Cerco centro di gravità anche non permanente

Cerchero' di essere breve: matrimonio decennale con una persona che mi aveva psicologicamente quasi annientato, divorzio, per pagare lui che non lavora ipoteco casa, domando soldi a amici, assumo avvocato, mi difendo con le unghie e con i denti da lui che a ogni pié sospinto dice al giudice dei minori che sono una cattiva madre e che non mi occupo bene dei figli (2) e che lui con la sua organizzazione militare li fa andare meglio a scuola e quindi li deve avere solo lui (attualmente 50-50). E domande incessanti di soldi per i figli. Questo da 4 anni, con tonnellate di e-mail, sms dove la cosa piu' gentile che mi dice è "poveretta". Quindi da questo fronte: indebitata fino al collo e con una situazione conflittuale che non si risolve. E che fa male ai figli in maniera diversa. E qui si apre l'altro fronte: Una va male a scuola (non sta attenta, per farla studiare è un disastro), l'altra ha bisogno di continue rassicurazioni. Sono ragazze adorabili ma in difficoltà. Io torno a casa tardi dal lavoro ed è difficile seguirle come vorrei, ma data la situazione economica il part-time è escluso. Terzo fronte: genitori anziani, malati e che mi colpevolizzano costantemente di non essere presente (abito a 1000 km di distanza) di abbandonarli etc. Quarto fronte: lavoro insoddisfacente ma almeno pagato dignitosamente e sicuro.
Cose positive? Sono in buona salute, le mie figlie anche e ho il compagno piu' meraviglioso della terra. Che ogni tanti mi aiuta anche economicamente ma io mi vergogno come una ladra, vorrei che fosse fiero di me.
Ecco, insomma, come me ne esco? Ho bisogno di uno spunto, un punto da cui partire per dipanare, perché io mi sento come dentro una pentola a pressione nel cui interno c'è un tornado ... non riesco a far bene nulla. E non mi dite comincia con una cosa sola, c'ho provato ma non è possibile. Non dormo quasi piu', mi sveglio almeno cinque volte a notte, e ho questo senso di angoscia costante che non mi lascia quasi mai. putroppo per il momento uno psicologo non me lo posso permettere (anche in termini di tempo)
Grazie mille dell'aiuto che mi vorrete dare
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
sembrerebbe evidente che si stia trascinando a livello economico, emotivo, familiare, le conseguenze di una separazione/divorzio conflittuale.

Ci sono due aspetti importanti a mio parere in quanto ci riporta: uno è quello legale (e non solo come le dirò dopo) , attinente agli accordi economici, di gestione dei figli, il loro mantenimento . Mi domando cosa sia stato fatto in merito per tutelare i suoi interessi e quelli delle sue figlie , la sua tranquillità dato che ci riferisce continui "attacchi" da parte del suo ex consorte e richieste economiche, dato che mi sembra di capire che lavori.
Non si comprende bene come mai a questo livello, si sia trovata in una posizione così svantaggiosa, compito comunque dei suoi legali, ma non solo, poiché quando le situazioni sono così complesse il solo intervento legale non è sufficiente.

Lo scontro che si protrae oltre la separazione e il divorzio fa pensare che nulla sia stato elaborato, così che l'acredine, la rabbia, la rivalsa continui ad abitare l'ex coppia interferendo anche sul benessere dei figli. In questo modo la guerra tra gli ex si continua ad alimentare, come ad esempio avviene nel "legame disperante" quando la coppia si separa o divorzia, ma l'elaborazione del distacco non è avvenuta e si continua ad attribuire all'altro la ragione di tutti i mali accaduti (non sto però affermando che questo riguardi lei personalmente).

Date le contingenze, il disagio delle sue figlie sembra comprensibile e sarebbe da indagare un po' più a fondo per essere gestito al meglio. Che rapporto hanno con il padre?

A tutto si aggiunge l'atteggiamento dei suoi genitori che appesantisce il carico. Lei come lo gestisce? Come risponde alle loro richieste? Che rapporto ha con loro? E' figlia unica?

