Sentimento di odio verso chi ha avuto figli o verso chi è incinta
Egregi professori Buongiorno,
cercherò di esser chiaro e conciso e...credo capirete alla fine perchè mi vergogno profondamente di raccontare questa storia.
Nel 2008 ho subito insieme alla mia compagna di allora (con la quale ho vissuto ed avuto un rapporto di coppia sempre molto molto burrascoso) l'esperienza di un aborto spontaneo alla 9 settimana di gravidanza, una gravidanza non cercata ma assolutissimamente e strafelicemente accettata con enorme contentezza da entrambi; tutto ciò mentre altre due coppie di nostri amici condividevano lo stesso percorso ed esperienza con noi: la gravidanza; poi però per loro felicemente conclusa.
Non vi dico ovviamente lo "strazio" (strazio, tra mooolte virgolette) di vedere i bambini della stessa età del nostro abortito, venire alla luce nello stesso periodo nel quale sarebbe dovuto nascere il nostro e vederli quindi poi crescere.
Nel 2009 mi separo da questa compagna poichè incontro quella che attualmente è mia moglie.
Nel 2012 rivivo la STESSA IDENTICA ESPERIENZA, (aborto interno spontaneo di mia moglie) mentre ancora, un'altra volta, altre DUE coppie di nostri cari amici CONTEMPORANEAMENTE portano a termine la loro gravidanza con bambini che nascono nel periodo in cui doveva nascere la nostra bimba; tra l'altro uno di questi carissimi amici è un mio caro collega di lavoro, stesso ufficio, con la scrivania a circa due metri di distanza dalla mia, quindi potete capire cosa "sento" dentro quando chiama casa e chiede di...Martina. Ovviamente stavolta c'è anche un ulteriore "piccolissima" aggravante e cioè che la nostra bambina muore all' improvviso al 5 mese e mezzo di gravidanza, sembra per un problema di circolazione sanguigna uterina di mia moglie; dopo quindi aver fatto b-test e svariate ecografie di controllo, tutte andate benissimo. Cosa mi ha lasciato dentro questa cosa?! quello che ho scritto in oggetto e del quale mi vergogno da morire (ritenendomi io una brava persona ed un bravo cristiano): un grandissimo enorme sentimento di odio verso chi ha avuto figli, chi sta avendo figli, o verso chi è incinta al punto tale da pensare di augurargli le peggio cose, cioè quello che è successo a me o peggio ancora. So che potreste consigliarmi un percorso di psicoterapia che probabilmente affronterò solo che volevo sapere subito un parere da parte di persone esperte come voi. Vi prego, non giudicatemi, so che è sbagliato cio che provo ma..non riesco a controllarlo...a volte mi sale la rabbia per quello che mi è capitato (per ben due volte di seguito) e, di conseguenza, questo enorme sentimento di odio, cattiveria, profondo astio, nei confronti di queste persone che SO PERFETTAMENTE che non hanno nessuna colpa per quello che mi è accaduto.
Grazie mille e attendo fiducioso un vostro parere
cercherò di esser chiaro e conciso e...credo capirete alla fine perchè mi vergogno profondamente di raccontare questa storia.
Nel 2008 ho subito insieme alla mia compagna di allora (con la quale ho vissuto ed avuto un rapporto di coppia sempre molto molto burrascoso) l'esperienza di un aborto spontaneo alla 9 settimana di gravidanza, una gravidanza non cercata ma assolutissimamente e strafelicemente accettata con enorme contentezza da entrambi; tutto ciò mentre altre due coppie di nostri amici condividevano lo stesso percorso ed esperienza con noi: la gravidanza; poi però per loro felicemente conclusa.
Non vi dico ovviamente lo "strazio" (strazio, tra mooolte virgolette) di vedere i bambini della stessa età del nostro abortito, venire alla luce nello stesso periodo nel quale sarebbe dovuto nascere il nostro e vederli quindi poi crescere.
Nel 2009 mi separo da questa compagna poichè incontro quella che attualmente è mia moglie.
