Dismorfofobia-Relazioni
Salve,
sono uno studente di medicina di 21 anni. Dopo un lungo periodo difficile ho da qualche mese cominciato una terapia psicologica, il mio problema è il rapporto con il mio corpo. Non riesco infatti ad accettarmi così come sono, ho diverse parti verso cui rivolgo le mie attenzioni e preoccupazioni: l'altezza per prima, le dimensioni del pene, il naso, i capelli. Nelle ultime settimane, a causa di un viraggio verso la depressione, mi è stato consigliato uno psichiatra per cominciare anche una terapia farmacologica (da qualche giorno prendo Zoloft 50mg e Seroquel 50mg).
Se avessi la disponibilità economica sarei disposto a sottopormi a varie operazioni chirurgiche (più o meno intense) per risolvere i problemi che ho ma questo non è possibile per il momento. Mi rendo conto che la questione possa sembrare superficiale ma è per me causa di profondo malessere, non riesco infatti ad immaginare un futuro in cui io possa convivere con il mio corpo così com'è senza ricorrere ad operazioni di chirurgia plastica per tentare di sistemare i difetti che vedo. Ho inserito nell'oggetto le relazioni perché, non so se causa o effetto, i rapporti con le donne sono uno dei punti fondamentali di questo malessere. A 21 anni infatti non ho mai avuto una relazione degna di essere definita tale o rapporti sessuali senza dover ricorrere alla prostituzione (cosa che per me è causa di una discreta vergogna, è triste e patetico dover pagare per essere accettato sessualmente).
Il motivo di questo consulto è che non vedo una speranza di miglioramento al momento, come ho scritto non riesco a vedere altre soluzioni se non quella chirurgica. Secondo voi è possibile uscire davvero da questo tipo di ossessione? pensate che la terapia potrà essere di giovamento? pensate ci sia qualcosa che io posso fare attivamente per cambiare questa situazione?
sono uno studente di medicina di 21 anni. Dopo un lungo periodo difficile ho da qualche mese cominciato una terapia psicologica, il mio problema è il rapporto con il mio corpo. Non riesco infatti ad accettarmi così come sono, ho diverse parti verso cui rivolgo le mie attenzioni e preoccupazioni: l'altezza per prima, le dimensioni del pene, il naso, i capelli. Nelle ultime settimane, a causa di un viraggio verso la depressione, mi è stato consigliato uno psichiatra per cominciare anche una terapia farmacologica (da qualche giorno prendo Zoloft 50mg e Seroquel 50mg).
Se avessi la disponibilità economica sarei disposto a sottopormi a varie operazioni chirurgiche (più o meno intense) per risolvere i problemi che ho ma questo non è possibile per il momento. Mi rendo conto che la questione possa sembrare superficiale ma è per me causa di profondo malessere, non riesco infatti ad immaginare un futuro in cui io possa convivere con il mio corpo così com'è senza ricorrere ad operazioni di chirurgia plastica per tentare di sistemare i difetti che vedo. Ho inserito nell'oggetto le relazioni perché, non so se causa o effetto, i rapporti con le donne sono uno dei punti fondamentali di questo malessere. A 21 anni infatti non ho mai avuto una relazione degna di essere definita tale o rapporti sessuali senza dover ricorrere alla prostituzione (cosa che per me è causa di una discreta vergogna, è triste e patetico dover pagare per essere accettato sessualmente).
Il motivo di questo consulto è che non vedo una speranza di miglioramento al momento, come ho scritto non riesco a vedere altre soluzioni se non quella chirurgica. Secondo voi è possibile uscire davvero da questo tipo di ossessione? pensate che la terapia potrà essere di giovamento? pensate ci sia qualcosa che io posso fare attivamente per cambiare questa situazione?
[#1]
Gentile Utente,
che tipo di terapia psicologica ha intrapreso?
Una psicoterapia? Se si di quale approccio/orientamento?
Diagnosi? Obiettivi terapeutici?
Benefici ottenuti finora?
Come si trova con il suo curante?
che tipo di terapia psicologica ha intrapreso?
