Tristezza e rabbia
Salve,
vi scrivo perchè sempre + spesso -da qualche mese a questa parte- ho giorni in cui mi sento triste, stanca, arrabbiata. Vorrei dormire tutto il giorno, per riposarmi e a volte per non pensare ai problemi della mia famiglia.
Da quando mia nonna si è suicidata 6anni fa tutto è cambiato, le dinamiche familiari sono cambiate, mio nonno è rimasto solo e ad accudirlo -ora che ha la demenza- ci pensano giorno e notte mia mamma, mia zia e una badante.
La situazione per loro è pesante, anche se gli vogliono un gran bene, e lo è anche per me (egoisticamente forse), xche il clima familiare è sempre teso e ho sempre la sensazione di non potermi mai rilassare.
Vivo ancora con i miei genitori poichè sto finendo la specializzazione all'università (ultimo anno) e con loro ho un bel rapporto, anche se mi accorgo che ultimamente provo rabbia nei confronti di questa situazione, provo rabbia per il fatto che le cose non torneranno + come erano un tempo, provo rabbia per come sono andati questi giorni di festa e provo rabbia perchè non mi aspetto niente di bello.
Mi sento giù, scarica, nervosa e quando non sono giù alle volte subentra la vecchia cara ansia sottoforma di pensieri tipo "e se non riuscissi ad essere + felice?" , "e se non stessi + serena?".
Devo partire per Londra con il mio ragazzo tra 3 giorni per Capodanno ma non ne ho voglia.. ho sempre amato viaggiare e amo passare il tempo con lui, ma sono svogliata e vorrei solo riposarmi a casa. Questo mi fa sentire in colpa e da lì scattano altri pensieri "allora forse non lo ami cosi tanto come pensi",,,oppure altri pensieri ansiogeni di quel tenore.
Ora, considerato tutto, è come se io provassi rabbia per il fatto che mia nonna si sia suicidata e abbia in un certo senso "causato" questa cascata di eventi sfortunati e abbia "rovinato" la mia famiglia.
Dopo anni di terapia credevo di aver "digerito" la cosa... :(
:( consigliatemi qualcosa per favore...
vi scrivo perchè sempre + spesso -da qualche mese a questa parte- ho giorni in cui mi sento triste, stanca, arrabbiata. Vorrei dormire tutto il giorno, per riposarmi e a volte per non pensare ai problemi della mia famiglia.
Da quando mia nonna si è suicidata 6anni fa tutto è cambiato, le dinamiche familiari sono cambiate, mio nonno è rimasto solo e ad accudirlo -ora che ha la demenza- ci pensano giorno e notte mia mamma, mia zia e una badante.
La situazione per loro è pesante, anche se gli vogliono un gran bene, e lo è anche per me (egoisticamente forse), xche il clima familiare è sempre teso e ho sempre la sensazione di non potermi mai rilassare.
Vivo ancora con i miei genitori poichè sto finendo la specializzazione all'università (ultimo anno) e con loro ho un bel rapporto, anche se mi accorgo che ultimamente provo rabbia nei confronti di questa situazione, provo rabbia per il fatto che le cose non torneranno + come erano un tempo, provo rabbia per come sono andati questi giorni di festa e provo rabbia perchè non mi aspetto niente di bello.
Mi sento giù, scarica, nervosa e quando non sono giù alle volte subentra la vecchia cara ansia sottoforma di pensieri tipo "e se non riuscissi ad essere + felice?" , "e se non stessi + serena?".
Devo partire per Londra con il mio ragazzo tra 3 giorni per Capodanno ma non ne ho voglia.. ho sempre amato viaggiare e amo passare il tempo con lui, ma sono svogliata e vorrei solo riposarmi a casa. Questo mi fa sentire in colpa e da lì scattano altri pensieri "allora forse non lo ami cosi tanto come pensi",,,oppure altri pensieri ansiogeni di quel tenore.
Ora, considerato tutto, è come se io provassi rabbia per il fatto che mia nonna si sia suicidata e abbia in un certo senso "causato" questa cascata di eventi sfortunati e abbia "rovinato" la mia famiglia.
Dopo anni di terapia credevo di aver "digerito" la cosa... :(
:( consigliatemi qualcosa per favore...
