Pillola, rapporti&psiche
Buongiorno , sono una 35enne che assume la pillola da una decina di anni.
All''età di 21 ho fatto un IVG (non assumevo ancora la pillola); quel triste epilogo è stato frutto di un rapporto non voluto da me ,non starò ora a raccontare il trascorso psicologico che è comunque intuibile.
Dopo quell''episodio ho iniziato a prendere la pillola, ora Yasmine da qualche anno, anche se avevo o non avevo rapporti; chiedevo sempre al partner di utilizzare il preservativo o il coito interrotto.
Perché assumo la pillola? Inizialmente era per ridurre l''acne e poi per un fattore psicologico post IVG..
Ora da tre anni ho una relazione fissa e anche a lui ho "imposto" le stesse mie richieste, non mi fido della pillola, non mi fido del mio corpo, non voglio ricadere in quell''episodio di quando ero ventenne. Ho paura che io possa avere episodi di vomito, diarrea o di perdere il principio attivo della pillola magari per l''assunzione di un antibiotico.
Il mio compagno spesso in questi anni si è lamentato in quanto desidera eiaculare dentro di me ma io non voglio; velatamente dice che un rapporto così non è normale e così facendo io rischio di perderlo.
Capisco lui ma capisco anche me, perché dovrei forzarmi a fare una cosa per la quale mi farebbe vivere nel terrore?
Cerco aiuto,già ho parlato con il mio medico di base e con i ginecologi quando annualmente faccio prevenzione, ma non basta mai sentirmi dire che quel farmaco è sicuro se assunto correttamente.
Scusate se ho scritto troppo ma non so affrontare il mio problema che per me, di per se'' non è "un problema", ma per il mio lui si.
Un Vostro gentile collega del settore di ginecologia mi ha già risposto dal punto di vista medico circa la totale efficacia dell''utilizzo della pillola, insomma mi ha ripetuto cose che già sapevo ma che faccio sempre finta di "non crederci"..
Mi ha consigliato invece un confronto con un medico psicologo, ipotizzando magari "un inconscio mio rifiuto di rapporti con il partner"
Cosa ne pensa uno psicologo in merito?
Oggettivamente ho "solo" la paura sopra descritta ed onestamente non vedo gran fascino in ciò che invece il mio compagno desidera..
Che problema posso io avere dato che lui dice che "la normalità sta nel suo pensiero" e non nel mio (a suo dire?)
Grazie
Buona giornata
All''età di 21 ho fatto un IVG (non assumevo ancora la pillola); quel triste epilogo è stato frutto di un rapporto non voluto da me ,non starò ora a raccontare il trascorso psicologico che è comunque intuibile.
Dopo quell''episodio ho iniziato a prendere la pillola, ora Yasmine da qualche anno, anche se avevo o non avevo rapporti; chiedevo sempre al partner di utilizzare il preservativo o il coito interrotto.
Perché assumo la pillola? Inizialmente era per ridurre l''acne e poi per un fattore psicologico post IVG..
Ora da tre anni ho una relazione fissa e anche a lui ho "imposto" le stesse mie richieste, non mi fido della pillola, non mi fido del mio corpo, non voglio ricadere in quell''episodio di quando ero ventenne. Ho paura che io possa avere episodi di vomito, diarrea o di perdere il principio attivo della pillola magari per l''assunzione di un antibiotico.
Il mio compagno spesso in questi anni si è lamentato in quanto desidera eiaculare dentro di me ma io non voglio; velatamente dice che un rapporto così non è normale e così facendo io rischio di perderlo.
Capisco lui ma capisco anche me, perché dovrei forzarmi a fare una cosa per la quale mi farebbe vivere nel terrore?
Cerco aiuto,già ho parlato con il mio medico di base e con i ginecologi quando annualmente faccio prevenzione, ma non basta mai sentirmi dire che quel farmaco è sicuro se assunto correttamente.
Scusate se ho scritto troppo ma non so affrontare il mio problema che per me, di per se'' non è "un problema", ma per il mio lui si.
