Problema fobia della conoscenza

Salve ,sono un ragazzo di ventuno anni e ho il problema della epistemofobia. Me ne sono reso conto definitivamente ,purtroppo, negli ultimi due anni e da solo.
Il primo chiaro sintomo avvenne circa tre anni fa. avevo la settimana impegnata perché dovevo fare l esame orale di stato della scuola superiore ma per causa mia il ripasso dei programmi interi di diverse materie lo dovetti fare e terminare in 5 giorni o poco più. Notando i moltissimi concetti e termini che dovevo inserire nella mia testa, senza dimenticare e per quanto non ci fossi abituato mi prese il panico. Fu una settimana quasi traumatizzante, non avevo intenzione di nutrirmi ,defecare ,dormire e soprattutto di studiare poiché l agitazione era esagerata e la mia mente non riusciva a allargare il territorio su cui tenere le informazioni.
Superai il colloquio , secondo le mie convinzioni, per pietà dei professori, dopo avermi visto in quelle condizioni disarmanti.
Da quei giorni cominciai a prendere consapevolezza che ci fosse qualcosa che non andava in me.Una carenza.
Tempo dopo dovetti studiare per il test di ingresso di una facoltà che si avvicinava di più alla disciplina in cui mi ero diplomato , ma nulla cambiò. Non riuscii a superare i test a cui avevo fatto domanda poichè l'agitazione che avevo quando cominciavo a riempirmi di un mare di informazioni ,di cui oltretutto non avevo ricevuto insegnamenti ,mi impediva di far lavorare bene la memoria.
Trascorsi di conseguenza un anno sabbatico, ma mi abbandonai alla nullafacenza mentale, fisica e nell'aridità emotiva.Durante quel periodo cominciai spudoratamente ad ignorare di avere un problema di tale gravità (preferirei qualunque altra fobia) e che si sarebbe indubbiamente ripresentato in futuro. Terminato quel periodo di oscurità intellettuale , di apatia e quasi totale solitudine ,ritentai ad entrare all'università , ma questa volta entrai nella graduatoria e mi apprestai ad iscrivermi. Quella seconda volta ebbi fortuna, niente di più perchè il mio stato emotivo era tale e quale la volta precedente.
Riprovai a mettermi a studiare per fare qualche esame ,ma dopo essere entrato nel dettaglio delle materie notai che il lavoro futuro nemmeno mi sarebbe piaciuto(...)
Intanto passarono i mesi e tra il costringermi a sfidare ancora tutti i timori o mollare tutto definitivamente passò un altro anno ,ed eccomi qui.
Sto buttando via il mio tempo e oramai mi sono di nuovo iscritto alla stessa facoltà ,senza studiare decentemente. Avrei pensato di cambiare,ma temo che non si accenderà in me il sentimento di ambire ad acculturarmi in qualcosa e farne la futura carriera. Temo che non avrò voglia di conoscere niente in futuro ,poichè sono anche apatico. Penso che se continuo così sarò destinato ad una vita probabilmente piatta e priva di soddisfazioni, emozioni, novità e sopratutto evoluzione (anche interpersonale,che non ho mai imparato).
Ma una fobia del genere si può curare? Se chiedo un consulto di persona mi prendono per sprovveduto?
[#1]
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
credo che la decisione di richiedere un consulto di persona sia la migliore che può fare.
L'ansia difficilmente si cura da sola, spesso il fai da te peggiora le cose.
Ci sarebbero vari aspetti da valutare come l'anziano da prestazione, la paura di esporsi, la propria autostima, ecc.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
eviti etichette diagnostiche, una diagnosi può essere fatta solo da uno specialista in presenza.
Da quanto riferisce sembra che davanti allo studio - impegnativo -che poi richiede una prestazione, un giudizio, una prova, venga assalito dall'ansia.
Non so come organizzasse in precedenza il suo studio, quale fosse il suo rendimento, quali eventuali difficoltà abbia incontrato, a parte quanto successo per la maturità, ma cosa di peciso? Era rimasto indietro nello studio per trascuratezza o cosa?
Quanto è successo in quel frangente sembra poi abbia parte importante negli incagli successivi.

<Riprovai a mettermi a studiare per fare qualche esame ,ma dopo essere entrato nel dettaglio delle materie notai che il lavoro futuro nemmeno mi sarebbe piaciuto(...)>

E questo sarebbe da capire meglio, come è stata effettuata la scelta degli studi?
Una scelta spontanea o sotto aspettative/pressioni di qualcuno?

Ignorare/evitare non risolve come ha visto, pensare a un futuro catastrofico nemmeno, anzi complica, affrontare il problema con un aiuto specialistico, invece la aiuterebbe molto.

Si dovrebbe rivolgere a un nostro collega direttamente che non la giudicherebbe come sembra lei tema, ma la aiuterebbe a comprendere il suo problema e ad affrontarlo efficacemente.

Ci faccia sapere se crede





Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

ciò che lei definisce "fobia della conoscenza", potrebbe essere riletta in termini di difficoltà legate alla gestione dell'ansia e quindi qualcosa che si avvicina di più alla "prestazione". Quando si parla di fobia di solito c'è un evitamento dell'oggetto fobico, mentre nel suo caso non è così. Lei parla di difficoltà, probabilmente legate alla percezione di se in un determinato contesto.

