Problemi con il partner

Salve dottori, sono un ragazzo di 22 anni che scrive perché ormai vivo giorno per giorno con diversi problemi che mi fanno stare veramente male anche quando non dovrebbero. Premetto che soffro d'ansia e probabilmente di ossessioni, compulsioni, attacchi di panico, fobia sociale ecc ecc... Il mio psicologo dice che ho dei tratti narcisistici molto forti e modalità di pensiero paranoiche, compulsive e ossessive. A parte questo, i veri problemi sono sorti quando circa 1 anno e mezzo fa mi sono fatto per la prima volta fidanzato, è stato veramente bellissimo, o almeno solamente i primi 5 mesi, perché dal sesto in poi è stato un vero e proprio incubo... Infatti ho cominciato a soffrire di depressione e non risucivo più a fare niente e con la mia ragazza sempre peggio, perché avevo un dubbio lancinante (la amo oppure no) che non mi lascia in pace. A questo dubbio se ne sono aggiunti altri e in definitiva per calmarmi o farli svanire sono stato "costretto" a lasciarla diverse volte. Quasi tutte le volte che l'ho lasciata dopo un giorno già ritornavo, ma la realtà che non ne sono mai stato convinto, fino al punto di avere addirittura l'ansia nello stare con lei. Se la invito a casa mi viene una gastrite pazzesca e mi viene addirittura a vomitare, una volta che mi prendono queste sensazioni, non se ne vanno più e da un secondo all'altro passo dallo stare bene all'odiarla e ad essere indifferente nei suoi confronti. Pian piano, con le varie sedute sono riuscito a esaminare queste sensazioni, e in pratica l'ansia mi porta un vero e proprio distacco con la mia partner, tanto da convincermi di non volerla più e lasciarla. Oltre a questo si è aggiunto un continuo (e tengo a sottolineare continuo) desiderio verso le altre donne (qualsiasi donna io incontra mi piace ed è come se dovessi trattenermi nel saltargli addosso), è come se per me none esistesse più la fedeltà e dei sani valori, qualunque ragazza (anche quella dei miei amici) sembra che me ne innamori e che la desideri più di ogni altra cosa. Tutto questo ha ovviamente alimentato tutti i miei dubbi e adesso anche se la penso non stiamo più insieme perché non ce la faccio veramente più. però non ne sono convinto, sento che c'è qualcosa che non va, penso a lei ma allo stesso tempo sono bloccato e ho paura di rivivere le stesse brutte sensazioni di prima e stare male e vederla ancora una volta piangere. potrei anche dire che non me ne importa nulla di lei e potrei continuare con la mia vita, ma allora visto che non stiamo più insieme, perché mi sembra di non essermi ancora del tutto separato? Perché poi non sto così bene come mi aspettavo? E perché il desiderio per le altre si è affievolito?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Penso che l'ansia sia un effetto, una rusltante di un disagio piu' profondo che riguarda la sua sfera affettiva.
Che vita ha fatto? Genitori? Fratelli? Sorelle?
Se il suo psicologo le ha diagnosticato narcisismo da dove proviene?