Nel 2012 rivivo la STESSA IDENTICA ESPERIENZA, (aborto interno spontaneo di mia moglie) mentre ancora, un'altra volta, altre DUE coppie di nostri cari amici CONTEMPORANEAMENTE portano a termine la loro gravidanza con bambini che nascono nel periodo in cui doveva nascere la nostra bimba; tra l'altro uno di questi carissimi amici è un mio caro collega di lavoro, stesso ufficio, con la scrivania a circa due metri di distanza dalla mia, quindi potete capire cosa "sento" dentro quando chiama casa e chiede di...Martina. Ovviamente stavolta c'è anche un ulteriore "piccolissima" aggravante e cioè che la nostra bambina muore all' improvviso al 5 mese e mezzo di gravidanza, sembra per un problema di circolazione sanguigna uterina di mia moglie; dopo quindi aver fatto b-test e svariate ecografie di controllo, tutte andate benissimo. Cosa mi ha lasciato dentro questa cosa?! quello che ho scritto in oggetto e del quale mi vergogno da morire (ritenendomi io una brava persona ed un bravo cristiano): un grandissimo enorme sentimento di odio verso chi ha avuto figli, chi sta avendo figli, o verso chi è incinta al punto tale da pensare di augurargli le peggio cose, cioè quello che è successo a me o peggio ancora. So che potreste consigliarmi un percorso di psicoterapia che probabilmente affronterò solo che volevo sapere subito un parere da parte di persone esperte come voi. Vi prego, non giudicatemi, so che è sbagliato cio che provo ma..non riesco a controllarlo...a volte mi sale la rabbia per quello che mi è capitato (per ben due volte di seguito) e, di conseguenza, questo enorme sentimento di odio, cattiveria, profondo astio, nei confronti di queste persone che SO PERFETTAMENTE che non hanno nessuna colpa per quello che mi è accaduto.
Grazie mille e attendo fiducioso un vostro parere
[#1]
Psicologo
Salve,
Ho avuto modo di leggere la sua esperienza, certo carica di dolore e di rabbia. Dal mio punto di vista, leggendo quanto scrive, colgo oltre al senso di rabbia anche un senso di colpa, come se si sentisse in colpa per provare rabbia e invidia verso alcuni suoi amici o colleghi che hanno auto una gravidanza felice. l'aspetto principale sul quale vorrei fermare la sua attenzione è che questo suo vissuto è del tutto normale vista l'esperienza traumatica che ha vissuto per ben due volte ed è evidente come sia difficile per lei vedere altri suoi amici con dei figli, semplicemente perchè ciò riattiva in lei degli schemi relativi alla sua aspettativa delusa insieme alle emozioni di dolore e rabbia che lei ha vissuto. il mio consiglio è di rivolgersi ad uno specialista per poter lavorare in terapia sull'esperienza traumatica che lei ha attraversato. Questo può essere il modo con cui potrà dare voce ad una parte di sè che probabilmente ha necessità di essere sostenuta e accompagnata a rielaborare l'esperienza traumatica che ha vissuto. Questo è ciò che di solito si fa quando ci si trova di fronte ad una esperienza di perdita o lutto; ossia riviverla emotivamente e rielaborarla in terapia per poter scoprire nuovi modi di gestire il dolore della perdita e magari superarlo, attribuendogli un nuovo significato, più utile e protettivo per sè
Ho avuto modo di leggere la sua esperienza, certo carica di dolore e di rabbia. Dal mio punto di vista, leggendo quanto scrive, colgo oltre al senso di rabbia anche un senso di colpa, come se si sentisse in colpa per provare rabbia e invidia verso alcuni suoi amici o colleghi che hanno auto una gravidanza felice. l'aspetto principale sul quale vorrei fermare la sua attenzione è che questo suo vissuto è del tutto normale vista l'esperienza traumatica che ha vissuto per ben due volte ed è evidente come sia difficile per lei vedere altri suoi amici con dei figli, semplicemente perchè ciò riattiva in lei degli schemi relativi alla sua aspettativa delusa insieme alle emozioni di dolore e rabbia che lei ha vissuto. il mio consiglio è di rivolgersi ad uno specialista per poter lavorare in terapia sull'esperienza traumatica che lei ha attraversato. Questo può essere il modo con cui potrà dare voce ad una parte di sè che probabilmente ha necessità di essere sostenuta e accompagnata a rielaborare l'esperienza traumatica che ha vissuto. Questo è ciò che di solito si fa quando ci si trova di fronte ad una esperienza di perdita o lutto; ossia riviverla emotivamente e rielaborarla in terapia per poter scoprire nuovi modi di gestire il dolore della perdita e magari superarlo, attribuendogli un nuovo significato, più utile e protettivo per sè
[#2]
Utente
Egregio e gent.ssimo Professor De Trucco,
innanzitutto grazie per la sua celere e cortese risposta.
