Sindrome del risarcimento emotivo
Buonasera,
è da un po' che rifletto sulla mia costante ricerca del conflitto e prove dimostrative nei miei confronti da parte dei miei partner. Ogni volta mi ripropongo di essere più tollerante ma poi ci ricasco sempre. Premetto che ho avuto genitori perennemente in lite fra di loro, non voglio assolutamente ricalcare le loro orme ed essere intollerante ai loro stessi atteggiamenti. Voglio superare questo mio malessere ripetitivo ma per questo avrei bisogno di essere indirizzata. Sento che adesso, invece di chiedere e pretendere per poi avere la delusione quando le persone non " mi danno abbastanza" forse dovrei incominciare a dare io, a fare io dei gesti senza aspettarmi nulla in cambio...solo così magari loro si sentiranno liberi di amare senza la paura delle mie reazioni? Potrebbe essere un inizio? Grazie del vostro aiuto.
è da un po' che rifletto sulla mia costante ricerca del conflitto e prove dimostrative nei miei confronti da parte dei miei partner. Ogni volta mi ripropongo di essere più tollerante ma poi ci ricasco sempre. Premetto che ho avuto genitori perennemente in lite fra di loro, non voglio assolutamente ricalcare le loro orme ed essere intollerante ai loro stessi atteggiamenti. Voglio superare questo mio malessere ripetitivo ma per questo avrei bisogno di essere indirizzata. Sento che adesso, invece di chiedere e pretendere per poi avere la delusione quando le persone non " mi danno abbastanza" forse dovrei incominciare a dare io, a fare io dei gesti senza aspettarmi nulla in cambio...solo così magari loro si sentiranno liberi di amare senza la paura delle mie reazioni? Potrebbe essere un inizio? Grazie del vostro aiuto.
[#1]
Gentile Utente,
le dinamiche relazionali apprese in famiglia tendono a ripresentarsi e ad essere messe in atto in maniera del tutto inconsapevole.
Il primo passo per il cambiamento è proprio quello di avere consapevolezza di voler migliorare il suo modo di relazionarsi con gli altri. Ma l'unico criterio per essere "indirizzata" è quello di rivolgersi ad un Collega di persona che dopo una valutazione psicologica potrà consigliarla nel migliore dei modi.
Come mai parla di "sindrome del risarcimento emotivo"?
le dinamiche relazionali apprese in famiglia tendono a ripresentarsi e ad essere messe in atto in maniera del tutto inconsapevole.
Il primo passo per il cambiamento è proprio quello di avere consapevolezza di voler migliorare il suo modo di relazionarsi con gli altri. Ma l'unico criterio per essere "indirizzata" è quello di rivolgersi ad un Collega di persona che dopo una valutazione psicologica potrà consigliarla nel migliore dei modi.
Come mai parla di "sindrome del risarcimento emotivo"?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentilissima,
Cosa chiede, o pretende, ai o dai suoi partner? Quali richieste fa loro? E per quale motivo pensa che fare 'dei gesti senza aspettarmi nulla in cambio' sarebbe un buon inizio?
Le faccio queste domande per capire meglio se quello che lei si aspetta e' realistico o eccessivo da parte sua. E, aggiungo, le chiedo anche in cosa insistono le sue reazioni, visto che lei pensa che loro ne abbiano paura.
Molto probabilmente, i conflitti che lei ha vissuto in famiglia hanno in parte condizionato la sua modalità di stare in relazione ed e', quindi, molto apprezzabile da parte sua il desiderio di distinguersi e trovare altre modalità relazionali più consone e funzionali. Se vuole dirci qualcosa di più rispetto a se stessa, forse le nostre indicazioni potranno essere maggiormente personalizzate.
Un ordinale saluto
Cosa chiede, o pretende, ai o dai suoi partner? Quali richieste fa loro? E per quale motivo pensa che fare 'dei gesti senza aspettarmi nulla in cambio' sarebbe un buon inizio?
Le faccio queste domande per capire meglio se quello che lei si aspetta e' realistico o eccessivo da parte sua. E, aggiungo, le chiedo anche in cosa insistono le sue reazioni, visto che lei pensa che loro ne abbiano paura.