Un Vostro gentile collega del settore di ginecologia mi ha già risposto dal punto di vista medico circa la totale efficacia dell''utilizzo della pillola, insomma mi ha ripetuto cose che già sapevo ma che faccio sempre finta di "non crederci"..
Mi ha consigliato invece un confronto con un medico psicologo, ipotizzando magari "un inconscio mio rifiuto di rapporti con il partner"
Cosa ne pensa uno psicologo in merito?
Oggettivamente ho "solo" la paura sopra descritta ed onestamente non vedo gran fascino in ciò che invece il mio compagno desidera..
Che problema posso io avere dato che lui dice che "la normalità sta nel suo pensiero" e non nel mio (a suo dire?)
Grazie
Buona giornata
[#1]
Gentile utente,
la sessualità è un ambito importante della vita di coppia, ma non l'unico. Spesso, quando le cose non funzionano in quell'area, è così anche in altre. E' probabile che per il suo compagno un rapporto costantemente di questo tipo sia frustrante...
Allo stesso tempo mi domando come mai lei ha così timore. E' tutto riconducibile all'interruzione volontaria di gravidanza?
Se lei ritiene che quello scoglio non è stato ancora superato forse dovrebbe intraprendere un percorso psicologico che la aiuti ad affrontare il conflitto in modo sentirsi più libera.
Restiamo in ascolto
la sessualità è un ambito importante della vita di coppia, ma non l'unico. Spesso, quando le cose non funzionano in quell'area, è così anche in altre. E' probabile che per il suo compagno un rapporto costantemente di questo tipo sia frustrante...
Allo stesso tempo mi domando come mai lei ha così timore. E' tutto riconducibile all'interruzione volontaria di gravidanza?
Se lei ritiene che quello scoglio non è stato ancora superato forse dovrebbe intraprendere un percorso psicologico che la aiuti ad affrontare il conflitto in modo sentirsi più libera.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Gentile signora,
alcune precisazioni: sarebbe indicata una consulenza da uno psicologo psicoterapeuta e NON da un medico (lo psicologo non è un medico) e personalmente non ritengo neppure che sia la Sua parte inconscia a rifiutare qualcosa.
Credo, molto più banalmente, da quanto ci ha scritto, che in Lei potrebbero esserci aspetti fobici, probabilmente appresi in seguito a quell'episodio particolarmente stressante di tanti anni fa e che col tempo Lei ha sempre rinforzato domandando ai Suoi parter di comportarsi nel modo per Lei più sicuro.
In questa visione del problema, le paure (es di una gravidanza non voluta ora, di provare quello che ha provato in passato e che L'ha fatta soffrire, ecc...) tendono sia a rafforzarsi col tempo se non affrontate sia a diventare inconsapevoli e molti comportamenti diventano automatici.
Anche io penso che il problema sia Suo e meno del Suo uomo, anche se poi è lui a percepire un problema...
Le suggerisco una consulenza psicologica con uno psicologo psicoterapeuta, perchè se la diagnosi riguardasse un problema d'ansia o di fobia potrebbe essere facilmente trattato con terapie attive e focalizzate (es. terapia cognitivo-comportamentale):
Quindi ha fatto bene a sollevare il problema il Suo compagno, spero che risolviate in fretta.
Cordiali saluti,
alcune precisazioni: sarebbe indicata una consulenza da uno psicologo psicoterapeuta e NON da un medico (lo psicologo non è un medico) e personalmente non ritengo neppure che sia la Sua parte inconscia a rifiutare qualcosa.
Credo, molto più banalmente, da quanto ci ha scritto, che in Lei potrebbero esserci aspetti fobici, probabilmente appresi in seguito a quell'episodio particolarmente stressante di tanti anni fa e che col tempo Lei ha sempre rinforzato domandando ai Suoi parter di comportarsi nel modo per Lei più sicuro.
In questa visione del problema, le paure (es di una gravidanza non voluta ora, di provare quello che ha provato in passato e che L'ha fatta soffrire, ecc...) tendono sia a rafforzarsi col tempo se non affrontate sia a diventare inconsapevoli e molti comportamenti diventano automatici.
