Lutto complicato
Buonasera,
Ho 23 anni e vi scrivo per mia mamma. Un anno fa è morto mio papà causa cirrosi epatica alcolica. Purtroppo la sua morte è stata improvvisa e da quel giorno tutto è cambiato.
Mia mamma ha 52 anni e in passato ha già sofferto di depressione maggiore in seguito alla morte prematura di suo papà e del nostro gatto. Conoscendo la sua storia, il suo psichiatra le ha prescritto il suo vecchio antidepressivo (Maveral), successivamente abbiamo optato anche per una psicoterapia. E' passato un anno ma nulla è cambiato, mia mamma pensa di essere stata la causa della morte di mio papà, non essendo stata una brava moglie. Si sente in un altro mondo e vede tutte le persone intorno a lei come estranei. Si sente come un peso sul cuore e continua a dire di non voler vivere, poichè la vita senza mio papà è inutile e lei si sente sola. Pensa che nessuno la possa aiutare poichè tutti pensano a se stessi all'elaborazione del lutto mentre lei (unica al mondo) pensa a mio papà che non puo' più vivere. Tutte le persone a lei vicine tentato di spingerla a fare attività fuori casa, visto che non ha motivi di svago avendo perso il lavoro e dovendo curare sua mamma che pochi mesi dopo la morte di mio papà ha avuto due ictus. Il suo psichiatra ha deciso di cambiarle terapia passando ad anafranil(dovrà iniziare a prenderlo a breve), mentre la psicoterapeuta continua a dire che è bloccata poichè incapace di esprimere la sua rabbia nei confronti di mio papà. Io soffro molto per la perdita di mio papà, per la rabbia nei suoi confronti e nel vedere mia mamma incapace di reagire. Lei si comporta differentemente con me e con gli altri; con me infatti si comporta in maniera isterica, lanciando oggetti, piangendo, gridando, ricattandomi psicologicamente(vorrei andare all'estero ma lei mi dice di volersi uccidere se lo facessi).
Non so cosa fare, che strada tentare, volevo proporle un gruppo di auto-mutuo-aiuto ma sinceramente non so più che strada seguire.
La non guarigione puo' dipendere dal senso di colpa? puo' la mancanza di volontà nello star bene essere più forte dei farmaci? Ci sono possibilità di guarigione o la non elaborazione del lutto puo' peggiorare?
Mi scuso anticipatamente per questo sfogo e per tutte queste domande ma non so più a chi chiedere aiuto.....
Grazie ancora
Ho 23 anni e vi scrivo per mia mamma. Un anno fa è morto mio papà causa cirrosi epatica alcolica. Purtroppo la sua morte è stata improvvisa e da quel giorno tutto è cambiato.
Mia mamma ha 52 anni e in passato ha già sofferto di depressione maggiore in seguito alla morte prematura di suo papà e del nostro gatto. Conoscendo la sua storia, il suo psichiatra le ha prescritto il suo vecchio antidepressivo (Maveral), successivamente abbiamo optato anche per una psicoterapia. E' passato un anno ma nulla è cambiato, mia mamma pensa di essere stata la causa della morte di mio papà, non essendo stata una brava moglie. Si sente in un altro mondo e vede tutte le persone intorno a lei come estranei. Si sente come un peso sul cuore e continua a dire di non voler vivere, poichè la vita senza mio papà è inutile e lei si sente sola. Pensa che nessuno la possa aiutare poichè tutti pensano a se stessi all'elaborazione del lutto mentre lei (unica al mondo) pensa a mio papà che non puo' più vivere. Tutte le persone a lei vicine tentato di spingerla a fare attività fuori casa, visto che non ha motivi di svago avendo perso il lavoro e dovendo curare sua mamma che pochi mesi dopo la morte di mio papà ha avuto due ictus. Il suo psichiatra ha deciso di cambiarle terapia passando ad anafranil(dovrà iniziare a prenderlo a breve), mentre la psicoterapeuta continua a dire che è bloccata poichè incapace di esprimere la sua rabbia nei confronti di mio papà. Io soffro molto per la perdita di mio papà, per la rabbia nei suoi confronti e nel vedere mia mamma incapace di reagire. Lei si comporta differentemente con me e con gli altri; con me infatti si comporta in maniera isterica, lanciando oggetti, piangendo, gridando, ricattandomi psicologicamente(vorrei andare all'estero ma lei mi dice di volersi uccidere se lo facessi).
