moltissimo. Ha compiuto delle azioni peggio di un tradimento. Eppure questo non gli impedisce di starle a fianco. E questo conferma la mia tesi. Lei è più speciale di me a tal punto da volerle stare accanto nonostante tutto.
Nonostante non si sia mai pentito del tradimento.
Ieri li ho visti insieme. Lui mi ha salutata. Un altro uomo non l'avrebbe fatto. Così come un altro uomo non mi avrebbe sopportato per un anno.
Ho comunque l'impressione di aver perso una bella persona.
E di essere incapace di costruire rapporti saldi e duraturi.
Ho intenzione di andare da una psicologa. Ma non so fino a che punto possa essere giusto. Non si dovrebbe correre a chiedere aiuto ogni qual volta si hanno dei problemi. Dovrei essere auto sufficiente.
Così come non credo sia giusto scrivere su questo blog.
Continuo a farlo ma una parte di me si sente ridicola.
Scusate se mi sono dilungata.
Circa 10 giorni fa ho chiusi definitivamente la storia con l'altro uomo.
Ho voluto farlo anche per capire quali fossero i motivi per cui non lasciava la moglie.
Ha premesso che tutto era nato come un rapporto di tipo fisico, poi con il passare del tempo ha iniziato a provare dei sentimenti e questo lo ha spaventato. Una parte di lui vorrebbe lasciarmi perdere, ma l'altra non ce la fa perchè "è più forte di lui".
Finita la premessa ho chiesto se il motivo fosse per un fattore di inferiorità (mio) rispetto alla moglie.(lavoro, hobby, capacità relazionali.)
Gli ho chiesto questo chiarendo che poteva essere un SUO punto si vista e non un MIO.
La risposta è stata negativa. Quindi ora come ora mi rendo conto di essere proprio io il problema. Non sono stata in grado di farmi apprezzare da lui.
Ho letto diversi articoli su "donne che non si amano", oppure "le donne e l'uomo sbagliato."
In tutti questi articoli la donna viene descritta come sucube ed incapace di trocare il rapporto nocivo.
Si fa sempre riferimento all'infanzia e al rapporto genitori/figli.
Concordo su molte cose, ma io non credo di rispecchiare in pieno questa figura.
Anzi, ho sempre pensato che fosse lui il "debole" della situazione. Io lo lasciavo, ero scostante, insicura, gelosa e a volte cattiva con lui. (penso che fosse dovuto dalla situazione). Ma questo non gli impediva di scrivermi e di abbassarsi. Diceva che questo mi carattere gli piaceva e che facendo parte di me lo accettava.
Sembrava una situazione al contrario. Ero io il carnefice e lui la vittima.
Eppure sono stata capace di mettere la parola fine a tutto questo.
Allora mi chiedo come mai io stia soffrendo moltissimo.
Forse avrei potuto fare di più. Ho paura di quello che lui possa pensare di me, anche se mi ha ripetuto in continuazione che sono una bella persona.
Ma allora cos'ho che non va?
A detta sua la moglie lo ha deluso moltissimo. Ha compiuto delle azioni peggio di un tradimento. Eppure questo non gli impedisce di starle a fianco. E questo conferma la mia tesi. Lei è più speciale di me a tal punto da volerle stare accanto nonostante tutto.
Nonostante non si sia mai pentito del tradimento.
Ieri li ho visti insieme. Lui mi ha salutata. Un altro uomo non l'avrebbe fatto. Così come un altro uomo non mi avrebbe sopportato per un anno.
Ho comunque l'impressione di aver perso una bella persona.
E di essere incapace di costruire rapporti saldi e duraturi.
Ho intenzione di andare da una psicologa. Ma non so fino a che punto possa essere giusto. Non si dovrebbe correre a chiedere aiuto ogni qual volta si hanno dei problemi. Dovrei essere auto sufficiente.
Così come non credo sia giusto scrivere su questo blog.
Continuo a farlo ma una parte di me si sente ridicola.
Scusate se mi sono dilungata.
[#11]
Utente
Buongiorno, purtoppo ritorno a scrivere per chiedere un Vostro parere.
Come già detto in precedenza, la storia con il mio amante è finita.
Sono più di 40giorni che non lo sento. E' un silenzio straziante.