Una psicoterapia? Se si di quale approccio/orientamento?
Diagnosi? Obiettivi terapeutici?
Benefici ottenuti finora?
Come si trova con il suo curante?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile ragazzo,
se attualmente sei in terapia, immagino che tu abbia già chiesto diverse consulenze mediche per verificare se quelli che definisci "difetti fisici" possano avere una ragion d'essere, oppure se si tratta di una tua percezione.
Se le cose stanno così come ipotizzo nel secondo caso, è chiaro che una psicoterapia può aiutare a provare di sperimentarti in maniera diversa con le persone, perchè immagino che questi pensieri (di essere fondamentalmente inadeguato) ti spingano ad isolarti e scappare dalle relazioni. E' così?
Forse le ragioni per le quali non hai ancora avuto relazioni significative a 21 anni sono proprio da trovarsi in questa inadeguatezza che ti spinge ad evitare gli altri o a proporti in una maniera (insicura?) che non è molto adeguata.
Cordiali saluti,
se attualmente sei in terapia, immagino che tu abbia già chiesto diverse consulenze mediche per verificare se quelli che definisci "difetti fisici" possano avere una ragion d'essere, oppure se si tratta di una tua percezione.
Se le cose stanno così come ipotizzo nel secondo caso, è chiaro che una psicoterapia può aiutare a provare di sperimentarti in maniera diversa con le persone, perchè immagino che questi pensieri (di essere fondamentalmente inadeguato) ti spingano ad isolarti e scappare dalle relazioni. E' così?
Forse le ragioni per le quali non hai ancora avuto relazioni significative a 21 anni sono proprio da trovarsi in questa inadeguatezza che ti spinge ad evitare gli altri o a proporti in una maniera (insicura?) che non è molto adeguata.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Caro ragazzo,
le terapia combinate di psicoterapia e psicofarmaci sono più efficaci. Qualche mese di psicoterapia forse è poco per cercare di avere dei risultati quantomeno accettabili.
>>..non riesco a vedere altre soluzioni se non quella chirurgica.<<
se si tratta di dismorfofobia, la soluzione chirurgica è alquanto discutibile, perché in questa psicopatologia si tende a sovrastimare le piccole imperfezioni del corpo oppure si percepisce sgradevole un tratto quando in realtà non lo è.
Il lavoro psicoterapico dovrebbe essere centrato sulla comprensione di queste insicurezze, il corpo è solo un mezzo o se preferisce una "cassa di risonanza" della sua bassa autostima.
Sarebbe opportuno affrontare il tema l'intervento chirurgico con il/la Collega che la sta seguendo attualmente.
le terapia combinate di psicoterapia e psicofarmaci sono più efficaci. Qualche mese di psicoterapia forse è poco per cercare di avere dei risultati quantomeno accettabili.
>>..non riesco a vedere altre soluzioni se non quella chirurgica.<<
se si tratta di dismorfofobia, la soluzione chirurgica è alquanto discutibile, perché in questa psicopatologia si tende a sovrastimare le piccole imperfezioni del corpo oppure si percepisce sgradevole un tratto quando in realtà non lo è.
Il lavoro psicoterapico dovrebbe essere centrato sulla comprensione di queste insicurezze, il corpo è solo un mezzo o se preferisce una "cassa di risonanza" della sua bassa autostima.