[#1]
Gentile Utente,
Le festività portano sempre a fare i conti con tristi bilanci esistenziali , riti spesso svuotati di significato, affettività obbligata ed obbligatoria......portano a dovere ascoltare le proprie emozioni e bisogni più profondi
Se ha già fatto terapia, forse dovrebbe tornare dalla sua terapeuta, anche per qualche colloquio, la rabbia è sempre un segnale, un campanello d' allarme, che andrebbe ascoltato ed analizzato
Le festività portano sempre a fare i conti con tristi bilanci esistenziali , riti spesso svuotati di significato, affettività obbligata ed obbligatoria......portano a dovere ascoltare le proprie emozioni e bisogni più profondi
Se ha già fatto terapia, forse dovrebbe tornare dalla sua terapeuta, anche per qualche colloquio, la rabbia è sempre un segnale, un campanello d' allarme, che andrebbe ascoltato ed analizzato
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
La rabbia, in questo caso, può essere un campanello di un calo dell'umore secondo lei?
Il fatto che voglia sempre dormire però potrebbe essere dovuto al fatto che sono sempre molto stanca.. non solo che sono triste per queste festività che non vivo + con la serenità di un tempo... almeno spero sia cosi.
La ringrazio per l'ascolto
Il fatto che voglia sempre dormire però potrebbe essere dovuto al fatto che sono sempre molto stanca.. non solo che sono triste per queste festività che non vivo + con la serenità di un tempo... almeno spero sia cosi.
La ringrazio per l'ascolto
[#3]
Gentile Utente,
>>Dopo anni di terapia credevo di aver "digerito" la cosa..<<
probabilmente il suo percorso psicoterapeutico non è concluso, forse sarebbe il caso di riprenderlo. Anche in merito a questo consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/378150-grossa-crisi-dopo-una-seduta.html
Se l'ultima seduta porta ad una "crisi" significa che c'è altro lavoro da fare.
Quanto è durata la psicoterapia?
>>Ora, considerato tutto, è come se io provassi rabbia per il fatto che mia nonna si sia suicidata e abbia in un certo senso "causato" questa cascata di eventi sfortunati e abbia "rovinato" la mia famiglia.<<
non può paragonare sua nonna ad Atlante. Il suo stato di malessere appartiene a lei e non a qualcun'altro, perché sotto le ossessioni ci sono le emozioni e tra queste anche la rabbia e la tristezza, fanno parte dell'essere umano.
>>Dopo anni di terapia credevo di aver "digerito" la cosa..<<
probabilmente il suo percorso psicoterapeutico non è concluso, forse sarebbe il caso di riprenderlo. Anche in merito a questo consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/378150-grossa-crisi-dopo-una-seduta.html
Se l'ultima seduta porta ad una "crisi" significa che c'è altro lavoro da fare.
Quanto è durata la psicoterapia?
>>Ora, considerato tutto, è come se io provassi rabbia per il fatto che mia nonna si sia suicidata e abbia in un certo senso "causato" questa cascata di eventi sfortunati e abbia "rovinato" la mia famiglia.<<
non può paragonare sua nonna ad Atlante. Il suo stato di malessere appartiene a lei e non a qualcun'altro, perché sotto le ossessioni ci sono le emozioni e tra queste anche la rabbia e la tristezza, fanno parte dell'essere umano.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Ex utente
Certo, non intendevo certo colpevolizzare il gesto di mia nonna.
Ovviamente le emozioni sono le mie... sono solo spiazzata dalla rabbia che mi trovo a provare, e dalla tristezza improvvisa, o dall'ansia che a volte ritorna.
Vorrei riuscire a trovare un maggiore equilibrio e alle volte mi chiedo cos'è imputabile semplicemente "alla vita" e cosa a dei cambiamenti del mio stato umorale (es. disturbo)...
Grazie dei consigli, proseguirò la terapia (è durata 4 anni).
Ovviamente le emozioni sono le mie... sono solo spiazzata dalla rabbia che mi trovo a provare, e dalla tristezza improvvisa, o dall'ansia che a volte ritorna.
Vorrei riuscire a trovare un maggiore equilibrio e alle volte mi chiedo cos'è imputabile semplicemente "alla vita" e cosa a dei cambiamenti del mio stato umorale (es. disturbo)...
Grazie dei consigli, proseguirò la terapia (è durata 4 anni).
[#7]
Gentile Utente,
già in passato nelle Sue richieste di consulti era emersa questa difficoltà della terapia a curare il Suo problema d'ansia e ossessivo.
Quando la psicoterapia non sortisce effetti e non permette di raggiungere gli obiettivi fissati, vale sempre la pena cambiare approccio, non senza aver sentito direttamente il curante.
Se Lei non fosse ansiosa, infatti, non si porrebbe tutti i dubbi che sta esprimendo qui.
