Non accettazione di amore finito

Buongiorno, mio figlio che vive con me, 30 anni, non riesce ad accettare la fine di una relazione durata poco più di 2 anni. Ormai tra tira e molla è trascorso quasi un mese, ma lui non se ne fa una ragione, io cerco di stargli vicino il più possibile, lo ascolto e cerco di consigliarlo, ma in realtà mi sento troppo coinvolta per poterlo aiutare seriamente anche se reputo positivo il fatto che provi il desiderio di sfogarsi e confrontarsi con me. Continua a piangere (lui che non si è mai dimostrato debole nonostante la vita non gli abbia risparmiato dolore a causa di gravi lutti) non smette di pensare a lei, cerca a tutti i costi una ragione e si assume responsabilità che forse non ha o ha solo parzialmente. Ha diversi amici con i quali si confida ma che forse gli confondono ancora di più le idee.
Per fortuna lavora e anche se dice di avere grosse difficoltà nel concentrarsi, penso che per lui sia un aiuto, come lo sforzo che compie per andare in palestra. Quando gli amici lo invitano per qualche uscita, lui si impone di andarci, ma poi non vede l'ora di tornare a casa per crogiolarsi nel suo dolore. Ditemi per favore se è il caso di convincerlo a rivolgersi ad uno specialista o se io e gli amici possiamo in qualche modo bastare, non vi nascondo che il sentirmi impotente di fronte a questa situazione mi sta annientando. Grazie per l' aiuto che vorrete darmi.
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33 31
Gentile utente,
la fine di una relazione è anche esso un lutto. Si perde non solo la vicinanza dell'altro ma anche tutti progetti futuri che un individuo dell'età di suo figlio generalmente elabora con la partner.
Un mese non è un lasso di tempo comunemente sufficiente.
In ogni caso suo figlio è adulto e forse dovrebbe essere meno "coccolato". Il fornire "aiuto" talvolta può peggiorare le cose nel senso che impedisce alla persona di uscire dal problema, poiché gli altri ce lo rimettono dentro con frasi tipo: "Come va?", "Oggi come ti senti?", ecc.
Nessuno può spingere una persona ad andare da uno psicologo, è importante che la motivazione venga dal soggetto stesso, altrimenti il lavoro non funziona.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
anche io, come il Collega, le suggerisco di invitare suo figlio ad "elaborare " l'accaduto da "solo" o con un professionista...

Lei è la madre e se pur attenta e preoccupata, dovrebbe evitare di accudirlo troppo...non lo aiuta a crescere così....

Ha avuto altre donne?
Lavora, vive con lei ?

Non ha desiderio di autonomia....?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Buongiorno e grazie mille per pronta risposta. Ha avuto altre donne ma è la prima volta che dice di essersi innamorato seriamente. Lavora, vive con me, ma prima che capitasse tutto questo, stava pensando di ristruttare casa per andare a convivere.
Quindi, scusate, quando lui mi cerca per uno sfogo io devo respingerlo?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non le abbiamo detto questo, l'ascolto dovrebbe essere empatico, dovrebbe mantenere una giusta distanza che lo aiuti nell'elaborazione e crescita psichica, evitare la regressione ed il piangersi addosso....

Credo che un nostro Collega, sempre se lui lo voglia, possa aiutarlo nell'elaborazione del lutto che sta vivendo.

Spesso gli abbandoni e soprattutto la loro non elaborazione, correlano con ben altro...

Le allego una lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html