Non so cosa fare, che strada tentare, volevo proporle un gruppo di auto-mutuo-aiuto ma sinceramente non so più che strada seguire.
La non guarigione puo' dipendere dal senso di colpa? puo' la mancanza di volontà nello star bene essere più forte dei farmaci? Ci sono possibilità di guarigione o la non elaborazione del lutto puo' peggiorare?
Mi scuso anticipatamente per questo sfogo e per tutte queste domande ma non so più a chi chiedere aiuto.....
Grazie ancora
[#1]
Gentile utente,
la situazione di sua madre è estremamente stressante. Ha perso il compagno, sua madre sta male e lei deve in parte occuparsene.
Allo stesso tempo è interessante quanto lei ci scrive.
E' lei a scrivere per sua madre. Sua madre la ricatta emotivamente, sono parole sue.
Finché sua madre starà male, dunque, lei non "potrà" lasciarla.
Finché sua madre è in preda alla depressione lei dovrà occuparsene.
Forse invece lei dovrebbe occuparsi della sua vita.
Non dico che non gli deve importare niente di sua madre, ma che sua madre è adulta e che lei non potrà cambiarla.
Forse non è solo sua madre che deve farsi un percorso di psicoterapia.
Ci rifletta.
Restiamo in ascolto
la situazione di sua madre è estremamente stressante. Ha perso il compagno, sua madre sta male e lei deve in parte occuparsene.
Allo stesso tempo è interessante quanto lei ci scrive.
E' lei a scrivere per sua madre. Sua madre la ricatta emotivamente, sono parole sue.
Finché sua madre starà male, dunque, lei non "potrà" lasciarla.
Finché sua madre è in preda alla depressione lei dovrà occuparsene.
Forse invece lei dovrebbe occuparsi della sua vita.
Non dico che non gli deve importare niente di sua madre, ma che sua madre è adulta e che lei non potrà cambiarla.
Forse non è solo sua madre che deve farsi un percorso di psicoterapia.
Ci rifletta.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Il lutto è complicato a causa della depressione di cui la mamma già soffriva in passato, ma dal momento che Lei dice che Sua madre si comporta diversamente con gli altri, posso chiederLe che cosa fa la mamma con altre persone? Appare più socievole, meno sofferente, più adeguata...?
Concordo con il Collega sul fatto che pare ci sia qualcosa in Lei che scrive da modificare: con Lei la mamma sta tirando fuori la rabbia e l'aggressività che con altri non si permette di esprimere, ma tale aggressività non è affatto modulata.
Tali situazioni tendono ad uno stallo: in altre parole sembra vi siate arenate su una condizione patologica, in cui il senso della propria esistenza si fonda sul disagio dell'altro. Magari un cambiamento forte (trasferimento all'estero da parte Sua per poter costruire la Sua vita) gioverebbe alla mamma che sarebbe costretta a prendersi cura di se stessa. D'altra parte già si prende cura della nonna; con Lei invece ha un atteggiamento completamente diverso...
Cordiali saluti,
Concordo con il Collega sul fatto che pare ci sia qualcosa in Lei che scrive da modificare: con Lei la mamma sta tirando fuori la rabbia e l'aggressività che con altri non si permette di esprimere, ma tale aggressività non è affatto modulata.
Tali situazioni tendono ad uno stallo: in altre parole sembra vi siate arenate su una condizione patologica, in cui il senso della propria esistenza si fonda sul disagio dell'altro. Magari un cambiamento forte (trasferimento all'estero da parte Sua per poter costruire la Sua vita) gioverebbe alla mamma che sarebbe costretta a prendersi cura di se stessa. D'altra parte già si prende cura della nonna; con Lei invece ha un atteggiamento completamente diverso...
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile ragazza, con i Colleghi pure io mi sento di dirle che nel modo di fare della mamma oltre al dolore, al rimpianto c'è un quid di dimostrativo, che tiene in lei, cara , immobile nel ruolo di colei che deve farsi carico.. sia anche dolce con la mamma , le parli, le ricordi i giorni belli che spero ci siano stati, veda se riesce ad andare insieme a lei da uno psicoterapeuta che ascolti e rilegga tutta la vicenda. tutto questo con affetto , con dolcezza.. ma poi parta , la vita è là fuori , restare una vestale immobile del dolore ? il papà non vorrebbe questo per lei...