Cordiali saluti,
già in passato nelle Sue richieste di consulti era emersa questa difficoltà della terapia a curare il Suo problema d'ansia e ossessivo.
Quando la psicoterapia non sortisce effetti e non permette di raggiungere gli obiettivi fissati, vale sempre la pena cambiare approccio, non senza aver sentito direttamente il curante.
Se Lei non fosse ansiosa, infatti, non si porrebbe tutti i dubbi che sta esprimendo qui.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#8]
Ex utente
Cara dottssa pileci non avevo più consultato il sito perchè stavo bene.
A fronte di un grosso cambiamento della mia vita (vado a vivere da sola tra poco) mi si è ripresentato il sintomo ansioso con pensieri ossessivi ("oddio e se fossi lesbica e non amassi + il mio ragazzo?")... ma 1) non sono lesbica 2)amo il mio ragazzo!!
Ne ho parlato in terapia e lei mi dice che è un'ansia legata al cambiamento, che mi distrae dalla paura reale, che è l'indipendenza che sto acquisendo.
Le ho chiesto se lei potesse capire al 100% che non sono lesbica visto che mi conosce da anni, lei mi ha detto che lo avrebbe capito in questi anni, perchè avremmo automaticamente affrontato tematiche diverse in terapia, avrei manifestato fantasie/sogni differenti e lei pensa che cio' che mi fa paura è la perdita di controllo delle mie sicurezze, che si esprime con domande assurde e ossessioni irrazionali.
E' plausibile?
Perchè non mi senti per nulla rassicurata?
Mi ha fatto, come esempio, l'esempio sul sesso: mi ha chiesto se mi piaceva fare sesso coi miei ragazzi precedenti, se ne avevo voglia e io le ho risposto di si.
E SO che è cosi..ma uscita dalla seduta mi è presa ansia e ho iniziato a rimuginarci su e a pensare "magari ora ti racconti che ti piaceva per dire che non sei lesbica ma in realtà non ti ricordi bene e non ti piaceva poi cosi tanto".
Insomma mi avvito in pensieri ossessivi.
IO SO di non essere lesbica e NON vorrei mai al mio fianco una donna, e non lo dico x paura del giudizio sociale, ma xche proprio sento che è cosi!!
E allora xche, xche non riesco a star serena e godermi il momento e godere dei benefici della terapia?
Aiutatemi vi prego...
A fronte di un grosso cambiamento della mia vita (vado a vivere da sola tra poco) mi si è ripresentato il sintomo ansioso con pensieri ossessivi ("oddio e se fossi lesbica e non amassi + il mio ragazzo?")... ma 1) non sono lesbica 2)amo il mio ragazzo!!
Ne ho parlato in terapia e lei mi dice che è un'ansia legata al cambiamento, che mi distrae dalla paura reale, che è l'indipendenza che sto acquisendo.
Le ho chiesto se lei potesse capire al 100% che non sono lesbica visto che mi conosce da anni, lei mi ha detto che lo avrebbe capito in questi anni, perchè avremmo automaticamente affrontato tematiche diverse in terapia, avrei manifestato fantasie/sogni differenti e lei pensa che cio' che mi fa paura è la perdita di controllo delle mie sicurezze, che si esprime con domande assurde e ossessioni irrazionali.
E' plausibile?
Perchè non mi senti per nulla rassicurata?
Mi ha fatto, come esempio, l'esempio sul sesso: mi ha chiesto se mi piaceva fare sesso coi miei ragazzi precedenti, se ne avevo voglia e io le ho risposto di si.
E SO che è cosi..ma uscita dalla seduta mi è presa ansia e ho iniziato a rimuginarci su e a pensare "magari ora ti racconti che ti piaceva per dire che non sei lesbica ma in realtà non ti ricordi bene e non ti piaceva poi cosi tanto".
Insomma mi avvito in pensieri ossessivi.
IO SO di non essere lesbica e NON vorrei mai al mio fianco una donna, e non lo dico x paura del giudizio sociale, ma xche proprio sento che è cosi!!
E allora xche, xche non riesco a star serena e godermi il momento e godere dei benefici della terapia?
Aiutatemi vi prego...
[#10]
>>Mi sento su un'altalena e mi chiedo se tutto cio' non abbia a che fare anche con l'umore..<<
questo può essere discriminato solo dopo una valutazione psicologica accurata. Per tutti gli altri dubbi deve chiedere al Collega che la sta seguendo.
Ha ripreso la psicoterapia con la Collega che l'ha seguita in passato?