Ha ragione, mi sento tremendamente in colpa nel provare questi sentimenti verso persone che non hanno alcuna colpa riguardo quello che mi è capitato.
Volevo solo sapere appunto se è normale provare certe sensazioni e sentimenti nella mia situazione e a quanto pare, da quello che mi dice, purtroppo pare proprio di si.
Certo, proverò ad affrontare un percorso anche se, per mio carattere, trovo in generale difficile esprimermi apertamente di persona come ho fatto oggi via web.
Grazie
innanzitutto grazie per la sua celere e cortese risposta.
Ha ragione, mi sento tremendamente in colpa nel provare questi sentimenti verso persone che non hanno alcuna colpa riguardo quello che mi è capitato.
Volevo solo sapere appunto se è normale provare certe sensazioni e sentimenti nella mia situazione e a quanto pare, da quello che mi dice, purtroppo pare proprio di si.
Certo, proverò ad affrontare un percorso anche se, per mio carattere, trovo in generale difficile esprimermi apertamente di persona come ho fatto oggi via web.
Grazie
[#3]
Gentile utente,
concordo con quanto ha scritto il mio collega, dr. De Trucco.
Il fatto che lei sia stato privato di una cosa che desiderava molto, oltre al dolore ha prodotto invidia nei confronti di chi questa esperienza l'ha potuta vivere.
Possiamo sforzarci ma il "pensare male" è dentro di noi. Non possiamo essere sempre buoni....
Allo stesso tempo la rabbia e l'invidia non credo siano l'unico pensiero che prova quando vede un bambino o un genitore.
Non sia troppo severo con se stesso.
Restiamo in ascolto
concordo con quanto ha scritto il mio collega, dr. De Trucco.
Il fatto che lei sia stato privato di una cosa che desiderava molto, oltre al dolore ha prodotto invidia nei confronti di chi questa esperienza l'ha potuta vivere.
Possiamo sforzarci ma il "pensare male" è dentro di noi. Non possiamo essere sempre buoni....
Allo stesso tempo la rabbia e l'invidia non credo siano l'unico pensiero che prova quando vede un bambino o un genitore.
Non sia troppo severo con se stesso.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#4]
Psicologo
Si, quello che lei sta attraversando, intendo a livello emotivo è normale sia la colpa per provare invidia e odio e la rabbia per l'esperienza frustrante che ha attraversato. In altre parole la rabbia fa parte del processo di elaborazione del lutto, l'invidia e l'odio spiegano come probabilmente lei si trova a paragonarsi con persone che hanno avuto esperienze diverse, più felici ed è qui che potrà essere utile la terapia, proprio per dare una risposta al suo dolore, ma partendo dall'ascoltarsi e accogliersi in quello che ha vissuto, focalizzandosi su di sè e non sulle esperienze altrui.
Le auguro una buona giornata.
Le auguro una buona giornata.
[#5]
Utente
Gent.issimi Dottori,
grazie mille per le vostre parole, che in un certo senso mi danno grande conforto...grazie davvero.
E' vero, non solo e sempre provo rabbia invida ed odio quando mi capita di vedere genitori e bambini...è vero.
Solo che a volte queste emozioni, questi sentimenti negativi mi assalgono d'improvviso e mi travolgono ed io combatto con il me stesso che è dentro di me per non provarli perchè ripeto: sono una brava persona; e certi sentimenti non mi appartengono specialmente con chi di fatto non mi ha fatto alcun torto.
Ripeto, mi assalgono all'improvviso (molto frequantemente) ed io...non riesco, li per li, a scacciarli da me. Se non ho capito male oltre alla terapia, in fondo quindi, voi mi consigliate comunque, in un certo senso, di "viverli" questi sentimenti negativi nei confronti di altre persone? cioè di accettarli e trovare il giusto modo di conviverci? giusto?
Grazie mille ancora per il vs preziosissimo supporto
grazie mille per le vostre parole, che in un certo senso mi danno grande conforto...grazie davvero.
E' vero, non solo e sempre provo rabbia invida ed odio quando mi capita di vedere genitori e bambini...è vero.
Solo che a volte queste emozioni, questi sentimenti negativi mi assalgono d'improvviso e mi travolgono ed io combatto con il me stesso che è dentro di me per non provarli perchè ripeto: sono una brava persona; e certi sentimenti non mi appartengono specialmente con chi di fatto non mi ha fatto alcun torto.