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#4]
Utente
Buongiorno a tutti,
grazie per la risposta. Mia mamma non sa che vi ho scritto e il motivo deriva da un mio tentativo di proteggerla( se voi aveste detto qualche cosa di negativo lei avrebbe usato quel qualcosa come scusante per darsi altre colpe).
Per la Dr. Pileci, con gli altri la mamma è molto più composta, più adeguata, anche se naturalmente cerca continuamente di capire come gli altri hanno fatto a superare l'evento della morte.
Una settimana fa è stata in Inghilterra da un'amica e quando ci sentivamo diceva che non stava poi cosi male, che riusciva a pensare ad altro, ma già il giorno prima di tornare ha riniziato con la solita routine. Ciò che dice è: << sono andata in inghilterra è stato bello ma adesso cosa è cambiato? niente perchè il papà non è tornato>>
Io sarei molto interessata a svolgere una terapia ma la sua psicoterapeuta dice di non potermi prendere come paziente, quindi dovro' eventualmente valutare altre possibilità.
Per l'estero a gennaio ritornero' in inghilterra dove già ero stata, perchè come dico sempre, vorrei con tutto il mio cuore vedere mia mamma felice ma allo stesso tempo non voglio rovinare la mia vita, se lei non vuole tentare il percorso della guarigione.
Il gruppo di auto-mutuo aiuto potrebbe essere una valida possibilità?
Grazie a tutti per la gentilezza
grazie per la risposta. Mia mamma non sa che vi ho scritto e il motivo deriva da un mio tentativo di proteggerla( se voi aveste detto qualche cosa di negativo lei avrebbe usato quel qualcosa come scusante per darsi altre colpe).
Per la Dr. Pileci, con gli altri la mamma è molto più composta, più adeguata, anche se naturalmente cerca continuamente di capire come gli altri hanno fatto a superare l'evento della morte.
Una settimana fa è stata in Inghilterra da un'amica e quando ci sentivamo diceva che non stava poi cosi male, che riusciva a pensare ad altro, ma già il giorno prima di tornare ha riniziato con la solita routine. Ciò che dice è: << sono andata in inghilterra è stato bello ma adesso cosa è cambiato? niente perchè il papà non è tornato>>
Io sarei molto interessata a svolgere una terapia ma la sua psicoterapeuta dice di non potermi prendere come paziente, quindi dovro' eventualmente valutare altre possibilità.
Per l'estero a gennaio ritornero' in inghilterra dove già ero stata, perchè come dico sempre, vorrei con tutto il mio cuore vedere mia mamma felice ma allo stesso tempo non voglio rovinare la mia vita, se lei non vuole tentare il percorso della guarigione.
Il gruppo di auto-mutuo aiuto potrebbe essere una valida possibilità?
Grazie a tutti per la gentilezza
[#5]
Gentile Utente,
la depressione di cui la mamma già soffriva in realtà potrebbe mascherare altro... nella mia esperienza le donne che fanno così fatica a superare un lutto (sebbene del coniuge, persona molto significativa e che viene considerato dalle ricerche l'evento più stressante nella vita di una persona) celano un disturbo dipendente di personalità la cui terapia è piuttosto impegnativa, ma il punto resta che cosa potrebbe fare Lei.
Se le cose stanno così, un gruppo di AMA potrebbe essere un eventuale supporto, non una terapia.
Cordiali saluti,
la depressione di cui la mamma già soffriva in realtà potrebbe mascherare altro... nella mia esperienza le donne che fanno così fatica a superare un lutto (sebbene del coniuge, persona molto significativa e che viene considerato dalle ricerche l'evento più stressante nella vita di una persona) celano un disturbo dipendente di personalità la cui terapia è piuttosto impegnativa, ma il punto resta che cosa potrebbe fare Lei.
Se le cose stanno così, un gruppo di AMA potrebbe essere un eventuale supporto, non una terapia.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.9k visite dal 17/11/2013.
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