Vedo tutto nero.

Salve, mi rivolgo a voi dopo un lungo periodo di confusione.
Negli ultimi due anni sono ingrassata almeno di 15 kg, continuo a martoriarmi la faccia e la testa con quella che può essere definita dermatillomania e lo faccio quando mi sento molto ansiosa, cioè sempre. Inoltre in questi ultimi due anni credo di soffrire di shopping compulsivo perché ho speso un capitale comprando abbigliamento, scarpe, trucchi (che non mi servono ma mi fanno sentire coccolata).
Quando acquisto mi sento felice. La mia vita è piatta, soltanto con l’acquisto o mangiando mi sento felice e c'è un picco di emozione nella mia vita. Questo mi ha portato ad avere un po’ di problemi finanziari e soprattutto a spendere tutti i miei risparmi. Ora sto cercando di smettere ma non è facile.
Con il mio ragazzo è un periodo buio, gli voglio certo bene ma ormai sono mesi che non abbiamo rapporti, non sento l’esigenza. Pensavo fosse un calo fisiologico fino a che questa estate mi sono invaghita di un altro ragazzo che ho desiderato molto ma non è mai successo nulla ed ho troncato la cosa sul nascere per correttezza e dovere morale. Fatto sta che penso spesso a questa persona che credo di avere idealizzato e respingo ormai il mio ragazzo che pazientemente sopporta. Sto cercando di farmela passare e ricostruire con il mio ragazzo ma non è semplice. Il nostro rapporto è nato piano piano, non è mai stata una passione sconvolgente (a parte i primi mesi). Poi è andato tutto scemando, dopo un incidente con l'auto che ha coinvolto entram. E’ un bravo ragazzo ma ora sto cominciando a notare molte cose che non mi vanno a genio. Ma non so se il problema è lui oppure i miei problemi che si riflettono sulla nostra storia.
Il rapporto con i miei genitori e mio fratello è splendido anche se ho sempre avuto poca autostima perché sono sempre stata bersaglio di mio fratello che mi ha sempre fatto sentire un’idiota e mi ha sempre sminuita facendomi passare per una idiota. Perciò, pensando di non valere niente, ho sempre permesso agli altri di fare altrettanto, ma ora sto cambiando. Per mio padre valgo poco perché non sono laureata (anche se il mio lavoro sulla carta è prestigioso e dura ormai da 8 anni) e non perde occasione per ricordarmelo. Mia madre è sempre stata una figura molto presente ( in passato molto invadente) e apprensiva.

Piango spesso e soprattutto in sindrome pre-mestruale mi capita di pensare al suicidio, ma è un pensiero che scaccio immediatamente se ci penso razionalmente.
Credo di essere troppo sensibile. Ho sempre cercato di preservare i miei cari da qualsiasi forma di dolore cercando piuttosto di portarla io sulle spalle perché mi ritengo più forte.
A volte però mi guardo intorno e vedo tante brutture e penso che la vita sia veramente troppo per me e cado nello sconforto.

Detto questo. Sono capricci, sono viziata oppure ho veramente bisogno di parlare con qualcuno e agire in qualche modo? Io vorrei evitare una terapia farmacologica se possibile.

Grazie mille per l’attenzione.
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

nel suo racconto ci sono diversi motivi per suggerire una valutazione psicologica. Sarebbe opportuno poter lavorare sull'immagine corporea, il livello di autostima e comprendere il peso di questi stati ansiosi e umorali.

Della "sindrome pre-mestruale" ne ha già parlato con il ginecologo?
Quale professionista ha denominato "dermatillomania"?
Che tipo di visite specialistiche ha fatto in passato?





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr Del Signore.
I conflitti che sta vivendo in questo momento meritano il rivolgersi ad uno specialista della Salute Mentale, psicologo e/o psicoterapeuta.
Da quanto scrive, i sintomi che porta sembrano tutti rientrare in una difficoltà nel controllo degli impulsi, (toccarsi ripetutamente la faccia, il comprare compulsivo, il mangiare -forse abbuffarsi- incontrollato). Solitamente questa tipologia di problemi è connessa con ansie che non sono ancora pensabili da chi sperimenta i sintomi e che appunto possono essere approfondite solo attraverso un consulto di persona.
Inoltre non capisco perché parla di "doveri" con il suo compagno. Lei non "deve" stare in una relazione in cui non si riconosce.
Forse ha paura di cambiare?
Le allego una lettura sullo shopping compulsivo, spero possa esserle utile:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3885-lo-shopping-compulsivo-una-dipendenza-senza-sostanza.html

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Utente
Utente
Grazie per la celere risposta.
2000 - un paio di sedute (Psicologo), diagnosi: ansia. Prescritti ansiolitici omeopatici.
2003 – una seduta (Psichiatra), diagnosi: disturbi dell’umore con sospetto bipolarismo. Prescritta pillola anticoncezionale mai presa.
2009: mi sono rivolta ad una collega dell’USL che ha giudicato il mio caso non di sua competenza e invitata a rivolgermi a qualcun altro (?).
2010: una seduta (Psichiatra), diagnosi: DOC. Prescritto sereupin e xanax che ho interrotto dopo una settimana a causa degli effetti collaterali pesanti.
In ogni caso, al termine di ogni seduta, mi convincevo di essere più forte di tutto questo
e chi mi stava intorno ha sempre visto questo mio “malessere” come un capriccio.

Ad oggi la mia situazione è questa.
Ho una bella famiglia che va d’accordo, un fidanzato da 3 anni e molti amici.
Ho un lavoro ma nonostante questo vedo il mio futuro completamente nero.
Ho paura di qualsiasi cosa, sono molto ansiosa e costantemente in ansia per la salute dei miei cari.