Ripeto, mi assalgono all'improvviso (molto frequantemente) ed io...non riesco, li per li, a scacciarli da me. Se non ho capito male oltre alla terapia, in fondo quindi, voi mi consigliate comunque, in un certo senso, di "viverli" questi sentimenti negativi nei confronti di altre persone? cioè di accettarli e trovare il giusto modo di conviverci? giusto?
Grazie mille ancora per il vs preziosissimo supporto
[#6]
Psicologo
Gentile Utente,
innanzitutto le esprimo tutta la mia più viva solidarietà per le esperienze traumatiche che ha vissuto. La vera difficoltà consiste nel riconoscere il proprio stato di necessità e nel chiedere aiuto. Mi pare che questo lo stia già facendo, chiedendo a noi e soprattutto proponendosi una psicoterapia. Pertanto non si scoraggi e continui su questa strada perché con questo inizio è già a buon punto.
Il senso di colpa che lei avverte per i sentimenti di odio che prova testimoniano che in lei c'è desiderio di provare il bene, non il male, pertanto non merita di essere giudicato! Le consiglierei, oltre alla psicoterapia, di aprirsi anche con persone che hanno vissuto il dolore dell'aborto, per trovare condivisione e conforto reciproco. Incontri di gruppo guidati da uno psicologo potranno essere utili. E poi c'è un arma infallibile che lei conserva: la fede! Anche questa la aiuterà. Continui a prendersi cura di sé e piano piano risolverà tutto. Auguri!
innanzitutto le esprimo tutta la mia più viva solidarietà per le esperienze traumatiche che ha vissuto. La vera difficoltà consiste nel riconoscere il proprio stato di necessità e nel chiedere aiuto. Mi pare che questo lo stia già facendo, chiedendo a noi e soprattutto proponendosi una psicoterapia. Pertanto non si scoraggi e continui su questa strada perché con questo inizio è già a buon punto.
Il senso di colpa che lei avverte per i sentimenti di odio che prova testimoniano che in lei c'è desiderio di provare il bene, non il male, pertanto non merita di essere giudicato! Le consiglierei, oltre alla psicoterapia, di aprirsi anche con persone che hanno vissuto il dolore dell'aborto, per trovare condivisione e conforto reciproco. Incontri di gruppo guidati da uno psicologo potranno essere utili. E poi c'è un arma infallibile che lei conserva: la fede! Anche questa la aiuterà. Continui a prendersi cura di sé e piano piano risolverà tutto. Auguri!
[#7]
Utente
Gent.ssima Dott.ssa Mennillo,
grazie anche a lei per le sue parole; ho provato a confrontarmi con persone che hanno vissuto il mio stesso dramma e, le dico la verità, non mi è stato di molto aiuto. Per quanto riguarda la fede...le dico la verità, faccio molta fatica ultimamente a mantenerla salda, poichè la domanda è sempre la stessa: PERCHE' SEMPRE A ME?! PERCHE' PER BEN DUE VOLTE LO STESSO IDENTICO STRAZIO?! PERCHE'?! Ovviamente senza trovare risposta a queste domande; tralasciando poi il fatto che vedere mia moglie in uno stato di prostrazione psicologica dalla quale fa fatica ad uscire amplifica oltre modo la eco di tutte queste domande...PERCHE'?! Perche sempre a me?! Due volte, su tre coppie incinta, un aborto, e sono sempre io!!! Perchè?!
Grazie ancora per le sue parole Dott.ssa
grazie anche a lei per le sue parole; ho provato a confrontarmi con persone che hanno vissuto il mio stesso dramma e, le dico la verità, non mi è stato di molto aiuto. Per quanto riguarda la fede...le dico la verità, faccio molta fatica ultimamente a mantenerla salda, poichè la domanda è sempre la stessa: PERCHE' SEMPRE A ME?! PERCHE' PER BEN DUE VOLTE LO STESSO IDENTICO STRAZIO?! PERCHE'?! Ovviamente senza trovare risposta a queste domande; tralasciando poi il fatto che vedere mia moglie in uno stato di prostrazione psicologica dalla quale fa fatica ad uscire amplifica oltre modo la eco di tutte queste domande...PERCHE'?! Perche sempre a me?! Due volte, su tre coppie incinta, un aborto, e sono sempre io!!! Perchè?!