Anche io penso che il problema sia Suo e meno del Suo uomo, anche se poi è lui a percepire un problema...
Le suggerisco una consulenza psicologica con uno psicologo psicoterapeuta, perchè se la diagnosi riguardasse un problema d'ansia o di fobia potrebbe essere facilmente trattato con terapie attive e focalizzate (es. terapia cognitivo-comportamentale):
Quindi ha fatto bene a sollevare il problema il Suo compagno, spero che risolviate in fretta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Gentilissimi Dottori,
Vi ringrazio per le gentili risposte ed il tempo a me dedicato.
Ma è un problema oggettivo il mio non volere quanto descritto sopra?
Sento ostilità verso di me da parte del mio compagno proprio perché ho espresso la mia paura o non volontà in quello che lui vorrebbe.
Anche lui dice che "la normalità sta nel suo pensiero" e non nel mio..
Insomma lui "ha ragione" e io "ho torto"
Come può un rapporto incrinarsi per questa volontà sua /non volontà mia?
Grazie
Buona serata
Vi ringrazio per le gentili risposte ed il tempo a me dedicato.
Ma è un problema oggettivo il mio non volere quanto descritto sopra?
Sento ostilità verso di me da parte del mio compagno proprio perché ho espresso la mia paura o non volontà in quello che lui vorrebbe.
Anche lui dice che "la normalità sta nel suo pensiero" e non nel mio..
Insomma lui "ha ragione" e io "ho torto"
Come può un rapporto incrinarsi per questa volontà sua /non volontà mia?
Grazie
Buona serata
[#4]
Gentile signora,
ovviamente non intendevo mica dirLe che c'è un colpevole e un innocente e che quindi Lei ha torto.
Mi sembra di capire -con tutti i limiti del consulto telematico- che ci sia una paura ad affrontare e vivere il rapporto sessuale in maniera serena se non sono soddisfatte alcune condizioni.
Per esempio Lei stessa nomina un fattore psicologico post IVG che La spinge a continuare con l'aasunzione della pillola (+ preservativo).
Sarebbe utile capire di che si tratta e quali sono i risvolti sulla Sua vita, rendere insomma più consapevole questa situazione e capire se c'è margine per un cambiamento.
Cordiali saluti,
ovviamente non intendevo mica dirLe che c'è un colpevole e un innocente e che quindi Lei ha torto.
Mi sembra di capire -con tutti i limiti del consulto telematico- che ci sia una paura ad affrontare e vivere il rapporto sessuale in maniera serena se non sono soddisfatte alcune condizioni.
Per esempio Lei stessa nomina un fattore psicologico post IVG che La spinge a continuare con l'aasunzione della pillola (+ preservativo).
Sarebbe utile capire di che si tratta e quali sono i risvolti sulla Sua vita, rendere insomma più consapevole questa situazione e capire se c'è margine per un cambiamento.
Cordiali saluti,
[#5]
Gentile utente,
forse questo dissidio potrebbe nasconderne un altro relativo alla possibilità/desiderio di avere un figlio. Avete o ha mai mai affrontato questo argomento anche solo a livello di fantasie?
forse questo dissidio potrebbe nasconderne un altro relativo alla possibilità/desiderio di avere un figlio. Avete o ha mai mai affrontato questo argomento anche solo a livello di fantasie?
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#6]
Utente
Gentile Dott.ssa Sciubba,
La ringrazio per la risposta.
Non desidero avere figli e lui ne ha già uno (può servire questa informazione?)
Gentile Dott.ssa Pileci,
La mia domanda sull'oggettività del problema era per capire se davvero questo possa essere un problema vero tale da incrinare il rapporto o creare malumori.
È il partner a dire che il suo pensiero è normale ed il mio no, non Lei gentile dott.ssa o io stessa.
Grazie
Saluti
La ringrazio per la risposta.
Non desidero avere figli e lui ne ha già uno (può servire questa informazione?)
Gentile Dott.ssa Pileci,
La mia domanda sull'oggettività del problema era per capire se davvero questo possa essere un problema vero tale da incrinare il rapporto o creare malumori.
