Partner confuso e ansioso

Buongiorno,
da quasi un mese la mia relazione è terminata all'improvviso con il mio fidanzato che torna in lacrime dai suoi genitori. Stavamo insieme da quasi due anni, non convivevamo ma lui passava i week end da me. La relazione andava bene fino a 6 mesi fa quando una sera il mio partner perde l'erezione e la reazione è tragica. Nonostante l'episodio non si ripresenti più iniziano a comparire stati d'ansia continui. L'ansia però non si presenta nei momenti intimi ma in qualsiasi occasione (lavoro, eventi etc). Il medico gli consiglia dello xanax ma le cose non migliorano. Un giorno di questa estate mi dice che è confuso e non sa se mi ama. Ovviamente io non la prendo bene e, dopo avergli detto che era meglio che ci pensasse bene prima di andare avanti, mi dichiara di nuovo amore eterno e decidiamo di proseguire. La storia prosegue 'alla grande' (almeno per me) si fanno progetti di viaggi, eventuale convivenza. Poi si parte per le ferie estive e i primi due giorni lui viene preso da un attacco di ansia/panico caratterizzato da pianti. Gli dico che è meglio tornare a casa ma si rifiuta e per il resto della vacanza tutto procede nella norma. L'ansia ci accompagna continuamente tanto che ad un certo punto gli chiedo se il problema non fossi io..la risposta ogni volta che gli ponevo questa domanda era che io non c'entravo nulla, che mi amava e che era fatto così lui. Gli consiglio di andare dallo psicologo che gli da delle pastiglie per un mese. L'ultimo mese prosegue normalmente con lui che nei week end che passava da me stava bene e non si lamentava dell' ansia fino a quando poi non è scappato in lacrime dai suoi (in teoria nella settimana dove i medicinali avrebbero peggiorato i suoi stati ansiogeni). Passa un mese di tiramolla dove lui sostiene di volere una pausa perchè non è sicuro di amarmi. Ovviamente io ho cercato di farmi da parte. In questo periodo lui continua a cercarmi e una sera mi dice che mi ama ancora. A questa dichiarazione d'amore segue una mail in cui mi dice che non può tornare da me che sta male. Io rimango senza parole e dopo un tentativo di parlargli getto la spugna. Passano altre due settimane di messaggi confusi e il 24 di dicembre lui torna in lacrime dicendo ancora che è confuso, che se è li è per un motivo...come nel primo caso sei ore dopo aveva cambiato idea. ho parlato con i suoi genitori che mi dicono che lui voleva tornare il week end prima ma loro gli avevano detto di no così come quella sera di natale. Io non so se tornerà mai ma sinceramente non riesco a capire come una persona per 6mesi finga così bene affermando che venire da me gli procurava ansia ma tutto quello che poi faceva gli veniva spontaneo. Inoltre ora pare ci stia provando con un'altra collega (purtroppo lavoriamo insieme) e anche questo atteggiamento che reputo un pò meschino non riesco a capirlo. Non so cosa aspettarmi ancora. Non riesco a smettere di chiedermi se avessi potuto fare qualcosa in più o se adesso potrei fare qualcosa. Grazie!
[#1]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

è un pò difficile risponderLe riguardo a cosa pensa una persona terza, dato che mancano un pò di elementi.

Ma quando Lei ha parlato con i genitori di lui, ha chiesto come mai essi avrebbero psoto dei veti?

Cosa vi impedisce di vivere insieme tutti i giorni e non solo i w.e.?

Certo, descrive il compagno come un bambino piagnucoloso che ha bisogno di essere rassicurato.

Ma Lei cosa vuole?
Cosa la tiene legata a lui?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Gli consiglio di andare dallo psicologo che gli da delle pastiglie per un mese<<
lo psicologo non è un medico a meno che non sia specializzato anche in medicina. Si tratta forse di una visita psichiatrica? Non credo sia un caso "psichiatrico", voglio dire: a cosa serve prendere i farmaci per uno stato d'ansia se è probabilmente causato dalla vostra relazione?

La crisi che state attraversando è di coppia e la situazione andrebbe affrontata come tale, prendendo coscienza entrambi dei vostri comportamenti. Gli stati d'ansia che sta attraversando il suo partner potrebbero essere legati ad alcune sue difficoltà personali nell'affrontare la separazione e quindi il tutto si traduce in un "tira e molla".

Il suo atteggiamento (di lei che scrive) sembra un po' accondiscendente rispetto alle richieste del suo partner.
Che ne pensa?





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
comprendere cosa sia accaduto, è veramente complesso, senza il possibile paziente...

Il deficit erettivo, è un sintomo di una situazione sottostante decisamente più complessa......potrebbe esser una segnale d'ansia, minimizzato e tacitato dalle gocce, essere spia di disagi psicologici e relazionali più profondi, causa o conseguenza della vostra coppia....


La crisi della vostra coppia, andrebbe ascoltata adeguatamente ed adeguatamente elaborata....un terapeuta di coppia, sarebbe indicato.

Le allego delle letture sul d.e.

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Gentile dott. Finazzi,
per quanto riguarda i suoi genitori 'il veto' l'hanno giustificato affermando che non sarebbe dovuto tornare se non fermamente sicuro della sua scelta. Non vivevamo insieme ma vivendo abbastanza lontani lui passava i we da me. Il mio attaccamento è dovuto all'amore che ancora provo per lui e probabilmente all'incapacità di credere che in tutto questo tempo, nonostante lui dicesse il contrario, il problema fossi realmente io.
Gentile dott. Del Signore,
il medico è stato consigliato ai genitori da conoscenti e si è una psichiatra. Lo stato d'ansia fino ad un mese fa era generalizzato ad ogni ambito della vita del mio ex, con la psichiatra stessa aveva affermato che mi amava e voleva superare questo stato d'ansia. La mia accondiscendenza forse nasce dal fatto che non avevo capito di essere stata messa in discussione proprio io; del resto dopo aver ridichiarato amore dopo il primo tentennamento la mia storia 'pareva' procedesse normalmente.
gentile dott. Randone,
prima di quell'episodio erettivo non c'erano mai stati d'ansia e non aveva mai fatto uso di farmaci ansiolitici di nessun genere.
Io sarei anche disponibile ad una terapia di coppia ma ormai mi è stata preclusa ogni opzione.
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