Problemi in famiglia

Il rapporto con la mia famiglia si sta sgretolando. I litigi sono principalmente generati da mio padre. Si è sempre ritenuto il miglior padre, crede di sapere tutto, non è capace di ammettere gli sbagli, non chiede mai scusa. Lui se la prende con me e mi fa pesare il fatto di non essere sempre presente a casa. Quindi mi fa anche pesare il fatto di convivere con il mio ragazzo, lontana da loro.

Purtroppo nessuno mi considera, nemmeno mio fratello. Nessun intervento a tavola quando io ed il mio fidanzato andiamo a casa loro, nessuna curiosità su cosa accada nella mia vita, neanche un responso se provo a dire la mia. Con i loro "attestati di disistima" ("tu non ci tieni alla famiglia, non hai chiamato, tanto non te ne frega niente, sei come un estranea, sei cattiva, devi stare zitta, sei una merda, hai un problema.." - frasi realmente dette) condizionano la mia vita. Che ansia e stress!

Credo che tutto sia nato da quando, anni fa, ho iniziato ad aver bisogno di un pò più indipendenza. E' una cosa normale ma i miei genitori l'hanno preso come un abbandono egoistico. La dinamica che si è sviluppata - cioè del lasciarmi fare quello che ritengo giusto, salvo farmelo pesare dopo - è alla base di tutto quello che è successo dopo. L'ultimo litigio è successo quando il mio ragazzo ha esteso l'invito di passare il Natale tutti assieme. Mio papà ribatte con un "Mah... non so... ma a proposito dobbiamo organizzare la gita all'estero” ( dove mio fratello e la sua ragazza faranno la seconda festa di matrimonio, anche se il matrimonio sarà qui in Italia).

Faccio notare un altro comportamento: non fa concessioni a meno di non avere qualcosa in cambio. Quando ho risposto tirando in ballo le mie allergie alimentari, totalmente ignorate da mio fratello e la sua ragazza, mio padre ha iniziato ad arrabbiarsi, ha alzato i toni ed ignorava quello che stavo dicendo. Intanto ha iniziato a dire a mia mamma "Vedi, siamo soli, dovremmo pensare a tutto noi"

La ciliegina sulla torta è stata toccarsi le orecchie e dire "non ci sento" e chiudermi la porta in faccia mentre cercavo un dialogo. E quando cerco di trovare un dialogo con loro, raggirano il punto salvo concludere con il solito "verdetto finale": è sempre colpa mia. A quel punto mi arrabbio e alzo i toni, ma sto male perchè è solo la voce della disperazione e mio padre lo usa a suo vantaggio.

Il punto è che il problema non si risolve perchè mio padre sposta l'attenzione sulla mia reazione invece di cercare una soluzione al problema iniziale perchè richiederebbe un confronto alla pari - cosa che non mi è concessa mai nella sua mentalità. Pensa che in passato ha detto al mio ragazzo che io sono una persona cattiva ed egoista!Io sto male per questa situazione ma devo anche lottare per la mia indipendenza. Ma non posso proseguire così perchè non sono in pace con me stessa, non riesco ad affrontare la vita quotidiana al 100%; la mia mente lavora sempre su questo problema. Alla fine la famiglia è sempre la famiglia
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
E' vero che la famiglia e' sempre la famiglia. Ma e' anche un contesto ove vengono liberamente agite emozioni forti, non finalizzate alla realizzazione di un. "Prodotto" ma finalizzate al mantenimento di uno status in quella famiglia.
Da quello che lei riferisce suo padre sembrerebbe agire la manipolazione e la pretesa come emozioni invadenti davanti alle quali lei e' inerme.
Forse lo e' sempre stata . Ora le percepisce di piu' perche' forse e' piu' forte avendo una sua vita indipendente.
Che ne dice? E' un quadro con cui si trova d'accordo?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Esposito.
Sembra che i suoi genitori, in particolare suo padre, "lavorino" per mantenere lo status quo nell'equilibrio familiare. La famiglia è un sistema che è in perenne conflitto tra cambiamento e mantenimento dei ruoli. Nel suo caso, attualmente è molto difficile cambiarli. Forse dovrebbe cessare di lottare cambiando "copione".
E' probabile che suo padre non cambi adesso.
Le persone non cambiano se non lo vogliono nonostante tutti gli sforzi che gli altri possono fare.
Inoltre essere indipendenti non significa soltanto vivere fuori dalla famiglia ma anche reagire emotivamente in modo diverso. Finché la sua testa sarà perennemente occupata da questo problema significa che non c'è indipendenza in quanto il suo equilibrio emotivo "dipende" dalle reazioni della sua famiglia.
Ci rimugini.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dott.ssa Franca Esposito e Dr. Francesco Mori,

Vi ringrazio per le vostre risposte. Avete centrato due punti importanti: il fatto di essere ancora mentalmente legata al contesto familiare ed il fatto di trovare difficoltà nel reagire adeguatamente.

