Ansia e cibo
Salve dottori,
Quest'oggi vorrei un vostro parere sulla mia situazione e su quello che sto mettendo in pratica.
Tutto è iniziato, qualche settimana fa, quando ho avuto un'importante gastroenterite che attualmente è stata curata e non sono più presenti sintomi fisici.
In quelle settimane facevo molta fatica mangiare, non digerivo e andavo spesso in bagno. Tutti sintomi che sono normali durante la malattia ma che hanno innescato in me una paura.
Ora che sono sano, il mio cervello pensa che io stia ancora male e quindi quando mangio, mi fa pensare a quando non digerivo e a quando andavo in bagno, a quando avevo tutti quei disturbi della malattia virale. Io, attualmente, me ne sto fregando, continuo la mia vita, mangio fino a quando sono sazio, con i miei tempi e i miei ritmi e non ascolto quella mia vocina che da dentro mi dice: se mangi, stai male. Io ora sto bene e mangio quello che voglio mangiare. É giusto quello che sto facendo? Credo che a lungo andare, anche il mio cervello capirà che quel periodo è passato ed ora non ci sono problemi?
A voi, chiedo un semplice parere.
Quest'oggi vorrei un vostro parere sulla mia situazione e su quello che sto mettendo in pratica.
Tutto è iniziato, qualche settimana fa, quando ho avuto un'importante gastroenterite che attualmente è stata curata e non sono più presenti sintomi fisici.
In quelle settimane facevo molta fatica mangiare, non digerivo e andavo spesso in bagno. Tutti sintomi che sono normali durante la malattia ma che hanno innescato in me una paura.
Ora che sono sano, il mio cervello pensa che io stia ancora male e quindi quando mangio, mi fa pensare a quando non digerivo e a quando andavo in bagno, a quando avevo tutti quei disturbi della malattia virale. Io, attualmente, me ne sto fregando, continuo la mia vita, mangio fino a quando sono sazio, con i miei tempi e i miei ritmi e non ascolto quella mia vocina che da dentro mi dice: se mangi, stai male. Io ora sto bene e mangio quello che voglio mangiare. É giusto quello che sto facendo? Credo che a lungo andare, anche il mio cervello capirà che quel periodo è passato ed ora non ci sono problemi?
A voi, chiedo un semplice parere.
[#1]
Sentire ansia e andare avanti comunque, tecnicamente si definisce come controllo. Cioè di fronte all'ansia si può reagire in due modi: o si evita, o si affronta. E lei ha "deciso" di affrontare.
>>> Credo che a lungo andare, anche il mio cervello capirà che quel periodo è passato ed ora non ci sono problemi?
>>>
Solo il tempo potrà dirlo, non si possono fare previsioni.
>>> Credo che a lungo andare, anche il mio cervello capirà che quel periodo è passato ed ora non ci sono problemi?
>>>
Solo il tempo potrà dirlo, non si possono fare previsioni.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta e per la sua disponibilità e gentilezza.
Solo che non ho ben capito una frase: io non ho deciso di affrontarla, ho solo deciso di riprendere la vita che facevo prima di ammalarmi, dopotutto ora, a livello fisico, sto bene.
Se dovessi evitare l'ansia, se di ansia si tratta, non dovrei più mangiare siccome qualche settimana fa un virus ha deciso di venirmi a trovare e regalarmi "particolari" sensazioni dopo mangiato.
Secondo lei, come mi dovrei comportare?
Solo che non ho ben capito una frase: io non ho deciso di affrontarla, ho solo deciso di riprendere la vita che facevo prima di ammalarmi, dopotutto ora, a livello fisico, sto bene.
Se dovessi evitare l'ansia, se di ansia si tratta, non dovrei più mangiare siccome qualche settimana fa un virus ha deciso di venirmi a trovare e regalarmi "particolari" sensazioni dopo mangiato.
Secondo lei, come mi dovrei comportare?
[#3]
Ha ragione, sono stato un po' criptico. Rispondendo a tante domande simili, a volte viene da dare le cose per scontate.
È chiaro che non lo ha "deciso", non a caso l'ho messo fra virgolette. Volevo semplicemente dire che l'ansioso - se lei è un po' in ansia, come sembra - può avere due atteggiamenti opposti di fronte alle situazioni che lo spaventano: o le evita (fobico), o le affronta (ossessivo).
Nel suo caso ha prevalso il lato "le affronto", cioè più sul versante " 'sta cosa mi fa paura ma... vado avanti lo stesso". Ma questo è anche il caso in cui è più facile avere dubbi... e infatti si chiede - e ci chiede - "Sto facendo bene?" Anche questo fa parte della sintomatologia ansiosa: chiedersi se si sta agendo bene di fronte al sintomo.
Si tratta di richieste di rassicurazione. L'ansioso chiede all'esperto, o all'amico, o al parente come comportarsi nella speranza che, avuta la risposta, possa risolvere il problema e mettersi l'anima in pace.
Purtroppo non è così. Sia che io le dicessi: "fa bene" oppure "fa male", non solo è probabile che non le risolverei il problema, ma anzi potrei persino aumentale i sintomi.
In conclusione, se il problema fisico è stato superato e se per il medico è tutto ok, adesso si tratta di aspettare e vedere.
È probabile che insegnando al suo corpo, gradualmente, che non c'è più nulla da temere, alla fine anche la paura sparisca. In tal caso saprà di aver avuto successo. Diversamente dovrebbe rivolgersi a uno psicologo e chiedere un parere.
È chiaro che non lo ha "deciso", non a caso l'ho messo fra virgolette. Volevo semplicemente dire che l'ansioso - se lei è un po' in ansia, come sembra - può avere due atteggiamenti opposti di fronte alle situazioni che lo spaventano: o le evita (fobico), o le affronta (ossessivo).
Nel suo caso ha prevalso il lato "le affronto", cioè più sul versante " 'sta cosa mi fa paura ma... vado avanti lo stesso". Ma questo è anche il caso in cui è più facile avere dubbi... e infatti si chiede - e ci chiede - "Sto facendo bene?" Anche questo fa parte della sintomatologia ansiosa: chiedersi se si sta agendo bene di fronte al sintomo.
Si tratta di richieste di rassicurazione. L'ansioso chiede all'esperto, o all'amico, o al parente come comportarsi nella speranza che, avuta la risposta, possa risolvere il problema e mettersi l'anima in pace.
Purtroppo non è così. Sia che io le dicessi: "fa bene" oppure "fa male", non solo è probabile che non le risolverei il problema, ma anzi potrei persino aumentale i sintomi.
In conclusione, se il problema fisico è stato superato e se per il medico è tutto ok, adesso si tratta di aspettare e vedere.
È probabile che insegnando al suo corpo, gradualmente, che non c'è più nulla da temere, alla fine anche la paura sparisca. In tal caso saprà di aver avuto successo. Diversamente dovrebbe rivolgersi a uno psicologo e chiedere un parere.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 16/12/2013.
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