Sarebbe opportuno affrontare il tema l'intervento chirurgico con il/la Collega che la sta seguendo attualmente.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Ex utente
Ringrazio la dottoressa Rinella e la dottoressa Pileci per le rapide risposte. Sinceramente non so rispondere a tutte le domande ma credo di poterla definire come una psicoterapia volta a migliorare lo stato d'animo che mi accompagna, col curante mi trovo bene anche se finora non mi sembra di aver avuto miglioramenti (da qui il consiglio di cominciare anche la terapia farmacologica). Per quanto riguarda la seconda risposta in effetti mi è stato detto che i difetti sono più nella mia mente ma questo è difficile da credere per me. Il punto è che mi sento terribilmente lontano da un canone ideale, sono un uomo nella media quando la media sembra non bastare. Non posso fare a meno di pensare che 10 cm più alto avrei avuto più successo invece di essere rifiutato o considerato un amico le poche volte che mi sono dichiarato. Le occasioni sociali sono sempre meno confortevoli e non riesco a fare a meno di sentirmi fisicamente inferiore e inadeguato rispetto agli altri ragazzi della mia età.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#5]
Ex utente
Grazie dottor Del Signore per la risposta. Spero che effettivamente l'uso dei farmaci si riveli utile, ho cominciati da poco e credo ci voglia un po' di tempo. Il tema intervento l'ho affrontato ma è comunque qualcosa che al momento non posso permettermi anche perchè i miei genitori non sono favorevoli alle operazioni. È frustrante l'idea di non poter fare nulla, spero che la terapia mi aiuti a vivere meglio il momento.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#6]
A mio avviso è importante chiedere al terapeuta quali sono gli obiettivi terapeutici specifici.
Molti trattamenti, anche non psicoterapici, possono essere volti a migliorare lo stato d'animo, ma in psicoterapia è importante porsi obiettivi sensati e percorribili e soprattutto volti a modificare il comportamento e l'atteggiamento verso il disagio.
Mi pare che una parte importante della tua sofferenza stia riguardando l'interazioni con gli altri: non sarebbe male capire come fare per partire da qui, in maniera tale da sperimentare un modo di essere e stare in relazione diverso.
Cordiali saluti,
Molti trattamenti, anche non psicoterapici, possono essere volti a migliorare lo stato d'animo, ma in psicoterapia è importante porsi obiettivi sensati e percorribili e soprattutto volti a modificare il comportamento e l'atteggiamento verso il disagio.
Mi pare che una parte importante della tua sofferenza stia riguardando l'interazioni con gli altri: non sarebbe male capire come fare per partire da qui, in maniera tale da sperimentare un modo di essere e stare in relazione diverso.
Cordiali saluti,
[#7]
Ex utente
Vedrò allora di informarmi. Sinceramente non sono neanche sicuro dell'obiettivo da pormi dato che l'idea di riuscire a convivere col mio corpo così com'è mi sembra davvero difficile e fuori discussione. La mia paura è che questo modo di essere sia ormai così radicato in me da non poter essere modificato. Un brutto naso si può correggere ma un "modo di pensare"? Mi sento confuso e preoccupato, ho 21 anni e mi sembra di buttare la mia vita, impiego moltissimo tempo a pensare ai miei difetti, a cercare su internet soluzioni o pareri su forum. Questo consulto mi pare l'ennesima richiesta di rassicurazione che però non riesco a trovare da nessuna parte. Spero che questa angoscia sia normale in questo tipo di patologia perché sto cominciando davvero a perdere interesse per tutto e a pensare che, forse, di vivere con questo stress non ne vale tanto la pena. Che poi razionalmente mi rendo conto di essere fortunato rispetto ai problemi che ha altra gente, che l'aspetto è qualcosa di superficiale ecc. ma questo non mi aiuta a stare meglio.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#8]
Non credo che a 21 anni non ci sia modo di poter cambiare, anzi l'età è un fattore a tuo vantaggio: affidati al terapeuta. Ci vuole un po' di pazienza e, se posso dare un suggerimento, spegni il pc: le rassicurazioni on line servono solo a placare l'ansia per pochissimo tempo, per poi fare aumentare i sintomi.
Saluti,
Saluti,
[#9]
Caro ragazzo,
>>Un brutto naso si può correggere ma un "modo di pensare"?<<
forse è più semplice modificare un "modo de pensare", ma per fare questo è utile affidarsi ad un professionista e continuare il percorso psicoterapico. Non ci sono altri modi.
Le suggerisco di non fare ricerche on-line, ma di riportare i suoi timori all'interno del percorso di psicoterapia parlandone con il Collega che la sta seguendo. Se è già in cura non vedo perché cercare altrove, è poco sensato.
Chi meglio del suo psicoterapeuta potrebbe rispondere alla sue domande?
