Nessuna esperienza sentimentale + zero vita sociale
Salve Dottori,
Sono un ragazzo di 25 anni. Vivo in una condizione molto triste. Gli ultimi giorni li ho trascorsi piangendo e credo di essere ormai sull'orlo della depressione. Non ho mai avuto una ragazza in vita mia, anche se l'avrei tanto voluta e mi sono anche impegnato a far sapere il mio interesse a quelle che mi piacevano. Ho da sempre problemi relazionali dovuti non al mio carattere (non sono particolarmente timido), ma alla mia profonda diversità rispetto agli altri. Sono una persona a cui piace stare a casa a leggere e a studiare. Non amo uscire, non vado in discoteca, ecc. Non parlo di calcio, né di motori. Per questo, quando conosco una ragazza che trovo fisicamente attraente spesso non faccio neppure un tentativo di approccio, percependo in partenza di essere troppo "diverso" e non poter offrire a questa persona quello che lei forse si aspetterebbe da un ragazzo della mia età. Ho ricevuto degli approcci, nel corso della mia vita, da parte di ragazze che o non mi piacevano fisicamente o non mi attraevano da altri punti di vista (tipicamente, avevano interessi troppo diversi da me). Mi chiedo se abbia fatto bene a rifiutarle (dato che non mi piacevano), o se invece avrei dovuto dire comunque sì, anche solo per fare esperienza (ragionamento un po' cinico, ma che forse ha un fondamento). Vedo le coppie felici, che si amano, e penso che tutto questo non è per me, che io dovrei rassegnarmi all'idea di essere escluso da tutto ciò. Penso che il fatto di non avere provato certe esperienze a 25 anni sia grave e che, anche se domani dovessi trovare una ragazza che fa effettivamente al caso mio, sarebbe comunque fuori tempo massimo. Sono bravo negli studi e forse un tantino più intelligente della media, e questo spesso intimidisce o dà l'idea che io sia una persona noiosa con cui non ci si può divertire. Ragion per cui oscillo tra la rassegnazione e l'ossessione. In alcuni momenti penso di dover lasciar perdere e continuare a dedicarmi solo agli studi, perché tanto per me non esiste alcuna possibilità di riuscire in amore; in altri, sono preso da una specie di mania per la quale contatto, su internet, una ragazza dietro l'altra, nella speranza che, per la legge dei grandi numeri, parlando con molte ragazze possa incontrare quella giusta che si innamora di me.
Ad aggravare il tutto c'è il fatto che i miei unici due amici (che ho frequentato per più di dieci anni) sono ora all'estero (uno per lavoro e l'altro per studio) e vi rimarranno forse a vita. La mia vita sociale è ora totalmente azzerata e non so da che parte cominciare per ricostruirla. Se ho avuto difficoltà a trovare una ragazza prima, quando tutto sommato qualche sera uscivo, adesso che sono da solo diventerà un'impresa impossibile. Mia madre mi dice "esci e divertiti"; mio padre mi dice "di che ti lamenti? Non trovi nessuno (amici o fidanzata) perché sei troppo superiore" (anche se ovviamente non è vero). E ovviamente c'è anche la preoccupazione legata al rimanere vergine fino a chissà quale età...Che fare?
