Paura farmaci e intolleranza
Chiedo a voi un aiuto perchè sto assumendo da soli 3 giorni,oggi è il quarto daparox gocce, 3 al mattino, e ho degli effetti collaterali spaventosi, come forte cefalea, nausea e vertigini.Tutti i medici consultati mi hanno detto che con 3 gocce non è possibile stare come sto io, ma allora perchè sto cosi? Devo prendere questo farmaco per la fibromialgia,e anche per ansia e dap. Cosa posso fare a livello psicologico per mettermi tranquilla e proseguire la cura? Mi sento anche fiacca, e ho paura di svenire...
Non ho alternative , nel senso che per la mia patologia solo gli antidep funzionano, e ho molti dolori.Non so come fare, tra l'altro la mia psicologa è del tutto contraria ai farmaci e io sto saltando le sedute perchè non voglio che mi veda cosi come sono in questi giorni, cioè con questo senso di vertigine, e un pò assonnata...Non so a chi chiedere aiuto, il neurologo mi dice solo di continuare e che gli effetti collaterali passeranno.
Cosa posso fare?
rispondetemi per favore
Non ho alternative , nel senso che per la mia patologia solo gli antidep funzionano, e ho molti dolori.Non so come fare, tra l'altro la mia psicologa è del tutto contraria ai farmaci e io sto saltando le sedute perchè non voglio che mi veda cosi come sono in questi giorni, cioè con questo senso di vertigine, e un pò assonnata...Non so a chi chiedere aiuto, il neurologo mi dice solo di continuare e che gli effetti collaterali passeranno.
Cosa posso fare?
rispondetemi per favore
[#1]
Gentile utente,
da quanto ci scrive lei è seguita da diversi professionisti.
Forse l'interlocutore migliore al quale rivolgersi è proprio il suo terapeuta.
Sebbene lo psicologo non sia, nel suo caso, favorevole all'uso dei farmaci, non credo che sia espulsivo rispetto alla sua decisione di iniziare la cura.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali dei farmaci, beh questa non è la sede più adatta per poter rispondere dato che gli psicologi non sono medici.
Ha pensato a far dialogare tra loro i due professionisti che la seguono (psicologo e neurologo)?
Spesso questo è un passaggio utile per chiarire eventuali incomprensioni ed andare nella stessa direzione di intervento.
Ci rifletta.
Restiamo in ascolto
da quanto ci scrive lei è seguita da diversi professionisti.
Forse l'interlocutore migliore al quale rivolgersi è proprio il suo terapeuta.
Sebbene lo psicologo non sia, nel suo caso, favorevole all'uso dei farmaci, non credo che sia espulsivo rispetto alla sua decisione di iniziare la cura.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali dei farmaci, beh questa non è la sede più adatta per poter rispondere dato che gli psicologi non sono medici.
Ha pensato a far dialogare tra loro i due professionisti che la seguono (psicologo e neurologo)?
Spesso questo è un passaggio utile per chiarire eventuali incomprensioni ed andare nella stessa direzione di intervento.
Ci rifletta.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Gentile Utente,
anche secondo me sarebbe molto utile che i due professionisti comunicassero tra loro, nel Suo esclusivo interesse.
Se Lei ha un problema come la fibromialgia è sensato che sia il neurologo o il reumatologo ad impostare la terapia farmacologica.
Pertanto ritengo debba seguire le prescrizioni del curante.
Non capisco perchè la psicologa sia contraria a priori al farmaco; ad ogni modo non mi pare sensato ritenere che questi dolori potranno passare "da soli".
Entrando nel merito della relazione terapeutica, posso chiederLe come mai non vuole che la psicologa possa vederLa stare male?
Che tipo di lavoro sta facendo con questa psicologa?
Si tratta di una psicoterapia specifica per un disturbo, oppure è stato un suggerimento del medico per via della fibriomialgia?
Un cordiale saluto,
anche secondo me sarebbe molto utile che i due professionisti comunicassero tra loro, nel Suo esclusivo interesse.
Se Lei ha un problema come la fibromialgia è sensato che sia il neurologo o il reumatologo ad impostare la terapia farmacologica.
Pertanto ritengo debba seguire le prescrizioni del curante.
Non capisco perchè la psicologa sia contraria a priori al farmaco; ad ogni modo non mi pare sensato ritenere che questi dolori potranno passare "da soli".