Da piccola ho sofferto molto per problemi con la famiglia di origine di mio padre, tendevano ad escluderci ed io ne ho sofferto molto, avrei voluto una famiglia unita. Ed ancora oggi ho questa fobia dell’ “esclusione” anche se ultimamente ci ho lavorato tantissimo e va meglio.
Credo che i miei attacchi di ansia siano cominciati in quel momento.

Ho sempre avuto un rapporto conflittuale col mio corpo, da piccola facevo la modella e sono stata magrissima per un periodo ma mi sono sempre vista enorme e questo mi condizionava molto nella vita e nella mia sicurezza personale. Mi sono sempre vista “diversa” dagli altri, con un brutto fisico.

Sono sempre stata molto socievole ma allo stesso tempo ho sempre avuto molta paura della gente nuova e questo si traduceva nel conoscere la gente su internet, che usavo come filtro.

8 anni fa ho perso un ragazzo con cui stavo cominciando una storia per un incidente stradale e la cosa mi ha fatto stare molto male per anni, soprattutto per l’essermi scontrata così da vicino con un lutto a mio parere “forte”. Da allora ho sempre avuto paura di fare un incidente ma ho sempre vissuto in maniera abbastanza tranquilla.

La cosa si è aggravata da quando, 2 anni fa, il mio incubo si è avverato ed ho fatto un incidente in auto dal quale sono uscita fortunatamente viva ma con qualche acciacco che mi porto dietro ancora oggi.
Da allora ho il terrore di andare in auto, non guido più, non vado con altra gente che non sia il mio ragazzo (tra l’altro al momento dell’incidente guidava lui).
Se si tratta di raggiungere una località distante in auto, spesso piuttosto non ci vado, a volte in auto ho avuto attacchi di panico.
Il mio lavoro è un bel lavoro ma non mi appaga, volevo diventare qualcuno nella vita, da piccola avevo molti talenti ma credo di essermi persa nel frattempo e quindi mi sento frustrata. A volte sento una stretta alla gola che dura per qualche giorno ma cerco di ignorarla e farmela passare.

La "dermatillomania" è una mia autodiagnosi purtroppo.

Ho paura di qualsiasi cambiamento, ho paura di "uscire dal guscio" nel quale mi sono rinchiusa.
Ringrazio inoltre per il link alla lettura sullo shopping compulsivo. E' scioccante, mi riconosco completamente, sia nella descrizione delle sensazioni, sia nella descrizione delle azioni, in ogni minimo particolare. Ci penserò su.

[#4]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

cerchiamo di fare un po' di ordine:

>>2000 - un paio di sedute (Psicologo), diagnosi: ansia. Prescritti ansiolitici omeopatici.<<
lo psicologo non è un medico quindi non può prescrivere alcun farmaco, neanche quelli omeopatici.
Dopo la diagnosi come mai non ha iniziato un trattamento?


>>2003 – una seduta (Psichiatra), diagnosi: disturbi dell’umore con sospetto bipolarismo. Prescritta pillola anticoncezionale mai presa.<<
un sospetto di bipolarismo non è una diagnosi e ammesso che sia corretta la valutazione, questo disturbo andrebbe curato con farmaci specifici e non con la pillola anticoncezionale.

>>2009: mi sono rivolta ad una collega dell’USL che ha giudicato il mio caso non di sua competenza e invitata a rivolgermi a qualcun altro (?).<<
anche qui non si comprende il motivo per il quale non c'è stata una presa in carico. A quale servizio AUSL di è rivolta? Ha fatto una valutazione psicologica o psichiatrica?

Credo sia utile fare una valutazione psicologica accurata dopo la quale sarebbe opportuno iniziare un trattamento specifico per un periodo ragionevole.





[#5]
Utente
Utente
Gentile dottor Del Signore,
questo lo storico:
2000 ero adolescente. Ricordo vagamente ma dopo poche sedute ho interrotto perché lo psicologo aveva identificato in mia madre le cause del mio stato ansioso e lei non ha accettato questo. E probabilmente pensavo di stare meglio.
2003, allo stesso modo subito dopo credevo di stare meglio e avevo paura di ingrassare assumendo la pillola anticoncezionale.
2009, non l’ho capito neanche io, ma come al solito mi sono subito convinta di stare meglio.

Dopo queste “chiacchierate” ero convinta di stare meglio e di poter risolvere le cose da sola convincendomi che in realtà questi stati d’animo fossero solo frutto della mia immaginazione.

I miei cari mi hanno sempre convinto che fossero solo capricci perché "in fondo hai tutto e non ti manca nulla".
[#6]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente

>>..che in realtà questi stati d’animo fossero solo frutto della mia immaginazione.<<
gli stati d'animo non sono il frutto dell'immaginazione, ma possono essere alimentati da quest'ultima.

Lei probabilmente ha messo in atto un "meccanismo di difesa" inconsapevole come fuga nella "normalità" e proprio per questo ha avuto la sensazione di "stare meglio".

>>Mi hanno sempre convinto che fossero solo capricci perché "in fondo hai tutto e non ti manca nulla".<<
se una persona sente il bisogno di chiedere aiuto perché sente di vivere in una condizione di disagio, non possiamo considerare questo dei semplici "capricci" perché altrimenti o non stiamo capendo quello che il paziente ci sta comunicando oppure si tratta di una "svalutazione" della sua richiesta di aiuto.

Cerchi di affidarsi di più a se stessa e alle sue motivazioni, si rivolga ad un Collega che sia veramente pronto ad ascoltarla.




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