Molto probabilmente, i conflitti che lei ha vissuto in famiglia hanno in parte condizionato la sua modalità di stare in relazione ed e', quindi, molto apprezzabile da parte sua il desiderio di distinguersi e trovare altre modalità relazionali più consone e funzionali. Se vuole dirci qualcosa di più rispetto a se stessa, forse le nostre indicazioni potranno essere maggiormente personalizzate.
Un ordinale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#3]
Utente
Grazie di cuore per le risposte...
A volte chiedo un gesto carino, un'attenzione, vedere che è lui a venire da me, lui a rompere l'orgoglio quando litighiamo. A volte mi sembra di andare a senso unico perchè faccio io il primo passo, cosa che prima mai avrei fatto. Ma quando lui ( parlo del mio partner di ora anche se è già successo in passato con altri) decide di ritornare con me dopo poco inizio ad infastidirmi di alcuni atteggiamenti, di conseguenza loro mi vedono distante, provano a parlarne ma poi mi allontanano perchè mi dicono che io non li amo più, che è evidente, che appena stiamo bene insieme cerco il pretesto per litigare. Le cose ad infastidirmi sono minime ( una battuta che mi fa sentire non capita, un loro essere a mio avviso mammoni o infantili, il non vederli abbastanza attivi nelle loro vite). Dico minime perchè non riesco a definirle gravi, altrimenti non vorrei passarci sopra. Invece passa qualche giorno e rifletto, credo che per far funzionare un rapporto ci voglia maggiore tolleranza. Il cerchio è sempre lo stesso: loro sono molto innamorati, c è chi mi allontana per le loro eccessive gelosie per via della mia indipendenza o al contrario quando pretendo prese di posizione. Credo che potrei far loro capire cosa non va senza incupirmi così, vedo che molte altre donne sono molto più pazienti. IO invece da sempre sono molto pensierosa ed inquieta per un mio conflitto che non mi fa volere una cosa sola. Da una parte voglio stabilità, una famiglia. Dall'altra sono alla perenne ricerca di un mio posto, una mia realtà altrove cambiando sempre città, stato, amici. Sono stufa di tutto questo, dio scappare.
Ho fatto un lungo lavoro per staccarmi dallo "stampo" della mia famiglia, ma ho paura di vedere le mie storie d'amore ancora con gli occhi dei miei e quindi rivivere dei loro fastidi verso la gente. Non so se riesco a spiegarmi...
Alla sua domanda del perchè penso che se darò mi sarà dato, è una sorta di abbattere questa mia barriera che forse fin'ora mi ha impedito di farmi conoscere realmente, dando un'immagine di me che non sempre mi rappresenta. Tutti mi dicono che non do loro l'impressione di "esserci", li rendo insicuri.
A volte chiedo un gesto carino, un'attenzione, vedere che è lui a venire da me, lui a rompere l'orgoglio quando litighiamo. A volte mi sembra di andare a senso unico perchè faccio io il primo passo, cosa che prima mai avrei fatto. Ma quando lui ( parlo del mio partner di ora anche se è già successo in passato con altri) decide di ritornare con me dopo poco inizio ad infastidirmi di alcuni atteggiamenti, di conseguenza loro mi vedono distante, provano a parlarne ma poi mi allontanano perchè mi dicono che io non li amo più, che è evidente, che appena stiamo bene insieme cerco il pretesto per litigare. Le cose ad infastidirmi sono minime ( una battuta che mi fa sentire non capita, un loro essere a mio avviso mammoni o infantili, il non vederli abbastanza attivi nelle loro vite). Dico minime perchè non riesco a definirle gravi, altrimenti non vorrei passarci sopra. Invece passa qualche giorno e rifletto, credo che per far funzionare un rapporto ci voglia maggiore tolleranza. Il cerchio è sempre lo stesso: loro sono molto innamorati, c è chi mi allontana per le loro eccessive gelosie per via della mia indipendenza o al contrario quando pretendo prese di posizione. Credo che potrei far loro capire cosa non va senza incupirmi così, vedo che molte altre donne sono molto più pazienti. IO invece da sempre sono molto pensierosa ed inquieta per un mio conflitto che non mi fa volere una cosa sola. Da una parte voglio stabilità, una famiglia. Dall'altra sono alla perenne ricerca di un mio posto, una mia realtà altrove cambiando sempre città, stato, amici. Sono stufa di tutto questo, dio scappare.
Ho fatto un lungo lavoro per staccarmi dallo "stampo" della mia famiglia, ma ho paura di vedere le mie storie d'amore ancora con gli occhi dei miei e quindi rivivere dei loro fastidi verso la gente. Non so se riesco a spiegarmi...