Gli chiesi io di non farsi più sentire, ma per quanto mi riguarda, se una persona volesse davvero aver notizie, si farebbe sentire comunque.
Ho fatto un colloquio conoscitivo con uno psicologo.
Secondo lui rimanere in contatto con una persona con la quale, oltre al sesso, si sono condivisi dei "sentimenti" , è difficile tornare ad avere un rapporto. Non so se sia vero oppure no.
Ma da questo suo silenzio, si sono scatenati in me dei veri e propri tormenti. La certezza che lui abbia un altra, il controllo degli accessi su Whatsapp..e i controlli della presunta amante.
Oggi vorrei pedinarlo per vedere se effettivamente abbia un'altra oppure no.
Lo faccio solo per placare questa voce dentro di me.
Anche i post che pubblica questa donna su Facebook mi fanno pensare che si veda con lui.
Ammetto di essere sempre stata gelosa di lei. E, nonostante mi abbia ripetuto all'infinito che tra loro non c'è mai stato nulla..io non ci credo.
Ho paura che questa mia gelosia prenda il sopravvento.
A 26 anni mi sento così ridicola. Sono più gelosa di una probabile altra donna, che non della moglie e del mio attuale compagno.
Io, ci tengo a precisare, non ho mai contattato lui direttamente. Non so come uscirne. Non so se sia giusto seguirlo. E se dovessi scoprire qualcosa cosa accadrebbe realmente in me?
Ho paura.
Come già detto in precedenza, la storia con il mio amante è finita.
Sono più di 40giorni che non lo sento. E' un silenzio straziante.
Gli chiesi io di non farsi più sentire, ma per quanto mi riguarda, se una persona volesse davvero aver notizie, si farebbe sentire comunque.
Ho fatto un colloquio conoscitivo con uno psicologo.
Secondo lui rimanere in contatto con una persona con la quale, oltre al sesso, si sono condivisi dei "sentimenti" , è difficile tornare ad avere un rapporto. Non so se sia vero oppure no.
Ma da questo suo silenzio, si sono scatenati in me dei veri e propri tormenti. La certezza che lui abbia un altra, il controllo degli accessi su Whatsapp..e i controlli della presunta amante.
Oggi vorrei pedinarlo per vedere se effettivamente abbia un'altra oppure no.
Lo faccio solo per placare questa voce dentro di me.
Anche i post che pubblica questa donna su Facebook mi fanno pensare che si veda con lui.
Ammetto di essere sempre stata gelosa di lei. E, nonostante mi abbia ripetuto all'infinito che tra loro non c'è mai stato nulla..io non ci credo.
Ho paura che questa mia gelosia prenda il sopravvento.
A 26 anni mi sento così ridicola. Sono più gelosa di una probabile altra donna, che non della moglie e del mio attuale compagno.
Io, ci tengo a precisare, non ho mai contattato lui direttamente. Non so come uscirne. Non so se sia giusto seguirlo. E se dovessi scoprire qualcosa cosa accadrebbe realmente in me?
Ho paura.
[#12]
Gentile Utente,
credo abbia fatto la scelta migliore rivolgendosi ad un Collega di persona.
A questo punto è utile rivolgere i suoi dubbi all'interno delle sedute e non più on-line, questo per evitare fraintendimenti e "scollamenti" con il percorso che ha iniziato.
credo abbia fatto la scelta migliore rivolgendosi ad un Collega di persona.
A questo punto è utile rivolgere i suoi dubbi all'interno delle sedute e non più on-line, questo per evitare fraintendimenti e "scollamenti" con il percorso che ha iniziato.
[#13]
Utente
Buongiorno, non so se troverò ancora qualche Dottore che mi possa rispondere. Ma volevo avere un chiarimento su rapporto psicologo/paziente.
Il primo colloquio conoscitivo l'ho avuto con un logopedista. Non so come mai abbiano delegato a lui. Ma nonostante tutto mi sono trovata davvero bene. A mio agio. Anche i dialoghi erano privi di lunghe pause (spesso imbarazzanti).
Chiarisco brevemente che ho chiesto un consulto per il mio problema di coppia e per il mio problema avuto con un amante.
L'altro giorno invece ho conosciuto chi mi seguirà in questo percorso.
Sarà un'altra Dottoressa. Nei 50min di colloquio ci sono state molte pause (da parte di entrambe), sorrisi spesso forzati da parte sua.
