Nuova frequentazione: mi ha rivelato di avere un tumore
Buonasera dottori,
frequento da poco più di un mese un ragazzo coetaneo. Ci piacciamo molto. La frequentazione va bene. Ci diciamo belle cose (siamo entrambi romantici) e, nonostante sia un rapporto appena iniziato, siamo già entrambi nei rispettivi pensieri.
Dopo tre settimane di frequentazione lui mi rivela di avere un tumore e di essere in terapia.
Nonostante il forte shock iniziale da parte mia (una notte insonne passata a piangere ed il giorno dopo a trattenere le lacrime al lavoro, per poi riscoppiare la sera), io sin da subito ho voluto che tutto continuasse come prima. Continuiamo a vederci e scriverci, e questo week end lo incontrerò per la prima volta dalla confessione.
Il fatto è che voglio continuare a conoscerlo ed, inoltre, lui è una persona molto forte, che non fa ricadere per nulla la sua condizione sul nostro rapporto.
Io nel quotidiano cerco di non pensarci e, per il motivo appena accennato, ci riesco. Guardo solo a quanto bene lui mi fa.
Ma poi, se analizzo tutto con maggior distacco, mi sembra di starmi imbarcando in un calvario. Mi affeziono giorno dopo giorno sempre più ad una persona che potrebbe non essereci più tra qualche tempo. Per non parlare anche del percorso, ovviamente doloroso, che porta a quel momento. Vorrei parlargli, ma ovviamente non posso essere indelicato E poi cosa gli direi? Che ho bisogno di sapere se morirà? Che ho paura di innamorarmi di una persona che forse morirà? Il fatto è che a me lui piace. Non romperei mai un rapporto con lui, in condizioni normali. E poi, i miei principi non mi permettono di abbandonare una persona che soffre. La malattia fa parte della vita. Domani potrei essere io ad ammalarmi. Non so cosa fare.
frequento da poco più di un mese un ragazzo coetaneo. Ci piacciamo molto. La frequentazione va bene. Ci diciamo belle cose (siamo entrambi romantici) e, nonostante sia un rapporto appena iniziato, siamo già entrambi nei rispettivi pensieri.
Dopo tre settimane di frequentazione lui mi rivela di avere un tumore e di essere in terapia.
Nonostante il forte shock iniziale da parte mia (una notte insonne passata a piangere ed il giorno dopo a trattenere le lacrime al lavoro, per poi riscoppiare la sera), io sin da subito ho voluto che tutto continuasse come prima. Continuiamo a vederci e scriverci, e questo week end lo incontrerò per la prima volta dalla confessione.
Il fatto è che voglio continuare a conoscerlo ed, inoltre, lui è una persona molto forte, che non fa ricadere per nulla la sua condizione sul nostro rapporto.
Io nel quotidiano cerco di non pensarci e, per il motivo appena accennato, ci riesco. Guardo solo a quanto bene lui mi fa.
Ma poi, se analizzo tutto con maggior distacco, mi sembra di starmi imbarcando in un calvario. Mi affeziono giorno dopo giorno sempre più ad una persona che potrebbe non essereci più tra qualche tempo. Per non parlare anche del percorso, ovviamente doloroso, che porta a quel momento. Vorrei parlargli, ma ovviamente non posso essere indelicato E poi cosa gli direi? Che ho bisogno di sapere se morirà? Che ho paura di innamorarmi di una persona che forse morirà? Il fatto è che a me lui piace. Non romperei mai un rapporto con lui, in condizioni normali. E poi, i miei principi non mi permettono di abbandonare una persona che soffre. La malattia fa parte della vita. Domani potrei essere io ad ammalarmi. Non so cosa fare.
[#1]
Gentile utente,
La sua posizione in questo rapporto potrebbe essere importante: relazionarsi con questo amico in modo da portare nella sua realta' un impulso nuovo, avulso dalla patologia che lo coinvolge in modo forse pesante e opprimente.
Del resto questo suo amico se avesse desiderato farlo avrebbe potuto mantenere il riserbo e mantenere una estraneita', ma ha desiderato avvicinarsi e chiederle di avvicinarsi. Rifletta su questa dinamica. E ascolti quello che e' il suo desiderio.