Entrando nel merito della relazione terapeutica, posso chiederLe come mai non vuole che la psicologa possa vederLa stare male?
Che tipo di lavoro sta facendo con questa psicologa?
Si tratta di una psicoterapia specifica per un disturbo, oppure è stato un suggerimento del medico per via della fibriomialgia?
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
La psicologa essendo contraria all'uso dei farmaci, se mi vede stare male mi condizionerebbe nel non prenderli.
Il farmaco per me è indispensabile e la cura mi è stata data da ben due specialisti, neurologo e reumatologo.
La psicoterapia è di tipo analitico, analizziamo il mio passato, il fatto che secondo lei sono ipocondriaca, mentre in realtà sono fibromialgica, e non è la stessa cosa. Sono mesi che soffro di dolori alle gambe e alla schiena, e dopo mesi di indagini siamo arrivati alla diagnosi.La psicoterapia l'avevo iniziata ad agosto; la psicologa non sa nemmeno cosa sia la fibromialgia, glielo ho dovuto spiegare io, lei dice che i dolori possono passare in altro modo...ma non so come...le ho provate tutte, cortisone, antiinfiammatori, fisioterapia ma non passano..Io ora sono spaventata dagli effetti collaterali...questo mal di testa continuo, da ieri, questo senso di vertigine,,,Sono stata avvertita degli effetti collaterali dai medici, ma ne ho paura lo stesso.
Il farmaco per me è indispensabile e la cura mi è stata data da ben due specialisti, neurologo e reumatologo.
La psicoterapia è di tipo analitico, analizziamo il mio passato, il fatto che secondo lei sono ipocondriaca, mentre in realtà sono fibromialgica, e non è la stessa cosa. Sono mesi che soffro di dolori alle gambe e alla schiena, e dopo mesi di indagini siamo arrivati alla diagnosi.La psicoterapia l'avevo iniziata ad agosto; la psicologa non sa nemmeno cosa sia la fibromialgia, glielo ho dovuto spiegare io, lei dice che i dolori possono passare in altro modo...ma non so come...le ho provate tutte, cortisone, antiinfiammatori, fisioterapia ma non passano..Io ora sono spaventata dagli effetti collaterali...questo mal di testa continuo, da ieri, questo senso di vertigine,,,Sono stata avvertita degli effetti collaterali dai medici, ma ne ho paura lo stesso.
[#5]
Gentile Utente,
ribadisco che noi psicologi non possiamo entrare nel merito di terapie farmacologiche impostate dai medici, neppure quando si tratta di psicofarmaci. Quindi nessuno psicologo può nè deve condizionare il pz a sospendere le terapie farmacologiche ma, come Le ha già suggerito anche il Collega, sarebbe opportuno che la Sua psicologa contattasse chi ha prescritto i farmaci e ne discutesse con il curante.
Forse la psicologa non ignora cosa sia la fibromialgia, ma ha solo voluto avere un resoconto da Lei sui sintomi e sulla Sua sofferenza.
In ogni caso, ciò che può essere a volte utile accanto alla terapia farmacologica per la fibromialgia sono sedute di rilassamento progressivo.
Invece per le problematiche legate all'ansia, Lei stessa aveva dichiarato in passato di avere avuto benefici dalla terapia cognitivo-comportamentale: se continua a fuggire davanti ad obiettivi terapeutici e a rifugiarsi nei comportamenti di evitamento, purtroppo i risultati saranno scontati.
Forse Le conviene cercare uno psicologo psicoterapeuta che sappia come condurre un training efficace di rilassamento e per i precedenti problemi d'ansia.
Cordiali saluti,
ribadisco che noi psicologi non possiamo entrare nel merito di terapie farmacologiche impostate dai medici, neppure quando si tratta di psicofarmaci. Quindi nessuno psicologo può nè deve condizionare il pz a sospendere le terapie farmacologiche ma, come Le ha già suggerito anche il Collega, sarebbe opportuno che la Sua psicologa contattasse chi ha prescritto i farmaci e ne discutesse con il curante.
Forse la psicologa non ignora cosa sia la fibromialgia, ma ha solo voluto avere un resoconto da Lei sui sintomi e sulla Sua sofferenza.
In ogni caso, ciò che può essere a volte utile accanto alla terapia farmacologica per la fibromialgia sono sedute di rilassamento progressivo.
