Bipolarismo

Buongiorno ho 43 anni conduco una vita normale sotto tutti gli aspetti ma sono consapevole di avere disturbi emotivi che modificano i miei comportamenti anche nelle relazioni interpersonali ed affettive. Difficoltà di autocontrollo, ipercinetico, spesso fatico a dormire, quasi mai rilassato mentalmente, cmq attivo, efficiente nel lavoro,volenteroso e dinamico, nei rapporti con le partner molto freddo, e con difficoltà a continuare un rapporto .Nei rapporti interpersonali biunivoci sono per esempio troppo attento a fare la mia parte bene (eccessivamente giustificativo con l'altro e sempre pronto a scusarmi per eventuali miei seppure piccoli errori o sviste) essendo cmq molto comprensivo con l'altro(ingiusto con me stesso) , molto autocritico, squilibrio nella sfiducia e fiducia delle persone con cui ho a che fare(troppa, rispondente ad i caratteri comportamentali del borderline) , mi preoccupo molto di quello che pensano gli altri in maniera condizionante mentre se sono appena arrabbiato vado per la mia strada senza troppi condizionamenti (come vorrei che fosse sempre). Ho notato che questi squilibri non c'erano(o se c'erano cmq non me ne proccupavo cosa che sarebbe sufficientemente soddisfacente per me)quando avevo un negozietto mio che girava dunque mi sentivo indipendente e realizzato. Penso che le cause comportamentali siano la mancanza di autostima ed il senso di colpa causati dal mio ambito famigliare infantile. Figlio unico in una situazione famigliare anomala: da quando avevo 2 anni mia madre urlava contro mio padre(per giuste cause in cui non perdo tempo ora) denigrandolo verbalmente, spesso associandomi a lui(sei come tuo padre), eccessivamente dura e fredda con me anche se si è sempre preoccupata di me a livello educativo ed economico. Mio padre eccessivamente buono e comprensivo manifestante ancor oggi una irresponsabilità(a mio avviso patologica)a 63anni che si traduce in una mancanza di normale pianificazione della propria vita(in pratica sotto certi aspetti è rimasto bambino). dal punto di vista affettivo caldo ossia con mio padre mi son sempre sentito accettato con mia madre non mi sono sentito accettato nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza(mancanza di normale propensione affettiva ed accettazione del proprio figlio) . Non bevo ma quando bevo spesso esagero e perdo l'autocontrollo . Voglio bene ad entrambe i miei genitori. Ho elencato una sommatoria di elementi per dare un quadro indicativo; io penso che dovrei riportare alla coscienza degli eventi e/o delle situazioni per poterle scaricare dalla mia fastidiosa parte emotiva. Volevo chiedere se questa mia ipotesi è possibilmente reale e se così fosse non sarebbe per me più appropriato uno psicanalista che uno psicologo. Sono deciso a togliermi dalle scatole questi fastidi che mi condizianano e mi innervosiscono dunque volevo essere orientato da voi specialisti per così ottimizzare la ricerca della risoluzione. Mi scuso per l'oggettivo disordine non a caso chiedo aiuto, ringrazio per il vs prezioso contributo.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile utente,
Se pur dettagliata, la sua storia clinica è frutto del suo racconto e vissuto...., senza un interlocutore clinico, soltanto un nostro Collega potrà aiutarla sia nella prima fase, quella diagnostica, che quella successiva terapeutica.

Può scegliere sia uno psicoterapeuta, che uno psicoanalista, sono due approcci e metodologia di lavoro totalmente differenti, entrambi validi, dipende con chi si sentirà più a suo agio.