Alla sua domanda del perchè penso che se darò mi sarà dato, è una sorta di abbattere questa mia barriera che forse fin'ora mi ha impedito di farmi conoscere realmente, dando un'immagine di me che non sempre mi rappresenta. Tutti mi dicono che non do loro l'impressione di "esserci", li rendo insicuri.
[#4]
Chiedere 'un gesto carino, un'attenzione' in una relazione non mi sembra troppo, anzi...forse, invece, andare a scovare il lato negativo nel partner ( che quasi certamente avrà, come tutti!), e mettere in dubbio un rapporto per altri versi funzionante, questo, si, che può allontanare e farla sentire lontana. A volte, e' proprio la ricerca di un rapporto senza ombre che scatena l'intolleranza verso l'altro che, di ombre, ne ha, e anche più d'una. Tuttavia, la tolleranza verso i limiti dell'altro viene una volta che noi accettiamo i nostri limiti e le nostre mancanze. Tanto più lei sarà 'buona' ed indulgente verso se stessa, tanto maggiore tollererà alcuni difetti nel partner.
Lei è' indulgente e comprensiva nei propri confronti o tende a svalutarsi e a vedersi in una luce negativa? Vuole da se stessa sempre il meglio e non riesce a fermarsi e godere di quello che lei è'? Insomma, niente e' mai abbastanza? Se così fosse, la inviterei a prendersi cura di se' e dei suoi bisogni basilari, soprattutto quelli di vicinanza, di affetto, di intimità e di sospensione del giudizio critico verso se stessa. Che ne pensa?
Lei è' indulgente e comprensiva nei propri confronti o tende a svalutarsi e a vedersi in una luce negativa? Vuole da se stessa sempre il meglio e non riesce a fermarsi e godere di quello che lei è'? Insomma, niente e' mai abbastanza? Se così fosse, la inviterei a prendersi cura di se' e dei suoi bisogni basilari, soprattutto quelli di vicinanza, di affetto, di intimità e di sospensione del giudizio critico verso se stessa. Che ne pensa?
[#5]
Utente
E' proprio questo il punto! Metto in dubbio il rapporto e scovo solo lati negativi! So quali sono e vorrei non essere così intollerante quindi ho pensato di essere più indulgente verso di lui. Lui mi ama ma è viziato da una mamma invadente, questo non mi va giù ma forse dovrei avere pazienza e vedere se le cose funzionano se ci allontaniamo standocene tra di noi. Ho sempre messo in primo piano le mie esigenze, forse dovrei riconoscere ora i miei limiti..forse non l ho mai fatto fino ad ora? A volte sì mi sento sbagliata e insicura infatti mi faccio influenzare dai giudizi di sua madre...Questo mina il nostro rapporto. Ma ora penso di più al mio perenne aspettarmi un primo passo dopo una litigata o comunque un riconoscere i suoi sbagli. ma con lui è una battaglia persa poichè o per orgoglio o per incapacità di dialogo si chiude a riccio, sta male, magari me lo dice dopo un mese quando ci rimettiamo insieme ma prima niente. Vengo a sapere del suo malessere solo da altri, non di certo da lui, questo mi fa riflettere su come dovrei agire, se devo andare dritta per la mia strada e pretendere o abbassarmi e provare ad ammettere i miei limiti ovvero essere intollerante laddove potrei essere più elastica o perlomeno dire ciò che non mi va senza arrabbiarmi. Cercando di essere serena, perchè di fondo lui mi ha ferita. Non so mai se sono io a sbagliare o gli altri, a questo punto non lo so più.
[#6]
Utente
Rifletto su quanto mi ha detto e provo ad analizzare se riesco ad essere indulgente o meno con me stessa. Forse solo così riuscirò a capire se il mio è un cercare di "abbassare la testa" e fare un passo verso l'altro o un semplice incaponirmi a far funzionare le cose, come forse erroneamente qualcuno mi ha detto. Secondo lei?
[#7]
Gentile Utente,
mi sembra di comprendere dal suo racconto che questo modo di relazionarsi con i suoi partner è qualcosa che si ripete un po' alla stessa maniera. Voglio dire che anche con persone diverse ha le stesse conflittualità, indecisioni, insicurezze ecc.