Invece per le problematiche legate all'ansia, Lei stessa aveva dichiarato in passato di avere avuto benefici dalla terapia cognitivo-comportamentale: se continua a fuggire davanti ad obiettivi terapeutici e a rifugiarsi nei comportamenti di evitamento, purtroppo i risultati saranno scontati.
Forse Le conviene cercare uno psicologo psicoterapeuta che sappia come condurre un training efficace di rilassamento e per i precedenti problemi d'ansia.
Cordiali saluti,
[#6]
Gentile utente
A me non pare che si sia rassicurata dopo il consulto che ha ricevuto questa mattina dal sottoscritto.
Le ripeto senza ombra di dubbio che tre gocce di daparox non hanno mai fatto morire nessuno.
Piuttosto c'è da considerare l'indicazione al trattamento e le possibili ulteriori alternative qualora fosse intollerante agli ssri e, quindi, può essere necessario valutare un trattamento differente con molecole di classe diversa.
A me non pare che si sia rassicurata dopo il consulto che ha ricevuto questa mattina dal sottoscritto.
Le ripeto senza ombra di dubbio che tre gocce di daparox non hanno mai fatto morire nessuno.
Piuttosto c'è da considerare l'indicazione al trattamento e le possibili ulteriori alternative qualora fosse intollerante agli ssri e, quindi, può essere necessario valutare un trattamento differente con molecole di classe diversa.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#7]
Gentile Utente,
nel suo caso il trattamento più indicato è di tipo integrato (psicoterapia e psicofarmaci), ma se si avvale di due o tre specialisti che non comunicano tra di loro e addirittura uno sconferma il trattamento o l'approccio dell'altro, si crea una sorta di "dissociazione" nell'intervento, e quindi di integrato rimane ben poco.
Le domande che riporta in questo sito (indice di una ulteriore dissociazione) andrebbero poste ai rispettivi professionisti che stanno trattando il suo caso.
>>il fatto che secondo lei sono ipocondriaca, mentre in realtà sono fibromialgica, e non è la stessa cosa..<<
le due diagnosi non sono mutualmente escludenti l'una dell'altra. La fibromialgia, pur essendo una diagnosi medica (quindi di competenza neurologica e reumatologica), può essere associata ad un trattamento psicoterapico proprio perché c'è la tendenza a considerare quella che viene definita: "personalità fibromialgica".
nel suo caso il trattamento più indicato è di tipo integrato (psicoterapia e psicofarmaci), ma se si avvale di due o tre specialisti che non comunicano tra di loro e addirittura uno sconferma il trattamento o l'approccio dell'altro, si crea una sorta di "dissociazione" nell'intervento, e quindi di integrato rimane ben poco.
Le domande che riporta in questo sito (indice di una ulteriore dissociazione) andrebbero poste ai rispettivi professionisti che stanno trattando il suo caso.
>>il fatto che secondo lei sono ipocondriaca, mentre in realtà sono fibromialgica, e non è la stessa cosa..<<
le due diagnosi non sono mutualmente escludenti l'una dell'altra. La fibromialgia, pur essendo una diagnosi medica (quindi di competenza neurologica e reumatologica), può essere associata ad un trattamento psicoterapico proprio perché c'è la tendenza a considerare quella che viene definita: "personalità fibromialgica".
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#8]
Utente
Grazie a tutti per le risposte.
Per il dott Ruggiero: per la fibro ho già provato farmaci come lYrica ( sospeso subito per intolleranza), miorilassanti che piu di tanto non fanno, cymbalta per eccessiva sedazione.
Ora parto scoraggiata anche con la paroxetina, per questo sono cosi preoccupata. Ho deciso di seguire le indicazioni del mio medico, continuare con il daparox, riferendogli man mano gli effetti collaterali.
Con la psicologa parlerò giovedi, proverò a farla parlare con il mio medico di riferimento, sperando che lo faccia. Altrimenti mi vedrò costretta a cambiare psicoterapeuta, perchè da ansiosa quale sono non posso permettermi di avere accanto a me professionisti che mi dicono cose opposte.Già come ansiosa sono sempre in dubbio e cerco come vedete anche voi continue rassicurazioni, in più se un medico mi dice A e la psicologa mi dice B io mi scoraggio e non so piu cosa devo fare.
Grazie di cuore a tutti.
Per il dott Ruggiero: per la fibro ho già provato farmaci come lYrica ( sospeso subito per intolleranza), miorilassanti che piu di tanto non fanno, cymbalta per eccessiva sedazione.