>>Sinceramente non sono neanche sicuro dell'obiettivo da pormi dato che l'idea di riuscire a convivere col mio corpo così com'è mi sembra davvero difficile e fuori discussione.<<
l'obiettivo della psicoterapia potrebbe essere proprio quello di cercare di fare un lavoro di accettazione.
>>Un brutto naso si può correggere ma un "modo di pensare"?<<
forse è più semplice modificare un "modo de pensare", ma per fare questo è utile affidarsi ad un professionista e continuare il percorso psicoterapico. Non ci sono altri modi.
Le suggerisco di non fare ricerche on-line, ma di riportare i suoi timori all'interno del percorso di psicoterapia parlandone con il Collega che la sta seguendo. Se è già in cura non vedo perché cercare altrove, è poco sensato.
Chi meglio del suo psicoterapeuta potrebbe rispondere alla sue domande?
>>Sinceramente non sono neanche sicuro dell'obiettivo da pormi dato che l'idea di riuscire a convivere col mio corpo così com'è mi sembra davvero difficile e fuori discussione.<<
l'obiettivo della psicoterapia potrebbe essere proprio quello di cercare di fare un lavoro di accettazione.
[#11]
Ex utente
Grazie dottore, cercherò di evitare le ricerche allora, dato che tanto ormai sono quasi più una compulsione che un modo per risolvere i dubbi. Per quanto riguarda la terapia continuerò di certo, magari è ancora presto per pensare che non stia avendo successo.
Saluti e buone feste anche a lei
Saluti e buone feste anche a lei
[#13]
>>> credo di poterla definire come una psicoterapia volta a migliorare lo stato d'animo che mi accompagna
>>>
Non è sufficiente. Per essere definita tale, una psicoterapia deve riuscire a incidere sul problema portato dal paziente in modo specifico, non aspecifico.
>>> col curante mi trovo bene anche se finora non mi sembra di aver avuto miglioramenti
>>>
In tal caso sembrerebbe trattarsi pragmaticamente non di terapia, ma di sostegno. Si cerca di far sì che la persona conviva con il suo problema, senza però darsi come obiettivo la sua risoluzione.
Credo che farebbe bene a informarsi e chiarire meglio il tipo di intervento a cui è sottoposto, con il terapeuta.
Può leggere anche qui, per cercare di capire se esso rassomiglia a uno di quelli descritti:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Se il suo problema è la dismorfofobia, potrebbe essere necessaria una terapia attiva e prescrittiva per sbloccare il problema, ossia una terapia dove si ricevono istruzioni specifiche su cosa fare o non fare.
>>>
Non è sufficiente. Per essere definita tale, una psicoterapia deve riuscire a incidere sul problema portato dal paziente in modo specifico, non aspecifico.
>>> col curante mi trovo bene anche se finora non mi sembra di aver avuto miglioramenti
>>>
In tal caso sembrerebbe trattarsi pragmaticamente non di terapia, ma di sostegno. Si cerca di far sì che la persona conviva con il suo problema, senza però darsi come obiettivo la sua risoluzione.
Credo che farebbe bene a informarsi e chiarire meglio il tipo di intervento a cui è sottoposto, con il terapeuta.
Può leggere anche qui, per cercare di capire se esso rassomiglia a uno di quelli descritti:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Se il suo problema è la dismorfofobia, potrebbe essere necessaria una terapia attiva e prescrittiva per sbloccare il problema, ossia una terapia dove si ricevono istruzioni specifiche su cosa fare o non fare.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#14]
Ex utente
Salve dottor Santonocito, grazie della risposta. Mi spiace non essere stato in grado di definire prima la terapia, si tratta di una terapia strategica breve. Il curante mi dà degli esercizi da fare tra le sedute, tuttavia la scarsa efficacia e il viraggio verso sintomi depressivi ha spinto il curante a suggerire l'affiancamento di una terapia farmacologica tramite uno psichiatra. Ora spero che questo mi possa aiutare almeno a vivere meglio per ora perché non ho alternative e questa ossessione è deleteria in ormai ogni ambito della mia vita .