Guardi nel nostro portale, inserendo la sua città , vedrà alcuni nostri colleghi con le più svariate specializzazioni, potrà vedere le loro foto, leggere i loro consulti, articoli, blog....e decidere

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Randone.
Ciò che ci racconta è il suo modo di vedere se stesso, non dati di fatto.
Sembra che lei sia molto concentrato su di sé, come se le relazioni non fossero il frutto di scambi, e non venissero costruite insieme all'"altro". In altre parole, è difficile nei rapporti a due, così come nelle relazioni di gruppo, essere sempre allo stesso modo (sicuri di sé, decisi, ecc.).
La scelta di rivolgersi ad un terapeuta credo sia ottima.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Volevo chiedere se questa mia ipotesi è possibilmente reale e se così fosse non sarebbe per me più appropriato uno psicanalista che uno psicologo. Sono deciso a togliermi dalle scatole questi fastidi che mi condizianano e mi innervosiscono dunque volevo essere orientato da voi specialisti per così ottimizzare la ricerca della risoluzione."

Gentile Utente,

Lei dice di voler risolvere questo problema e di puntare ad una soluzione e sono pienamente d'accordo con Lei.
Per questa ragione ritengo sia meglio rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta.
Ma potrebbe essere utile anche una valutazione psichiatrica.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
La differenza fra psicoanalisti e psicoterapeuti puo' non essere molta. Esistono infatti psicoterapeuti ad orientamento psicoanalitico o psicodinamico che lavorano sulle stesse tematiche.
La differenza fondamentale e' che gli psicoanalisti si occupano di analizzare il transfert metre gli psicoterapeuti (ad orientamento dinamico o psicoanalitico) non si dedicano a tale pratica.
Mi auguro di avergli fornito delle informazioni utili.
Saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Grazie per i vs preziosi consigli, cercherò sul portale stesso. Effettivamente ho difficolta nella costruzione di un rapporto frutto di intescambi é come se fossi io e "l'esterno" e non avessi una continuità di normale sicurezza e decisione. Mi sembra di aver capito che lo psicologo(psicodinamico) e lo psicologo(psicoanalista) utilizzano metodologie ed approcci differenti;vedendo cos'è il transfert mi sembra che sia proprio la proiezione di cosè vecchie in contesti attuali la causa di miei vari fastidi: senza approfittare della vs disponibilità volevo chiedere se è vero(letto da qualche parte 20anni fa) e/o se è statisticamente provato che alcune patologie o fastidi(fobie) causate da situazioni disagevoli o schock nell'infanzia possano essere scaricate (guarite ed attenuate) riportando alla coscienza di adulto(con lo specialista) questi eventi che nell'età dell'infanzia erano stati dimenticati forzosamente perchè ripugnanti ossia messi nel cestino male ed in tal modo condizionano negativamente la parte cosciente danno fastidio insomma. grazie ancora e buon nobile lavoro.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

può leggere qui per capire meglio le varie differenze dei modelli psicoterapici: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Il riportare alla memoria attuale gli eventi antichi e' propedeutico alla loro rielaborazione nell'attuale.
Se infatti una tematica e' stata angosciosa nell'infanzia e ha portato a una inibizione cio' si esprimera' in un sintomo (es una fobia). Facendo il percorso all'indietro si puo' comprendere quel sintomo quale angoscia cerchi di evitare. Le fobie sono infatti frutto della compresenza di emozioni (inconsce) contraddittorie: attrazione+repulsione ad es. Nel momento in cui si percepisce il desiderio questo viene inibito da una repulsione. Il risultato e' una totale inibizione, cioe' la fobia.
Andando a decodificare le emozioni contrastanti si risolve il sintomo.
Spero di averla aiutata a orientarsi.
Il transfert e' pero' una cosa diversa: nella relazione terapeutica si ripropongono le stesse rappresentazioni inconsce che si nutrivano verso le figure significative dell'infanzia (es. Genitori) amore-odio-paura-ribellione-seduzione etc.
L'analisi del transfert lavora su tali riproposizione che si riattualizzano nella relazione terapeutica (in modo inconscio).
Cordiali saluti
[#8]
Utente
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Ok molte grazie
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