È il partner a dire che il suo pensiero è normale ed il mio no, non Lei gentile dott.ssa o io stessa.
Grazie
Saluti
[#8]
Gentile signora,
se qualcosa nella coppia inizia a rompere determinati equilibri non è sempre un male o comunque non è sempre un danno irreparabile.
Qui però mi pare di capire ci sia qualcosa di un po' diverso: il modo in cui Lei vede una eventuale gravidanza, la sessualità (il modo di avere rapporti sessuali, nel senso della contraccezione) e soprattutto ciò che è accaduto quando Lei aveva vent'anni e la IVG che probabilmente ha lasciato in Lei qualcosa di non risolto e non elaborato.
Il problema non è se vuole o non vuole figli a mio avviso, perchè questa è una libera scelta e se un essere umano scegliesse di non fare figli non avrebbe certo fallito lo scopo della propria esistenza (come avviene invece per altri esseri viventi meno complicati e raffinati di noi).
Il problema è a mio avviso racchiuso in questi aspetti fobici che Lei cerca di tenere sotto controllo con la pillola e l'uso del profilattico.
Che poi tutto ciò abbia una ricaduta sul rapporto di coppia e su come il Suo compagno vede la questione mi pare ovvio.
Per farLe un esempio, è come se Lei non volesse più guidare l'auto perchè ha paura di provocare un incidente. Magari all'inizio al Suo compagno potrebbe andare bene accompagnarLa dove vuole con la propria auto, ma dopo un po' inizierebbe a stancarsi perchè perderebbe la propria libertà, dovendo sempre stare dietro a Lei e alle Sue necessità anche per piccoli spostamenti.
Per questa ragione suggerisco una consulenza presso uno psicologo psicoterapeuta, perchè se davvero parliamo di tutto ciò, sarebbe possibile risolvere la problematica una volta per tutte.
Comprendo che per Lei sia un non-problema, perchè Lei adesso si sta godendo la situazione in cui si lascia accompagnare ovunque dal partner; è lui a soffrirne. Ma se il partner si stancasse, sarebbe Lei a dover attuare altre strategie comportamentali.
Allora potrebbe essere vantaggioso vedere insieme al partner (dal momento che infine la problematica riguarda entrambi) che cosa fare.
Cordiali saluti,
se qualcosa nella coppia inizia a rompere determinati equilibri non è sempre un male o comunque non è sempre un danno irreparabile.
Qui però mi pare di capire ci sia qualcosa di un po' diverso: il modo in cui Lei vede una eventuale gravidanza, la sessualità (il modo di avere rapporti sessuali, nel senso della contraccezione) e soprattutto ciò che è accaduto quando Lei aveva vent'anni e la IVG che probabilmente ha lasciato in Lei qualcosa di non risolto e non elaborato.
Il problema non è se vuole o non vuole figli a mio avviso, perchè questa è una libera scelta e se un essere umano scegliesse di non fare figli non avrebbe certo fallito lo scopo della propria esistenza (come avviene invece per altri esseri viventi meno complicati e raffinati di noi).
Il problema è a mio avviso racchiuso in questi aspetti fobici che Lei cerca di tenere sotto controllo con la pillola e l'uso del profilattico.
Che poi tutto ciò abbia una ricaduta sul rapporto di coppia e su come il Suo compagno vede la questione mi pare ovvio.
Per farLe un esempio, è come se Lei non volesse più guidare l'auto perchè ha paura di provocare un incidente. Magari all'inizio al Suo compagno potrebbe andare bene accompagnarLa dove vuole con la propria auto, ma dopo un po' inizierebbe a stancarsi perchè perderebbe la propria libertà, dovendo sempre stare dietro a Lei e alle Sue necessità anche per piccoli spostamenti.
Per questa ragione suggerisco una consulenza presso uno psicologo psicoterapeuta, perchè se davvero parliamo di tutto ciò, sarebbe possibile risolvere la problematica una volta per tutte.