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#16]
Ex utente
Regolare la compulsione alla ricerca su internet per interferire meno con le altre cose da fare, una lista di tutte le parti del corpo che vorrei cambiare e mi causano stress, evitare di cercare rassicurazioni esponendo le mie ansie agli amici. Lei ha in mente esercizi che potrebbero essere utili per la mia condizione?
[#17]
Ha eseguito i compiti esattamente nel modo prescritto, per i tempi prescritti?
Avrà ovviamente parlato al terapeuta per dirgli che non stavano facendo effetto. Che cosa le è stato proposto, oltre a essere stato indirizzato dallo psichiatra?
L'antidepressivo potrebbe impiegare anche 3 settimane per fare effetto, come certamente le deve aver detto lo psichiatra, per cui occorre un po' di pazienza se ha iniziato da pochi giorni.
Avrà ovviamente parlato al terapeuta per dirgli che non stavano facendo effetto. Che cosa le è stato proposto, oltre a essere stato indirizzato dallo psichiatra?
L'antidepressivo potrebbe impiegare anche 3 settimane per fare effetto, come certamente le deve aver detto lo psichiatra, per cui occorre un po' di pazienza se ha iniziato da pochi giorni.
[#18]
Ex utente
In effetti non sempre sono riuscito a seguirli correttamente, questo è stato infatti uno dei motivi che hanno spinto il curante ad indirizzarmi allo psichiatra. Ora avrò un successivo incontro a gennaio, quando i farmaci saranno a regime, nel frattempo oltre alla terapia farmacologica non ci sono state altre indicazioni oltre a quelle che ho scritto precedentemente.
[#19]
Se non è riuscito a seguire correttamente le prime indicazioni ricevute, non sarebbe appropriato darle ulteriori istruzioni.
Ogni prescrizione comportamentale deve essere considerata al pari di una medicina: per vedere se fa effetto o meno, occorre prenderla nel modo prescritto. Solo così il terapeuta può decidere se mantenerla o cambiarla. Altrimenti si perde solo del tempo.
Che cosa le ha detto il terapeuta quando ha riferito di non essere riuscito a eseguire correttamente i compiti ricevuti?
Ogni prescrizione comportamentale deve essere considerata al pari di una medicina: per vedere se fa effetto o meno, occorre prenderla nel modo prescritto. Solo così il terapeuta può decidere se mantenerla o cambiarla. Altrimenti si perde solo del tempo.
Che cosa le ha detto il terapeuta quando ha riferito di non essere riuscito a eseguire correttamente i compiti ricevuti?
[#20]
Ex utente
Il problema è che mentre alcune prescrizioni consistono in compiti per me più semplici come lo scrivere la lista o in effetti anche il parlare con gli amici di meno, la regolazione delle ricerche che faccio su internet è più difficile perchè ormai credo siano quasi una compulsione. Altri compiti invece prevedevano l'uscire da una zona di comfort, il punto è che non sono riuscito a farli perchè nelle ultime settimane uscivo il meno possibile di casa. Dopo qualche seduta in cui si è provato a darmi una seconda opportunità per fare gli esercizi correttamente, è stato visto un viraggio verso sintomi depressivi come l'isolamento sociale e mi è stata consigliata la terapia farmacologica.
[#22]
Infatti, alla base di molti disturbi d'ansia è presente una fobia, ossia una paura che conduce all'evitamento di situazioni percepite come pericolose o disagevoli.
Molte volte nella terapia breve strategica dei disturbi d'ansia si arriva presto o tardi alla fobia di base, e a quel punto è su di essa che occorre lavorare.
Lo stato depressivo che ne è seguito, più o meno lieve, potrebbe essere stato dovuto allo scoraggiamento derivato dai compiti che implicano la necessità dell'estensione della zona di comfort e quindi il superamento della fobia.
In tal caso occorrerebbe, probabilmente, un lavoro psicoterapeutico di esposizione graduale per permetterle di riuscire in tale compito gradatamente.