Poi una frase che mi ha indisposta è stata "se un uomo tradisce non ama la sua donna".
Ecco. Non so fino a che punto una Dott.ssa possa mettere da parte la sua personale opinione. Probabilmente il confine tra Dott.ssa e donna è davvero sottile.
Non vorrei che questo mio percorso fosse compromesso in qualche modo.
Forse un Dottore mi aiuterebbe di più.
Probabilmente perchè meno coinvolto nel parlare ad una ragazza che ha fatto l'amante di un uomo sposato per un anno.
Ci tengo molto a recuperare la mia autostima, la mia energia e a superare questo brutto momento.
Forse dovrei parlarne con la Dottoressa? Vorrei essere seguita ancora dal logopedista ma non credo sia competente.
Saluti.
Il primo colloquio conoscitivo l'ho avuto con un logopedista. Non so come mai abbiano delegato a lui. Ma nonostante tutto mi sono trovata davvero bene. A mio agio. Anche i dialoghi erano privi di lunghe pause (spesso imbarazzanti).
Chiarisco brevemente che ho chiesto un consulto per il mio problema di coppia e per il mio problema avuto con un amante.
L'altro giorno invece ho conosciuto chi mi seguirà in questo percorso.
Sarà un'altra Dottoressa. Nei 50min di colloquio ci sono state molte pause (da parte di entrambe), sorrisi spesso forzati da parte sua.
Poi una frase che mi ha indisposta è stata "se un uomo tradisce non ama la sua donna".
Ecco. Non so fino a che punto una Dott.ssa possa mettere da parte la sua personale opinione. Probabilmente il confine tra Dott.ssa e donna è davvero sottile.
Non vorrei che questo mio percorso fosse compromesso in qualche modo.
Forse un Dottore mi aiuterebbe di più.
Probabilmente perchè meno coinvolto nel parlare ad una ragazza che ha fatto l'amante di un uomo sposato per un anno.
Ci tengo molto a recuperare la mia autostima, la mia energia e a superare questo brutto momento.
Forse dovrei parlarne con la Dottoressa? Vorrei essere seguita ancora dal logopedista ma non credo sia competente.
Saluti.
[#14]
Buongiorno,
non riesco a capire come mai abbia fatto il primo colloquio con il logopedista... e concordo con Lei che non sia la figura più adatta per la Sua situazione.
Quanto alla psicologa che ha fatto questa osservazione, tenga presente che Lei deve sentirsi libera di domandare tutto ciò che ritiene utile e opportuno, senza correre il rischio di generare inutili fraintendimenti che possono compromettere la fiducia nel professionista.
Per quanto riguarda altri aspetti, come poter scegliere un terapeuta uomo (alcuni pz. preferiscono scegliere anche l'età del terapeuta... non molto giovane, non molto anziano, ecc...), non credo ci siano problemi organizzativi, ma non crede di aver messo immediatamente dei freni a questo lavoro psicologico? Non sarebbe più semplice domandare alla psicologa che cosa intendesse dire con quell'affermazione?
Chiaramente Lei è libera di non essere d'accordo con la psicologa, ma il lavoro psicologico/psicoterapico deve porre obiettivi da raggiungere per il benessere del pz.
Nel caso specifico, quali sono gli obiettivi?
In ogni caso, tenga presente che se ciò che lo psicologo Le dirà Le sembrerà molto duro e sarà in contrasto con le Sue idee, questo non significa che il Collega sta lavorando male: Lei non si è rivolta allo psicologo per sentirsi dire ciò che desidera, ma per essere aiutata.
E dubito che la Collega sia invischiata in situazioni personali... il nostro lavoro prevede proprio di sospendere giudizi e di focalizzarsi sul pz. Uno psicologo deve anche essere consapevole di tutto ciò ed evitare di portare le proprie opinioni in terapia (oppure, se necessario ai fini della terapia, dichiararlo e premetterlo chiaramente al pz.).
Oltre tutto ciò, mi pare però che non si sia creato quel clima di cooperazione tale da permettere di lavorare serenamente... mi riferisco anche alle lunghe pause che -se non ho capito male- Le hanno generato un po' di disagio e fastidio... dico bene?
