Mio figlio adolescente

Tutto è cominciato un mese fa circa quando mio figlio, anni 17, è rientrato a mezzanotte e si sentiva male, tachicardia, sudorini , mani fredde. E' stato così anche il giorno dopo,ma anche parecchio intontito. Ha confessato a me e mio marito di aver fatto 5-6 tiri di canna e lo aveva fatto anche i due sabati precedenti. Abbiamo fatto gli esami di routine (orine, sangue, eco addome) tutto a posto, tutto pulito. Ma da quella sera mio figlio soffre di attacchi di panico che si manifestano, come mi spiega lui, in una depersonalizzazione, è come se lui non vivesse la scena in quel momento, ma come se stesse sognando, se la stesse vedendo da fuori, e ha sempre il pensiero o di essere malato (infarto, lucemia, ulcera..), oppure ultimamente ha paura di impazzire. Nonostante questi episodi + o - lunghi nell'arco della giornata riesce ad andare a scuola a studiare anche con ottimi profitti, frequenta la 4° liceo scientifico e porta a casa 7,5 / 8 di media.
Sa e si rende conto quando inizia l'attacco e cerca di deviare e concentrare la mente altrove ma a volte non ce la fa e si nota anche dall'esterno il pallore, il freddo delle mani e gli occhi evasivi, ti ascolta, ti risponde in modo pertinente, la sua mente è sdoppiata: una parte ti sente, l'altra è immersa nell'attacco di ansia. Abbiamo avuto anche un incontro con una psicologa 15gg fa, ma lui si è rifiutato di continuare, perchè subito dopo l'incontro stava meglio ed era sicuro di potercela fare da solo. Purtroppo però da un paio di giorni ci risiamo di nuovo. Non so cosa fare, si ostina a non ritornare dalla psicologa, mi racconta i suoi stati, e dopo che si è aperto tempo (15-20 minuti) comunicia migliorare. Io non so come aiutarlo, si sta facendo male da solo e non riesco a tirarlo fuori, anche perchè dopo questi attacchi resta spossato e stanco. Quando mi accorgo che gli succedono, gli dico subito di fare qualcosa di impegnativo e sembra che gli faccia bene, perchè si concentra da un altra parte, ma io lavoro e non posso e non voglio essere sempre accanto a lui, cerco di fargli invitare amici a casa in modo che non sia solo e che studino insieme, ma quando l'attacco è forte si isola anche da loro. Gli sto sommistrando del Betotal (perchè mangia meno del solito) e del magnesio supremo (che lo aiuta nella concentrazione).
Vorrei un consiglio devo aspettare qualche altro giorno per vedere se riesce ad uscirne da solo o devo imporgli di ritornare dalla psicologa, e io come devo comportarmi quando lui mi parla di questo panico latente (premetto che della sua ricaduta ne parla sono come me, con suo padre non riesce)?
Un'ultima domanda è possibile avere un colloquio online (a pagamento s'intente) con un vostro specialista, così lui potrebbe parlare con lo psicologo direttamente da casa?
Attendo risposta e Vi ringrazio.
Una mamma preoccupata.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente, vista l'età del ragazzo NON è necessaria (almeno in questa fase) la sua presenza dalla teraputa nel meomeno in cui molti interventi possono essere fatti indirettamente attraverso la figura dei genitori. per tanto anche senza il ragazzo potreste recarvi da uno specialista in terapia famigliare e seguire le sue indicazioni.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, il dr De Vincentiis.
Forse sarebbe opportuno che vi recaste voi come coppia da un terapeuta, anche perché in un certo senso il ragazzo "tiene in scacco" tutta la famiglia.
E' come se in modo paradossale dicesse "aiutatemi, ma non voglio essere aiutato".
Non voglio dire che suo figlio è consapevole di questo (se si tratta di questo) ma che comunque le sue difficoltà vi coinvolgono direttamente, facendovi comunque diventare parte della questione.
Vi allego un link sui rapporti familiari in adolescenza:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1788-la-famiglia-dell-adolescente-quali-caratteristiche-generali.html
Spero possa esserle utile.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio molto per la risposta veloce e chiara. Io non sono competente, ma credo che mio figlio, figlio unico, abbia avuto una vita "facile", spero che capiate che cosa intendo, una buona famiglia unita, una bella casa, un discreta agiatezza economica, non ha ancora 18 anno e ha già l'automobile nuova. E crescere gli mette ansia...panico forse. Forse abbiamo sbagliato lì ed per questo che gli sto consigliando di fare volontariato appena sta meglio. Cosa ne pensate? Per vedere da vicino come va davvero la vita fuori di casa.
Grazie di nuovo.
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