La consulenza psicologica, oltre alla gestione dell'ansia, potrebbe essere utile anche per orientarla al meglio nella scelta universitaria.

Come mai sente il bisogno di doversi classificare in questo modo?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
Utente
Utente
Durante il quinto anno di superiore , la mia voglia di studiare prese la discesa lenta e iniziai un po a procrastinare. Preciso un po, alcune volte, non sempre ho procrastinato , tuttavia le volte in cui studiavo lo facevo in modo appena sufficiente. Infine presi coscienza solo l'ultima settimana che avrei dovuto studiare più del sufficiente e alcuni capitoli interi nemmeno li avevo studiati, allora non seppi come controllarmi nella situazione che ho descritto nel primo post.
Onestamente mi vergogno di far sapere anche solo attraverso uno schermo a qualunque della mia situazione.
Non posso dare etichette diagnostiche , ma c'è un altro fatto che mi fa allarmare e convincere di essere davvero un fobico della conoscenza. Si tratta della mia apatia , in senso abbastanza largo perchè non sento il desiderio di avere alcun amico , ne di conoscere altra gente, ne di incuriosirmi delle vite degli altri, ne di fare alcunchè con i miei simili, di conoscere di più il mondo, di imparare un mestiere, di vivere più attivamente nel mondo.
Ora che sono tecnicamente studente , se cambiassi facoltà non saprei quale altra scegliere perchè l'indifferenza tanto mi segue.
Insomma io ho l'impressione che l'oggetto della fobia io lo stia evitando davvero, con l'apatia che è l'alibi perfetto per questi problemi.
Di recente ho ricevuto una notizia abbastanza negativa e , volendo, disperante: Una persona può cambiare da diversi punti di vista grazie anche alla compagnia delle altre persone e alle esperienze con esse. Ho detto 'volendo' può essere disperante di proposito , dato che posso comunque scegliere se ignorare oppure no questo punto di vista nuovo che mi è stato svelato.
Ho scelto di non ignorarlo e infatti sono pessimista. In vita mia , fin dalle scuole elementari , ho voluto sempre fare il contrario ovvero allontanarmi dalle persone e non fare esperienze con loro. O perlomeno non fare esperienze NUOVE con loro, infatti alcune esperienze con un paio di amici le ho fatte ma erano sempre le stesse e quando loro cominciarono a cambiare noi ci separammo.
Ho voluto sempre ritornare in casa con le mie fantasie e i miei origami. Nient'altro. O quasi.
Ho fatto qualche sport , ma li ho abbandonati dopo un anno ciascuno.
A metà del 2012 mi ero accorto che non potevo più continuare a stare dentro casa , o fuori casa ma con gli occhi bendati per fantasticare su i miei pseudoromanzi personali e gli origami e che dovevo conoscere il mondo più approfonditamente e non ricordare solo le vie attorno a casa mia.Ho avuto anche altri interessi , ma sono stati tutti (nessuno escluso) troppo temporanei, sfuggenti, senza che sia stato un continuo di crescita dopo l'iniziale curiosità. Iniziò un periodo di riflessione e infine sono giunto all'ipotesi di epistemofobia. Lo so che non posso autodiagnosticarmi ma ho la forte impressione di avere davvero quella fobia.
Ora cerco di evitare di dare risposte sincere a chi mi chiede quali siano i miei desideri per il futuro professionale o anche solo se ci sia qualcosa che a me piaccia del mondo. ADESSO sono anche io consapevole che una persona come è abbastanza squallida da vedere e conoscere.
Ho compreso anche che non posso farmi degli amici perchè non ho nulla da dare e dire , poca acutezza di pensiero per evolvere socialmente.
Come pure individualmente.
[#5]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
gentile utente,
lei ci descrive una situazione in cui sembrano esserci dei blocchi e nel contempo un disagio personale nel viverla.
Sicuramente questi blocchi riconoscono una o più motivazioni che è compito di uno psicologo individuare e cercare di rimuovere.

Le consiglio pertanto come i miei colleghi di affidarsi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a ritrovare maggiori voglia e piacere di vivere

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#6]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
ciò che ci ha riferito andrebbe meglio contestualizzato all'interno della sua storia personale e familiare (della quale non ci ha detto nulla).

Bisognerebbe comprendere a fondo ciò che sta alla base dei suoi comportamenti, il suo chiudersi nel suo mondo, il procrastinare, l'evitare, la scarsa stima in se stesso.

Di nuovo, lasci perdere le sue conclusioni, tra l'altro non la aiutano a a capire COME risolvere le sue difficoltà che è il punto da tenere in considerazione.

Per questo le suggerisco nuovamente di rivolgersi a un nostro collega in presenza, lei ha tutto il diritto di conquistare migliore benessere, qualità di vita e di guardare al futuro con positività.

Coraggio e auguri!

[#7]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

>>Lo so che non posso autodiagnosticarmi ma ho la forte impressione di avere davvero quella fobia.<<
se questa cosa della "fobia" la fa sentire più sereno può anche definirsi un "epistemofobico", ma è alquanto inutile perché in realtà è solo un bisogno di dare un nome (o una colpa) al suo disagio. In realtà comprendere a fondo le sue difficoltà è una cosa che va ben oltre la "fobia" e implica uno sforzo.

Si affidi ad un Collega per una valutazione, potrebbe essere utile.






Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto