Fame emotiva/ cravings
Buon giorno,
sono una ragazza di 26 anni. Non so bene come spiegare la mia situazione perché non so bene come sia partita. Sono sempre stata un'amante del cibo e dei dolci, con cui ho sempre avuto un rapporto molto equilibrato di cui andavo fiera, al contrario di molta gente che vedevo sovrappeso e alle prese con diete varie. Sono sempre stata magra e "elogiata" per questo equilibrio e la mia sana magrezza durante la mia tarda infanzia e adolescenza. Non ricordo problemi particolari di fame eccessiva o di episodi di perdita di controllo, anzi, ho sempre cercato di "mangiare sano" apparte forse qualche periodo in cui mi concedevo qualche sfizio in piú. Il mio peso é sempre stato intorno ai 52-53 kg per 1,63 per poi stabilizzarsi sui 50 verso la fine del liceo. A un certo punto ho avuto problemi per via di una storia d'amore e emozioni non gestibili e ho avuto la sensazione che tutto mi sfuggisse di mano. Ho iniziato per questo ad andare da una psicologa e dopo qualche mese ho iniziato una dieta, togliendo i dolci prima e la carne e poi man mano eliminando sempre piú i cibi "permessi". Ho iniziato a segnare tutto quello che mangiavo e a pesarmi varie volte al giorno per vedere se effettivamente stava funzionando. Non lo considero un vero disturbo alimentare, in quanto non ho perso molti kg (45 é stato il peso minimo) e ho abbandonato le mie abitudini abbastanza in fretta grazie alla mia psicologa. Peró ora mi rendo conto che é cosi bello quando riesco a sentire il vuoto dello stomaco, perché cosi ho la possibilitá di riempirlo. Perché mi rendo conto che mangio a ogni bisogno, come se rispondessi a tutto con uno snack (di solito cioccolato- torte-pasticcini). Ho continui cravings di cioccolato e mangerei solo quello e nient'altro. Il mio problema é che senza spizzicamenti mi sentirei "abbandonata". E' come una cosa su cui posso contare sempre, nonostante questo mi faccia sentire una stupida che non sa nemmeno controllarsi. Ora peso 48 kg, ma mi sento grassa dentro. Perché so che posso perdere tutti i kg che voglio ma il problema rimane: non riesco a mangiare sano e ho bisogno dei miei snack. Le uniche volte che riesco a non mangiarli é quando "faccio dieta" e mangio solo un caffé a pranzo o uno yogurt, quello mi fa sentire "piú forte" e mi aiuta a rinunciarci. sono giá in terapia ma esiste un programma di auto aiuto con diario alimentare (per esempio) per quando sono a casa da sola?
Voglio dimagrire ma non so come fare mangiando normale. Mi sento quasi in colpa.
Non capisco perché dopo aver mangiato una cosa, non basta e dopo qualche ora magari penso che ho un altra voglia di dolce.
questo non succede sempre, a volte mangio quasi bene anche se mi sento sempre in colpa per non essere riuscita ad essere piú magra.
Forse il mio ideale sarebbe mangiare solo cose sane (tipo verdura frutta, cose integrali e poveri di grassi), ma non riesco.
Ho anche cercato di segnare quello che mangio, ma cosi mi ritorna la voglia di restrizioni.
Vi ringrazio molto
sono una ragazza di 26 anni. Non so bene come spiegare la mia situazione perché non so bene come sia partita. Sono sempre stata un'amante del cibo e dei dolci, con cui ho sempre avuto un rapporto molto equilibrato di cui andavo fiera, al contrario di molta gente che vedevo sovrappeso e alle prese con diete varie. Sono sempre stata magra e "elogiata" per questo equilibrio e la mia sana magrezza durante la mia tarda infanzia e adolescenza. Non ricordo problemi particolari di fame eccessiva o di episodi di perdita di controllo, anzi, ho sempre cercato di "mangiare sano" apparte forse qualche periodo in cui mi concedevo qualche sfizio in piú. Il mio peso é sempre stato intorno ai 52-53 kg per 1,63 per poi stabilizzarsi sui 50 verso la fine del liceo. A un certo punto ho avuto problemi per via di una storia d'amore e emozioni non gestibili e ho avuto la sensazione che tutto mi sfuggisse di mano. Ho iniziato per questo ad andare da una psicologa e dopo qualche mese ho iniziato una dieta, togliendo i dolci prima e la carne e poi man mano eliminando sempre piú i cibi "permessi". Ho iniziato a segnare tutto quello che mangiavo e a pesarmi varie volte al giorno per vedere se effettivamente stava funzionando. Non lo considero un vero disturbo alimentare, in quanto non ho perso molti kg (45 é stato il peso minimo) e ho abbandonato le mie abitudini abbastanza in fretta grazie alla mia psicologa. Peró ora mi rendo conto che é cosi bello quando riesco a sentire il vuoto dello stomaco, perché cosi ho la possibilitá di riempirlo. Perché mi rendo conto che mangio a ogni bisogno, come se rispondessi a tutto con uno snack (di solito cioccolato- torte-pasticcini). Ho continui cravings di cioccolato e mangerei solo quello e nient'altro. Il mio problema é che senza spizzicamenti mi sentirei "abbandonata". E' come una cosa su cui posso contare sempre, nonostante questo mi faccia sentire una stupida che non sa nemmeno controllarsi. Ora peso 48 kg, ma mi sento grassa dentro. Perché so che posso perdere tutti i kg che voglio ma il problema rimane: non riesco a mangiare sano e ho bisogno dei miei snack. Le uniche volte che riesco a non mangiarli é quando "faccio dieta" e mangio solo un caffé a pranzo o uno yogurt, quello mi fa sentire "piú forte" e mi aiuta a rinunciarci. sono giá in terapia ma esiste un programma di auto aiuto con diario alimentare (per esempio) per quando sono a casa da sola?
Voglio dimagrire ma non so come fare mangiando normale. Mi sento quasi in colpa.
Non capisco perché dopo aver mangiato una cosa, non basta e dopo qualche ora magari penso che ho un altra voglia di dolce.
questo non succede sempre, a volte mangio quasi bene anche se mi sento sempre in colpa per non essere riuscita ad essere piú magra.
Forse il mio ideale sarebbe mangiare solo cose sane (tipo verdura frutta, cose integrali e poveri di grassi), ma non riesco.
Ho anche cercato di segnare quello che mangio, ma cosi mi ritorna la voglia di restrizioni.
Vi ringrazio molto
[#1]
Gentile utente,
probabilmente la scelta di tornare in terapia, di rivolgersi ad un collega, è ottima. Da quanto scrive infatti la sua giornata ed i suoi pensieri gravitano intorno al cibo, rendendo la sua vita meno libera di prima. Non ci sono strategie da poter suggerire on line che possano risolvere il problema con un click. E' probabile che il percorso terapeutico la aiuti a comprendere quali emozioni, vissuti, pensieri, la inducano a queste "abbuffate/ossessioni per il peso".
Si affidi, accettando lo scorrere del tempo della terapia.
Restiamo in ascolto
probabilmente la scelta di tornare in terapia, di rivolgersi ad un collega, è ottima. Da quanto scrive infatti la sua giornata ed i suoi pensieri gravitano intorno al cibo, rendendo la sua vita meno libera di prima. Non ci sono strategie da poter suggerire on line che possano risolvere il problema con un click. E' probabile che il percorso terapeutico la aiuti a comprendere quali emozioni, vissuti, pensieri, la inducano a queste "abbuffate/ossessioni per il peso".
Si affidi, accettando lo scorrere del tempo della terapia.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Utente
La ringrazio molto dott. Mori,
quindi crede che dovrei solo aspettare? Io sono molto contenta della terapia, ho solo paura quando non posso fare le sedute e sono in giro e magari mangio 3- 4 snack al giorno oppure tavolette intere di cioccolato e ora sono al limite del normopeso, per cui sicuramente quel numero lo supereró presto e ho un po paura dell'obesitá, pur non avendo niente contro le persone sovrappeso. Ho solo paura di diventarlo io e di sentirmi fallita.
Grazie ancora
quindi crede che dovrei solo aspettare? Io sono molto contenta della terapia, ho solo paura quando non posso fare le sedute e sono in giro e magari mangio 3- 4 snack al giorno oppure tavolette intere di cioccolato e ora sono al limite del normopeso, per cui sicuramente quel numero lo supereró presto e ho un po paura dell'obesitá, pur non avendo niente contro le persone sovrappeso. Ho solo paura di diventarlo io e di sentirmi fallita.
Grazie ancora
[#5]
Utente
Dottoressa Pileci,
non c'é proprio stata una diagnosi precisa, nel momento in cui ho avuto queste preoccupazioni e intrapreso questa dieta mi é stato detto che avevo un problema con il cibo senza dare nomi precisi; ma solo dicendomi che era una cosa da prendere seriamente e che gli altri si preoccupavano per me perché mangiavo troppo poco ( perché dicevo che erano esagerati e non capivo perché tutta quella preoccupazione).
Questo é avvenuto poco dopo aver iniziato il percorso con la psicologa, circa qualche mese dall'inizio. Solo un paio di volte, mentre mi lamentavo del fatto che i miei genitori si preoccupavano troppo e le raccontavo che mi confrontavo con delle ragazze anoressiche su internet su cosa mangiavamo rispettivamente, lei mi disse che facevo le stesse cose che facevano loro e che alla fine non era importante il fatto che alcune mangiassero una carota e io un po di piú di quello.
E io le ho fatto notare che avevo il ciclo mestruale e che quindi non potevo essere malata come loro.
Poi mi ha detto che a volte era o troppo poco cibo o troppo, questo in seguito al fatto che le ho detto che se sgarro mi si apre una voragine e mangio tantissimo, anche di piú di quello che gli altri mangiano normalmente.
Io ho sempre creduto di avere problemi di fame emotiva, perché mangio ogni volta che " sento" qualcosa dentro di me, come una qualche emozione, e la scambio per "voglia" di un certo cibo.
Non ho la paura di ingrassare appena mangio (nel senso che posso pure mangiarlo basta che so che poi potró di nuovo perdere quei kg), solo che arrivata a un certo peso mi vedo troppo formosa e mi metto a dieta, anche se magari la bilancia dice che sono sottopeso. Ma forse mi sento anche cosi per via di questa fame emotiva e temo di diventare grassa.
Vorrei tanto riuscire a controllare questi spizzicamenti, perché non riesco ad accettare la mia golositá.
non c'é proprio stata una diagnosi precisa, nel momento in cui ho avuto queste preoccupazioni e intrapreso questa dieta mi é stato detto che avevo un problema con il cibo senza dare nomi precisi; ma solo dicendomi che era una cosa da prendere seriamente e che gli altri si preoccupavano per me perché mangiavo troppo poco ( perché dicevo che erano esagerati e non capivo perché tutta quella preoccupazione).
Questo é avvenuto poco dopo aver iniziato il percorso con la psicologa, circa qualche mese dall'inizio. Solo un paio di volte, mentre mi lamentavo del fatto che i miei genitori si preoccupavano troppo e le raccontavo che mi confrontavo con delle ragazze anoressiche su internet su cosa mangiavamo rispettivamente, lei mi disse che facevo le stesse cose che facevano loro e che alla fine non era importante il fatto che alcune mangiassero una carota e io un po di piú di quello.
E io le ho fatto notare che avevo il ciclo mestruale e che quindi non potevo essere malata come loro.
Poi mi ha detto che a volte era o troppo poco cibo o troppo, questo in seguito al fatto che le ho detto che se sgarro mi si apre una voragine e mangio tantissimo, anche di piú di quello che gli altri mangiano normalmente.
Io ho sempre creduto di avere problemi di fame emotiva, perché mangio ogni volta che " sento" qualcosa dentro di me, come una qualche emozione, e la scambio per "voglia" di un certo cibo.
Non ho la paura di ingrassare appena mangio (nel senso che posso pure mangiarlo basta che so che poi potró di nuovo perdere quei kg), solo che arrivata a un certo peso mi vedo troppo formosa e mi metto a dieta, anche se magari la bilancia dice che sono sottopeso. Ma forse mi sento anche cosi per via di questa fame emotiva e temo di diventare grassa.
Vorrei tanto riuscire a controllare questi spizzicamenti, perché non riesco ad accettare la mia golositá.
[#6]
Gentile Utente,
>>Non lo considero un vero disturbo alimentare, in quanto non ho perso molti kg (45 é stato il peso minimo)<<
indipendentemente dalla diagnosi categoriale (anoressia, bulimia ecc.), probabilmente quello che lei sta descrivendo è nell'ordine di un disturbo alimentare.
>>E io le ho fatto notare che avevo il ciclo mestruale e che quindi non potevo essere malata come loro.<<
il disagio e la psicopatologia nei disturbi alimentari non si presenta per tutti i pazienti allo stesso modo, ma la sua tendenza a rimuginare e a focalizzare l'attenzione sul tema del cibo, del peso, della dieta ecc. è un'indicatore importante del suo stato di malessere.