Grazie
Sono un ragazzo di 25 anni. Vivo in una condizione molto triste. Gli ultimi giorni li ho trascorsi piangendo e credo di essere ormai sull'orlo della depressione. Non ho mai avuto una ragazza in vita mia, anche se l'avrei tanto voluta e mi sono anche impegnato a far sapere il mio interesse a quelle che mi piacevano. Ho da sempre problemi relazionali dovuti non al mio carattere (non sono particolarmente timido), ma alla mia profonda diversità rispetto agli altri. Sono una persona a cui piace stare a casa a leggere e a studiare. Non amo uscire, non vado in discoteca, ecc. Non parlo di calcio, né di motori. Per questo, quando conosco una ragazza che trovo fisicamente attraente spesso non faccio neppure un tentativo di approccio, percependo in partenza di essere troppo "diverso" e non poter offrire a questa persona quello che lei forse si aspetterebbe da un ragazzo della mia età. Ho ricevuto degli approcci, nel corso della mia vita, da parte di ragazze che o non mi piacevano fisicamente o non mi attraevano da altri punti di vista (tipicamente, avevano interessi troppo diversi da me). Mi chiedo se abbia fatto bene a rifiutarle (dato che non mi piacevano), o se invece avrei dovuto dire comunque sì, anche solo per fare esperienza (ragionamento un po' cinico, ma che forse ha un fondamento). Vedo le coppie felici, che si amano, e penso che tutto questo non è per me, che io dovrei rassegnarmi all'idea di essere escluso da tutto ciò. Penso che il fatto di non avere provato certe esperienze a 25 anni sia grave e che, anche se domani dovessi trovare una ragazza che fa effettivamente al caso mio, sarebbe comunque fuori tempo massimo. Sono bravo negli studi e forse un tantino più intelligente della media, e questo spesso intimidisce o dà l'idea che io sia una persona noiosa con cui non ci si può divertire. Ragion per cui oscillo tra la rassegnazione e l'ossessione. In alcuni momenti penso di dover lasciar perdere e continuare a dedicarmi solo agli studi, perché tanto per me non esiste alcuna possibilità di riuscire in amore; in altri, sono preso da una specie di mania per la quale contatto, su internet, una ragazza dietro l'altra, nella speranza che, per la legge dei grandi numeri, parlando con molte ragazze possa incontrare quella giusta che si innamora di me.
Ad aggravare il tutto c'è il fatto che i miei unici due amici (che ho frequentato per più di dieci anni) sono ora all'estero (uno per lavoro e l'altro per studio) e vi rimarranno forse a vita. La mia vita sociale è ora totalmente azzerata e non so da che parte cominciare per ricostruirla. Se ho avuto difficoltà a trovare una ragazza prima, quando tutto sommato qualche sera uscivo, adesso che sono da solo diventerà un'impresa impossibile. Mia madre mi dice "esci e divertiti"; mio padre mi dice "di che ti lamenti? Non trovi nessuno (amici o fidanzata) perché sei troppo superiore" (anche se ovviamente non è vero). E ovviamente c'è anche la preoccupazione legata al rimanere vergine fino a chissà quale età...Che fare?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
se prova a rileggere la Sua richiesta, non sorprende che la Sua vita sociale e relazionale sia azzerata.
Scrive infatti: "Per questo, quando conosco una ragazza che trovo fisicamente attraente spesso non faccio neppure un tentativo di approccio, percependo in partenza di essere troppo "diverso" e non poter offrire a questa persona quello che lei forse si aspetterebbe da un ragazzo della mia età. "
Se Lei continua a scappare, come pensa di poter avvicinare le persone e costruire relazioni?
Ma è sulla Sua fuga che deve lavorare, perchè certamente fugge per le Sue paure: di non piacere, di essere noioso, di non essere all'altezza, ecc...
Invece mi verrebbe da dirLe: meno male che non la pensa come gli altri, non ha gli stessi interessi deegli altri e non è come gli altri!!!
Si faccia aiutare da uno psicologo psicoterapeuta su questo aspetto.
Cordiali saluti,
se prova a rileggere la Sua richiesta, non sorprende che la Sua vita sociale e relazionale sia azzerata.
Scrive infatti: "Per questo, quando conosco una ragazza che trovo fisicamente attraente spesso non faccio neppure un tentativo di approccio, percependo in partenza di essere troppo "diverso" e non poter offrire a questa persona quello che lei forse si aspetterebbe da un ragazzo della mia età. "
Se Lei continua a scappare, come pensa di poter avvicinare le persone e costruire relazioni?
Ma è sulla Sua fuga che deve lavorare, perchè certamente fugge per le Sue paure: di non piacere, di essere noioso, di non essere all'altezza, ecc...
Invece mi verrebbe da dirLe: meno male che non la pensa come gli altri, non ha gli stessi interessi deegli altri e non è come gli altri!!!