Sara' questo che emergera'.
La sua posizione in questo rapporto potrebbe essere importante: relazionarsi con questo amico in modo da portare nella sua realta' un impulso nuovo, avulso dalla patologia che lo coinvolge in modo forse pesante e opprimente.
Del resto questo suo amico se avesse desiderato farlo avrebbe potuto mantenere il riserbo e mantenere una estraneita', ma ha desiderato avvicinarsi e chiederle di avvicinarsi. Rifletta su questa dinamica. E ascolti quello che e' il suo desiderio.
Sara' questo che emergera'.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Utente,
ma che vuol dire avere un tumore?
Continui a conoscerlo, ed a scoprire cosa rappresenta per lui questa malattia, e soprattutto cosa rappresenta per Lei.
Per quanto difficile, cerchi di distinguere tra la "paura del tumore" e il sentimento nei confronti di lui
> forte shock iniziale
Ma lui il tumore lo aveva già quando l'ha conosciuto (nelle 3 settimane), quel che cambiato è la Sua cognizione, cioè il fatto di saperlo e di esserne diventato consapevole. O no?
ma che vuol dire avere un tumore?
Continui a conoscerlo, ed a scoprire cosa rappresenta per lui questa malattia, e soprattutto cosa rappresenta per Lei.
Per quanto difficile, cerchi di distinguere tra la "paura del tumore" e il sentimento nei confronti di lui
> forte shock iniziale
Ma lui il tumore lo aveva già quando l'ha conosciuto (nelle 3 settimane), quel che cambiato è la Sua cognizione, cioè il fatto di saperlo e di esserne diventato consapevole. O no?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#3]
Gentile Utente,
mi associo alle indicazioni dei Colleghi nella risposta.
Lei rappresenta l'"istinto di vita", l'"eros", l'amore ed il coinvolgimento....potrebbe aiutare moltissimo questo ragazzo, ma l'amore necessita scambio, circolarità ed il superamento di infinite paure ataviche e sotterranee....compresa quella della morte.
Non possiamo suggerirle niente, soltanto riascoltarsi.....forse il dolore, la condivisione, la lotta contro la malattia, potrebbe rendere questo amore unico ed importante.....
Ci dia notizie se crede..
mi associo alle indicazioni dei Colleghi nella risposta.
Lei rappresenta l'"istinto di vita", l'"eros", l'amore ed il coinvolgimento....potrebbe aiutare moltissimo questo ragazzo, ma l'amore necessita scambio, circolarità ed il superamento di infinite paure ataviche e sotterranee....compresa quella della morte.
Non possiamo suggerirle niente, soltanto riascoltarsi.....forse il dolore, la condivisione, la lotta contro la malattia, potrebbe rendere questo amore unico ed importante.....
Ci dia notizie se crede..
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile utente,
sono d'accordo con i colleghi sul fatto che se le ha comunicato questa sua malattia è perché possa e voglia sentirla vicino. D'altronde, far finta che il tumore non esista è controproducente per lei e per il vostro rapporto, perciò credo che con i dovuti tempi e modi lei possa andare più a fondo rispetto allo stato di salute fisico e psicologico del suo compagno, comunicandogli ciò che sente e prova per lui in questo momento. E' una storia nata da poco quindi penso che lei si debba concedere più tempo per conoscere questa persona indipendentemente dalla sua malattia.
Cordiali Saluti
sono d'accordo con i colleghi sul fatto che se le ha comunicato questa sua malattia è perché possa e voglia sentirla vicino. D'altronde, far finta che il tumore non esista è controproducente per lei e per il vostro rapporto, perciò credo che con i dovuti tempi e modi lei possa andare più a fondo rispetto allo stato di salute fisico e psicologico del suo compagno, comunicandogli ciò che sente e prova per lui in questo momento. E' una storia nata da poco quindi penso che lei si debba concedere più tempo per conoscere questa persona indipendentemente dalla sua malattia.
Cordiali Saluti
Dr. Gianluigi Basile - Psicologo - Roma
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica Integrata
www.psicologobasile.it
[#5]
Ex utente
Buonasera Dottori,
grazie per le vostre risposte.
