Conflitti e limiti interiori

Salve Dottore,intanto, un GRAZIE sincero per l'attenzione che riporrà al mio consulto.
la prego dottore,le chiedo la sua massima attenzione,perchè non sono solito scrivere cose così personali pubblicamente e spero in una sua dettagliata analisi a riguardo.
il primo.
ho dei problemi in famiglia..tra tutti i componenti ci sono rapporti difficli,contrastranti che perdurano da tanto tempo..
sono problemi che non riguardano me in prima persona ma coinvolgono più persone tra di loro..
il vero problema è che per tanto tempo ho cercato di mettere apposto le cose,essendone estraneo ai fatti,ma mi sono trovato investito da tutto il marasma..questo a lungo andare mi ha creato problemi di serenità,di tranquillità,di pace interiore che anche per questo problema non riesco più ad avere.visto che mi trovo sballottato da una parte all'altra le parti in conflitto e diventa difficilissimo gestire il tutto alla lunga,soprattutto in considerazione che anche io ho i miei problemi.
una persona si lamenta con me.l'altra fa altrettanto e io essendo -ahimè-uno che rimugina molto,troppo sulle cose,non faccio che pensare e ripensare aa questo,rovinandomi spesso e volentieri le giornate.
mi domando come posso fare per trovare un minimo di serenità,visto che i pensieri,riguardanti la situazione,non mi abbandonano,visto che si tratta sempre di qualcosa di molto vicino a me.
volevo sapere un suo consiglio sul come dovermi rapportare per avere una mia giusta mia serenità,tranquillità.
due altre cose,se posso.
volevo avere un suo parere..
sin da piccolo soffro nel tramutare i pensieri in azioni..
mi riferisco a quando ci si trova a prendere o realizzare qualcosa che ha importanza..
sono molto emotivo e anche se le mie idee,i miei pensieri vorrebbero realizzare quella data cosa,è come se il mio sistema emotivo-mentale non riuscisse a dare seguito a questo e nel momento in cui mi ritrovo a dover mettere in pratica l'idea,la cosa,il progetto ecc,non ci riesco,perchè la forte emotività mi blocca letteralmente nel passo che va a seguire le mie intenzioni preliminari.
l'ultimissima.
sin da piccolo,ho una forte fobia nell'affrontare visite di qualsiasi tipo..nell'andare in ospedale,nel farmi visitare..
sonon terrorizzato dal fatto che mi si possa trovare qualcosa di brutto..
sono fortemente ipocondriaco e questo peggiora di molto le cose,perchè è come un cane che si morde la coda..
quando mi trovo in sala d'attesa dal medico,ho mille pensieri prima di entrare in studio,il cuore va a mille,le mani mi sudano,le gambe diventano molli..insomma,sto malissimo..quando entro nello studio,invece,paradossalmente mi calmo un pò..ma questo non conta,perchè se l'attesa mi fa stare così,io dal medico ,difficilmente ci vado.
vorrei da lei,un parere,dei consigli..dirmi di andare in terapia ci arrivo anche io,ma nel frattempo,vorrei mi spiegasse gentilmente in modo dettagliato una sua visione e sul perchè e se possano essere reversibili, questo tipo di problemi.
grazie mille.saluti
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

si direbbe che il Suo carattere mite la faccia diventare un bersaglio per gli sfoghi dei Suoi familiari, i quali sembrano non trovare il modo di comunicare opinioni anche differenti senza arrivare allo scontro.

Questo ambiente non Le giova e potrebbe essere alla base della Sua emotività e delle Sue paure.

Per Lei la situazione è certamente recuperabile, ma richiede un certo sforzo da parte Sua, a cominciare dal cambiare ambiente.

Andare a vivere per conto proprio o presso amici o conoscenti potrebbe essere il primo passo, e la Sua età lo contempla.

La lontananza e la rarefazione dei contatti coi familiari può contribuire a riequilibrare il Suo stato d'animo e anche la qualità del rapporto con loro.

Il supporto di un medico e di uno psicologo possono completare l'opera.

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
Come detto dal collega, l' impegno verso un possibile percorso di guarigione deve essere attuato

In ogni condizione psichica ed emozionale, ci sono fattori scatenanti e fattori di mantenimento, oltre. A fattori ambientali, facilitanti l' insorgenza della problematica in questione.

La sua famiglia, con le sue modalità di relazione disfunzionali, contribuirà sicuramente a renderle difficoltosa l ' esistenza, ma la sua struttura di personalità, il suo modo di essere, di reagire, di interagire.....a mio avviso, contribuisce a fare il resto.