Ha scritto di aver fatto quattro anni di psicoterapia. Ha risolto qualcosa?
Perché se non è così sarebbe il caso di valutare l'interruzione del trattamento e la possibilità di interpellare un'altro psicoterapeuta.
Quattro anni di psicoterapia per un disturbo d'ansia sono decisamente troppi.
questo può essere discriminato solo dopo una valutazione psicologica accurata. Per tutti gli altri dubbi deve chiedere al Collega che la sta seguendo.
Ha ripreso la psicoterapia con la Collega che l'ha seguita in passato?
Ha scritto di aver fatto quattro anni di psicoterapia. Ha risolto qualcosa?
Perché se non è così sarebbe il caso di valutare l'interruzione del trattamento e la possibilità di interpellare un'altro psicoterapeuta.
Quattro anni di psicoterapia per un disturbo d'ansia sono decisamente troppi.
[#11]
Ex utente
Grazie per la risposta :)
Non ho mai interrotto la psicoterapia, che va avanti da 4 anni. Ora le sedute sono lontane nel tempo (5/6 settimane circa, a seconda).
La mia terapeuta dice che non c'è un disturbo attualmente, ma che la mia tendenza al controllo si manifesta nelle situazioni "relazionali": ad esempio, andare a vivere da sola e staccarmi dai miei genitori mi crea molta ansia.
Contemporaneamente, il rapporto con il mio ragazzo si sta facendo + serio e anche questo mi crea ansia, anche se sono felice e lo amo, ma questo mi fa capire che è il momento di crescere con la C maiuscola. E' bello ma fa anche un po' paura.
So benissimo che non sono lesbica e che le mie sono sollo paure/ossessioni..in passato ciclicamente ne ho avute altre con le stesse modalità (malattie/essere una cattiva persona/non ricordare le cose/ecc), quindi ormai riconosco il meccanismo.
Quello che ho chiesto alla mia terapeuta è:
come mai dopo 4 anni ancora non è stato risolto il disturbo?
Lei dice che il disturbo è risolto, nel senso che non c'è + e che quando sarò davvero indipendente staro' bene.
Pensavo che fosse + facile, sinceramente..liberarsi dei sintomi intendo.
Non è facile per me interrompere la terapia, se non è lei a propormelo, perchè ho paura che lei non lo reputi il momento adatto, anche se in effetti sarei anche tentata di provare un approccio diverso!
E' il pz a proporre la fine del trattaento solitamente?
Grazie
Non ho mai interrotto la psicoterapia, che va avanti da 4 anni. Ora le sedute sono lontane nel tempo (5/6 settimane circa, a seconda).
La mia terapeuta dice che non c'è un disturbo attualmente, ma che la mia tendenza al controllo si manifesta nelle situazioni "relazionali": ad esempio, andare a vivere da sola e staccarmi dai miei genitori mi crea molta ansia.
Contemporaneamente, il rapporto con il mio ragazzo si sta facendo + serio e anche questo mi crea ansia, anche se sono felice e lo amo, ma questo mi fa capire che è il momento di crescere con la C maiuscola. E' bello ma fa anche un po' paura.
So benissimo che non sono lesbica e che le mie sono sollo paure/ossessioni..in passato ciclicamente ne ho avute altre con le stesse modalità (malattie/essere una cattiva persona/non ricordare le cose/ecc), quindi ormai riconosco il meccanismo.
Quello che ho chiesto alla mia terapeuta è:
come mai dopo 4 anni ancora non è stato risolto il disturbo?
Lei dice che il disturbo è risolto, nel senso che non c'è + e che quando sarò davvero indipendente staro' bene.
Pensavo che fosse + facile, sinceramente..liberarsi dei sintomi intendo.
Non è facile per me interrompere la terapia, se non è lei a propormelo, perchè ho paura che lei non lo reputi il momento adatto, anche se in effetti sarei anche tentata di provare un approccio diverso!
E' il pz a proporre la fine del trattaento solitamente?
Grazie
[#12]
>>E' il pz a proporre la fine del trattamento solitamente?<<
questo può accadere per diversi motivi come ad esempio l'inefficacia del trattamento. Le ripeto che quattro anni sono molti anche per un disturbo conclamato.
Lei a mio avviso dovrebbe fare una psicoterapia a cadenza settimanale e probabilmente rivedere la diagnosi. Le sedute sono troppo dilazionate nel tempo.
