Allontanamento persone
Buongiorno a tutti.
Sono sempre stato una persona socievole, altruista, con molti amici e in genere apprezzato (grosse compagnie, amicizie, feste ...).
Nell'ultimo periodo, da quando mi sono iscritto all'Università, ho avuto un cambiamento: Le compagnie si sono sciolte, più fatta una festa, di amici ne son rimasti pochi (e ho scoperto che quei pochi non fossero in fondo nemmeno i migliori).
In un secondo momento sono stato costretto a cambiare città per motivi di studio.
Inizialmente dovevo andare ad abitare con due miei amici, ma all'ultimo mi sono tirato indietro perché iniziavo a intravedere in loro solo un rapporto di opportunismo (io studio molto, avevo paura di essere sfruttato), quindi ho cercato un posto da solo.
Nonostante sia stato io ad aver fatto un torto a queste due persone, che sono inoltre obbligato a vederle ogni giorno, ho iniziato a tirare su un vero e proprio MURO, evitando di parlargli, di incontrarli, insomma mi sentivo turbato dalla loro presenza, qualunque loro gesto; all'inizio questo mi ha causato un grosso senso di insicurezza, ansia e una vera e propria ossessione che mi toglieva il sonno (aiuto adesso li rivedrò, cosa gli dirò, e se vado in quel posto e li incontro, e se rientrano nel mio giro di nuovi amici, etc).
Inoltre ho conosciuto nuove persone. Di nuovo, queste persone sono molto gentili con me, e io mi trovo bene a parlare con loro, solo che mi continuano a chiedere spiegazioni, perché non capiscono argomenti (io studio giorno e notte, e capisco quindi le cose meglio...). Di nuovo, mi sento perseguitato da queste persone, ossessionato, avendo l'ansia e il pensiero fisso che tornino a chiedermi qualcosa, perché io studio giorno e notte e loro (a detta di loro stessi!) non hanno voglia di studiare, e ogni loro piccola proposta è diventata per me inaccettabile (ho tirato su nuovamente un MURO), iniziando gradualmente a tirarmi indietro: mi sento di nuovo sfruttato.
Mi siedo in facoltà lontano e mi dicono "dai c'è un posto qui, spostati!" e se dico di no insistono, e sono obbligato ad andare: per le ore successive poi continuano ad attingere al mio sapere, un giorno addirittura non sono andato e mi son sentito quasi attaccato perché non sono andato lo stesso (nonostante avessi già studiato gli argomenti) per spiegargli le cose, ovviamente non sono andato rispondendo come nulla fosse, nonostante i rifiuti mi sento sempre ricercato.
Visto che i rapporti che ho avuto con gli altri, in questi ultimi mesi, sono stati solo sanciti da ossessioni, ansie, opportunismi, ora in me sta scattando un campanello d'allarme: che il problema sia io? Che sia normale condividere ogni conoscenza con gli altri, spiegando anche a chi non ha voglia di applicarsi? C'è una vera amicizia e sono io a vederla solo come opportunismo? Dovrei essere più disponibile con gli altri?
Essendo in una città nuova sono ovviamente solo a parte queste persone.
Spero di aver reso bene il mio punto di vista.
Cordiali saluti
Sono sempre stato una persona socievole, altruista, con molti amici e in genere apprezzato (grosse compagnie, amicizie, feste ...).
Nell'ultimo periodo, da quando mi sono iscritto all'Università, ho avuto un cambiamento: Le compagnie si sono sciolte, più fatta una festa, di amici ne son rimasti pochi (e ho scoperto che quei pochi non fossero in fondo nemmeno i migliori).
In un secondo momento sono stato costretto a cambiare città per motivi di studio.
Inizialmente dovevo andare ad abitare con due miei amici, ma all'ultimo mi sono tirato indietro perché iniziavo a intravedere in loro solo un rapporto di opportunismo (io studio molto, avevo paura di essere sfruttato), quindi ho cercato un posto da solo.
