Situazione di coppia difficile..

Salve,

Cerco di raccontarvi la mia situazione di quattro anni mettendo in luce i punti chiave..
Attualmente ho 20 anni e ho iniziato la relazione con la mia "attuale ragazza" nel 2009. Durante il primo anno la nostra relazione è stata piena di gioie e emozioni. Ci vedevamo praticamente tutti i giorni visto che stavamo a 10 minuti (nello stesso paesino). Dopo questo anno è iniziata una fortissima gelosia nei miei confronti a tal punto che quando altre ragazze mi cercavano la colpa era mia. Diversi amici mi chiedevano di uscire ma lei me lo impediva.
In questo modo ho perso molti amici (circa 10).. e dopo tutti questi episodi ho iniziato a coltivare anche io una certa gelosia (anche se non così forte).
Ad esempio durante il primo anno lei cercava lavoro come potenziale fotomodella su internet e un tizio le chiese di inviargli le foto del suo piede. Lì mi arrabbiai pensando ovviamente ad un feticista (credo che di solito le agenzie chiedano la foto del viso!)! Lei non mi credette e mi lasciò accusandomi di toglierle le libertà anche se poi si pentii nei giorni successivi..
Sono poi trascorsi due anni abbastanza monotoni e praticamente privi di emozioni. In questi due anni si sono verificati molti altri episodi di gelosia nei miei confronti, diverse parolacce, gelosia verso mia sorella e anche dei potenziali tradimenti.
Un'anno fa lei iniziò ad andare a curarsi il piede da un podologo e scoprii che aveva iniziato a suscitare un certo interesse per lui ma lei negò e tutto passò..
A giugno di quest'anno lei mi lasciò bruscamente(dimostrazione di attenzione?) chiamandomi un giorno in un parco (senza nessun campanello di allarme) dicendomi che è stufa di tutto (lei è stufa?!).
Mi lasciò quando io iniziai ad allontanarmi un po' da lei dopo aver capito che non dovevo stare "ai suoi ordini" ma che dovevo uscire con amici e trascorrere nella felicità i miei vent'anni!
Dopo una settimana ebbi un forte attacco di panico e così cercai un po' di recuperare la relazione inviandogli un po' di messaggi e facendomi trovare una volta a casa sua ma lei mi rifiutò completamente dicendo che non sono assolutamente nulla per lei. Pochi giorni dopo contattò il podologo e le chiese di uscire (ma lui, di 30 anni, rifiutò).
Una settimana dopo ci riconciliammo ma le cose non vanno ancora bene da giugno ad oggi. Ieri è venuta da me e ho deciso di farla ragionare sulla situazione e le ho fatto capire che vorrei allontanarmi. Lei oggi sta male ma io in realtà mi sento abbastanza libero (sarei disposto a tornare con lei se cambiasse) anche perchè ho inziato ad uscire con amici quasi tre volte a settimana..

Un mese fa ero andato da uno psicologo a causa della mia ansia che si era creata dopo l'attacco di panico e lui mi spiegò che il problema non è la mia ansia ma che tendo a creare rapporti simbiotici (questo era ilrpimo rapporto).
A me invece sembra che lei abbia una certa dipendenza affettiva e poi io abbia instaurato con lei un rapporto simbiotico.

Che ne pensate? Grazie
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
solitamente gli amori giovanili non hanno una vita facile...
Da quanto scrive di se steso ed anche della gelosia della sua ragazza, è possibile che abbiate instaurato un rapporto di tipo simbiotico, fusionale, parassitario...che ha impedito ad entrambi di crescere .

Prosegua con il suo psicologo, un lavoro ben fatto su di sé le consentirà di evitare quella che noi chiamiamo "coazione a ripetere", la tendenza cioè a ripetere gli stessi stili di affettività

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr. Michele Spalletti Psicoterapeuta, Psicologo 210 6
G.le utente, credo che lei abbia già le risposte per farsi un quadro di quanto le accade. Il vostro rapporto, dalla sua descrizione, appare abbastanza disparitario: la sua partner può tutto mentre lei appare assoggettato e limitato nella sua libertà; sembra in balia del suo capriccio, infatti, viene mollato e ripreso a suo piacimento ma non riesce a staccarsene pena scaturigini d'ansia; sembra che lei non sia "nulla" ai suoi occhi, esce con un altro e poi si rimette con lei dopo il suo rifiuto; infine dice che sono trascorsi due anni molto monotoni e privi di emozioni. Mi domando cosa la spinga a frequentarla ancora. Lo psicologo che ha contattato, credo, le abbia offerto una valida risposta: "Il problema non è la mia ansia ma che tendo a creare rapporti simbiotici". di converso anche la sua assunzione è puntuale: "A me invece sembra che lei abbia una certa dipendenza affettiva e poi io abbia instaurato con lei un rapporto simbiotico". In questo circuito relazionale ricorsivo ed autorinforzante: "la frittata è fatta". Ora spetta a lei capire e decidere se continuare ad alimentare il sintomo di coppia o essere "libero"...

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

[#3]
Utente
Utente
Salve,
grazie per le risposte.

Certo, una domanda sorge spontanea: cosa mi ha spinto a stare ancora con lei?
Il fatto è che per alcuni aspetti mi piace come persona e soprattutto si può dire che siamo cresciuti insieme (avevo 15 anni quando ci siamo conosciuti) ed entrambi avevamo pochi amici così eravamo gli unici due punti di riferimento.
Forse troppo spesso mi sono fatto "controllare" come un burattino.

Credete che sia presente una certa dipendenza affettiva?

Con lo psicologo ho fatto solamente cinque sedute per capire qual'era il problema e in effetti ora mi rendo conto che è tutto questo; non capivo da dove proveniva la mia ansia. Successivamente mi ha consigliato di effettuare una terapia da un'altro psicoterapeuta.
Ma sono veramente io il problema? E' questo che mi chiedo.

[#4]
Dr. Michele Spalletti Psicoterapeuta, Psicologo 210 6
G.le utente, da quanto racconta credo sia inevitabile avere una certa dipendenza affettiva ed un attaccamento che induce un'idealizzazione della relazione e della sua partner. Personalmente credo che il problema non sia tanto il legame, che ha radici nel passato, ma la modalità con cui si svolge la vostra relazione, che sembra avere delle regole di comunicazione e dei ruoli ben precisi. Come vede, le parlo al plurale convinto che il problema non sia veramente lei né la sua partner presa singolarmente, ma entrambi come coppia
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