Se la Collega dice che lei non ha un disturbo avrebbe dovuto già risolvere da tempo non crede? A meno che non sussistano dei meccanismi di "dipendenza" dal trattamento (del terapeuta e/o del paziente?) che andrebbero presi in considerazione.
questo può accadere per diversi motivi come ad esempio l'inefficacia del trattamento. Le ripeto che quattro anni sono molti anche per un disturbo conclamato.
Lei a mio avviso dovrebbe fare una psicoterapia a cadenza settimanale e probabilmente rivedere la diagnosi. Le sedute sono troppo dilazionate nel tempo.
Se la Collega dice che lei non ha un disturbo avrebbe dovuto già risolvere da tempo non crede? A meno che non sussistano dei meccanismi di "dipendenza" dal trattamento (del terapeuta e/o del paziente?) che andrebbero presi in considerazione.
[#13]
Ex utente
Caro Dr. Del Signore, a me era venuto lo stesso dubbio e ho chiesto proprio una rivalutazione, sia alla terapeuta che allo psichiatra che un tempo mi seguiva per la cura farmacologica (prendevo Escitalopram), che ho interrotto ormai da + di 2 anni.
La terapeuta mi ha detto che ho sofferto di ansia di separazione, da piccola, e che la mia personalità -seppure non in presenza di un disturbo di personalità- è dipendente.
Ho sofferto di attacchi di panico e pensieri ossessivi in periodi molto stressanti (lutti, perdite in famiglia, trasloco, grossi cambiamenti che implicavano separazioni insomma).
Ma non ha parlato di altre diagnosi.
E' possibile che io abbia una dipendenza dalla mia terapeuta, nel senso che in effetti non immagino come possa essere non andare + da lei, non raccontarle + di me e instaurare un'altra terapia con un'altra figura professionale. A volte ho paura di deluderla, ho paura che "i miei progressi non siano abbastanza", "che io non sia abbastanza", e di farla sentire inadeguata come terapeuta.
Sicuramente quest'ultimo punto è assurdo, me ne rendo conto anche io, e probabilmente...tradisce la mia dipendenza?
Se lei abbia difficoltà ad interrompere il trattamento non so!
Lo psichiatra mi ha riletto la vecchia diagnosi: Disturbo di panico senza agorafobia e ipocondria.
Sono stata rivalutata altre due volte, oltre alla prima, nel corso del tempo: l'Ipocondria in realtà poi è stata definita "pensieri ossessivi saltuari" , ma mai DOC o altro.
Di umore non si è parlato, o meglio, entrambi hanno escluso disturbi dell'umore o altri disturbi.
A fronte di tutto ciò cosa potrei fare? Chiedere una valutazione ad un altro professionista?
In questi giorni ad esempio sto benissimo, come se nulla di tutto quello che vi ho scritto mi appartenesse.
E' strano... ma forse è la natura del mio problema che funziona cosi... !?
Grazie dell'attenzione
La terapeuta mi ha detto che ho sofferto di ansia di separazione, da piccola, e che la mia personalità -seppure non in presenza di un disturbo di personalità- è dipendente.
Ho sofferto di attacchi di panico e pensieri ossessivi in periodi molto stressanti (lutti, perdite in famiglia, trasloco, grossi cambiamenti che implicavano separazioni insomma).
Ma non ha parlato di altre diagnosi.
E' possibile che io abbia una dipendenza dalla mia terapeuta, nel senso che in effetti non immagino come possa essere non andare + da lei, non raccontarle + di me e instaurare un'altra terapia con un'altra figura professionale. A volte ho paura di deluderla, ho paura che "i miei progressi non siano abbastanza", "che io non sia abbastanza", e di farla sentire inadeguata come terapeuta.
Sicuramente quest'ultimo punto è assurdo, me ne rendo conto anche io, e probabilmente...tradisce la mia dipendenza?
Se lei abbia difficoltà ad interrompere il trattamento non so!
Lo psichiatra mi ha riletto la vecchia diagnosi: Disturbo di panico senza agorafobia e ipocondria.
Sono stata rivalutata altre due volte, oltre alla prima, nel corso del tempo: l'Ipocondria in realtà poi è stata definita "pensieri ossessivi saltuari" , ma mai DOC o altro.
Di umore non si è parlato, o meglio, entrambi hanno escluso disturbi dell'umore o altri disturbi.
A fronte di tutto ciò cosa potrei fare? Chiedere una valutazione ad un altro professionista?
In questi giorni ad esempio sto benissimo, come se nulla di tutto quello che vi ho scritto mi appartenesse.
E' strano... ma forse è la natura del mio problema che funziona cosi... !?
Grazie dell'attenzione
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 2.6k visite dal 26/12/2013.
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