Comprendo che per Lei sia un non-problema, perchè Lei adesso si sta godendo la situazione in cui si lascia accompagnare ovunque dal partner; è lui a soffrirne. Ma se il partner si stancasse, sarebbe Lei a dover attuare altre strategie comportamentali.
Allora potrebbe essere vantaggioso vedere insieme al partner (dal momento che infine la problematica riguarda entrambi) che cosa fare.
Cordiali saluti,
[#10]
Gentile ragazza,
Le variabili intrapsichiche sono tante e tali che online non si possono delineare mai del tutto.
Le riporto i dati di una recentissima ricerca presentata a Milano al congresso del prof Pasini di sessuologia e medicina, a cui ho preso parte.
L' aspetto della contraccezione correla fortemente con variabili psichiche, inconsce e di coppia.
La donna che assume la pillola è divisa in due:
La pillola mortifica il desiderio inconscio di maternità, anche se tutela.....da gravidanze indesiderate, ed a volte slatentizza nuclei di sofferenza e problematiche di coppia...
La scelta della contraccezione deve passare dalla disamina delle dinamiche di coppia e dalla disamina delle variabili psichiche della donna.
La sua paura di una eiaculazione intra vaginale, credo vada ben oltre l' aspetto razionale...
Forse, mediante una consulenza psicologica, dovrebbe investigare il suo rapporto con la genitorialità, eventuale maternità, ovviamente coppia ( intimità, potere, amore..., sessualità...) e la sua fisicità...
Aggiungo anche qualche nota sull' IVG che non va assolutamente sottovalutato nel suo vissuto odierno
L’aborto volontario, (IVG), rappresenta sempre un’esperienza caratterizzata da una forte connotazione emozionale e morale, amplificata da sensi di colpa e sentimenti di vergogna.
L’aborto va considerato sempre, anche se voluto, come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione con il bambino, mediante la negazione della gravidanza.
La sintomatologia psicosomatica che spesso può insorge nella donna , ha caratteristiche simili al “disturbo post traumatico da stress” i disturbi possono insorgere subito dopo l’intervento o dopo un lungo periodo di incubazione psichica a livello inconscio.
I disturbi possono comprendere disturbi neurovegetativi, disturbi d’ansia, del tono dell’umore, del ritmo sonno veglia,dell’affettività, della sessualità,dell’alimentazione, del flusso ideico.
Non si evince dal suo racconto, se lei è stata seguita dal punto di vista psicologico da un collega per l' elaborazione dell' accaduto.
Una donna che non ha potuto elaborare dal punto di vista simbolico ed emozionale l’aborto, lo interpreta come se avesse ucciso il suo bambino in maniera premeditata e cosciente.
La contraccezione deve essere considerata in tutta la sua complessità, senza trascurare soprattutto il “valore dell’elaborazione simbolica”, oltre che dell’evento biologico e chimico.
Le variabili intrapsichiche sono tante e tali che online non si possono delineare mai del tutto.
Le riporto i dati di una recentissima ricerca presentata a Milano al congresso del prof Pasini di sessuologia e medicina, a cui ho preso parte.
L' aspetto della contraccezione correla fortemente con variabili psichiche, inconsce e di coppia.
La donna che assume la pillola è divisa in due:
La pillola mortifica il desiderio inconscio di maternità, anche se tutela.....da gravidanze indesiderate, ed a volte slatentizza nuclei di sofferenza e problematiche di coppia...
La scelta della contraccezione deve passare dalla disamina delle dinamiche di coppia e dalla disamina delle variabili psichiche della donna.
La sua paura di una eiaculazione intra vaginale, credo vada ben oltre l' aspetto razionale...
Forse, mediante una consulenza psicologica, dovrebbe investigare il suo rapporto con la genitorialità, eventuale maternità, ovviamente coppia ( intimità, potere, amore..., sessualità...) e la sua fisicità...
Aggiungo anche qualche nota sull' IVG che non va assolutamente sottovalutato nel suo vissuto odierno
L’aborto volontario, (IVG), rappresenta sempre un’esperienza caratterizzata da una forte connotazione emozionale e morale, amplificata da sensi di colpa e sentimenti di vergogna.