Si faccia aiutare da uno psicologo psicoterapeuta su questo aspetto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Legga anche questo articolo per ulteriori spunti di riflessione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
[#3]
Utente
Salve,
Mi scuso per il forte ritardo e La ringrazio per la risposta. Il fatto è che io scappo proprio perché mi sento "diverso" e per questo non riesco quasi mai a stabilire rapporti veri e propri con le persone. In molti casi, passare molto tempo in compagnia di altre persone semplicemente mi annoia. L'esperienza derivante dai pochi, spesso forzati, rapporti che ho instaurato con le persone nel corso degli anni mi ha portato a "presumere" di non riuscire ad avere rapporti di amicizia/cordialità (se non con pochissime persone), figuriamoci ad avere rapporti sentimentali. Non sono particolarmente timido nell'approccio, ma quello che mi risulta difficile è instaurare un rapporto più o meno duraturo, perché trovo sempre molto più stimolanti le attività che posso svolgere da solo (come leggere libri) rispetto a quelle che posso svolgere in compagnia. Mi sono sempre sentito a disagio dovendo trascorrere molto tempo insieme agli altri. Le poche volte che sono andato in vacanza con i miei conoscenti, dopo pochi giorni ho iniziato a non sopportarli più perché avrei preferito stare a casa e quindi si è sempre verificato qualche screzio, ovviamente provocato da me. Il mio problema è che io non partecipo alle "attività". Non ballo, non bevo, non gioco a carte e sono in generale forse troppo cerebrale, troppo portato al ragionamento e troppo poco portato all'azione e vengo percepito dagli altri come una specie di alieno (mi è stato detto, testuali parole, che "intimidisco" e che sono "un tipo un po' particolare", anche se in verità credo di essere spiritoso e brillante nella conversazione). Di questo risentono ovviamente anche i rapporti con l'altro sesso, anche perché, avendo ormai in qualche modo rinunciato a piacere a qualcuna, ormai da tempo non curo più molto il mio aspetto fisico, mi vesto in modo piuttosto casual, non faccio sport e mangio quanto voglio (e infatti sono sovrappeso). Tra l'altro, le ragazze (quelle fisicamente gradevoli, perlomeno) mi vedono semmai come una persona da stimare, con cui è piacevole scambiare qualche parola, ma non mostrano altri tipi di interesse nei miei confronti (e sì che io spesso mi sono dichiarato o ci ho provato in maniera abbastanza esplicita).
Negli ultimi giorni ho iniziato a cercare opportunità per rivedere vecchi conoscenti che non incontravo da tempo e per socializzare, ma sinceramente non li vedo come persone con cui passare volentieri molto tempo, per cui dopo un po' mi blocco. Quanto alle ragazze, c'è anche il timore derivante dalla consapevolezza di essere così inesperto; non so proprio da che parte si comincia. Comunque, ho deciso di iniziare una dieta e di iscrivermi in palestra e, in generale, di uscire di più di casa e incontrare persone.
P.S.
Ho seguito il consiglio e domani vado da uno psicologo
Mi scuso per il forte ritardo e La ringrazio per la risposta. Il fatto è che io scappo proprio perché mi sento "diverso" e per questo non riesco quasi mai a stabilire rapporti veri e propri con le persone. In molti casi, passare molto tempo in compagnia di altre persone semplicemente mi annoia. L'esperienza derivante dai pochi, spesso forzati, rapporti che ho instaurato con le persone nel corso degli anni mi ha portato a "presumere" di non riuscire ad avere rapporti di amicizia/cordialità (se non con pochissime persone), figuriamoci ad avere rapporti sentimentali. Non sono particolarmente timido nell'approccio, ma quello che mi risulta difficile è instaurare un rapporto più o meno duraturo, perché trovo sempre molto più stimolanti le attività che posso svolgere da solo (come leggere libri) rispetto a quelle che posso svolgere in compagnia. Mi sono sempre sentito a disagio dovendo trascorrere molto tempo insieme agli altri. Le poche volte che sono andato in vacanza con i miei conoscenti, dopo pochi giorni ho iniziato a non sopportarli più perché avrei preferito stare a casa e quindi si è sempre verificato qualche screzio, ovviamente provocato da me. Il mio problema è che io non partecipo alle "attività". Non ballo, non bevo, non gioco a carte e sono in generale forse troppo cerebrale, troppo portato al ragionamento e troppo poco portato all'azione e vengo percepito dagli altri come una specie di alieno (mi è stato detto, testuali parole, che "intimidisco" e che sono "un tipo un po' particolare", anche se in verità credo di essere spiritoso e brillante nella conversazione). Di questo risentono ovviamente anche i rapporti con l'altro sesso, anche perché, avendo ormai in qualche modo rinunciato a piacere a qualcuna, ormai da tempo non curo più molto il mio aspetto fisico, mi vesto in modo piuttosto casual, non faccio sport e mangio quanto voglio (e infatti sono sovrappeso). Tra l'altro, le ragazze (quelle fisicamente gradevoli, perlomeno) mi vedono semmai come una persona da stimare, con cui è piacevole scambiare qualche parola, ma non mostrano altri tipi di interesse nei miei confronti (e sì che io spesso mi sono dichiarato o ci ho provato in maniera abbastanza esplicita).