Questi conflitti sono tipici di una coppia dove nessuno dei due vuole cedere il passo all'altro e la questione del "potere" diventa rilevante (soprattutto da parte sua). "Spaccare il capello in quattro" nelle questioni, come si dice, non serve a nulla se non a far allontanare l'altro che probabilmente avrà la sensazione di essere costantemente sotto esame.
Una coppia funziona se si ha la possibilità di risolvere le problematiche insieme e non gestendo una relazione per cercare di mantenere il punto o far cedere l'altro al nostro modo di vedere le cose.
>>Lui mi ama ma è viziato da una mamma invadente, questo non mi va giù ma forse dovrei avere pazienza e vedere se le cose funzionano se ci allontaniamo standocene tra di noi.<<
questo è importante (mettere i confini ad una madre invadente), ma di sicuro non risolverà i vostri problemi.
mi sembra di comprendere dal suo racconto che questo modo di relazionarsi con i suoi partner è qualcosa che si ripete un po' alla stessa maniera. Voglio dire che anche con persone diverse ha le stesse conflittualità, indecisioni, insicurezze ecc.
Questi conflitti sono tipici di una coppia dove nessuno dei due vuole cedere il passo all'altro e la questione del "potere" diventa rilevante (soprattutto da parte sua). "Spaccare il capello in quattro" nelle questioni, come si dice, non serve a nulla se non a far allontanare l'altro che probabilmente avrà la sensazione di essere costantemente sotto esame.
Una coppia funziona se si ha la possibilità di risolvere le problematiche insieme e non gestendo una relazione per cercare di mantenere il punto o far cedere l'altro al nostro modo di vedere le cose.
>>Lui mi ama ma è viziato da una mamma invadente, questo non mi va giù ma forse dovrei avere pazienza e vedere se le cose funzionano se ci allontaniamo standocene tra di noi.<<
questo è importante (mettere i confini ad una madre invadente), ma di sicuro non risolverà i vostri problemi.
[#8]
Concordo con quello che le ha detto il mio Collega, soprattutto sulla cogestione di un rapporto armonico, anche se mai perfetto. Il punto sta proprio nell'affrontare le varie problematiche insieme in un confronto costante e costruttivo e su un piano di parità. Altrimenti diventa una lotta per il potere. E questo non aiuta a far decollare un rapporto ne' a mantenerlo. Avete mai parlato di quello che non funziona tra di voi, delle vostre aspettative, dei vostri progetti di coppia? Parlare non per aver ragione ma per risolvere un problema, una difficoltà, o solo condividere un momento di intimità e di gioia. Se la sua modalità di rapportarsi ai suoi compagni e' stata più o meno la stessa fino ad ora, allora forse e' arrivato il momento di modificare alcuni atteggiamenti ed alcune aspettative. Magari con l'aiuto di un esperto . Individualmente o in coppia. Se lei si sta ponendo adesso questo problema, probabilmente comincia a sentirsi pronta ad affrontare un cambiamento mirato a relazioni meno conflittuali.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
[#9]
Utente
Sì, a volte sento proprio che invece di rifugiarmi in loro cerco di tenermi pronta con gli artigli. Con lui sto facendo passi avanti in quanto cerco di aprirmi e dimostrare i miei limiti. Vorrei provare a farlo ancora un'ultima volta anche se temo che lui non mi accetterà e si limiterà a dirmi che ci abbiamo provato ma non ha funzionato perchè l'amore non basta. Temo tutto questo perchè mi sentirei "fregata", aprirmi per poi non essere capita. Ma sento che potrebbe essere un passo avanti...L'ho fatto l'ultima volta che abbiamo litigato e lui si è dimostrato comprensivo. Poi ci siamo dovuti allontanare quindi non abbiamo avuto il tempo per parlare dettagliatamente di ciò che va e non va nel nostro rapporto. Entrambi per paura abbiamo pensato al presente, ci siamo molto amati ma poi all'ennesima incomprensione abbiamo fatto tutti i passi indietro come per dire: vedi non è andata! Io non lo accetto! Mi sento meglio ad esprimere i miei pensieri, lui invece è molto più chiuso in se, capisce che la cosa non va e per non star male non comunica. Questo mi uccide perchè mi sento non voluta.
Per questo non so se faccio bene o no ad essere indulgente o dovrei tirarmi indietro.
