La terapia che gli è stata data

Gent.mi dottori, vi scrivo per chiedervi un aiuto per la situazione che sta passando il mio ragazzo.
Da quest'estate ha iniziato ad avere disturbi fisici e malessere psicologico.
Abbiamo fatto tutti gli esami necessari per escludere patologie organiche , i suoi dolori fisici li hanno chiamati psicosomatici, è andato dal neurologo che gli ha prescritto subito psicofarmaci (cymbalta prima da 30 poi da 60 e alprazolam).
Ha iniziato la cura che .fino a qualche giorno fa .ha portato dei risultati ma ora che ha interrotto l'alprazolam come da disposizioni mediche, è ritornato nel suo tunnel...
Sta seguendo anche un percorso con la psicologa che ad oggi ancora non le ha detto nulla, ma che a breve gli stilerà un suo parere riguardo a tutto quello che lui gli ha raccontato durante gli incontri.
Stiamo insieme da sei anni, e in questo momento gli sono molto vicina, sono l'unica persona con cui si apre pienamente e non nego che con tutto l'amore che provo per lui, anche per me è stato difficile vederlo soffrire così tanto. Ho sempre cercato di farmi vedere sorridente e positiva, per lui ci sono e ci sarò sempre.
Il problema è che anche i suoi genitori, soprattutto sua mamma, sono persone molto ansiose che gli buttano addosso le loro problematiche e che fin da quando era piccolo l'hanno sempre tenuto in una bolla di sapone, con mille attenzioni , soffocandolo, senza dargli la possibilità di crescere e di " sbattere" la testa quando serviva. Sono arrivata a queste considerazioni non per presunzione ma perchè sono convinta che tutto il suo malessere dipenda molto da tutto quello che ha passato nella sua infanzia e che inconsapevolmente ha accumulato e, come un palloncino pieno d'acqua, ora si è riempito e sta scoppiando... Ho cercato di sintetizzare quello che è la sua storia, anche se è davvero difficile in così poco spazio, ma quello che ora vi chiedo è se questa sua ricaduta, se si può chiamare così, è dovuta alla sospensione dell'alprazolam? , io sono molto scettica per quanto riguarda curare i problemi dell'anima con le medicine, e sono molto preoccupata perchè temo che quando dovrà sospendere cymbalta , a febbraio, gli tornerà tutto indietro come un boomerang.... ho paura che questi farmaci siano solo dei palliativi e che in realtà la causa di tutto questo suo malessere sia da rivedere nella sua famiglia e dentro di se ... ora la cosa che più mi preme è avere da voi un parere su la terapia che gli è stata data da un altro professionista , e sapere SE e PERCHE' terminando l'alprazolam tutto è tornato quasi o forse come prima...
E' un ragazzo giovane, così in gamba, intelligente e tanto forte, ho paura che queste pastiglie lo stiano rovinando...
Scusate lo sfogo, anche perchè con lui non mi azzardo a farmi vedere preoccupata o dubbiosa sul percorso che sta facendo, non voglio dargli preoccupazioni in più.
Vi ringrazio davvero tantissimo per l'aiuto che saprete darmi, scusate se mi sono dilungata troppo.
Aspetto un vostro consiglio...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

in questi casi il trattamento psicoterapico (psicologo-psicoterapeuta) per la cura del disturbo assume un'importanza centrale. Mentre, sempre in merito a questo caso, il professionista di riferimento per le terapie farmacologiche è lo psichiatra e non il neurologo (a meno che non abbia una specializzazione in psichiatria).

Per sintetizzare credo sia necessario iniziare un trattamento integrato di psicoterapia e psicofarmaci (due professionisti che lavorano in tandem).

Non possiamo rispondere ai quesiti in merito alla psicofarmacologia, perché lo psicologo non è un medico.

Che diagnosi è stata fatta dal neurologo?





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

da quanto tempo il Suo ragazzo è seguito dalla psicologa? Come mai non ha ancora formulato una diagnosi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto hanno scritto i colleghi che mi hanno preceduto.
La terapia psicologica insieme a quella farmacologica, da ciò che ci descrive, pare essere la più adatta.
In merito alla terapia farmacologica quello che posso dirle è che i farmaci agiscono sui sintomi e dato che ogni sintomo ha una ragione d'essere, spesso se questa non viene esplorata, con la sospensione del farmaco le ricadute sono comuni.
Forse dovrebbe parlare del suo disagio con il suo compagno. Anche se cerca di nasconderlo, nelle relazioni intime le emozioni "passano" ugualmente. Quindi perché non parlarne, perché non comunicare.
Allo stesso tempo il suo compagno non è solo la "malattia", se così si può chiamare.
Cerchi di concentrarsi sulle sue parti "sane", che ci sono anche se al momento lui non le vede.
Gran parte del lavoro, nei problemi psicologici, non lo può fare ne lei ne il professionista che lo segue, bensì l'interessato.
Non può farlo guarire.... né cambiare la sua famiglia.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2013 al 2020
Ex utente
Innanzi tutto vi ringrazio per il tempi che avete dedicato alla mia richiesta. Il mio ragazzo sta andando da circa un mese dalla psicologa, oggi è il 5 incontro, uno alla settimana.
Questa specialista ha voluto incontrare sia suo padre che sua mamma ed oggi vuole ibcontrare anche me. Per quanto riguarda il neurologo, gli ha prescritto questi farmaci cob la diagnosi di depressione e attacchi di panico. Dopo questa visita, io e il mio ragazzo
siamo andati da uno psichiatra di fiducia (c'era giá stato da piccolo per superare ub disagio avvenuto durante il passaggio dalle scuole medie alle superiori). Questo psichiatra non ha n avuto da ridire sulla cura imposta dal.neurologo..