Credo sia necessario continuare la psicoterapia, per tutti i suoi dubbi ne parli comunque con la Collega che la sta seguendo.
>>Non lo considero un vero disturbo alimentare, in quanto non ho perso molti kg (45 é stato il peso minimo)<<
indipendentemente dalla diagnosi categoriale (anoressia, bulimia ecc.), probabilmente quello che lei sta descrivendo è nell'ordine di un disturbo alimentare.
>>E io le ho fatto notare che avevo il ciclo mestruale e che quindi non potevo essere malata come loro.<<
il disagio e la psicopatologia nei disturbi alimentari non si presenta per tutti i pazienti allo stesso modo, ma la sua tendenza a rimuginare e a focalizzare l'attenzione sul tema del cibo, del peso, della dieta ecc. è un'indicatore importante del suo stato di malessere.
Credo sia necessario continuare la psicoterapia, per tutti i suoi dubbi ne parli comunque con la Collega che la sta seguendo.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#7]
(..)Vorrei tanto riuscire a controllare questi spizzicamenti, perché non riesco ad accettare la mia golositá.(..)
gentile ragazza legga questo articolo potrebbe trovare qualche spunto interessante per il suo problema
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html
saluti
gentile ragazza legga questo articolo potrebbe trovare qualche spunto interessante per il suo problema
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#8]
Utente
Grazie a tutti voi per le risposte.
Ha ragione Dott. Del Signore,
mi rendo conto che a volte il fatto di non poter dare un nome a questa cosa in effetti mi ha fatto pensare che forse ero io che volevo avercela e magari in realtá non avevo niente (in fondo molte persone pensano "sia di moda" avere un disturbo alimentare), poi peró avevo la sensazione che qualcosa non andasse, perché non mi sapevo spiegare il mio comportamento passato e la mia idea improvvisa di fare la dieta pur non avendone bisogno.
Diciamo ho la sensazione che qualcosa non vada, ma il mio peso mi fa dire "magari te lo inventi tu per avere attenzione".
comunque la ringrazio della risposta, continueró a fare psicoterapia anche perché mi trovo benissimo con chi mi segue e mi fa bene al di la di tutto.
Dott. De Vicentiis,
Grazie per l'articolo é molto interessante e mi ci sono ritrovata in effetti. Anzi, é stato proprio cosi. Ora per esempio non riesco piú a mangiare certi cibi perché erano quello che mi imponevo sempre (per esempio i legumi e le verdure o lo yogurt a pranzo quando facevo la dieta) e appena ci riprovo mi viene quasi il rifiuto o appena sgarro penso che ormai tanto avró messo peso per cui mi viene da mangiare ancora di piú.
Infatti lo trovo veritiero, peró c'é anche un problema. Se stare a dieta fa venire ancora di piú l'ossessione, anche "cedere" e non sforzarmi di resistere mi porta al pensiero "ormai ho sgarrato" per cui poi mi abbuffo e da li devo per forza rimettermi a dieta oppure riabbuffarmi di nuovo per "pareggiare i conti" e cancellare "il peccato" di aver mangiato quella cosa. ( o meglio evitare di mettere quei kg addosso). Di solito é piú la seconda e dura per un po finché "non ritrovo la spinta per rimettermi a dieta e peró non devo mai sgarrare se no capita di nuovo quel meccanismo; mentre se non sgarro diciamo va tutto bene..
Per cui non saprei come trovare l'equilibrio tra seguire sempre tutte le voglie e trattenermi al massimo.
Ora per esempio mangio quasi sempre dolci e pasta e molti biscotti, eppure se cerco di mangiare sano o di meno mi scatta la cosa opposta e mi metto mille regole e inizio a voler perdere kg e a pesarmi.
Ci vorrebbe una via di mezzo..Comunque ha ragione, di certo mettersi sempre a dieta perpetua la cosa. Forse dovrei concedermi di poter mangiare anche uno o 2 snack? e accettare che cosi potrei non essere piú sottopeso e apparire con un corpo formoso/ adulto o che le mie gambe e i miei fianchi sono rotondi perché non sono piú una tredicenne e in fondo é cosi che dev'essere.
E quando sono normopeso il cibo non é piú il centro e affiorano gli altri problemi e non ho piú l'appiglio del cibo.
In fondo avere problemi con la dieta é piú facile che avere problemi con altre cose.
Forse dovrei proprio accettare che non posso piú appigliarmi a questo o non potrá essere per sempre cosi. E che non avró piú questa compagnia, magari per questo che non voglio mollare la dieta.
