Depressione, ansia, pigrizia o cosa?
Gentili dottori,
so di aver scritto molte volte qui, ora ci riprovo, per l'ennesima volta, perché non vedo via d'uscita e non so più che fare.
Sono una giovane di 21 anni, e non mi riconosco più. Da un anno e mezzo circa la mia vita è cambiata completamente: lavorando e mantenendomi da sola sono andata a vivere fuori dalla famiglia. Attraverso borse di studio e molte ore di lavoro posso dire a 21 anni di mantenermi anche negli studi. Con soddisfazione aiuto anche la mia famiglia in un momento di profonda crisi economica. Il problema è che in mezzo a questo impegno e a queste soddisfazioni, io sono sprofondata in una crisi che va sempre peggio. Negli studi non riesco più: ho sempre studiato tanto portando ottimi risultati, sempre. Ora, vuoi per il lavoro, vuoi per altro, non riesco più a studiare. Mi viene ansia quando penso di dover studiare, mi fa stare male, perché penso a quanto mi manca, a quanto sono indietro, al fatto che fallirò l'esame. Soffro di fobia sociale, credo. Ho paura di uscire, ho paura che la gente mi veda, perché sono orribile e mi vergogno di me, perciò spesso salto le lezioni, anche se ogni tanto riesco a farmi coraggio. Penso che sarò sola per sempre e ciò mi fa paura. Soffro anche di attacchi di panico da circa 3 anni, ultimamente sono diventati fortissimi e non esco anche per paura di viverli, anche se a volte mi vengono in casa. Ho ossessioni come la pulizia personale, il fatto di uscire di casa a digiuno. Per dormire assumo un sonnifero prescritto da uno psichiatra che non frequento più perché mi ha detto in faccia che "i miei sono problemi stupidi". A volte non riesco a fare nulla, nè studiare nè altro, così per punirmi salto i pasti, oppure assumo dosi sconsiderate di sonnifero per dormire e non pensare. Non mi appassiona più nulla. Amavo ciò che studio mentre ora mi è tutto indifferente. Evito la gente, evito tutto. Non ho il ciclo, non l'ho praticamente mai avuto. Sento tanta paura e tanta vergogna. Mi sento più vicina ora ai miei genitori perché sono fisicamente lontana, ma mi mancano, mi manca casa mia e mi manca sentirmi accudita, a dire il vero non è mai successo perché con tanti figli bisognava pensare alle cose importanti, anche se sono sempre stata adorata. Mi sento ripugnante e immeritevole. I miei vogliono che mi rivolga a un esperto ma come? Non saprei cosa dirgli. Forse i miei sono davvero problemi stupidi. In fondo tutti mi hanno sempre detto questo fin dalla mia infanzia. Ho tutto. Ho un lavoro che concerne i miei studi e pagato discretamente, studio ciò che ho scelto io, una famiglia che mi vuole bene, la salute fisica. Ma sto male. Da morire. Mi sento vuota e soffro perché so che questo sta compromettendo la mia vita. Mi sento in pericolo e non so come uscirne. So solo che tocca a me, è tutto sulle mie spalle. Non mi riconosco più, ho paura, tanta paura.
so di aver scritto molte volte qui, ora ci riprovo, per l'ennesima volta, perché non vedo via d'uscita e non so più che fare.
Sono una giovane di 21 anni, e non mi riconosco più. Da un anno e mezzo circa la mia vita è cambiata completamente: lavorando e mantenendomi da sola sono andata a vivere fuori dalla famiglia. Attraverso borse di studio e molte ore di lavoro posso dire a 21 anni di mantenermi anche negli studi. Con soddisfazione aiuto anche la mia famiglia in un momento di profonda crisi economica. Il problema è che in mezzo a questo impegno e a queste soddisfazioni, io sono sprofondata in una crisi che va sempre peggio. Negli studi non riesco più: ho sempre studiato tanto portando ottimi risultati, sempre. Ora, vuoi per il lavoro, vuoi per altro, non riesco più a studiare. Mi viene ansia quando penso di dover studiare, mi fa stare male, perché penso a quanto mi manca, a quanto sono indietro, al fatto che fallirò l'esame. Soffro di fobia sociale, credo. Ho paura di uscire, ho paura che la gente mi veda, perché sono orribile e mi vergogno di me, perciò spesso salto le lezioni, anche se ogni tanto riesco a farmi coraggio. Penso che sarò sola per sempre e ciò mi fa paura. Soffro anche di attacchi di panico da circa 3 anni, ultimamente sono diventati fortissimi e non esco anche per paura di viverli, anche se a volte mi vengono in casa. Ho ossessioni come la pulizia personale, il fatto di uscire di casa a digiuno. Per dormire assumo un sonnifero prescritto da uno psichiatra che non frequento più perché mi ha detto in faccia che "i miei sono problemi stupidi". A volte non riesco a fare nulla, nè studiare nè altro, così per punirmi salto i pasti, oppure assumo dosi sconsiderate di sonnifero per dormire e non pensare. Non mi appassiona più nulla. Amavo ciò che studio mentre ora mi è tutto indifferente. Evito la gente, evito tutto. Non ho il ciclo, non l'ho praticamente mai avuto. Sento tanta paura e tanta vergogna. Mi sento più vicina ora ai miei genitori perché sono fisicamente lontana, ma mi mancano, mi manca casa mia e mi manca sentirmi accudita, a dire il vero non è mai successo perché con tanti figli bisognava pensare alle cose importanti, anche se sono sempre stata adorata. Mi sento ripugnante e immeritevole. I miei vogliono che mi rivolga a un esperto ma come? Non saprei cosa dirgli. Forse i miei sono davvero problemi stupidi. In fondo tutti mi hanno sempre detto questo fin dalla mia infanzia. Ho tutto. Ho un lavoro che concerne i miei studi e pagato discretamente, studio ciò che ho scelto io, una famiglia che mi vuole bene, la salute fisica. Ma sto male. Da morire. Mi sento vuota e soffro perché so che questo sta compromettendo la mia vita. Mi sento in pericolo e non so come uscirne. So solo che tocca a me, è tutto sulle mie spalle. Non mi riconosco più, ho paura, tanta paura.