Come da voi suggerito, penso proprio che seguirò il mio istinto (quindi implicitamente mi ascolterò), lo stesso istinto che mi porta a desiderare di frequentare questo ragazzo.
Questo rapporto, sebbene (concedetemi il "sebbene") si svolga in presenza di questa malattia, è fra i più equilibrati, profondi e maturi che io abbia mai avuto. Quello che ho sempre desiderato e per cui ho atteso a lungo.
Sono lieto di essere il suo sorso di vita. Ma voglio anche tentare di comportarmi come se questo tumore non esista e, come detto anche da voi, concedermi del tempo per capire, aldilà delle buone premesse iniziali, se davvero è la persona giusta.
Il futuro ancora mi fa paura, ma sono certo che potrei in ogni momento parlarne e che lui capirebbe.
Grazie.
grazie per le vostre risposte.
Come da voi suggerito, penso proprio che seguirò il mio istinto (quindi implicitamente mi ascolterò), lo stesso istinto che mi porta a desiderare di frequentare questo ragazzo.
Questo rapporto, sebbene (concedetemi il "sebbene") si svolga in presenza di questa malattia, è fra i più equilibrati, profondi e maturi che io abbia mai avuto. Quello che ho sempre desiderato e per cui ho atteso a lungo.
Sono lieto di essere il suo sorso di vita. Ma voglio anche tentare di comportarmi come se questo tumore non esista e, come detto anche da voi, concedermi del tempo per capire, aldilà delle buone premesse iniziali, se davvero è la persona giusta.
Il futuro ancora mi fa paura, ma sono certo che potrei in ogni momento parlarne e che lui capirebbe.
Grazie.
[#6]
Gentile Utente,
> come se questo tumore non esista
ehm, non era proprio questo il senso degli interventi...
Il "tumore" come entità generica non esiste, ma esiste il tumore che ha il Suo compagno. Quel che abbiamo cercato di trasmetterLe è che esistono 2 tumori, quello immaginario e quello reale, laddove Lei deve fare i conti con il tumore reale del Suo compagno.
Il che vuol dire ascoltare il suo compagno, essere consapevole che in questo momento sta vivendo un percorso di cura e che ha bisogno di sostegno. E' un aspetto da considerare assieme agli altri aspetti positivi che questa persona porta nella Sua vita.
> come se questo tumore non esista
ehm, non era proprio questo il senso degli interventi...
Il "tumore" come entità generica non esiste, ma esiste il tumore che ha il Suo compagno. Quel che abbiamo cercato di trasmetterLe è che esistono 2 tumori, quello immaginario e quello reale, laddove Lei deve fare i conti con il tumore reale del Suo compagno.
Il che vuol dire ascoltare il suo compagno, essere consapevole che in questo momento sta vivendo un percorso di cura e che ha bisogno di sostegno. E' un aspetto da considerare assieme agli altri aspetti positivi che questa persona porta nella Sua vita.
[#7]
Ex utente
buonasera Dott. Bellizzi,
la ringrazio per il chiarimento.
In realtà io bonariamente intendevo che, poichè lo conosco da poco, cercherò di dedicarmi al conoscerlo.
Il tumore rimane, e fa da sfondo, inevitabilmente, alla nostra storia.
Come questa condizione influenzerà sia la mia sfera individuale che di coppia sarà sicuramente una cosa che valuterò e metterò sul piatto. Però, sul piatto ci sarà anche come è lui, indipendentemente dal tumore.
Spero di avere compreso le sue parole.
grazie.
Saluti.
la ringrazio per il chiarimento.
In realtà io bonariamente intendevo che, poichè lo conosco da poco, cercherò di dedicarmi al conoscerlo.
Il tumore rimane, e fa da sfondo, inevitabilmente, alla nostra storia.
Come questa condizione influenzerà sia la mia sfera individuale che di coppia sarà sicuramente una cosa che valuterò e metterò sul piatto. Però, sul piatto ci sarà anche come è lui, indipendentemente dal tumore.
Spero di avere compreso le sue parole.
grazie.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4k visite dal 12/12/2013.
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