Come si trova con gli amici? Sta bene in gruppo? I suoi amici la trovano piacevole? La cercano?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Grazie per la risposta, allora, spesso con lo psicologo parliamo proprio del rapporto con i miei genitori che è molto complicato. Infatti siamo caduti in disgrazia economicamente tanto tempo fa e da allora diciamo che non faccio altro che litigare con i miei genitori che non mi hanno più accontentato. Mio padre ormai è disoccupato da tempo, mia madre invece ha un posto fisso, non ho mai accettato alcune loro scelte che hanno portato alle difficoltà attuali, inoltre sono stati dei genitori che hanno sempre cercato nonostante tutto di accontentarmi e mi hanno sempre detto di si ad ogni cosa. Sono il figlio più grande, poi ho una sorella 2 anni più piccola e un fratello che ha 10 anni in meno di me. Il narcisismo non so da dove proviene, lui mi ha detto che ho un'immagine di perfezione di me e del resto che mi circonda davvero molto alta. Da quando sono fidanzato ho un po' tralasciato gli amici che comunque sia ne avevo già pochi, non sono mai stato un tipo socievole e soprattutto con qualsiasi tipo di amicizia mi comporto in modo assolutamente adolescenziale e paranoico, tanto da apparire noioso e da evitare (ed è proprio questo che fanno). Solamente con chi mi conosce davvero bene e con chi trovo delle cose da fare in comune riesco a legare, due sono le uniche persone che posso considerare veri amici tutti gli altri conoscenti. Non sono mai stato tipo da legare con un numero di persone ma ho sempre cercato di conoscerne il più possibile, mi descriverei con questa frase "amico di tutti e amico di nessuno". Soffro e ho sofferto di solitudine, infatti quella di non avere amici è una cosa che mi fa soffrire davvero molto. Qualcuno mi cerca anche se a me sembra che non mi cerca mai nessuno (o ameno come vorrei). Ho sempre avuto qualche amico con cui stare ma adesso sto davvero a zero..
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
E' possibile che lei abbia dei problemi di affettivita'. E su questi dovrebbe lavorare.
Che rapporti aveva con i suoi genitori? Che richieste le facevano? Si e' sentito apprezzato da loro? Questa immagine idealizzata che dice di avere di se' corrisponde a quello che i genitori le chiedevano?
Il fatto che abbia pochi amici non e' un bel segno. Forse chiede loro troppo. E' un argomento di cui dovrebbe parlare a fondo con il suo psicologo.
Prima di affrontare la questione del rapporto a due che e' ancora piu' difficile da gestire cerchi di capire la sua posizione "affettiva" verso il suo contesto.
Poi potra' passare alle relazioni piu' impegnative che richiedono una affettivita' maggiore, condivisa e matura.
Si trova bene con il suo psicologo? Ha una buona relazione con lui?
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Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Sono stato sempre molto bravo a scuola ma ad un certo punto (alle superiori) ho cominciato a calare il mio rendimento anche se sempre buono. Comunque sia loro si vantavano sempre di me, perché ero bravo e perché mi sarei laureato sicuramente e diventato un notaio. Ho sempre fatto tutto da solo, loro spesso, soprattutto da piccolo, per motivi di lavoro erano assenti, quindi mi sono fatto la carriera scolastica senza bisogno ami di un aiuto, grazie alle mie capacità. Ho finito il liceo e mi sono iscritto all'università che volevo da sempre, Giurisprudenza, ma dopo un anno molto travagliato (non scolasticamente) ho dovuto abbandonare tutto e sono cominciati gli attacchi di panico. Da Bologna sono ritornato a casa con la coda fra le gambe, non avevo e non ho più la forza e la voglia di continuare a studiare, tant'è che adesso non faccio più nulla e loro mi hanno colpevolizzato e mi sono sentito come un fallito. Adesso non so più nemmeno che fare nella mia vita anche se attualmente mi sono trovato dei piccoli lavori sul web dove guadagno e tiro su qualche euro. Ho cambiato tre psicologi perché non avevo le risorse economiche per mantenermi e adesso sono in cura da uno psicologo (maschio, le altre due erano donne) con la quale sto affrontando davvero tanti argomenti e dopo un inizio così e così mi sembra di trovarmi meglio.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Un ultimo suggerimento: cerchi di focalizzare cosa puo' essere accaduto in quell'anno di universita' a cui e' seguita la sua crisi. La prima cosa da notare e' che era fuori casa. Dovrebbe elaborare per bene tutto. E' importante! Puo' trovarsi localizzata in quel periodo una chiave di volta significativa.

Vedra' che con un po' di lavoro ben fatto con il suo psicologo verra' a capo delle difficolta' che riferisce e magari riuscira' a rimettere in moto le sue risorse.
I migliori auguri
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Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Grazie mille dottoressa, me lo auguro con tutto il cuore perché voglio stare bene, ricontatterò la mia ragazza probabilmente anche se non ho tanta fiducia... Auguri anche a lei... (la distanza da casa mi faceva penare, volevo sempre ad ogni occasione ritornare)
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