Ora parto scoraggiata anche con la paroxetina, per questo sono cosi preoccupata. Ho deciso di seguire le indicazioni del mio medico, continuare con il daparox, riferendogli man mano gli effetti collaterali.
Con la psicologa parlerò giovedi, proverò a farla parlare con il mio medico di riferimento, sperando che lo faccia. Altrimenti mi vedrò costretta a cambiare psicoterapeuta, perchè da ansiosa quale sono non posso permettermi di avere accanto a me professionisti che mi dicono cose opposte.Già come ansiosa sono sempre in dubbio e cerco come vedete anche voi continue rassicurazioni, in più se un medico mi dice A e la psicologa mi dice B io mi scoraggio e non so piu cosa devo fare.
Grazie di cuore a tutti.
[#9]
Gentile utente,
una volta stabilito che il problema della sua salute è riconducibile alla fibromialgia, intendendosi con tale terminologia uno specifico corteo sintomatologico non riconducibile a cause strettamente fisiche, il trattamento di elezione necessariamente trova indicazione con l'uso di specifici antidepressivi.
Mi risulta comunque poco funzionale in una relazione terapeutica vietare l'uso di terapie considerate valide, il cui rifiuto risulta essere lesivo per la relazione terapeutica stessa.
In una relazione di questo tipo, si considerano anche le varie alternative, senza che il terapeuta possa in qualche modo influenzarla con le proprie convinzioni personali che dovrebbero esulare dal rapporto terapeutico.
La scelta di cambiare terapeuta resta la sua, ma ritengo che in qualche modo eviti il problema della discussione della sua scelta che potrebbe essere motivo di argomentazione all'interno della terapia.
una volta stabilito che il problema della sua salute è riconducibile alla fibromialgia, intendendosi con tale terminologia uno specifico corteo sintomatologico non riconducibile a cause strettamente fisiche, il trattamento di elezione necessariamente trova indicazione con l'uso di specifici antidepressivi.
Mi risulta comunque poco funzionale in una relazione terapeutica vietare l'uso di terapie considerate valide, il cui rifiuto risulta essere lesivo per la relazione terapeutica stessa.
In una relazione di questo tipo, si considerano anche le varie alternative, senza che il terapeuta possa in qualche modo influenzarla con le proprie convinzioni personali che dovrebbero esulare dal rapporto terapeutico.
La scelta di cambiare terapeuta resta la sua, ma ritengo che in qualche modo eviti il problema della discussione della sua scelta che potrebbe essere motivo di argomentazione all'interno della terapia.
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Utente
Non si tratta di voler evitare, si tratta di conoscere la personalità della psicoterpeuta convintissima dell'inutilità e della dannosità dei farmaci.Spesso nel corso delle sedute mi riferiva casi di pazienti che a causa degli antidep sono stati malissimo per anni, e che lei nel tempo ha dovuto disintossicare con tanta fatica.
Non tutti gli psicologi sono uguali, con alcuni risulta difficile andare contro a loro convinzioni.Inoltre in questi giorni sto molto male, ho sempre mal di testa, e senso di vertigine e non me la sento di combattere anche con lei questa battaglia. Riprenderò il discorso quanto prima, ma se nascerà un conflitto per il mio bene cambierò terapeuta.
Non tutti gli psicologi sono uguali, con alcuni risulta difficile andare contro a loro convinzioni.Inoltre in questi giorni sto molto male, ho sempre mal di testa, e senso di vertigine e non me la sento di combattere anche con lei questa battaglia. Riprenderò il discorso quanto prima, ma se nascerà un conflitto per il mio bene cambierò terapeuta.
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Gentile Utente,
se la cura psicofarmacologica è iniziata prima di quella psicoterapica, la Collega, data la sua posizione in merito ai farmaci, non avrebbe dovuto neanche prenderla in carico (per una questione di coerenza).
Queste sono a mio avviso delle "regole" che andrebbero condivise in sede di Consenso Informato, quindi prima dell'inizio del trattamento vero e proprio.
se la cura psicofarmacologica è iniziata prima di quella psicoterapica, la Collega, data la sua posizione in merito ai farmaci, non avrebbe dovuto neanche prenderla in carico (per una questione di coerenza).
Queste sono a mio avviso delle "regole" che andrebbero condivise in sede di Consenso Informato, quindi prima dell'inizio del trattamento vero e proprio.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2.3k visite dal 15/12/2013.
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