Grazie per il vostro prezioso aiuto
Per questo non so se faccio bene o no ad essere indulgente o dovrei tirarmi indietro.
Grazie per il vostro prezioso aiuto
[#10]
Gentile Utente,
>>Temo tutto questo perchè mi sentirei "fregata", aprirmi per poi non essere capita<<
è proprio questo il punto, il timore di svelare troppo da una parte e il timore di non essere compresa dall'altra. Un meccanismo che si autoalimenta e rimane una costante relazionale.
Leggendo quello che scrive mi sembra che ci sia sempre di più una "coazione a ripetere" certi schemi di stare con l'altro. Credo che consultare un Collega di persona possa essere la soluzione migliore.
>>Temo tutto questo perchè mi sentirei "fregata", aprirmi per poi non essere capita<<
è proprio questo il punto, il timore di svelare troppo da una parte e il timore di non essere compresa dall'altra. Un meccanismo che si autoalimenta e rimane una costante relazionale.
Leggendo quello che scrive mi sembra che ci sia sempre di più una "coazione a ripetere" certi schemi di stare con l'altro. Credo che consultare un Collega di persona possa essere la soluzione migliore.
[#11]
>>> forse dovrei incominciare a dare io, a fare io dei gesti senza aspettarmi nulla in cambio
>>>
Se il suo problema è sentirsi sempre a credito emotivo, assetata di avere ragione, non è con gesti genericamente gentili che lo risolverà.
Piuttosto, provi a fare un bell'esercizio mirato: da ora in poi tutte le volte che sorgerà una questione con chicchessia, metta le mani avanti e dica serenamente "Lo sai? Pensandoci bene hai ragione". A prescindere. Che abbia ragione o torto, non importa.
Si abitui a dare ragione e vedrà che dopo un po' perderà il bisogno di averla.
>>>
Se il suo problema è sentirsi sempre a credito emotivo, assetata di avere ragione, non è con gesti genericamente gentili che lo risolverà.
Piuttosto, provi a fare un bell'esercizio mirato: da ora in poi tutte le volte che sorgerà una questione con chicchessia, metta le mani avanti e dica serenamente "Lo sai? Pensandoci bene hai ragione". A prescindere. Che abbia ragione o torto, non importa.
Si abitui a dare ragione e vedrà che dopo un po' perderà il bisogno di averla.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#12]
Utente
Proverò con questo esercizio, vi faccio capire alcuni fastidi che non so come controllare e che poi da stupidi che sono fanno si che mi deluda la persona e pensi in negativo.
Non so come far capire le cose che non mi vanno giù senza innervosirmi o senza incupirmi. Se lui non fa niente in casa, se non mi fa carinerie io ci rimango male, a volte glielo faccio capire, a volte glielo dico ma non voglio risultare pesante perchè otterrei l effetto contrario.
L'esercizio di dare ragioni a priori è buono, ma per questo come posso fare?
Non so come far capire le cose che non mi vanno giù senza innervosirmi o senza incupirmi. Se lui non fa niente in casa, se non mi fa carinerie io ci rimango male, a volte glielo faccio capire, a volte glielo dico ma non voglio risultare pesante perchè otterrei l effetto contrario.
L'esercizio di dare ragioni a priori è buono, ma per questo come posso fare?
[#13]
Decidendo di smettere di voler far capire le cose agli altri e iniziando con il cambiare lei. Per cambiare il mondo bisogna cominciare da se stessi.
Quando potrà riconoscere di essere una persona equilibrata, non pesante e senza smanie di pretendere dagli altri, allora potrà iniziare a chiedere, senza paura di creare conflitti.
Tuttavia, se ha letto altri miei interventi su questo servizio e conosce la mia posizione, saprà che non mi illudo che le persone possano cambiare leggendo consigli online. Perciò se non dovesse riuscire a mettere in pratica quanto suggerito, si rivolga a uno psicologo di persona.
Quando potrà riconoscere di essere una persona equilibrata, non pesante e senza smanie di pretendere dagli altri, allora potrà iniziare a chiedere, senza paura di creare conflitti.
Tuttavia, se ha letto altri miei interventi su questo servizio e conosce la mia posizione, saprà che non mi illudo che le persone possano cambiare leggendo consigli online. Perciò se non dovesse riuscire a mettere in pratica quanto suggerito, si rivolga a uno psicologo di persona.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 12.2k visite dal 24/11/2013.
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