Negli ultimi giorni ho iniziato a cercare opportunità per rivedere vecchi conoscenti che non incontravo da tempo e per socializzare, ma sinceramente non li vedo come persone con cui passare volentieri molto tempo, per cui dopo un po' mi blocco. Quanto alle ragazze, c'è anche il timore derivante dalla consapevolezza di essere così inesperto; non so proprio da che parte si comincia. Comunque, ho deciso di iniziare una dieta e di iscrivermi in palestra e, in generale, di uscire di più di casa e incontrare persone.
P.S.
Ho seguito il consiglio e domani vado da uno psicologo
[#4]
"trovo sempre molto più stimolanti le attività che posso svolgere da solo (come leggere libri) rispetto a quelle che posso svolgere in compagnia."
Va bene, Lei PREFERISCE questo ed è assolutamente legittimo.
Accanto a questa modalità, però, è possibile anche imparare a stare con gli altri e superare tutte le difficoltà che incontra, alcune delle quali forse deve ancora mettere a fuoco.
Se ha letto l'articolo suggerito sopra, vedrà come tutti questi comportamenti sono appresi e non "naturali" o "spontanei" come la gente pensa.
Allora ha fatto davvero bene a prendere l'appuntamento con lo psicologo per farsi aiutare, perchè mi pare di capire che abbia un po' gettato la spugna...
E' possibile invece riprendere in mano la propria vita :-)
Mi faccia sapere come è andata!
Cordiali saluti,
Va bene, Lei PREFERISCE questo ed è assolutamente legittimo.
Accanto a questa modalità, però, è possibile anche imparare a stare con gli altri e superare tutte le difficoltà che incontra, alcune delle quali forse deve ancora mettere a fuoco.
Se ha letto l'articolo suggerito sopra, vedrà come tutti questi comportamenti sono appresi e non "naturali" o "spontanei" come la gente pensa.
Allora ha fatto davvero bene a prendere l'appuntamento con lo psicologo per farsi aiutare, perchè mi pare di capire che abbia un po' gettato la spugna...
E' possibile invece riprendere in mano la propria vita :-)
Mi faccia sapere come è andata!
Cordiali saluti,
[#5]
Gentile ragazzo,
La sua richiesta di consulenza contiene contemporaneamente elementi contrastanti ed ambivalenti:
La ricerca di aiuto e la convinzione di stare bene così, preferendo attività da svolgere in solitidine.
Da quanto leggo lei non si percepisce " erotizzato' cioè capace di sedurre, attrarre...come se necessitasse di una sorta di " alfabetizzazione emozionale e sessuale"
È plausibile che preferisca stare da solo, se la compagnia le crea disagio ed è in percorso in salita....
Ottima l' idea della palestra e di un lavoro sul corpo, ma anche la psiche andrebbe manutenzionata...
La sua richiesta di consulenza contiene contemporaneamente elementi contrastanti ed ambivalenti:
La ricerca di aiuto e la convinzione di stare bene così, preferendo attività da svolgere in solitidine.