Un nostro collega potrà sicuramente aiutarla nella disamina della sua condizione soprattutto nel percorso di cura

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Intanto grazie per le vostre risposte.
devo essere sincero.
tutte le volte che mi sono allontanato da casa per brevi periodi,ne ho tratto grandissimo giovamento.
questo,perchè-correggetemi voi-quando vengono a mancare,quotidinianamente, tutte quelle cose che ti fanno star male,non ti fanno essere tranquillo,sereno,in pace con te stesso e con ciò che ti circonda,non puoi che conseguentemente, iniziare a stare meglio.
molto acuta la sua visione dottore.
è questo che io ho sempre pensato.
mi domando però una cosa..finchè non riuscirò a fare questo passo,non avrò modo di poter stare bene con me stesso per via di tutte queste situazioni e condizioni?
ho sempre rifiutato l'idea di andare in terapia..anche perchè se sai già cosa dovresti fare per migliorare la tua vita,è assolutamente superfluo e inutile, tu vada a fartelo dire da un'altra persona.
quello che mi piacerebbe,è poter avere maggiore capacità di farmi scivolare addosso le cose,anzichè rimuginare e rimuginare costantemente sulle cose brutte e negative che vivo e mi capitano..questo è uno dei miei peggiori difetti.
il modo estremamente emotivo con cui recepisco le cose,le situazioni...la vita diventa molto pesante vissuta così.mi domando..al di là della ma indole,dipende molto dalla pesantezza che ho sempre respirato a casa mia e in famiglia?
non a caso,porto questa sorta di "pesantezza" anche fuori dall'ambito familiare.mi si fa spesso notare che dovrei esser più "leggero".ma come posso esserlo se è sempre così che ho vissuto nella mia famiglia..in mezzo a rapporti conflittuali,a mancanza di comunicazione,a covare dentro i propri rancori,sentimenti per tanto tanto tempo..
non c'è bisogno vi dica, che è la famiglia il punto di partenza di tutto..del tuo carattere e di ciò che sei e sarai.
oltretutto,io non esterno mai a nessuno questi problemi..me li tengo sempre dentro di me...
forse per orgoglio personale,non amo mostrare le mie debolezze,manifestando ciò che sento nel più profondo.
questa è una delle ricette,mi direte voi per stare ancora peggio.
sbaglio?
grazie del vostro parere.
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Lei scrive:
" mi domando però una cosa..finchè non riuscirò a fare questo passo,non avrò modo di poter stare bene con me stesso per via di tutte queste situazioni e condizioni?"

Il lavoro psicologico serve proprio a farla stare bene soprattutto con se stesso, poi con il resto del mondo, famiglia inclusa.....
Non può certo scappare via per trovare la serenità smarrita....
[#5]
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
certo..ma il collega ha scritto:"Questo ambiente non Le giova e potrebbe essere "alla base della Sua emotività e delle Sue paure."

Per Lei la situazione è certamente recuperabile, ma richiede un certo sforzo da parte Sua, a cominciare dal cambiare ambiente."

significa che con tutti i limiti che posso avere,è ipotizzabile che in un altro contesto,questi stessi,o molti di questi,possano venire meno..come peraltro ho già avuto modo di verificare.poi,non che risolverei tutto,ci mancherebbe, ma mi scontrerei se non altro con i MIEI problemi e non con quelli determinati da situazioni che non genero io.
spero sia chiaro il concetto.
quello che vorrei capire è se posso uscirne da solo..mi parla di lavoro psicologico e le dico,molto francamente che pochi lavorano su se stessi come sto facendo io..e ritengo di essere migliorato molto negli anni..certo,poi risolvere i problemi di una vita-ne parlo nel consulto-è un attimo più complicato e forse lavorare su se stessi non basta ancora.
mi riferisco alle fobie sulle visite ad esempio..o ad una certa "facilità" e automaticità nel tramutare in azioni e nella vita,i propri pensieri,progetti,volontà ..quel blocco emotivo è, e rimane, un grosso freno in certe condizioni nella mia vita.
[#6]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
<<finchè non riuscirò a fare questo passo,non avrò modo di poter stare bene con me stesso per via di tutte queste situazioni e condizioni?>>

Finché qualcosa della situazione non cambierà, e questo può essere da parte dei Suoi familiari, o da parte Sua, o da entrambe le parti.
Ovviamente è più facile, anche se di per sé non lo è, cambiare qualcosa di se stessi che cambiare qualcosa negli altri.

<<significa che con tutti i limiti che posso avere,è ipotizzabile che in un altro contesto,questi stessi,o molti di questi,possano venire meno..come peraltro ho già avuto modo di verificare.>>

Se lo ha già verificato, allora Le converrà passare all'azione.

Da solo può fare molto, a cominciare dal "muoversi"; per quanto riguarda le perplessità più "profonde", l'aiuto di uno/a specialista Le permetterebbe di bruciare un po' i tempi.

Tenga presente che il tempo passa.


[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
L'aiuto di uno specialista diventa indispensabile, da solo, a mio avviso non può farcela.
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