Se la paura di base è la paura del rifiuto da parte degli altri, è quella che occorre superare. Poi l'ansia le "racconta" che le ragioni starebbero nell'altezza, nel pene, nel naso ecc., ma queste sono solo razionalizzazioni inconsapevoli, se mi passa il termine, a cui la persona arriva nel tentativo disperato di giustificare in modo più controllabile ciò che sta vivendo (la paura del rifiuto, in questo caso). Ad esempio, prendere una pillola o farsi operare, come dice lei, può certamente APPARIRE come un modo più controllabile e semplice per risolvere il problema. Ma le paure si sconfiggono solo affrontandole, mai evitandole...
Ma non sono tali artefatti che occorre sconfiggere, perché le cause stanno altrove. Ma il lavoro preliminare è stato utile nell'arrivare al punto in cui si trova ora.
Andrebbe innanzitutto rifatto il punto della situazione dal punto di vista psicoterapeutico, a mio avviso.
Se qualcosa di quanto le sto dicendo non fosse chiaro, chieda pure.
Molte volte nella terapia breve strategica dei disturbi d'ansia si arriva presto o tardi alla fobia di base, e a quel punto è su di essa che occorre lavorare.
Lo stato depressivo che ne è seguito, più o meno lieve, potrebbe essere stato dovuto allo scoraggiamento derivato dai compiti che implicano la necessità dell'estensione della zona di comfort e quindi il superamento della fobia.
In tal caso occorrerebbe, probabilmente, un lavoro psicoterapeutico di esposizione graduale per permetterle di riuscire in tale compito gradatamente.
Se la paura di base è la paura del rifiuto da parte degli altri, è quella che occorre superare. Poi l'ansia le "racconta" che le ragioni starebbero nell'altezza, nel pene, nel naso ecc., ma queste sono solo razionalizzazioni inconsapevoli, se mi passa il termine, a cui la persona arriva nel tentativo disperato di giustificare in modo più controllabile ciò che sta vivendo (la paura del rifiuto, in questo caso). Ad esempio, prendere una pillola o farsi operare, come dice lei, può certamente APPARIRE come un modo più controllabile e semplice per risolvere il problema. Ma le paure si sconfiggono solo affrontandole, mai evitandole...
Ma non sono tali artefatti che occorre sconfiggere, perché le cause stanno altrove. Ma il lavoro preliminare è stato utile nell'arrivare al punto in cui si trova ora.
Andrebbe innanzitutto rifatto il punto della situazione dal punto di vista psicoterapeutico, a mio avviso.
Se qualcosa di quanto le sto dicendo non fosse chiaro, chieda pure.
[#23]
Ex utente
No, anzi è stata una risposta molto chiara. Capisco quanto scritto ma al momento da solo mi risulta difficile capire come espormi gradualmente, come affrontare la paura. Non riesco a fare a meno di sentire che se avessi centimetri in più o un aspetto migliore non mi sentirei inferiore ad alcune persone che mi stanno intorno che magari hanno alcuni dei tratti che io vorrei avere. Mi risulta difficile pensare di poter essere preferito, di poter essere scelto, magari in una relazione, rispetto ad una persona con quelle qualità che ritengo manchino al mio corpo.
[#24]
>>> ma al momento da solo mi risulta difficile capire come espormi gradualmente
>>>
Il punto è proprio qui: non deve farlo da solo, la collaborazione con lo specialista è essenziale.
Per questo deve parlarne con lui/lei e se del caso rivedere insieme la strategia finora adottata.
Può anche scegliere di cambiare psicoterapeuta, se sentisse che con quello attuale non riesce a progredire oltre.
Ma guai a provare a guarirsi da solo, altrimenti cadrebbe nel paradosso improduttivo descritto qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
>>>
Il punto è proprio qui: non deve farlo da solo, la collaborazione con lo specialista è essenziale.
Per questo deve parlarne con lui/lei e se del caso rivedere insieme la strategia finora adottata.
Può anche scegliere di cambiare psicoterapeuta, se sentisse che con quello attuale non riesce a progredire oltre.
Ma guai a provare a guarirsi da solo, altrimenti cadrebbe nel paradosso improduttivo descritto qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Questo consulto ha ricevuto 24 risposte e 3.9k visite dal 21/12/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.