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Gentile ragazza, penso che lei sia stata molto esigente con sè stessa, è riuscita a fare molto, lavorare, studiare, uscire di casa, tanto, quasi troppo. lei è anche molto giovane e questa autonomia, questo coraggio ha avuto ed ha un prezzo molto alto.. che pesa sulla sua sicurezza , la fa sentire senza paracadute, la fa somatizzare.
Le consiglio di farsi aiutare, per non continuare a star male ,a rimproverarsi, a chiedersi sempre troppo, mentre dovrebbe essere contenta di sè, molte ragazze della sua età sono totalmente dipendenti dai genitori a tutti i livelli..
Può trovare aiuto nelle strutture pubbliche, non continui a prendere sonniferi , così scappa dai problemi , ma non li risolve..
Restiamo in ascolto..
Le consiglio di farsi aiutare, per non continuare a star male ,a rimproverarsi, a chiedersi sempre troppo, mentre dovrebbe essere contenta di sè, molte ragazze della sua età sono totalmente dipendenti dai genitori a tutti i livelli..
Può trovare aiuto nelle strutture pubbliche, non continui a prendere sonniferi , così scappa dai problemi , ma non li risolve..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
grazie per avermi risposto così celermente!
La penso come lei, probabilmente ho voluto troppo da me, ma che altro avrei potuto fare? Mi blocca l'idea di rivolgermi a uno psicologo perché non saprei nemmeno come iniziare. E poi anche una ragione stupida: mi viene da piangere quando parlo di me e di queste cose. Mi vergognerei da morire a piangere davanti a una persona estranea.
Adesso questa situazione sta distruggendo tutto ciò che ho costruito con grande fatica ma ho anche paura di affrontarla..
grazie per avermi risposto così celermente!
La penso come lei, probabilmente ho voluto troppo da me, ma che altro avrei potuto fare? Mi blocca l'idea di rivolgermi a uno psicologo perché non saprei nemmeno come iniziare. E poi anche una ragione stupida: mi viene da piangere quando parlo di me e di queste cose. Mi vergognerei da morire a piangere davanti a una persona estranea.
Adesso questa situazione sta distruggendo tutto ciò che ho costruito con grande fatica ma ho anche paura di affrontarla..
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Cara ragazza, ci vuole tempo per tutto, anche per decidersi a farsi aiutare.. ma anche se le venisse da piangere , avrebbe davanti una persona pronta e preparata ad accoglierla, comprenderla, senza giudizi preconcetti, senza pregiudizi etici o convenzionali..
Nuotare controvento e controcorrente si può forse fare, ma quanta fatica e quanta solitudine..ci pensi..
auguri davvero..
Nuotare controvento e controcorrente si può forse fare, ma quanta fatica e quanta solitudine..ci pensi..
auguri davvero..
[#4]
Gentile Ragazza,
Mi associo alle rassicuranti parole della dottoressa Muscarà .
Purtroppo online non è possibile esplorare il vissuto e le sue emozioni associate al suo disagio, soltanto un nostro Collega potrà farlo per noi.
Anche se non sa da dove cominciare, averci scritto è già un primo inizio.
Lo psicologo lavora in assenza di giudizio, creando e mantenendo un clima empatico, di fiducia, riservatezza e soprattutto accoglienza, vedrà che si troverà bene
Mi associo alle rassicuranti parole della dottoressa Muscarà .
Purtroppo online non è possibile esplorare il vissuto e le sue emozioni associate al suo disagio, soltanto un nostro Collega potrà farlo per noi.
Anche se non sa da dove cominciare, averci scritto è già un primo inizio.
Lo psicologo lavora in assenza di giudizio, creando e mantenendo un clima empatico, di fiducia, riservatezza e soprattutto accoglienza, vedrà che si troverà bene
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.8k visite dal 07/11/2013.
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