Nonostante sia stato io ad aver fatto un torto a queste due persone, che sono inoltre obbligato a vederle ogni giorno, ho iniziato a tirare su un vero e proprio MURO, evitando di parlargli, di incontrarli, insomma mi sentivo turbato dalla loro presenza, qualunque loro gesto; all'inizio questo mi ha causato un grosso senso di insicurezza, ansia e una vera e propria ossessione che mi toglieva il sonno (aiuto adesso li rivedrò, cosa gli dirò, e se vado in quel posto e li incontro, e se rientrano nel mio giro di nuovi amici, etc).
Inoltre ho conosciuto nuove persone. Di nuovo, queste persone sono molto gentili con me, e io mi trovo bene a parlare con loro, solo che mi continuano a chiedere spiegazioni, perché non capiscono argomenti (io studio giorno e notte, e capisco quindi le cose meglio...). Di nuovo, mi sento perseguitato da queste persone, ossessionato, avendo l'ansia e il pensiero fisso che tornino a chiedermi qualcosa, perché io studio giorno e notte e loro (a detta di loro stessi!) non hanno voglia di studiare, e ogni loro piccola proposta è diventata per me inaccettabile (ho tirato su nuovamente un MURO), iniziando gradualmente a tirarmi indietro: mi sento di nuovo sfruttato.
Mi siedo in facoltà lontano e mi dicono "dai c'è un posto qui, spostati!" e se dico di no insistono, e sono obbligato ad andare: per le ore successive poi continuano ad attingere al mio sapere, un giorno addirittura non sono andato e mi son sentito quasi attaccato perché non sono andato lo stesso (nonostante avessi già studiato gli argomenti) per spiegargli le cose, ovviamente non sono andato rispondendo come nulla fosse, nonostante i rifiuti mi sento sempre ricercato.
Visto che i rapporti che ho avuto con gli altri, in questi ultimi mesi, sono stati solo sanciti da ossessioni, ansie, opportunismi, ora in me sta scattando un campanello d'allarme: che il problema sia io? Che sia normale condividere ogni conoscenza con gli altri, spiegando anche a chi non ha voglia di applicarsi? C'è una vera amicizia e sono io a vederla solo come opportunismo? Dovrei essere più disponibile con gli altri?
Essendo in una città nuova sono ovviamente solo a parte queste persone.
Spero di aver reso bene il mio punto di vista.
Cordiali saluti
[#1]
Il problema non è "lei", ma probabilmente l'atteggiamento servile che inconsapevolmente tiene nei confronti di queste persone.
>>> e se dico di no insistono, e sono obbligato ad andare
>>>
Chi la obbliga? Forse solo il suo disperato desiderio di non deluderli. Non riesce a dire di no perché in fondo questo è l'unico modo che ha trovato per farsi apprezzare. Solo che così facendo gli altri la cercano non per quello che lei è, ma per quello che lei può FARE per loro.
>>> e se dico di no insistono, e sono obbligato ad andare
>>>
Chi la obbliga? Forse solo il suo disperato desiderio di non deluderli. Non riesce a dire di no perché in fondo questo è l'unico modo che ha trovato per farsi apprezzare. Solo che così facendo gli altri la cercano non per quello che lei è, ma per quello che lei può FARE per loro.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
La ringrazio del consulto,
effettivamente ho sempre agito in modo da non arrecare problemi agli altri, forse è per questo che mi si creano queste situazioni spiacevoli.
Secondo Lei potrebbe essere opportuno, di fronte a proposte di aiuto come quelle in questione, rispondere con fermezza (e cortesia) spiegando che l'insistenza è stata percepita come eccessiva, e il perché, senza temere le conseguenti delusioni altrui?
Grazie ancora per il prezioso aiuto.
effettivamente ho sempre agito in modo da non arrecare problemi agli altri, forse è per questo che mi si creano queste situazioni spiacevoli.
Secondo Lei potrebbe essere opportuno, di fronte a proposte di aiuto come quelle in questione, rispondere con fermezza (e cortesia) spiegando che l'insistenza è stata percepita come eccessiva, e il perché, senza temere le conseguenti delusioni altrui?
Grazie ancora per il prezioso aiuto.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 07/11/2013.
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