L’aborto va considerato sempre, anche se voluto, come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione con il bambino, mediante la negazione della gravidanza.
La sintomatologia psicosomatica che spesso può insorge nella donna , ha caratteristiche simili al “disturbo post traumatico da stress” i disturbi possono insorgere subito dopo l’intervento o dopo un lungo periodo di incubazione psichica a livello inconscio.
I disturbi possono comprendere disturbi neurovegetativi, disturbi d’ansia, del tono dell’umore, del ritmo sonno veglia,dell’affettività, della sessualità,dell’alimentazione, del flusso ideico.
Non si evince dal suo racconto, se lei è stata seguita dal punto di vista psicologico da un collega per l' elaborazione dell' accaduto.
Una donna che non ha potuto elaborare dal punto di vista simbolico ed emozionale l’aborto, lo interpreta come se avesse ucciso il suo bambino in maniera premeditata e cosciente.
La contraccezione deve essere considerata in tutta la sua complessità, senza trascurare soprattutto il “valore dell’elaborazione simbolica”, oltre che dell’evento biologico e chimico.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#11]
Utente
Ringrazio per le nuove risposte
No, non mi sono fatta seguire da Vostri colleghi dopo l'ivg
Non ho sofferto con rimorsi quell'episodio, non so quanto possa essere ingiusta la mia reazione.
L'ho fatto e sono andata avanti con la mia vita
Ora guardando i bambini in generale,non mi creano alcuna emozione, ne positiva e ne negativa..
Cosa ne pensate?
Grazie
Saluti
No, non mi sono fatta seguire da Vostri colleghi dopo l'ivg
Non ho sofferto con rimorsi quell'episodio, non so quanto possa essere ingiusta la mia reazione.
L'ho fatto e sono andata avanti con la mia vita
Ora guardando i bambini in generale,non mi creano alcuna emozione, ne positiva e ne negativa..
Cosa ne pensate?
Grazie
Saluti
[#12]
"Non ho sofferto con rimorsi quell'episodio, non so quanto possa essere ingiusta la mia reazione."
Da un punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale, ciò che adesso Lei porta qui è la strategia che sta attuando, cioè il comportamento finale espulso (evitamento).
Un lavoro di auto-osservazione guidato dal terapeuta in genere permette al pz. di mettere a fuoco anche i pensieri (le credenze, le idee, le convinzioni, ecc...) e le emozioni che stanno dietro e che hanno portato e contribuito a quella determinata scelta.
Tutto ciò è automatico (es. prendere la pillola + presenrvativo, senza star troppo a pensarci su, salvo quando si incontra la protesta del partner) e quindi inconsapevole.
Prendere consapevolezza di tutto ciò, potrebbe permettere di generare un cambiamento importante nella percezione del problema con l'attuazione di altre strategie più funzionali.
Ribadisco che il non-desiderio di maternità nella specie umana non esprime alcunchè di patologico. Quindi su questo -con i limiti del consulto on line- non farei problemi.
Cordiali saluti,
Da un punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale, ciò che adesso Lei porta qui è la strategia che sta attuando, cioè il comportamento finale espulso (evitamento).
Un lavoro di auto-osservazione guidato dal terapeuta in genere permette al pz. di mettere a fuoco anche i pensieri (le credenze, le idee, le convinzioni, ecc...) e le emozioni che stanno dietro e che hanno portato e contribuito a quella determinata scelta.
Tutto ciò è automatico (es. prendere la pillola + presenrvativo, senza star troppo a pensarci su, salvo quando si incontra la protesta del partner) e quindi inconsapevole.
Prendere consapevolezza di tutto ciò, potrebbe permettere di generare un cambiamento importante nella percezione del problema con l'attuazione di altre strategie più funzionali.
Ribadisco che il non-desiderio di maternità nella specie umana non esprime alcunchè di patologico. Quindi su questo -con i limiti del consulto on line- non farei problemi.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 4.2k visite dal 16/11/2013.
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