Grazie ancora per le sue parole Dott.ssa
[#8]
Psicologo
Gentile Utente,
è evidente che il suo dolore è molto grande, probabilmente perché non è mai stato trattato adeguatamente attraverso una buona psicoterapia. La sua sofferenza dovrebbe essere avvertita come sprono per iniziare un percorso diverso, ovviamente con l'aiuto degli specialisti giusti.
Anche se esula dal mio compito, percepisco in lei una grande rabbia verso Dio, che però non può essere trattata in questa sede, ma solo con la Direzione Spirituale di un sacerdote, che potrà chiedere liberamente e gratuitamente nella sua Chiesa di riferimento.
è evidente che il suo dolore è molto grande, probabilmente perché non è mai stato trattato adeguatamente attraverso una buona psicoterapia. La sua sofferenza dovrebbe essere avvertita come sprono per iniziare un percorso diverso, ovviamente con l'aiuto degli specialisti giusti.
Anche se esula dal mio compito, percepisco in lei una grande rabbia verso Dio, che però non può essere trattata in questa sede, ma solo con la Direzione Spirituale di un sacerdote, che potrà chiedere liberamente e gratuitamente nella sua Chiesa di riferimento.
[#9]
Utente
Gent.ssima Dott.ssa Mennillo,
ha perfettamente ragione: ho una grande, immensa, inquantificabile RABBIA verso Dio, il destino o chi per lui...è vero.
E purtroppo, penso, ho paura, che nessuno (sacerdote, psicologo, psicoterapeuta o chicchessia) potrà mai togliermela.
Grazie di cuore cmq per i suoi consigli e per il tempo che dedica qui dentro
ha perfettamente ragione: ho una grande, immensa, inquantificabile RABBIA verso Dio, il destino o chi per lui...è vero.
E purtroppo, penso, ho paura, che nessuno (sacerdote, psicologo, psicoterapeuta o chicchessia) potrà mai togliermela.
Grazie di cuore cmq per i suoi consigli e per il tempo che dedica qui dentro
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Gentile Utente,
oltre alle indicazioni dei Colleghi, volevo chiedere se ha mai fatto una valutazione psicologica e/o psichiatrica.
Ho visto che in passato ha chiesto un consulto su un'antidepressivo, sarebbe opportuno che questi farmaci fossero prescritti da psichiatri e nel suo caso credo sia molto importante affiancare un trattamento psicoterapico.
Quello che lei descrive assomiglia molto ad un "lutto irrisolto" che meriterebbe di essere affrontato in un contesto specifico, altrimenti come tutti i lutti non risolti questi continueranno ad alimentare, in modo del tutto inconsapevole, il suo stato di malessere.
oltre alle indicazioni dei Colleghi, volevo chiedere se ha mai fatto una valutazione psicologica e/o psichiatrica.
Ho visto che in passato ha chiesto un consulto su un'antidepressivo, sarebbe opportuno che questi farmaci fossero prescritti da psichiatri e nel suo caso credo sia molto importante affiancare un trattamento psicoterapico.
Quello che lei descrive assomiglia molto ad un "lutto irrisolto" che meriterebbe di essere affrontato in un contesto specifico, altrimenti come tutti i lutti non risolti questi continueranno ad alimentare, in modo del tutto inconsapevole, il suo stato di malessere.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#11]
Gentile Utente,
ribadisco anch'io l'utilità di rivolgersi di persona ad un nostro collega, non solo per se stesso, ma anche per sua moglie e ancor di più per gli eventuali figli che avrete: essi infatti avranno diritto di avere due genitori "equilibrati" che abbiano superato il lutto e la sofferenza, in modo da non rischiare di essere considerati erroneamente sostituto o compensazione di qualcosa o qualcuno venuto prima di loro.
Vi consiglio, intanto, le interessanti letture presenti su questo sito:
http://www.ciaolapo.it/
Cordialmente,
ribadisco anch'io l'utilità di rivolgersi di persona ad un nostro collega, non solo per se stesso, ma anche per sua moglie e ancor di più per gli eventuali figli che avrete: essi infatti avranno diritto di avere due genitori "equilibrati" che abbiano superato il lutto e la sofferenza, in modo da non rischiare di essere considerati erroneamente sostituto o compensazione di qualcosa o qualcuno venuto prima di loro.