In sintesi, ne parli prima con la Collega e chiarisca, altrimenti il lavoro successivo sarà compremesso.
Spero di averLe risposto.
Cordiali saluti,
non riesco a capire come mai abbia fatto il primo colloquio con il logopedista... e concordo con Lei che non sia la figura più adatta per la Sua situazione.
Quanto alla psicologa che ha fatto questa osservazione, tenga presente che Lei deve sentirsi libera di domandare tutto ciò che ritiene utile e opportuno, senza correre il rischio di generare inutili fraintendimenti che possono compromettere la fiducia nel professionista.
Per quanto riguarda altri aspetti, come poter scegliere un terapeuta uomo (alcuni pz. preferiscono scegliere anche l'età del terapeuta... non molto giovane, non molto anziano, ecc...), non credo ci siano problemi organizzativi, ma non crede di aver messo immediatamente dei freni a questo lavoro psicologico? Non sarebbe più semplice domandare alla psicologa che cosa intendesse dire con quell'affermazione?
Chiaramente Lei è libera di non essere d'accordo con la psicologa, ma il lavoro psicologico/psicoterapico deve porre obiettivi da raggiungere per il benessere del pz.
Nel caso specifico, quali sono gli obiettivi?
In ogni caso, tenga presente che se ciò che lo psicologo Le dirà Le sembrerà molto duro e sarà in contrasto con le Sue idee, questo non significa che il Collega sta lavorando male: Lei non si è rivolta allo psicologo per sentirsi dire ciò che desidera, ma per essere aiutata.
E dubito che la Collega sia invischiata in situazioni personali... il nostro lavoro prevede proprio di sospendere giudizi e di focalizzarsi sul pz. Uno psicologo deve anche essere consapevole di tutto ciò ed evitare di portare le proprie opinioni in terapia (oppure, se necessario ai fini della terapia, dichiararlo e premetterlo chiaramente al pz.).
Oltre tutto ciò, mi pare però che non si sia creato quel clima di cooperazione tale da permettere di lavorare serenamente... mi riferisco anche alle lunghe pause che -se non ho capito male- Le hanno generato un po' di disagio e fastidio... dico bene?
In sintesi, ne parli prima con la Collega e chiarisca, altrimenti il lavoro successivo sarà compremesso.
Spero di averLe risposto.
Cordiali saluti,
[#15]
Utente
La ringrazio molto per aver letto e risposto al mio consulto.
Sicuramente le idee che esprime la Dttoressa non devono necessariamente essere uguali alle mie. Ma dalla sua affermazione mi è parso di capire che mettesse "del suo" e non fosse solamente un parere psicologico.
Per questo mi dispiace molto non poter proseguire il cammino con il logopedista.
Fin da subito ha posto domande, fatto osservazioni direi molto utili. E' andato al di là del semplice racconto conoscitivo. Però per farlo magari qualche competenza ce l'avrà. Spero!
Mentre la Dott.ssa che mi segue non ha mai espresso nessun appunto, ma si è limitata a fare domande (tra una pausa e l'altra).
Sicuramente ne parlerò in fase di colloquio.
Non mi sento a mio agio purtroppo. Forse proprio perchè preferirei che a seguirmi fosse un uomo.
Al logopedista lo specificai..Ma forse non c'era nessun Dottore disponibile. Oppure se n'è scordato.
Buona giornata.
Sicuramente le idee che esprime la Dttoressa non devono necessariamente essere uguali alle mie. Ma dalla sua affermazione mi è parso di capire che mettesse "del suo" e non fosse solamente un parere psicologico.
Per questo mi dispiace molto non poter proseguire il cammino con il logopedista.
Fin da subito ha posto domande, fatto osservazioni direi molto utili. E' andato al di là del semplice racconto conoscitivo. Però per farlo magari qualche competenza ce l'avrà. Spero!
Mentre la Dott.ssa che mi segue non ha mai espresso nessun appunto, ma si è limitata a fare domande (tra una pausa e l'altra).
Sicuramente ne parlerò in fase di colloquio.
Non mi sento a mio agio purtroppo. Forse proprio perchè preferirei che a seguirmi fosse un uomo.
Al logopedista lo specificai..Ma forse non c'era nessun Dottore disponibile. Oppure se n'è scordato.
Buona giornata.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 2.9k visite dal 08/01/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.