Da quanto leggo lei non si percepisce " erotizzato' cioè capace di sedurre, attrarre...come se necessitasse di una sorta di " alfabetizzazione emozionale e sessuale"
È plausibile che preferisca stare da solo, se la compagnia le crea disagio ed è in percorso in salita....
Ottima l' idea della palestra e di un lavoro sul corpo, ma anche la psiche andrebbe manutenzionata...
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Utente
Sì, mi rendo conto di dare l'idea di chi vuole "la botte piena e la moglie ubriaca", ossia mi piacerebbe avere degli amici e una relazione sentimentale ma senza, probabilmente, voler fare gli sforzi necessari. Probabilmente sono stato troppo selettivo e troppo pigro; inoltre ho, nel tempo, idealizzato i rapporti umani, pensando di dover stare solo in compagnia di persone con cui mi trovo davvero bene, mentre forse avrei dovuto sperimentare un po' di più e fare lo sforzo di passare del tempo un po' con tutti. Mi sono ritrovato a 25 anni a non avere né amici (che se ne sono andati) né una relazione sentimentale, sicché mi sento spaesato e non so più bene che cosa fare. Perché, nonostante mi piaccia stare da solo, sento anch'io il bisogno di un MINIMO di vita sociale, mentre adesso sono sceso sotto la soglia di emergenza. Quanto ai rapporti sentimentali, non è che prima, quando avevo gli amici, le cose andassero meglio, ma il fatto di aver perso amici che in quel campo erano "sfigati" come me (il famoso detto mal comune mezzo gaudio) e il fatto anche di avere compiuto recentemente 25 anni (e quindi la consapevolezza di non essere più proprio un ragazzino) mi hanno gettato nel panico. E' come se avessi avuto, all'improvviso, una tragica rivelazione: hai buttato, senza accorgertene, 25 anni, e per giunta gli anni migliori. E ora non ne esci più, perché certe cose avresti dovuto farle prima.
L'idea della palestra nasce in verità non tanto dal bisogno di dimagrire, ma dal desiderio di uscire, vedere gente, superare certe inibizioni e magari socializzare con qualcuno. Inoltre, non è certamente il mio ambiente ideale (non sono certamente uno sportivo), quindi è anche un tentativo di adattamento in un luogo per me non consueto.
Vi ringrazio ancora per le risposte. Spero di uscirne.
L'idea della palestra nasce in verità non tanto dal bisogno di dimagrire, ma dal desiderio di uscire, vedere gente, superare certe inibizioni e magari socializzare con qualcuno. Inoltre, non è certamente il mio ambiente ideale (non sono certamente uno sportivo), quindi è anche un tentativo di adattamento in un luogo per me non consueto.
Vi ringrazio ancora per le risposte. Spero di uscirne.
[#8]
Utente
Salve Dottori,
Stamattina sono stato dallo piscologo. Lui ritiene che ci sia dietro una certa paura di affrontare le cose nuove (oltre che un certo timore del giudizio degli altri), che io, di fatto, non avrei mai affrontato. In sostanza, a suo parere avrei cercato di scansare il problema trincerandomi dietro ad un'aura di serietà e buttandomi solo sulle cose che non mi creano disagio, cioè gli studi e in genere le attività individuali. Ci sto riflettendo e comincio a pensare che lui abbia ragione. Ho intenzione di iniziare a vedermi con lui per un po' di tempo. Vi ringrazio ancora per le vostre risposte.
Stamattina sono stato dallo piscologo. Lui ritiene che ci sia dietro una certa paura di affrontare le cose nuove (oltre che un certo timore del giudizio degli altri), che io, di fatto, non avrei mai affrontato. In sostanza, a suo parere avrei cercato di scansare il problema trincerandomi dietro ad un'aura di serietà e buttandomi solo sulle cose che non mi creano disagio, cioè gli studi e in genere le attività individuali. Ci sto riflettendo e comincio a pensare che lui abbia ragione. Ho intenzione di iniziare a vedermi con lui per un po' di tempo. Vi ringrazio ancora per le vostre risposte.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 25.3k visite dal 15/11/2013.
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