Poi a volte dico, cosa c'é da mollare se non ho mai avuto un vero problema? Magari mi sono inventata una cosa inesistente, e c'é molta gente che ha problemi seri per cui mi sembra anche un po stupido a volte parlarne (dico nei confronti di chi é malato davvero), non riesco a capirci molto..
Eppure ho come la "fobia" di perdere tutti questi pensieri legati al cibo e ai disturbi alimentari. Ho paura di svegliarmi e non riuscire piú a rendere il cibo il pilastro di tutto.
Comunque ringrazio ancora tutti quanti per le risposte. Siete stati tutti molto disponibili e utili.
Ha ragione Dott. Del Signore,
mi rendo conto che a volte il fatto di non poter dare un nome a questa cosa in effetti mi ha fatto pensare che forse ero io che volevo avercela e magari in realtá non avevo niente (in fondo molte persone pensano "sia di moda" avere un disturbo alimentare), poi peró avevo la sensazione che qualcosa non andasse, perché non mi sapevo spiegare il mio comportamento passato e la mia idea improvvisa di fare la dieta pur non avendone bisogno.
Diciamo ho la sensazione che qualcosa non vada, ma il mio peso mi fa dire "magari te lo inventi tu per avere attenzione".
comunque la ringrazio della risposta, continueró a fare psicoterapia anche perché mi trovo benissimo con chi mi segue e mi fa bene al di la di tutto.
Dott. De Vicentiis,
Grazie per l'articolo é molto interessante e mi ci sono ritrovata in effetti. Anzi, é stato proprio cosi. Ora per esempio non riesco piú a mangiare certi cibi perché erano quello che mi imponevo sempre (per esempio i legumi e le verdure o lo yogurt a pranzo quando facevo la dieta) e appena ci riprovo mi viene quasi il rifiuto o appena sgarro penso che ormai tanto avró messo peso per cui mi viene da mangiare ancora di piú.
Infatti lo trovo veritiero, peró c'é anche un problema. Se stare a dieta fa venire ancora di piú l'ossessione, anche "cedere" e non sforzarmi di resistere mi porta al pensiero "ormai ho sgarrato" per cui poi mi abbuffo e da li devo per forza rimettermi a dieta oppure riabbuffarmi di nuovo per "pareggiare i conti" e cancellare "il peccato" di aver mangiato quella cosa. ( o meglio evitare di mettere quei kg addosso). Di solito é piú la seconda e dura per un po finché "non ritrovo la spinta per rimettermi a dieta e peró non devo mai sgarrare se no capita di nuovo quel meccanismo; mentre se non sgarro diciamo va tutto bene..
Per cui non saprei come trovare l'equilibrio tra seguire sempre tutte le voglie e trattenermi al massimo.
Ora per esempio mangio quasi sempre dolci e pasta e molti biscotti, eppure se cerco di mangiare sano o di meno mi scatta la cosa opposta e mi metto mille regole e inizio a voler perdere kg e a pesarmi.
Ci vorrebbe una via di mezzo..Comunque ha ragione, di certo mettersi sempre a dieta perpetua la cosa. Forse dovrei concedermi di poter mangiare anche uno o 2 snack? e accettare che cosi potrei non essere piú sottopeso e apparire con un corpo formoso/ adulto o che le mie gambe e i miei fianchi sono rotondi perché non sono piú una tredicenne e in fondo é cosi che dev'essere.
E quando sono normopeso il cibo non é piú il centro e affiorano gli altri problemi e non ho piú l'appiglio del cibo.
In fondo avere problemi con la dieta é piú facile che avere problemi con altre cose.
Forse dovrei proprio accettare che non posso piú appigliarmi a questo o non potrá essere per sempre cosi. E che non avró piú questa compagnia, magari per questo che non voglio mollare la dieta.
Poi a volte dico, cosa c'é da mollare se non ho mai avuto un vero problema? Magari mi sono inventata una cosa inesistente, e c'é molta gente che ha problemi seri per cui mi sembra anche un po stupido a volte parlarne (dico nei confronti di chi é malato davvero), non riesco a capirci molto..
Eppure ho come la "fobia" di perdere tutti questi pensieri legati al cibo e ai disturbi alimentari. Ho paura di svegliarmi e non riuscire piú a rendere il cibo il pilastro di tutto.
Comunque ringrazio ancora tutti quanti per le risposte. Siete stati tutti molto disponibili e utili.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.9k visite dal 23/11/2013.
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