Vi consiglio, intanto, le interessanti letture presenti su questo sito:
http://www.ciaolapo.it/
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#12]
Utente
Grazie mille ancora per i preziosi consigli,
Dott.ssa Mennillo: si, ho chiesto un consulto per un antidepressivo (blando) poichè mi era stato prescritto dal mio medico di famiglia per affrontare i primi mesi successivi al lutto di cui stiamo discutendo qua ed anche perche ero stato assalito da ansia da prestazione sessuale con conseguenti problemi di disfunzione erettile anche se adesso fortunatamente quella parte del problema sembra risolta. Mia moglie sta già seguendo un percorso con una brava, a suo dire, psicoterapeuta ed a breve dovrei anche io andare per fare un pò di terapia di coppia insieme (cosi ci è stato consigliato), Lei pensa possa essere una buona idea?!
Dott.ssa Scalco: buongiorno, innanzitutto e grazie anche a lei; sinceramente l'idea di "vivere" un eventuale ulteriore gravidanza e (speriamo!) un altro figlio come compensazione o sostituzione di qualcosa venuto prima....non mi è mai passata per la testa, almeno consciamente parlando, può avvenire a livello inconscio?!
Grazie per questo spunto di riflessione, cercherò, anche con mia moglie di analizzare anche questo aspetto da lei paventato
Grazie mille ancora
Dott.ssa Mennillo: si, ho chiesto un consulto per un antidepressivo (blando) poichè mi era stato prescritto dal mio medico di famiglia per affrontare i primi mesi successivi al lutto di cui stiamo discutendo qua ed anche perche ero stato assalito da ansia da prestazione sessuale con conseguenti problemi di disfunzione erettile anche se adesso fortunatamente quella parte del problema sembra risolta. Mia moglie sta già seguendo un percorso con una brava, a suo dire, psicoterapeuta ed a breve dovrei anche io andare per fare un pò di terapia di coppia insieme (cosi ci è stato consigliato), Lei pensa possa essere una buona idea?!
Dott.ssa Scalco: buongiorno, innanzitutto e grazie anche a lei; sinceramente l'idea di "vivere" un eventuale ulteriore gravidanza e (speriamo!) un altro figlio come compensazione o sostituzione di qualcosa venuto prima....non mi è mai passata per la testa, almeno consciamente parlando, può avvenire a livello inconscio?!
Grazie per questo spunto di riflessione, cercherò, anche con mia moglie di analizzare anche questo aspetto da lei paventato
Grazie mille ancora
[#13]
Psicologo
Gentile Utente,
se la psicoterapeuta che segue sua moglie le propone una terapia di coppia lo farà perchè probabilmente ha riscontrato degli elementi su cui è giusto lavorare, pertanto sarebbe una buona idea raccogliere l'invito, con molta serenità. Tengo a ribadire che la stanza del terapeuta non è un tribunale, ma semplicemente un luogo di accoglienza dei propri pensieri, emozioni, sentimenti, su cui poter riflettere per migliorare il rapporto con sé stessi e con gli altri. Scoprirà quanto è rassicurante aprirsi e riconoscere nuove possibilità di cambiamento... ma appunto bisogna avere il coraggio di compiere il primo passo. Credo che adesso lei abbia l'opportunità per farlo. Auguri!
se la psicoterapeuta che segue sua moglie le propone una terapia di coppia lo farà perchè probabilmente ha riscontrato degli elementi su cui è giusto lavorare, pertanto sarebbe una buona idea raccogliere l'invito, con molta serenità. Tengo a ribadire che la stanza del terapeuta non è un tribunale, ma semplicemente un luogo di accoglienza dei propri pensieri, emozioni, sentimenti, su cui poter riflettere per migliorare il rapporto con sé stessi e con gli altri. Scoprirà quanto è rassicurante aprirsi e riconoscere nuove possibilità di cambiamento... ma appunto bisogna avere il coraggio di compiere il primo passo. Credo che adesso lei abbia l'opportunità per farlo. Auguri!
[#14]
Gentile Signore,
se le cose stanno come ha ulteriormente precisato, colga senza dubbio l'occasione insieme a sua moglie per risolvere le difficoltà e i dubbi e, prendendovi il tempo necessario, utilizzatela per una "crescita" nel contempo individuale e di coppia.
Auguri a entrambi.
se le cose stanno come ha ulteriormente precisato, colga senza dubbio l'occasione insieme a sua moglie per risolvere le difficoltà e i dubbi e, prendendovi il tempo necessario, utilizzatela per una "crescita" nel contempo individuale e di coppia.
Auguri a entrambi.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 28.5k visite dal 19/11/2013.
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