Volevo completare il quadro aggiungendo un paio di dettagli che precedentemente per mancanza di spazio non ho potuto inserire. Purtroppo il problema non si limita a mio padre, bensì comprende anche il rapporto con mio fratello e la sua ragazza, su questi termini:

Mio fratello si è sempre sentito come un bersaglio costante di sfortune e ingiustizie e dai miei genitori ha ottenuto indulgenza, ascolto e protezione. La sua frustrazione l'ha condotto ad un vittimismo che però, nel momento in cui non ha un “capo” o una figura socialmente “superiore” a lui, lascia spazio al tiranno rinchiuso dentro di lui, e le sue risposte sono sempre un giudizio negativo su qualcuno o qualcosa. Vorrei sottolineare che tra mio fratello e me ci sono 10 anni di differenza ed i miei genitori lo hanno trattato come un genitore, confidandosi con lui o facendolo compartecipe dei loro problemi personali, mentre io sono sempre stata trattata come una bambina e adesso come un’estranea. Quindi è emerso che anche mio fratello pretende rispetto da me come se fosse un genitore. Io ho conosciuto la sua parte migliore, ma da quando si è fidanzato con una ragazza che mi sembra ragioni esattamente allo stesso modo, è svanita.

La ragazza di mio fratello, infatti, fin dal principio dimostrava preconcetti nei miei confronti, espressi dal suo comportamento. Fa tutto il possibile per provocarmi: frasi acide e ironiche, smorfie, mai un gesto gentile e peggiora quando non è davanti ai miei genitori. I miei genitori, quando gliel’ho fatto notare, hanno testualmente risposto “ma lei è grande” (ha solo 5 anni più di me, e comunque mi sembra una obiezione inutile) oppure “non è vero” fino a “devi stare solo zitta”.

E’ da molto tempo che cerco di “arrivare” ai miei genitori e cerco una soluzione a questa situazione. Del resto io ho sempre tenuto alla famiglia e non voglio dovermi isolare dai miei genitori. A livello morale quindi, tutto questo mi rende molto triste.

Per me tutta questa situazione è ridicola perché generata da capricci e comportamenti immaturi da parte di loro 4. Ma questi comportamenti includono enormi mancanze di rispetto per me, per la mia persona e per le mie idee, e le manifestano apertamente anche davanti al mio ragazzo – che oramai non ne vuole più sapere.

Quindi quello che vi chiedo è se potete darmi idee o strategie comportamentali che possano aiutarmi a reagire nel modo giusto (senza quindi incamerare sempre di più e poi esplodere), senza dovermi isolare da loro e senza avere quest’ansia che mi perseguita ogni volta che suona il telefono o ogni volta che devo vederli.

Grazie ancora per il vostro aiuto.
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentil ragazza,
Strategie comporrtamentali non ce ne sono o non funzionerebbero.
Lei ha assorbito una "identIta'" disfunzionale nei confronti della sua famiglia. E l'unico modo di non rimetterla meccanicamente in scena quando vi e' coinvolta e' effettuare una psicoterapia.
In talel contesto potranno essere analizzate le rappresentazioni coscienti e inconsce che costituiscon la struttura delle relazioni familiari e potra' essere messa a punto una diversa strategia. Ma tale strategia si potra' ipotizzare solo dopo avere svelato le comunicazioni implicite, le squalifiche, le disconferme e le varie aberrazion comunicativei che vi vengono agite.
Non si perda d'animo percio'. E' un'operazione possibile e auspicabile!
Ci faccia avere sue notizie!
[#5]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentil ragazza,
Strategie comporrtamentali non ce ne sono o non funzionerebbero.
Lei ha assorbito una "identIta'" disfunzionale nei confronti della sua famiglia. E l'unico modo di non rimetterla meccanicamente in scena quando vi e' coinvolta e' effettuare una psicoterapia.
In talel contesto potranno essere analizzate le rappresentazioni coscienti e inconsce che costituiscon la struttura delle relazioni familiari e potra' essere messa a punto una diversa strategia. Ma tale strategia si potra' ipotizzare solo dopo avere svelato le comunicazioni implicite, le squalifiche, le disconferme e le varie aberrazion comunicativei che vi vengono agite.
Non si perda d'animo percio'. E' un'operazione possibile e auspicabile!
Ci faccia avere sue notizie!
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