<putroppo per il momento uno psicologo non me lo posso permettere (anche in termini di tempo)>
Comprendo il poco tempo, senza dubbio conduce una vita faticosa, ma dato che si sente dentro a un tornado e ha scritto qui a noi, sarebbe una buona cosa da fare proprio per comunciare a dipanare la complessa matassa in cui si trova e trovarne il bandolo. Quanto ai costi, si può rivolgere al servizio pubblico, ad esempio presso il Consultorio Familiare ASL.

In ogni caso sarebbe da regolare diversamente il rapporto con il suo ex coniuge che sembrerebbe essere sfociato anche in un lungo e faticoso contenzioso legale.
In questi casi un intervento di mediazione familiare è consigliato, unitamente all'intervento del legale.

Intanto le segnalo questo articolo al link:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1840-separazioni-conflittuali-quando-in-mezzo-ci-sono-i-figli.html

Restiamo in ascolto se vuole aggiungere altro o desidera maggiori informazioni.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
grazie della cortese ed elaborata risposta.
Mi fa alcune domande alle quali cerchero' di rispondere e una delucidazione.
Le assicuro che io non cerco mai il conflitto, consapevole tra l'altro che per litigare bisogna essere in due. Non escludo pero' di mettere in atto, a fronte dei suoi attacchi della resistenza passiva (e aggressiva) che lo fanno arrabbiare ... E' l'unico modo che ho trovato di difendermi.
Che relazione hanno le mie figlie col padre? La prima, quella che va male a scuola, ha un rapporto ambivalente. Da premettere che lui è ossessionato dai suoi risultati scolastici. Quindi lei da un lato lo compiace per evitare le sue collere (che possono durare ore e originare da qualsiasi cosa) quindi non gli dice la verità ma quello che lui si vuole sentir dire, dall'altro le piace andare da lui perché ogni tanto la fa ridere e le organizza delle uscite. L'altra dice che vuole andare meno dal padre e stare con me perché il padre si interessa solo della prima e a lei si interessa solo perché è rotondetta e la mette a dieta stretta (ha meno di 12 anni). E il padre NON lavora.
Io non ho fratelli, e passo le mie vacanze a fare "psicoterapia" ai miei, questo è l'unico modo che ho per gestirli.Sono aiutati nelle cose quotidiane, ma vogliono me. Io la colpevolizzazione la vedo, la sento ma so almeno razionalmente che non puo' essere la mia priorità ora.
La mediazione sarebbe una buona idea ma io ho sempre detto che ci sarei andata solo se ci fosse un minimo di rispetto per le mie idee. Lui mi ha risposto che non mi merito rispetto, che sono la peggiore delle madri ecc ecc. Quindi all'epoca salto' tutto. Ma vede, mi ha umiliato cosi' a lungo ....
Grazie ancora
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Cara Signora,
non mi resta che suggerirle di provare la strada della mediazione familiare o di rivolgervi a un terapeuta familiare (indicato l'approccio sistemico-relazionale), anche lei stessa in prima persona se il suo ex marito non fosse d'accordo, sia per quanto riguarda i problemi della separazione sia per quelli delle ragazze che andrebbero presi in considerazione e non trascurati.

Continuare in questo modo non fa altro che sostenere il suo malessere e il disagio delle vostre figlie.

Per quanto riguarda i suoi genitori, sarebbe opportuno modulare il rapporto con loro in maniera differente, mi sembra davvero eccessivo il suo coinvolgimento emotivo che non fa altro che appesantire il suio carico giàcosì pesante. Lei non può porsi come terapeuta dei suoi genitori, nemmeno chi lo fa per professione può porsi in questo modo con i propri familiari. Anche in questo un nostro collega la potrebbe aiutare.

Dunque sarebbe davvero il caso riuscisse a trovare tempo per consultare un professionista, se non ha la possibilità di rivolgersi a un privato, può usufruire del servizio pubblico, come le ho già detto, presso il Consultorio Familiare ASL.

Non esiterei a farlo, proprio perché continuare in questo modo la trattiene nel malessere (e non solo lei ma anche le ragazze) e le costa troppe risorse da mettere in campo, con il rischio di non risolvere nulla, ma di complicare ulteriormente la già difficile situazione.

Ci faccia sapere se crede.

Coraggio e un grande in bocca al lupo.